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Laminatoio a caldo e “giornalismo” a freddo.
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Circolo Miani » News Correnti » Page 99

Cari Triestini, cari Muggesani ed abitanti di Dolina.

» Inviato da valmaura il 28 July, 2021 alle 12:18 pm

Mentre questa politica inconcludente bisticcia attorno al nulla, tanto è priva di proposte e soluzioni concrete, da sembrare tutta uguale, Trieste e Muggia sono alla vigilia di scelte importanti per il loro futuro.
Esse hanno tre nomi: nuova Acciaieria con Laminatoio a Caldo ad Aquilinia, tre dragaggi nel Vallone di Muggia su ampie porzioni dei fondali del nostro Golfo, i lavori di riconversione nell'area Ferriera.
Questioni che determineranno un impatto decisivo sulla nostra vita e sul nostro futuro.
Il perchè è presto detto: questi grandi ed invasivi interventi possono causare un fortissimo impatto ambientale sul nostro territorio.
Lo evidenziamo da tempo e non perchè abbiamo la vocazione dei “gufi” ma semplicemente perchè la nostra vita è una sola e ci teniamo alla salute nostra e dei nostri cari.
Per fare un esempio concreto: dragare dei fondali che negli anni per i dissennati scarichi industriali a mare (dall'ex Aquila alla Ferriera) sono formati da metri e metri di fanghi altamente tossici stratificati in profondità significa diffondere, da Capodistria a Sistiana, una mole di inquinanti capace di mettere a repentaglio la balneazione e stroncare ogni attività lavorativa basata sulla pesca e la miticoltura. E se a “controllarli” saranno le stesse “autorità di vigilanza” (Arpa, Regione, Comune) che per decenni non si sono accorte degli scarichi tossici a mare, degli interramenti abusivi (per un'area pari ad otto campi di calcio allo Scalo Legnami) con gli scarti di lavorazione, e della vistosa modifica della linea di costa, allora capirete bene che il rischio è molto concreto.
La riconversione dell'area Ferriera investe un terreno che come certificato dalle analisi eseguite dai tecnici del Ministero dell'Ambiente è pregno per ogni centimetro in superficie e per metri in profondità degli inquinanti più cancerogeni che esistano al mondo e che superano di due/tremila volte i limiti di legge consentiti. Sollevare polveri, come dissennatamente avvenuto durante i lavori di abbattimento di una parte degli impianti, significa spargere questi inquinanti su mezza Trieste e Muggia per effetto dei venti. Dunque chi si culla nella certezza che la questione Ferriera sia superata si sbaglia e di grosso.
La nuova Acciaieria che andrebbe ad occupare per intero la più vasta area libera della nostra provincia con un inspiegabile sciupio del territorio (1200 metriquadri a lavoratore su di un totale di 480 ettari), per quel poco, anzi pochissimo che è dato di sapere, ma sufficiente per tutta la classe politica di ogni colore e sigla a prostrarsi osannando, avrà un impatto ambientale di grande rilievo.
Copiose emissioni di Anidride Carbonica, Co2, nell'aria per i forni di riscaldamento a Gas Metano, depositi di rifiuti “speciali” all'aperto, un inquinamento acustico rilevante per chi abita alle Noghere, ad Aquilinia e Santa Barbara, oltre a provocare una immediata e drastica svalutazione di case ed immobili, frutto dei sacrifici di una vita.
E segnerà per sempre le prospettive di sviluppo del Comune di Muggia.
Su queste pagine abbiamo appena pubblicato, in mancanza inspiegabile di dati progettuali per Trieste e Muggia, la fotografia del Laminatoio a Caldo gemello in funzione da anni a San Giorgio di Nogaro, estratta dai documenti ufficiali (scheda tecnica AIA) della Regione, realizzato sempre dall'ucraina Metinvest e dalla Danieli. Il quadro che ne esce è più che preoccupante.
Ed allora vogliamo caratterizzare questa insulsa campagna elettorale mettendoci al cuore il ragionamento su questi tre macroproblemi che rischiano di condizionare la vita del nostro territorio nell'immediato futuro?
Noi come Circolo Miani e Trieste Verde lo facciamo da anni e la ragione è molto semplice, da normali cittadini viviamo qui nel bene e nel male, e vorremmo che fosse nel bene: per noi e per la nostra comunità.
Poi fate voi.
Immagine tratta da servizi giornalistici dal titolo: “Viabilità al collasso a San Giorgio, il Prefetto convoca un tavolo per la crisi. Un problema che è vissuto e lamentato da tempo dalla popolazione di San Giorgio di Nogaro, quello del traffico congestionato lungo la strada statale 14, presa letteralmente d'assalto dai mezzi pesanti "(nella foto, camion che trasportano branne d'acciaio)



Smemoranda Triestina.

» Inviato da valmaura il 27 July, 2021 alle 11:44 am

Continua la carrellata di uscite sulla stampa compiacente dei fantasmi della politica triestina in versione strettamente elettorale.
C'è solo l'imbarazzo della scelta deprimente quando non ridicola. Si va dall'ex assessore ai Lavori Pubblici della Giunta Dipiazza, Bandelli, che sfruttando l'afasia mnemonica dei “giornalisti” domaci se ne esce a giorni alterni attaccando, ma si è svegliato dal torpore solo in campagna elettorale, gli uffici comunali da lui diretti per anni, ma allora non se ne accorgeva, di incapacità sui cantieri comunali fermi e su gare ed appalti.
Tutto giusto, anche se gradiremmo non scopiazzasse i nostri articoli, ma lui è proprio l'ultimo a poter criticare i suoi ex uffici.
Poi “si scopron le tombe e si levano i morti”, ovvero ricompare ma solo per piazzare il simboletto sulla scheda elettorale, il partito dei verdi (qui la minuscola è di rigore), da un letargo catacombale lungo almeno 15 anni a Trieste come a Muggia, e parlano su tutto, soprattutto di beghe ed alleanze partitocratiche per la verità, riscoprendo a babbo morto la Centrale Nucleare di Krsko in Slovenia.
Quando il Circolo Miani da 30 anni esatti ne denunciava la pericolosità ed il rischio che questa comportava per Trieste perchè costruita su di una zona ad alta sismicità, a partire dalle inchieste giornalistiche realizzate per il nostro mensile, allora il più diffuso nelle edicole cittadine, curate dal mai troppo compianto Ruggero Calligaris, geologo tra i più preparati, silenzio e silenzi.
Ci pagassero almeno i diritti d'autore, questa banda di presenzialisti elettorali.
Hanno pure cercato di appropriarsi del nostro nome, per altro registrato con atto notarile, Trieste Verde, per confondere le migliaia e migliaia di persone che ci seguono da anni. Ed hanno replicato la scena assieme ad un magma indistinto di siglette partitiche pure a Muggia nel tentativo di scippare il nome del Comitato Noghere nel bluff di accreditarsi nella battaglia contro l'annunciato Laminatoio a Caldo delle Noghere per le prossime elezioni.
Si consolino la gente è meno scema di quel che credono, e se ne accorgeranno, e forse lo capirà pure questo giornalismo d'accatto che li pompa per tenerli in vita.
Teodor per Trieste Verde.



Anita e Giuseppe (Garibaldi) a Muggia.

» Inviato da valmaura il 27 July, 2021 alle 11:42 am

Le malelingue che come sempre non conoscono né si informano sui fatti sostengono che le povere stelle di cui sopra sono vittime di una campagna di “diffamazione”. Orchestrata, ma pensa un po', da loro stessi però, a leggere quanto dichiaravano nei verbali pubblicati sul sito ufficiale (Rete Civica) del Comune di Muggia e riportato dal piccolo giornale, che non rilegge nemmeno quanto scritto due mesi prima. Cosa non si fa per aiutare gli “amici”.
Ora dopo la seduta del Consiglio comunale dedicata interamente all'audizione dell'Oracolo di Delfi, qui materializzatosi sotto le sembianze di Zeno D'Agostino, venuto a vaticinare su di un “progetto fantasma” di un Laminatoio a Caldo alle Noghere che, a detta del Gruppo proponente (Danieli-Metinvest), ancora non esiste (ma questo per gli “eroi dei due Mondi” sbarcati alle Noghere è dettaglio insignificante e trascurabile come i tre dragaggi previsti nel Vallone di Muggia), il 23 aprile così commentavano.
“Le premesse per una partecipazione del territorio sono buone”: Emanuele Romano, qualunque cosa intenda.
“Apprezza le rassicurazioni su eventuali rischi ambientali”: Roberta Tarlao, che ignora del tutto che nel famigerato Protocollo sottoscritto dal Comune di Muggia di impatto ambientale non si scrive neppure per sbaglio.
Tralasciamo qui di riportare le dichiarazioni di tutte le altre forze politiche presenti in Consiglio che sono dello stesso tenore: a sostegno della nuova Acciaieria a scatola chiusa.
Ergo i due si sono diffamati da soli quando un due mesi dopo di colpo scoprono di essere “anti” dando vita ad un nuovo zoppicante “polo” per la bisogna.
Ma qui è utile ricordare i risultati elettorali conseguiti, (i voti di Lista sono quelli che per legge determinano gli eletti in una norma della legge regionale 5 dicembre 2013, n. 19.) alle passate elezioni comunali: 5Stelle (Romano) voti 660, Obbiettivo Muggia (Vlahov, oggi ritiratasi) voti 655, Meio Muia (Tarlao) voti 392. Dunque temiamo di non sbagliare dicendo che per i 5Stelle, che allora ottenevano il 33% dei consensi a livello nazionale, oggi più che dimezzati nei sondaggi, considerando per altro che sempre il voto amministrativo era fortemente penalizzante per i Grillini rispetto ai dati delle “politiche”, oggi rientrare in consiglio anche prima che scoppiasse la bomba Laminatoio sarebbe stato un terno al lotto. Tanto più dicasi per le due altre liste citate sopra.
Questa la pura nuda e cruda realtà.
Poi c'è un altro dato che sgomenta a leggere la delibera del 13 maggio scorso della Giunta comunale di Muggia votata all'unanimità da sindaco ed assessori, delibera che si spera i venti consiglieri comunali ricevano e magari leggano. Anche se finora nessuno dei venti, compresi i nostri “eroi dei due Mondi”, hanno avuto nulla da ridire.
E' la delibera in cui si impegna il Comune a sottoscrivere il Protocollo per il laminatoio fantasma.
In un punto essa recita: “dando atto che il parere in merito alla regolarità contabile non viene espresso in quanto atto che non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell’ente”.
Ma cosa hanno letto? Nel protocollo è espressamente prevista la necessità per il Comune di fare una variante al Piano Regolatore e la ragione è presto detta: va trasformata la destinazione d'uso attuale di zona commerciale (226mila metriquadri) e verde sportiva (76mila metriquadri) delle Noghere, più o meno la metà di quei 480mila metriquadri necessari per la nuova acciaieria, in zona industriale, declassandone fortemente il valore.
Ma qualcuno dei venti consiglieri si è mai posto la semplice domanda se vale di più a metro quadro un terreno ad uso commerciale di quello destinato ad insediamenti industriali?
E questo preoccupa non poco visto che anche un profano sa benissimo che il valore a metro quadro di terreni destinati ad edilizia residenziale ed attività commerciali è molto ma molto più alto.
Altro che “atto che non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell’ente”.
Chi si offre dunque volontario per fare parte della nuova “Armata Brancaleone” della politica muggesana?
Teodor



I numeri del Laminatoio a Caldo Metinvest di San Giorgio di Nogaro.

» Inviato da valmaura il 26 July, 2021 alle 2:02 pm

Siamo andati a leggerci, grazie alla ricerca fatta da alcuni cittadini, neanche questo sono buoni a fare questi politicanti che impiegano invece il loro tempo a giocare a soldatini elettorali, i dati dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla Regione FVG nel 2006 e prorogata fino al 12 dicembre 2022.
Perchè? Semplice, l'ucraina Metinvest è quella che dovrebbe scrivere e presentare il progetto, assieme alla friulana Danieli che lo realizzerebbe, dell'annunciata Acciaieria alle Noghere.
Ragioniamo dunque su di una realtà esistente ed operante da anni, ipotizzando che il Laminatoio a Caldo Noghere non sarà poi molto diverso.
Balza subito agli occhi la differenza dell'area occupata: a San Giorgio “una superficie complessiva di 141.369 mq” contro i 480.000 mq di Muggia, che risulta dunque oltre tre volte più ampia.
E già questo dovrebbe fare riflettere, e non poco.
Strano poi che nella parte descrittiva della zona si scriva che alla voce “case di civile abitazione”: “Presenza di edifici residenziali sul versante Sud-Ovest dello stabilimento (circa 90 metri di distanza dal confine dello stabilimento) in Comune di Carlino”.
Ricordatevelo bene, e molto, perchè quando nel documento Regionale si affronta la voce “Rumore-Inquinamento acustico” si classifica l'area come esclusiva “Zona Industriale” e si applica il massimale di 70 decibel diurni e notturni come limite di legge (la Metinvest ne annuncia invece 60 ma qui la stessa Regione la ridetermina a 70, che comunque è il limite massimo consentito, giudicando la previsione della proprietà non realistica). Peccato che la classificazione “Industriale D1”, ovvero che nel raggio di mille metri dal perimetro dello stabilimento non esistano attività commerciali e case di civile abitazione, non corrisponda a quanto riportato sopra nella scheda descrittiva dell'area: vi ricordate? Condomini e case di civile abitazione a 90 metri di distanza.
Dunque il parametro di legge nelle 24ore per il rumore emesso sarebbe quello di “Zona mista” come stabilisce la legge, e dunque il limite scenderebbe a 50 decibel.
Tiremm innanz.
Prosegue l'AIA regionale: “dei 141.369 mq della quale 45.858 mq risultano coperti e 1.638 mq occupati dagli impianti tecnologici, il restante è scoperto e le aree esterne sono utilizzate come piazzole deposito rifiuti, e per deposito delle materie prime (bramme), scarti di produzione e circolazione mezzi di trasporto e movimentazione”. Insomma un bel guardare ed odorare.
Soprattutto per i fanghi delle vasche di filtraggio della valanga d'acqua del circuito di raffreddamento delle lamine d'acciaio, definiti “fanghi palabili” accatastati a cumulo all'aperto, così i residenti ci potranno andare con paletta e secchiello a farci i castelli di mota. Ovviamente facendo slalom tra cataste di fusti metallici con gli oli industriali ed i solventi di contorno.
E passiamo ai forni di riscaldamento e preriscaldamento come descritto dalla Regione per il Laminatoio di San Giorgio di Nogaro: “Il ciclo produttivo comprende una serie di impianti termici di processo alimentati a GAS METANO a rete, necessari per il riscaldo delle materie prime e semilavorati:
- forno a spinta da 100 ton/ora mod. TENOVA avente potenzialità complessiva pari a 67.450 Kw;
- forno di riscaldo mod. HOTWORK avente potenzialità complessiva di 7.200 kW;
-forno di trattamento termico (TT1) dei prodotti laminati con potenzialità pari a 6.652 kW;
-forno di trattamento termico (TT2) da 17 ton/ora mod. PRISMA dei prodotti laminati con potenzialità pari a 9.108 kW.
Impianti di servizio
-impianto di riduzione e misura di gas metano collegato a rete SNAM con portata di 11.000 Stm3/ora con pressione di esercizio di 8-12 bar;
-linea di distribuzione di gas metano
Depositi di servizio
- deposito di ossigeno;
- deposito gas combustibili in bombole sciolte;
- deposito di oli industriali;
- 1 contenitore-distributore di gasolio, avente capacità massima di 9.000 lt
-piazzola attrezzata per il deposito di scaglie di laminazione, legno, fanghi palabili da impianto di trattamento acque di processo, refrattari di scarto e alcune tipologie di rifiuti pericolosi confezionati.
- gabbia di laminazione del tipo IV alto reversibile di fabbricazione Danieli & C Officine Meccaniche spa (installata nel 2003) : un treno di laminazione è costituito da una serie di gabbie di laminazione, ciascuna delle quali contiene all’interno un telaio, i cilindri di laminazione ed i relativi azionamenti per la regolazione della distanza tra i cilindri per impartire la deformazione al materiale;
-discagliatrice: durante il riscaldamento dei forni si formano sulla superficie del materiale delle scaglie che devono essere rimosse per evitare che lascino impronte sul materiale durante la laminazione. La rimozione di dette scaglie avviene spruzzando acqua ad alta pressione (200 bar) sulla superficie del materiale. Dalla fase di discagliatura derivano dei reflui contenenti le scaglie di laminazione.
Nel dettaglio le temperature di lavorazione:
- forno di riscaldamento mod. HOTWORK Combustione Tecnology Ltd avente potenzialità complessiva di 7.200 kW: capacità di riscaldo a lotti per 126 tonnellate con temperatura di funzionamento compresa tra i 1.1250 e 1.270 °C;
-forno di trattamento termico TT1 dei prodotti laminati con potenzialità pari a 6.652 kW: con capacità di riscaldo 17,4 ton/h mod. Kvaerner Metals Davy. Il riscaldo delle lamiere parte da una temperatura di 20°C fino a una temperatura di trattamento tra i 915 e i 1.500 °C. L’impianto di aspirazione fumi è costituito da tre caminelle a tiraggio naturale posizionate equidistanti lungo la lunghezza del forno.
-forno di trattamento termico TT2 da 17 ton/ora mod. PRISMA dei prodotti laminati con potenzialità pari a 9.108 kW (a regime dal 2008): con temperatura di infornamento di circa 20 °C fino ad una temperatura massima inferiore ai 900 °C. L’impianto di aspirazione fumi è costituito da due impianti tra loro separati: impianto aspirazione fumi dal forno e impianto aspirazione fumi dai bruciatori.
Il forno di preriscaldo rimarrà acceso 16 ore al giorno.
- Impianto di trattamento acque industriali: l’impianto di laminazione a caldo utilizza acqua industriale per il raffreddamento delle apparecchiature e del prodotto laminato. L’acqua è fornita da un pozzo artesiano ubicato nell’area dello stabilimento. Il consumo di acqua è di circa 20 mc/h.
Nel 2011 sono stati registrati i seguenti consumi:
energia elettrica: 30.094,30 Mwh
energia termica: 321.650,75 Mwh
Ulteriori impianti:
Granigliatrice automatica
Camera di verniciatura
Forno di essiccazione
In azienda sono presenti i seguenti depositi di servizio:
- Deposito di gas combustibili in bombole sciolte (azoto, ossigeno, argon, acetilene e GPL) utilizzate in attività manutentiva e/o in caso di emergenza;
- Deposito di oli industriali con capacità massima di 5 m3 suddivisi in fusti da 200 lt cadauno;
- N° 1 contenitore-distributore di gasolio, avente capacità massima di 9.000 lt, matricola 39381 completo di gruppo erogatore P/56 e dispositivi di sicurezza omologati, per il rifornimento di macchine operatrici, utilizzate per la movimentazione delle bramme e dei prodotti finiti;
-Piazzola attrezzata per il deposito della scaglia di laminazione, legno, fanghi palabili da impianto di trattamento acque di processo, refrattari di scarto e alcune tipologie di rifiuti pericolosi confezionati”.
Ecco una immagine della realtà che potrebbe, in dimensioni molto più ampie, trasferirsi a Muggia.
Da notare nella tabella in foto tratta dall'AIA, per le emissioni dei forni a Gas Metano, che producono Co2, Anidride Carbonica, nessun filtro e captatore è descritto.
Che ne dicono i nostri baldi politicanti? Banda di incapaci e cadreghinisti.



5G. L'Europa si sveglia.

» Inviato da valmaura il 26 July, 2021 alle 1:59 pm

Per la UE innalzare i limiti dell'elettrosmog sopra la soglia 5V/m (attualmente il limite in Italia è 6) provoca danni allo sperma umano e può avere “effetti cancerogeni”.
Sotto osservazione la nuova tecnologia 5G ma anche le precedenti 4 e 3G.
Altro segnale importante dell'Europa è la decisione di affidare proprio all'Istituto Ramazzini di Bologna un Report per valutare eventuali effetti avversi delle emissioni dei campi di energia delle antenne per il 5G, ma anche appunto per le tecnologie precedenti attualmente in uso.
Un grosso esborso finanziario è dunque prevedibile a carico delle aziende di Telefonia mobile.
Sul 5G in particolare il problema individuato dalla UE non è la frequenza ma il campo di emissione dell'antenna, ovvero l'intensità dell'energia emessa, che non deve superare secondo gli studi scientifici fin qui condotti nel mondo i 5V/m.
Bene dunque hanno fatto gli oltre 600 sindaci che in Italia (in FVG ad esempio quelli di Udine e Sacile) hanno ordinato una moratoria all'applicazione della tecnologia 5G nei propri territori.
Richiesta avanzata al sindaco di Trieste dal solo Circolo Miani con l'appoggio di Trieste Verde, per ben due volte attraverso un noto studio legale triestino, così come la richiesta di varare al più presto un Piano regolatore per Antenne e Ripetitori di telefonia mobile, onde evitare che siano installati nelle vicinanze di strutture pubbliche, scolastiche, sanitarie ed assistenziali e in aree densamente abitate.
Tutte richieste rimaste senza risposta, e senza che alcuna forza verdina-ambientalista o politico-partitica abbia mai aperto bocca, ma che sono entrate nel programma di Trieste Verde tra gli impegni assunti per il Comune alle prossime elezioni.
Trieste Verde.




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