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Circolo Miani » News Correnti » Page 97 Acciaieria Noghere-Aquilinia. Mai fare i conti senza l'oste. » Inviato da valmaura il 10 June, 2021 alle 12:44 pm Oggi in una paginata destinata ad illustrare i successi dell'industria friulana Danieli, si scrive a lungo anche sull'annunciato, e finora incredibilmente sconosciuto nella sostanza, nuovo stabilimento, un Laminatoio a caldo, che andrebbe ad occupare 480.000 metri quadri nel Comune di Muggia per impiegare un domani circa 400 dipendenti (uno ogni 1200 metri quadri) in società con l'ucraina Metinvest.
Merita riportare le dichiarazioni apparse sulla stampa, cariche di sicumera al limite della supponenza, del Presidente ed AD di Danieli
“L'operazione attende il via libera: gli ucraini devono ancora definire nel dettaglio il tipo di produzione da realizzare nel laminatoio a caldo immaginato alle Noghere. Quale sia lo stato dell'arte del progetto, lo spiega Benedetti (Presidente ed AD di Danieli), parlandone per la prima volta: «Le istituzioni hanno fatto un ottimo lavoro e sono state veloci. Ora la palla ce l'abbiamo noi. La questione sarà affrontata dal cda di Metinvest entro la prima settimana di luglio. Lì sapremo se sarà approvato, come auspico, il progetto delle Noghere, che ci darebbe la possibilità di fare vicino casa un super impianto con la stessa concezione di Qwr. L'impianto produrrà fino a 4 milioni di tonnellate all'anno. Come commentavo con il cavalier Arvedi, il caso fa sì che a Trieste, a soli 700 metri di distanza, ci sia un laminatoio a freddo di livello, che si arricchirà con le apparecchiature che forniremo quest'anno. Nasce un polo della siderurgia. Stiamo facendo preventivamente richiesta di finanziamento a Sace con l'idea che Metinvest possa cominciare a scavare nei prossimi 6-7 mesi: l'idea è partire a produrre nel 2024”.
Allora, partiamo da quel “Ora la palla ce l'abbiamo noi”, dopo aver liquidato il ruolo della politica e delle istituzioni più o meno al livello di un obbediente Mastro Lindo (“ Le istituzioni hanno fatto un ottimo lavoro e sono state veloci”). E badate su di un progetto “immaginato” e che deve ancora essere “approvato” dal socio Metinvest.
No, egregio AD e Presidente Danieli, ora la “palla” ce l'hanno i cittadini di Muggia, San Dorligo e Trieste, che al momento ritengono non ci siano le condizioni, e nemmeno il progetto esecutivo e particolareggiato sul ciclo produttivo di questo Laminatoio, che lei stesso si arrischia a definire “immaginato”.
Se l'immaginazione può bastare a questa politica d'accatto che nemmeno per un nanosecondo ha pensato di dover consultare i risiedenti nell'area che vedranno, fino a prova contraria che allo stato di “immaginazione”, converrà, è un po' difficile anche solo ipotizzare, mettere a rischio salute, qualità della vita, e valore dei propri immobili, non pensi neppure lontanamente possa essere sufficiente ed accettabile ai cittadini.
Se poi lei pensa che questa politica a comando suo rappresenti il sentire e la volontà dei cittadini, allora ha sbagliato di grosso.
Ed in quanto alla “possibilità di fare vicino casa un super impianto”, non capiamo a che “casa” si riferisca, visto che il perimetro dell'immaginato “super impianto” lambirà fino a pochi metri le “case” ma dei residenti.
In quanto alla valutazione sull'attuale stato del Laminatoio Arvedi, non a freddo ma a caldo, si informi meglio sulla data di sua costruzione ed entrata in funzione negli USA, il 1949.
Poi la sua “idea” che “Metinvest possa cominciare a scavare nei prossimi 6-7 mesi: l'idea è partire a produrre nel 2024” ci appare oltre che azzardata francamente bislacca.
Comunque sentiremo la volontà dei cittadini questa domenica 13 giugno alle ore 11 in piazza ad Aquilinia (dinanzi Farmacia), e se dovesse corrispondere a quella emersa due settimane orsono nel primo incontro pubblico tenutosi alle Noghere, allora avete fatto i conti senza l'oste.
E che politici vecchi e nuovi si astengano dal presenziare che vita e futuro delle persone sono cose maledettamente più serie della strumentalizzazione e della propaganda elettorale. «Ecco quanto guadagna un giornalista Rai» » Inviato da valmaura il 10 June, 2021 alle 12:42 pm Giusto per saperlo, visto che i soldi sono i nostri.
Ma sono cifre che risalgono al 2014/15, vecchie di sette anni! 303 dirigenti giornalisti guadagnano tra i 120mila e i 240mila euro l’anno. I 688 redattori ordinari invece ne portano a casa mediamente 85mila. Sono alcune delle cifre sugli stipendi Rai diffuse oggi dal Fatto Quotidiano in un articolo (2015).
RAI, OLTRE 1.500 GIORNALISTI – I numeri sono ripresi dalla mappa dell’organico che l’azienda televisiva pubblica ha inviato al suo azionista di controllo, il Ministero dell’Economia, aggiornata al 31 dicembre 2013.
Viale Mazzini dispone di 1.581 giornalisti con un contratto a tempo indeterminato, la metà guadagna più di 105.000 euro l’anno e può sfoggiare almeno la qualifica di caposervizio (sono 279). I dirigenti giornalisti, dai capiredattori in su, sono 303 e vanno dai 120.000 euro ai 240.000 euro, il limite imposto alle società partecipate dal Tesoro. Un anno fa, sei giornalisti superavano i 310.000 euro.
I telegiornali Rai, che stanno per subire la riforma approvata in Cda, possono muovere 64 inviati speciali, 126.000 euro ciascuno è il prezzo per Viale Mazzini. I vice capiredattori sono 150, tradotti in milioni fanno 18. I redattori ordinari con buste paga che non rispecchiano il mercato odierno – la media è di 85.000 euro – sono 688.
Oltre naturalmente ai benefit esentasse, ad esempio quando si pagava in lire ricevevano cadauno 5 milioni all'anno per “aggiornamento culturale” ed indennità varie.
Ecco quanto ci costano, e sono cifre oggi chiaramente in difetto, “professionalità ed indipendenza” di questo “servizio pubblico” che ci troviamo in Regione.
E fanno pure gli arroganti ed i permalosetti. Siot. Silenzio pneumatico. » Inviato da valmaura il 9 June, 2021 alle 1:54 pm Così prodiga di parole, di interviste quando si tratta di farsi bella, la Siot, e da tempo non è una novità, si richiude in un silenzio ermetico, totale e pneumatico quando si tratta delle emissioni pluriannuali di miasmi con cui impesta Trieste, intesa come provincia.
Ma da questo silenzio trasuda un brutto odore quasi medesimo a quello di “benzina marcia” che ci offre a cadenza settimanale.
Il quadro peggiore lo offrono i silenzi e le inerzie di Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Arpa ed Asugi, Assessorati vari ad ambiente e salute di Regione e comuni, questi fanno proprio rivoltare lo stomaco e comprendere quanto lontani e menefreghisti siano questi enti, che paghiamo noi e non poco, dagli interessi primari dei cittadini, a partire da salute e qualità della vita.
D'altronde è lo stesso comportamento che hanno assunto sulla nuova Acciaieria “green ma non troppo” annunciata per le Noghere, a due metri dal centro abitato le cui proprietà immobiliari verranno svalutate di due terzi al primo colpo di piccone, sul rifacimento dell'area della Ferriera e sui dragaggi (per lo meno in tre ampie zone del Vallone di Muggia).
Tutti zitti che parlano i soldi, anzi gli affari fatti per di più utilizzando i quattrini dello Stato, e dunque lorsignori si possono pure permettere di sponsorizzare le campagne elettorali dei candidati “amici”, vedi quello in divenire del centro-sinistra, ma rigorosamente con trattino di Illyana memoria, che la sinistra da queste parti ha cessato da un pezzo di esistere salvo pietosi tentativi di camuffarsi sotto improbabili sigle.
Ovviamente il “servizio pubblico” della televisione che coattamente paghiamo con il canone, la Rai regionale, si è subito uniformata, si è posizionata repentinamente dove tira il vento dei poteri e degli affari, pronta ad offrire il consueto servizietto completo. Si chiama “professionalità ed etica del giornalismo” come ripete frà Cristiano il sacrestano che dirige l'Ordine categoriale.
Trieste Verde. Ambiente: convegni su Marte. » Inviato da valmaura il 9 June, 2021 alle 1:53 pm Farli a Trieste o sul Pianeta Rosso è la medesima cosa.
Dal Convegno in corso sul nostro mare, e la sua salute, le prospettive che ne escono per l'Adriatico non sono delle migliori.
Uno dei punti critici sul quale tutti convergono è “l'eccesso di anidride carbonica Co2 che, oltre surriscaldare il mare (la temperatura delle acque del Nord Adriatico è aumentata di circa un grado in 20 anni), crea sofferenza a una serie di organismi, come i crostacei, ed è una tra le criticità più recenti”.
Bene, anzi male, ma la cosa finisce qui. Ovvero non una parola sui progettati investimenti industriali che da Monfalcone a Muggia si baseranno proprio per la produzione sulla copiosa emissione di Co2, ovvero Anidride Carbonica, vedi l'annunciata nuova Acciaieria alle Noghere.
Ed allora? A cosa servono questi convegni, e soprattutto cosa serve farli a Trieste se non per alleviare le sofferenze di albergatori e ristoratori, con numeri per altro assai esigui?
Se non si contestualizza il fatto alla realtà in cui si svolgono tanto vale tenerli su Marte.
Poi la campagna elettorale prosegue con il consueto arrivo in città dei semi Big della politica nazionale che tromboneggiano per sponsorizzare i candidati locali delle loro scuderie.
Interessante notare il plauso del pentastellato Patuanelli alla nascita del Governo Draghi che contraddicendo tutte le sue affermazioni precedenti il Presidente della Repubblica ha imposto per mandare a casa il Presidente del Consiglio espresso dai 5Stelle, Giuseppe Conte.
Ma il trasformismo non ha sigle né epoche, come Giolitti insegnò.
Quanto poi Neri Marcorè in arte Gasparri possa portare giovamento a Dipiazza è un mistero, ma questa politica sembra non volerci risparmiare proprio nulla.
L'antidoto? Trieste Verde. Trieste Verde. Noi non promettiamo! » Inviato da valmaura il 8 June, 2021 alle 11:12 am Non promettiamo di fare arrivare i treni in orario, che non ci compete, ma ci batteremo affinchè i lavori pubblici siano necessari, utili e soprattutto rapidi.
Noi non promettiamo di farvi vincere al SuperEnalotto, ma ci batteremo per porre fine al precariato, allo sfruttamento e per far ritornare in capo al Comune i lavori esternalizzati.
Noi non promettiamo l'attico in centro con vista mare, ma ci batteremo per la soluzione dell'emergenza casa, e il diritto a vivere in civili e non alienanti abitazioni.
Noi non promettiamo la clinica svizzera, ma ci batteremo per una sanità pubblica, ospedaliera e territoriale, efficace, rapida ed umana.
Noi non promettiamo la villa a Cortina, ma ci batteremo contro il degrado imperante dei nostri quartieri, non solo urbanistico ma anche sociale ed umano.
Noi non promettiamo il Billionaire, ma ci batteremo per l'adeguamento al minimo di 780 euro come stabilito dalla Corte Costituzionale per le pensioni minime e per i redditi sociali.
Noi non promettiamo le pinete Dolomitiche, ma ci batteremo per l'incremento del verde, il potenziamento e la cura dei giardini, la fine della mattanza degli alberi e nuove piantumazioni come la legge, qui violata, impone.
Noi non vi promettiamo nuove acciaierie “green ma non troppo”, ma ci batteremo per lo sviluppo del territorio compatibile, ad alto livello tecnologico e nullo impatto ambientale.
Noi non vi promettiamo di mandare il Porto in orbita, ma ci batteremo per una Città-Porto che rispetti ed esalti qualità della vita, del lavoro e della salute della nostra comunità.
Noi non promettiamo che Trieste diventi come il Parco Naturale di Sesto, ma ci batteremo contro le inutili cementificazioni e per la ristrutturazione del vasto patrimonio immobiliare sfitto ed abbandonato.
Noi non promettiamo il ritorno alla Preistoria, ma ci batteremo per la fine di “Antenna Selvaggia”, per la moratoria sul 5G e per un piano regolatore comunale che concentri ripetitori ed antenne in aree non “sensibili” per la nostra salute.
Noi non promettiamo il Paradiso terrestre, ma ci batteremo per il benessere, la tutela e le cure gratuite dei nostri animali.
Insomma noi non promettiamo il “Sol dell'avvenire”, ma ci batteremo perchè il presente per i Triestini diventi sostenibile ora.
Ecco perchè Trieste Verde ed il Circolo Miani sono distinti e distanti da questa politica e diversi moralmente dai suoi attuali e passati protagonisti.
Maurizio Fogar. |
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