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Circolo Miani » News Correnti » Page 90

Riceviamo, condividiamo e pubblichiamo.

» Inviato da valmaura il 2 September, 2021 alle 11:22 am

Da parte nostra non disperderemo oltre un minuto del nostro tempo a prendere in considerazione calunnie e menzogne che lasciano il tempo che trovano e che i propalatori evidentemente hanno da buttare. Noi il tempo preferiamo impiegarlo per risolvere i problemi veri della nostra comunitΰ: a Muggia come a Trieste.
Muggia. La realtΰ.
Dopo due partecipatissime assemblee pubbliche tenute a Noghere ed a Aquilinia, sempre con Maurizio Fogar come oratore, promosse dal Circolo Miani e dal Comitato Noghere, fondato su invito proprio di Fogar (leggersi le firme in calce ai volantini distribuiti), nella terza manifestazione con circa 400 partecipanti di domenica 27 giugno ai Giardini Europa a Muggia, i cittadini votarono, si proprio cosμ: votarono all'unanimitΰ per alzata di mano, la nascita e costituzione di una Lista civica denominata Muggia.
Nei due venerdμ seguenti, sempre in incontri pubblici e sempre ai Giardini Europa oltre 250 presenti discussero ed approvarono il programma, il logo della Lista civica e individuarono una prima rosa di candidati.
A quel punto alcuni politici locali che, voti del 2016 alla mano, difficilmente stavolta sarebbero rientrati in consiglio comunale, contattarono alcune persone che facevano parte del Comitato Noghere e proposero loro di appoggiare un nascente Terzo Polo: i nomi? Roberta Tarlao ed Emanuele Romano, che ora per regole e Statuto dei Cinque Stelle non fa piω parte del Movimento stesso e dunque non lo rappresenta piω e non puς parlare a suo nome dopo la decisione assunta dai vertici del 5Stelle di non concedere l'uso del loro simbolo e di non partecipare alle elezioni di Muggia. E su questo sarΰ assai utile conoscere le motivazioni reali che hanno spinto i vertici nazionali pentastellati a giungere a questa decisione, che le supposizioni di un oramai ex non convincono per nulla, ed anzi pensiamo siano invece di altra natura (vedi l'anomala per i 5Stelle alleanza partitica in cui si erano imbarcati a livello locale). Ma su questo attendiamo sia fatta chiarezza.
Dunque un quattro/cinque persone, di cui due appartenenti ad una forza politica (Podemo), fuoriuscirono dal Comitato e contravvenendo le decisioni assunte dai cittadini di Muggia nelle cinque assemblee pubbliche e sempre all'unanimitΰ, aderirono a questo Terzo Polo, oggi orfano della sua componente piω importante.
Se esiste un tentativo di rottura, una volta ai tempi del PCI, si sarebbe detto "frazionismo", questo θ esclusiva responsabilitΰ di queste persone che hanno agito in totale spregio della volontΰ espressa e votata dai cittadini di Muggia.
Se esiste una responsabilitΰ nel disperdere voti e favorire dunque la realizzazione del Laminatoio a Caldo e sul rischio Dragaggi di cui questi "oppositori dell'ultima ora" non parlano mai, questa θ tutta di coloro che hanno violato e tradito la volontΰ espressa piω volte dai Muggesani di costituire la Lista civica Muggia che nel pieno rispetto delle decisioni ha presentato Programma e candidati per le prossime elezioni senza accordicchi di alcun tipo con questa politica che ha imposto a Muggia con l'accordo ed il silenzio di tutti i presenti in consiglio comunale (vedersi rassegna stampa e verbali del Comune) l'emergenza che stiamo vivendo.
Questa la nuda e cruda realtΰ dei fatti, che θ nella memoria di tutti, meno ovviamente di chi accecato dalla fazione e dal rancore dedica ogni suo sforzo a combattere noi invece di fare gli interessi della nostra comunitΰ.
Lista civica Muggia.



Spulciando tra le liste a Muggia e Trieste.

» Inviato da valmaura il 1 September, 2021 alle 11:32 am

Cominciamo con Muggia. Colpisce il fatto che assai poche liste siano riuscite a trovare i 20 candidati per coprire i posti del Consiglio comunale, la maggioranza di esse veleggia sopra il minimo strettamente necessario per presentare le candidature. Alcune hanno poi piω candidati provenienti da Trieste e calati a Muggia per poter presentare la lista. Altre hanno interi nuclei familiari infilati anche se espressione di sigle concorrenti pur di potersi presentare.
E pensare che la Lista civica Muggia ha raccolto quasi 40 accettazioni di candidatura all'interno delle quali poi sono stati di comune accordo individuati i venti nomi. Ma questo i Muggesani ben lo sanno.
Passando a Trieste la storia θ quasi analoga con sigle di partito ignote ai Triestini e di cui da 20 anni buoni non si aveva cenno di esistenza in vita, come i cosiddetti Verdi, fatti resuscitare anche a Muggia apparentati con esponenti della vecchia politica travolta da Tangentopoli e alcuni ex 5Stelle, che strana ed anomala compagnia, che hanno faticato a riempire le liste, come buona parte dei simboli concorrenti a queste elezioni.
Di coerenza tra Muggia e Trieste poi neanche a parlarne: sempre i fantasmi verdi si alleano con quel che rimane di Rifondazione a Trieste contro Russo mentre a Muggia quel che rimane di Rifondazione con il copioso innesto di candidati triestini corre con il PD a sostegno del candidato Sindaco Bussani. E si che Muggia e Trieste distano pochi chilometri di distanza e francamente Russo appare meglio di Bussani.
A Muggia la questione si presenta semplice: da una parte la Lista civica Muggia, espressione della volontΰ di centinaia e centinaia di cittadini nelle assemblee contro la nuova Acciaieria e la questione Dragaggi nel Vallone, e sorta su iniziativa del Comitato Noghere-Aquilinia-Muggia e con la collaborazione del Circolo Miani, e dall'altra tutta la partitocrazia di vecchio e nuovo conio che ha spinto cinque anni fa quasi la metΰ dei Muggesani a disertare le urne.
A Trieste le liste che si autodefiniscono “civiche” si sprecano ma stranamente stanno tutte in coalizioni guidate saldamente dai partiti, a destra come a sinistra. Ed anche qui Trieste Verde emerge come l'unica anomalia, anche per i silenzi di tutti gli altri, nessuno escluso, sull'emergenza Laminatoio a Caldo e sui Dragaggi.
La conferma piω clamorosa si θ vista nel TG di Telequattro di due giorni fa, dove nei due servizi “politici” in sequenza si vedeva il Piddino Russo presentare i nuovi acquisti ripescati nelle “sardine” in politichese stretto, e Maurizio Fogar, candidato Sindaco per la Lista civica Muggia che invece illustrava i problemi veri della comunitΰ a partire dall'emergenza dell'annunciata Acciaieria e dei Dragaggi, che investono sia Muggia che Trieste, oltre naturalmente Dolina.
Saranno noiose queste elezioni e d'altronde, nonostante le spese pazze, la campagna elettorale non lo θ stata di meno.
Teodor.



Dipiazza. Una fretta sospetta ed una lentezza esasperante.

» Inviato da valmaura il 1 September, 2021 alle 11:30 am

Francamente fatichiamo a capire, se non come una impuntatura: una “guerra” personale come l'ha definita il Podestΰ, questa urgenza di demolire la sala teatrale Tripcovich.
Forse prima il Comune dovrebbe chiarire ed illustrare cosa intende fare del grande piazzale di largo Santos, perchθ se il tutto serve solo a spendere ulteriori 600mila euro nostri per spostare di neanche 100 metri la Statua di Sissi, per altro lasciata nel piω completo abbandono, allora non ci siamo.
Esasperante lentezza invece da piω di due anni il Comune dimostra sul recupero della Piscina Terapeutica che a nostro avviso sta bene lμ dove stava prima del crollo della sola copertura della vasca in un edificio perfettamente integro in ogni sua altra parte.
E come abbiamo giΰ scritto sulla incredibile lentezza dell'incidente probatorio della magistratura che si trascina da un biennio e che spalanca le porte ad una prescrizione futura per gli indagati, il Comune non ha fatto due cose: sollecitare i giudici ad accelerare i tempi vista la valenza sociale e sanitaria della struttura che interessa la nostra comunitΰ. Chiedere il dissequestro delle parti, cioθ di tutto il resto salvo la zona vasca, dell'edificio per avviare intanto le ordinarie manutenzioni, a partire dalle tubature, che andavano fatte in ogni caso, e preparare un preventivo per una nuova copertura semplice e senza fronzoli per la vasca, in modo da far partire i lavori un minuto dopo l'agognato dissequestro.
Il Comune invece non ha fatto nulla di tutto questo continuando da un anno e mezzo ad impelagarsi in suggestivi progetti di una nuova piscina in Porto Vecchio che di terapeutico ben poco avrebbe, infatti era definita come una “Playa Beach”, ma anche qui con alterne fortune, con le ditte che comparivano per poi scomparire un minuto dopo. E lasciamo perdere la barzelletta di costruire la nuova Piscina nell'area del mercato Ortofrutticolo, che, visti i tempi degli annunciati trasferimenti, se ne riparlerebbe, forse, tra 20 anni.
Trieste Verde.



L'intervista.

» Inviato da valmaura il 31 August, 2021 alle 1:31 pm

Maurizio Fogar
Candidato Sindaco Lista civica Muggia.
Intervista TG di Telequattro.



In questi giorni riesplode la polemica sulla “Giornata del Ricordo” e su Foibe ed Esodo.

» Inviato da valmaura il 31 August, 2021 alle 1:29 pm

Spiace notare che su questo anche gli storici ed i ricercatori locali si siano espressi in un vecchio politichese di stampo democristiano ben lontano dal ruolo che fu proprio della Deputazione regionale dell'Istituto di Storia del Movimento di Liberazione di cui lo storico Galliano Fogar, assieme ad Ercole Miani, fu uno dei fondatori: Segretario, Presidente e Direttore della rivista Qualestoria.
Cosa ne pensasse θ ben sintetizzato in questa sua intervista.
«Foibe, memoria dimezzata».
Si avvicina la data del 25 aprile, giornata della celebrazione della Liberazione alla Risiera di San Sabba, spesso equiparata alla Foiba di Basovizza.
Pubblichiamo una intervista a Galliano Fogar a cura di Matteo Moder pubblicata sul "Manifesto" il 10 febbraio 2006.
Lo storico Galliano Fogar: «Ciampi dimentica la violenza fascista. L'esodo e le foibe furono due tragedie, ma non sono paragonabili alla Risiera di San Sabba»
Su questo abbiamo posto alcune domande a Galliano Fogar, storico dell'Istituto per la storia del Movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia.
Che pensa del discorso di Ciampi?
Il messaggio di Ciampi per la giornata del Ricordo dell'esodo istriano, fiumano e dalmata, senza alcun cenno al fascismo e alle sue colpe per quanto θ poi avvenuto nella Venezia Giulia, puς anche indirettamente suffragare l'idea, tutta post-fascista, che su questi confini si sono fronteggiati due totalitarismi, quello nazista e quello comunista jugoslavo di stampo stalinista. Non θ stato cosμ. E il fascismo dov'θ? Io rispetto ciς che dice Ciampi per il fatto che gli italiani dell'Istria, di Fiume e di Zara dovettero abbandonare le terre perse, ma anche lui dimentica di ricordare che tutto ciς, anche se θ certamente da condannare sul piano umano e morale, ebbe il suo terreno di coltura nella violenza fascista e nell'invasione e disgregazione della Jugoslavia da parte italiana e tedesca. Senza questo non si puς discutere, non esiste una storia a metΰ.
Fini alla cerimonia con Ciampi ha dichiarato: "Basta buchi neri, basta omissioni, basta pagine strappate..."
Altro che buchi neri. Nelle terre di confine, in quella che fu la Venezia Giulia il ventennio fascista imperversς, ancor prima dell'invasione della Jugoslavia, con una violenta opera di snazionalizzazione verso tutto ciς che non era «italiano» e perciς «fascista». Io non mi rassegno al fatto che la storia venga «dimezzata», che l'ignoranza e la disinformazione su quanto realmente θ avvenuto qui, in quella che fu la Venezia Giulia, la faccia da padrone e che perfino gli eredi dell'ex Pci si appiattiscano sulle tesi antistoriche di An, che fa nascere la storia dal 1945, dall'occupazione di Trieste da parte delle truppe di Tito.
Invece di una memoria condivisa siamo ad una storia dimezzata?
Sμ, c'θ la volontΰ di una storia dimezzata. Era quello che avrei voluto dire il 6 febbraio di due anni fa a Fassino e Violante quando vennero a Trieste per aderire alla proposta di Roberto Menia (An) di istituire il 10 febbraio la giornata del ricordo dell'esodo e per attribuire al Pci di allora colpe ed errori di valutazione. Come puς Fassino dire che il Pci sbaglio "perchι l'aggressione fascista alla Jugoslavia non poteva giustificare in nessun modo la perdita di territori nι l'esodo degli Italiani"?
Ma θ stata quella la causa scatenante, l'Italia fascista θ stata responsabile e corresponsabile con la Germania di Hitler delle devastazioni e delle stragi che hanno insanguinato l'Europa. A partire da queste terre con stragi perpetrate dai militari italiani, rappresaglie delle camice nere contro le popolazioni in Slovenia, i campi di concentramento come quello famigerato di Arbe: decine e decine di migliaia furono le vittime civili, non solo i partigiani. Che dovrebbero dire ebrei, polacchi, russi, i milioni che sono stati sterminati?
C'θ il tentativo di omologare la Resistenza alla tragica stagione delle Fobie?
Dal processo della Risiera del 1976 non si contano piω i tentativi di equiparare la Resistenza alle Foibe, il comunismo jugoslavo al nazifascismo. Poi si θ passati al revisionismo storico, al voler equiparare carnefici e vittime, a chiedere la pacificazione nazionale servendosi dell'ignoranza della storia per cercare di cancellare i valori della resistenza antifascista. Con una martellante campagna di stampa sulla «vergogna della tragedia dimenticata» e sui processi da fare per le foibe, dimenticando che giΰ sotto il Governo militare alleato erano stati celebrati a Trieste processi contro 72 infoibatori o presunti tali con condanne fino all'ergastolo. E' deplorevole che parte della grande stampa , la Rai, i politici democratici conoscano assai poco le vicende internazionali - e non locali - di una regione, la Venezia Giulia, che con la guerra fu coinvolta in pieno nel conflitto dell'area danubiana-balcanica. Non θ un caso che il 10 febbraio preso dalla destra come simbolo della tragedia (ma foibe ed esodo sono due cose distinte) θ la data della sigla del Trattato di Pace di Parigi. Ma questi signori non spiegano che l'Italia era sul banco degli imputati e che la gran parte dell'Istria e Fiume furono perdute non certo per colpa dei partigiani ma per le precise colpe del fascismo e della sua violenta opera snazionalizzatrice prima e per l'invasione della Jugoslavia poi.




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