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Circolo Miani » News Correnti » Page 86 “No a Muggia sobborgo di Trieste”. Meglio “sobborgo” di Kiev e Buttrio. » Inviato da valmaura il 12 September, 2021 alle 3:37 pm Così il PD che attacca il centrodestra, mentre con quelle forze ha molto in comune, a partire proprio dalle “decisioni calate da Trieste”, intesa come Regione FVG.
Francamente disdicevole leggere del bue che da del cornuto all'asino quando a mettere Muggia nelle pesti della nuova Acciaieria e dei dragaggi, su cui stranamente tutti tacciono, è stata trasversalmente tutta questa politica: dal centrodestra al centrosinistra passando per i 5Stelle.
Ed allora nessuno dei 20 consiglieri comunali se ne è accorto o si è opposto, come lo stesso Bussani ha ricordato alla Tarlao a Telequattro.
Presentare il solito compitino programmatico che nessuno legge e che finisce dimenticato in un cassetto il giorno dopo le elezioni stavolta non ha senso alcuno, e proprio grazie alle unanimi “scelte calate dall'alto” offerte ai Muggesani, ma non solo, da questa politica.
Lo capisce anche un bambino che se passa il progetto del nuovo “polo siderurgico fiore all'occhiello di Trieste” come lo ha recentemente definito il ministro leghista Giorgetti con l'approvazione della sottosegretaria piddina Ascagni, non esistono sviluppo turistico, percorsi ciclabili, parchi naturalistici, verde ed ambiente, e se i dragaggi che investono ampiamente il Vallone di Muggia verranno eseguiti come previsto, ti saluto lungomare, balneazione, pesca e miticoltura.
Ecco perchè queste elezioni amministrative non hanno nulla di normale ma sono di fatto un referendum contro la sciagurata emergenza non cercata né voluta dai cittadini di Muggia, ed imposta da tutta questa classe politica,
Chiudiamo questa emergenza e poi riparliamo di tutto, altrimenti significa prendere in giro i cittadini elettori, a Muggia come a Trieste.
Maurizio Fogar, candidato Sindaco della Lista civica Muggia.
Cos'è rimasto di Trieste nella Barcolana? » Inviato da valmaura il 11 September, 2021 alle 11:10 am Ho partecipato alle prime due edizioni della regata popolare chiamata Barcolana, quando era una vera festa cittadina per tutti e per tutte le tasche, ospite della barca del compianto Fabio Apollonio.
Da allora la regata è sempre più divenuta regata e sempre meno popolare, forse era inevitabile.
Quello che però ho giudicato nel tempo inaccettabile è stata la sua totale trasformazione in un affare che nulla ha più che a vedere con l'iniziale progetto.
Affare a terra con una trasbordante tendopoli che trasforma per due settimane tutte le Rive e piazza Unità in un Suk di Tangeri, senza averne l'originalità, e di sponsor più o meno discutibili.
Negli anni scorsi fu la volta della Ferriera by Arvedi, ora nell'edizione presentata come “Green”, tra poco anche le feci lo diverranno che fa tendenza, è uno schiaffo alla nostra comunità che venga associato il nome della Siot, il porto petroli dunque l'esatto contrario di uno sviluppo accettabile per fermare o almeno rallentare la crisi climatica planetaria, tra i principali sponsor di questa edizione dedicata “all'ambiente”.
Un po' come accostare il boia di Vienna che sorridente nella foto impicca Battisti e Filzi, a testimonial di una campagna contro la pena di morte.
Da decenni le petroliere che fanno manovra nel nostro Golfo inondano Trieste e Muggia di dense nubi nerastre allo zolfo dai loro fumaioli, da decenni Dolina, Aquilinia e la linea costiera di Trieste sono coperte da un tanfo di benzina marcia in uscita dai loro depositi. E ciò, anche dopo le perizie tecniche che ne hanno confermato la responsabilità, la Siot continua a trattare la nostra comunità alla stregua di una colonia da quarto mondo rifiutandosi, nonostante i lautissimi utili ricavati, di impegnare una seppur minima parte di questi per porre fine a questa vergognosa situazione.
E questi sarebbero i partner della Società velica organizzatrice della Barcolana “green”?
A costo di andare controcorrente questo business turistico “arraffa e fuggi” a noi di Trieste Verde e Lista civica Muggia ci piace sempre meno.
Maurizio Fogar.
Stop ai miasmi di Siot e Comune. » Inviato da valmaura il 10 September, 2021 alle 11:31 am “E del cul fece trombetta”: Dante Alighieri, non Maurizio Fogar dixit. Ma dove vivono i vertici della Barcolana?
Scegliere come sponsor in nome del “Green” la Siot di Trieste è prendere per il deretano chi vive a Trieste, Muggia e soprattutto Dolina.
Da decenni sparge per tutta la provincia quel dannoso, per la nostra salute e la nostra qualità della vita, tanfo immondo di “benzina marcia”, e le sue petroliere nelle manovre ed all'attracco ai pontili eruttano nuvole nere a base di zolfo dai fumaioli nella più totale inerzia di Zeno D'Agostino e dell'Autorità Portuale, Arpa compresa, vero Scoccimarro?.
Una vergogna dunque l'ipocrisia dei vertici Barcolana che per soldi rifanno la verginità alla Siot in nome proprio del “Green”.
Come il Depuratore Fognario cittadino tramite il quale Comune di Trieste e Acegaetantoaltro dispensano quotidianamente miasmi alla merda, il nome è questo e girarci attorno non serve nulla, ai residenti dei quartieri limitrofi. Ed ancora che è “nuovo”, pagato da noi cittadini solo 55milioni di euro. Un'essenza al guano che vale molto più dunque di quella di Chanel n.5.
Poi ci sono le incontinenze verbali, eccone due esempi dalla stampa di oggi: “Applaudito l’intervento del sindaco Dipiazza: «Prima stimavo la Meloni, adesso l’adoro perché ha attaccato il male di questo paese, il reddito di cittadinanza».
Avete capito bene? “Il male di questo paese” non è la disuguaglianza sociale, il fatto che 5 milioni e passa di famiglie soffrano nella povertà più assoluta (a Trieste sono oltre 8.000 ed almeno un quarto dei Triestini si trova in povertà relativa, dati Istat e Caritas che però non entrano nelle classifiche fasulle sulle città dove si vive meglio).
No, è quel sussidio miserevole, provi lui a vivere con meno di 500 euro al mese, che buona ultima in Europa l'Italia ha finalmente deciso di erogare e che incide nulla nel bilancio dello Stato a fronte di oltre 200 miliardi di evasione stimata all'anno, sempre colpa dei poveri ovviamente.
Gli fa eco il “patriota”: “L’assessore regionale Fabio Scoccimarro ha dichiarato: «Abbiamo cambiato la città negli ultimi 20 anni, dalla Ferriera al Porto vecchio, ora poniamo le basi per i prossimi 20».
Ecco ci stanno lavorando con la nuova mega Acciaieria a Muggia ed i dragaggi nel Golfo.
Fate schifo !
Teodor per Trieste Verde e Lista civica Muggia.
Villa Stavropulos. Non vedenti e non udenti. » Inviato da valmaura il 9 September, 2021 alle 2:18 pm Come ottenere l'effetto contrario. Ora da almeno 40 anni come Circolo Miani abbiamo scritto, denunciato e trattato del vergognoso abbandono in cui versano da sempre i beni di proprietà pubblica, non solo comunale, di cui la nostra città è piena. Pertanto abbiamo costantemente parlato pure di Villa Stavropulos con l'immobile annesso di via Franca, Villa Cosulich, Villa Haggiconsta, Villa Engelmann, ex scuola di via Combi, tanto per ricordarne alcuni casi che periodicamente abbiamo sollevato.
In questi anni ed anni nessuno ha battuto ciglio, forse ne hanno parlato tra un aperitivo e l'altro gli “intellettuali” al caffè San Marco, ma alla terza olivetta se ne erano già scordati.
Poi se ne esce l'ennesimo Comitato che per tramite di Sergio Franco abbiamo provato inutilmente a contattare, ma sarà che noi preferiamo il Bar Neri di via Combi dove si gusta uno dei pochi caffè decenti in Trieste, mai ci hanno risposto.
In compenso oggi la ex gallerista e tanto altro, Giuliana Carbi, se ne esce con una intemerata sulle Segnalazioni del Piccolo sparando a zero sulla politica tutta e su tutti, e facendo carne di porco generalizzata.
Ecco se questi “operatori culturali” non adoperano occhi ed orecchie nell'informarsi correttamente sulla vicenda che dicono di voler difendere, allora per Villa Stavropulos e similari una prece basta ed avanza.
E non offriremo loro nemmeno un caffè, non ne valgono il costo.
Teodor per Trieste Verde Tarallucci e vino. Il prima e dopo a Telequattro. » Inviato da valmaura il 9 September, 2021 alle 2:17 pm Una cosa che i telespettatori non vedono ma che rappresenta meglio di ogni parola il “cameratismo”, la complicità perfino fisica dei politici di professione.
Gli altri tre protagonisti del confronto tra i quattro candidati sindaci di Muggia, lontani dalle telecamere dove fingevano di bisticciare a beneficio dei telespettatori, sembravano tre amiconi al bar, tra battute, sorrisi e mancavano solo le pacche sulle spalle.
Ho provato un forte imbarazzo dentro e fuori la sala di registrazione. Dentro perchè una “anti” dell'ultima ora, come ha ricordato sorridendo il Bussani, ha esordito e continuato sostenendo che il futuro sindaco non deve essere preparato, né conoscere le questioni tecniche ed amministrative inerenti la nuova Acciaieria, il ciclo produttivo e l'impatto ambientale. Poi ha rimarcato polemizzando con me, questa volta in coro unanime con Polidori e Bussani, che, in sequenza, “il sindaco non rappresenta il Comune”, ma sua zia Maria, che la delibera era della Giunta e non del Consiglio, ergo i venti consiglieri erano legittimati a non conoscerla ed ignorarla anche se dava il via del Comune, non di Zia Maria, alla firma del Protocollo prò Laminatoio e stabiliva che declassare la metà dell'area Noghere, con una variante del Piano Regolatore necessaria per costruire la nuova Acciaieria, al valore immobiliare più basso esistente (industriale) “non comporta una danno per il patrimonio del Comune”. Qui si inseriva a darle man forte l'esperto e “competente” Polidori che si lanciava nell'iperbole che è il mercato a stabilire il valore dei terreni e dunque la loro classificazione (residenziale-commerciale) non ha alcun peso. Interessante e buono a sapersi!
Ma poi sentirli parlare di turismo, piste ciclabili ed altre amenità senza cogliere la sfida emergenziale che Muggia, e con essa Trieste e Dolina si trova a fronteggiare in una campagna elettorale che di normale nulla ha e che se vince la trimurti di cui sopra e si spalancano le porte a Laminatoi e dragaggi allora il resto sparisce, è roba da lasciare a bocca aperta. A parte il siparietto comico di Polidori che si è lanciato in una riscrittura dell'inquinamento e della vicenda Ferriera che avrebbe fatto inorridire perfino Dipiazza, il che è dire tutto.
Ieri ho compreso appieno il significato di quell'essere distinti e distanti, anche fisicamente, e diversi moralmente da questa politica che i tre rappresentavano e mi sono sentito orgoglioso di dare voce ad una Lista civica Muggia, nata per scelta votata dai Muggesani in piazza e che solo a questi risponde. E se questi sono gli “esperti”, i “politici di lungo corso” a cui i cittadini vorranno affidarsi con il voto del prossimo ottobre, allora Muggia affronterà anni difficili.
Maurizio Fogar
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