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Laminatoio a caldo e “giornalismo” a freddo.
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Circolo Miani » News Correnti » Page 83

I cittadini di Muggia non meritano certi candidati.

» Inviato da valmaura il 23 September, 2021 alle 10:56 am

Rispondo con i fatti, tutti verificabili dalle fonti, negati da una signora che più che un caso politico è un caso da psicanalisi, si chiama dissociazione della personalità, ma per questo sulla piazza ci son fior di specialisti e non intendo pertanto occuparmene oltre, sarà materia per i miei legali.
Il 22 aprile si tiene in Comune l'audizione del Presidente Autorità Portuale e Coselag, Zeno D'Agostino, su due argomenti: l'area ex Teseco Raffineria Aquila e l'area Noghere interessata dal nuovo Progetto Danieli-Metinvest per la costruzione della nuova Acciaieria. Come si evince dalla visione del filmato integrale dell'audizione https://www.youtube.com/watch?v=4WK5n1H4VTU l'unica assente tra le opposizioni è la signora smemorata, e gran parte degli interventi riguardano proprio la progettata acciaieria.
Il giorno seguente, 23 aprile, sul Piccolo compaiono resoconto e commenti dei politici all'audizione a firma di Luigi Putignano: “All'indomani dell'audizione nelle commissioni comunali congiunte del Presidente D'Agostino sul possibile insediamento siderurgico alle Noghere e dell'area ex Aquilia …” seguono i commenti dei politici: Emanuele Romano “Le premesse per la partecipazione del territorio sono buone.”, l'assente ma presente sulla stampa, Roberta Tarlao di Meio Muia: “apprezzo le rassicurazioni su eventuali rischi ambientali”. Che però oggi, pur non essendo stata presente neppure in "spirito", sostiene che “In occasione dell'audizione di Zeno D'Agostino, in qualità di presidente del Coselag, non si è parlato di laminatoio”, e rivedetevi il video per favore.
Il 13 maggio la Giunta comunale di Muggia vota la delibera n.78 dove decide la sottoscrizione del Comune al Protocollo d'intesa regionale che da il via libera al progetto Danieli-Metinvest e per di più ritenendo che l'atto non comporti alcun danno al patrimonio del Comune non ritiene di chiedere il parere della ragioneria comunale (come se il declassamento del valore di 260.000 metri quadrati da commerciale-verde ricreativo ad industriale non comportasse una ingente perdita del valore dei terreni).
Ma neppure su quest'atto Tarlao e Romano hanno nulla da obbiettare. D'altronde ha risposto loro già lo stesso Bussani a Telequattro definendoli allora d'accordo con il progetto del Laminatoio.
Ma se erano tanto contrari perchè hanno atteso per mesi in silenzio che fossero il Circolo Miani e Maurizio Fogar a sollevare la questione ed informare i cittadini di Muggia e Trieste, organizzando pure diverse iniziative sul territorio, prima di scoprirsi a giugno “anti”?
Un cittadino di Muggia potrebbe a ragione chiedersi allora cosa ci stavano a fare in Consiglio comunale.
Aveva proprio ragione Dante: “non ti curar di lor ma guarda e passa”.
Maurizio Fogar, candidato sindaco Lista civica Muggia.



Muggia. Non si vive di solo Laminatoio, casomai vi si muore.

» Inviato da valmaura il 21 September, 2021 alle 1:58 pm

Alcuni cittadini di Muggia pensano due cose: che io sia di gran lunga il più competente e, passatemi un termine oggi assai in voga, il migliore per risolvere la questione della nuova Acciaieria.
Ma che dovrei occuparmi anche di illustrare il nostro programma sulle altre questioni che competono a chi ha la responsabilità di amministrare il Comune.
Non posso che concordare anche se molti stanno sottovalutando la pericolosità dell'impatto della questione Dragaggi sulla nostra vita quotidiana: i tre previsti nell'ampia porzione del Vallone di Muggia corrono il rischio di incidere profondamente nella nostra qualità della vita e nelle nostre consolidate abitudini. Il rischio per la balneazione sulle nostre coste, ma esteso per effetto delle correnti marine, da Capodistria a Sistiana per la dispersione dei fanghi tossici di cui sono composti i fondali di quei 1200 ettari classificati come altamente inquinati dalle analisi del Ministero dell'Ambiente è assai concreto. Idem dicasi per le attività lavorative connesse alla pesca e soprattutto alle coltivazioni di mitili.
Ma anche perchè se non si ferma l'Acciaieria e controllano i dragaggi parlare oggi di vocazione turistica, di crocevia di sentieri, di piste ciclabili, di implementare il verde, di sviluppo del lungomare e di aree attrezzate per i Camper, di “biodiversità” per altro lasciata marcire in zona Noghere per l'assenza di interventi di manutenzione ed ordinaria pulizia, appare del tutto surreale. Lo capisce anche un bambino che polo siderurgico e rischio dragaggi azzerano tutte queste possibilità.
Nonostante ciò, e come abbiamo scritto nei nostri punti programmatici, vincere le elezioni come Lista civica Muggia è la premessa per poter archiviare l'emergenza che è piombata su Muggia, e non solo, per l'insipienza, l'ignoranza e l'incapacità dell'intera classe politica uscente, e dedicarci ad amministrare la comunità sulle direttrici che indichiamo nel nostro programma.
Ecco perchè queste elezioni non saranno “normali” elezioni alle quali partecipano oramai sempre meno elettori, ma un vero e proprio Referendum sul futuro e sulla crescita della nostra comunità.
Detto questo noi, come Lista civica Muggia, abbiamo alcune priorità per cambiare radicalmente il modo di gestire il Comune, a partire da un nuovo modo di amministrare al servizio delle persone che sono i nostri datori di lavoro ed a cui siamo chiamati a rispondere non solo una volta ogni cinque anni.
Se eletto Sindaco, vi garantisco fin d'ora che sarò in Comune ogni giorno, sabati e domeniche compresi, da mane a sera, e riserverò una giornata intera alla settimana a ricevere i cittadini senza formalità alcuna, e se impossibilitati a muoversi andrò io a trovarli a casa, oltre a mantenere l'impegno che almeno una volta ogni tre mesi, ed ogniqualvolta ci si trovi ad affrontare e decidere su questioni che riguardano la vostra quotidianità sul territorio dove vivete, sarà la Giunta comunale ad incontrare i residenti nei borghi e nelle frazioni per discutere assieme le scelte da prendere.
Se tutto questo fosse avvenuto in passato oggi non saremmo alle prese con l'emergenza Acciaieria né sulla discussa questione della raccolta differenziata-porta a porta dei rifiuti.
E questo mi permette di parlarvi di due altri punti a cui personalmente tengo molto: la fine dei lavori precari e degli appalti a ditte e cooperative, che sono la causa prima del lavoro sottopagato e dell'incertezza sul futuro di tante donne e giovani, con l'impegno a riprendere come Comune la gestione diretta di tutti quei servizi oggi “esternalizzati”, che brutta parola, con propri nuovi dipendenti, ridando certezza, dignità e futuro a chi ci lavora.
L'altro è doppio: la lotta alla povertà, alla solitudine ed all'emarginazione che pure a Muggia molte persone, troppe invero, patiscono con interventi di sostegno ed integrazione dei loro attuali redditi (pensioni sociali, minime, sussidi e redditi pubblici) al livello fissato dalla fondamentale sentenza della Corte Costituzionale del 20 giugno 2020, ovvero all'importo netto minimo di 780 euro mensili. Questo da un lato e dall'altro la rinascita di un servizio sanitario territoriale capace di garantire una efficace ed efficiente sanità pubblica sul territorio di Muggia, oggi ridotta ai minimi termini, seguendo le persone anche in caso di ricovero ed accompagnandole nel percorso post ospedaliero sul territorio. E' un dovere per ogni Sindaco che gli deriva dalle leggi dello Stato, a partire pensate dal 1934, in qualità di Ufficiale Sanitario del Comune, cosa di cui i miei predecessori non hanno evidente memoria. E pure, se lo permettete da convivente con due cani, adozioni del “cuore” ed i gatti lasciatimi in eredità da mio padre Galliano, l'impegno a garantire una assistenza veterinaria e terapeutica gratuita alle persone che non dispongono delle risorse finanziare per curare i loro amici animali, ma solo di nome.
Risolvere poi l'annosa questione di metter in sicurezza tutta la linea di costa da Ospo fino al vecchio confine di Stato, recuperando finalmente quello scandalo a cielo aperto dell'ex bagno della Polizia, stabilizzando i costoni, implementando i boschi urbani, e rendendo sicura e praticabile anche e soprattutto per i pedoni ed i ciclisti l'intera viabilità. A partire della vergogna irrisolta da troppo tempo della passerella sul Rio Ospo. Avere poi un parco naturalistico ai laghetti delle Noghere e lasciarlo nelle indecorose condizioni in cui versa da troppo tempo è un problema a cui metter mano da subito.
So benissimo quanto ai Muggesani il Carnevale faccia “sangue” e sia entrato nella radicata tradizione di una città che in certi periodi “vive” per quello e pertanto va affiancato al fine di implementarlo sia per rispettare la sua graffiante tradizione popolare che per renderlo più attrattivo e conosciuto anche fuori i limiti della nostra provincia.
Ma tutte queste attività devono innanzitutto premiare la qualità della vita di chi risiede a Muggia e tutelare chi, ad esempio, vi lavora nel commercio e nell'artigianato, e che oggi risente non poco delle agevolazioni concesse e connesse alla grande distribuzione.
Ecco perchè ho rilanciato pure la proposta di collocare il mercato ortofrutticolo provinciale, che da circa 20 anni è alla ricerca altalenante di una nuova più ampia sede, nell'area commerciale delle Noghere, salvata dalla progettata Acciaieria, per offrire un ulteriore momento di richiamo a tutto vantaggio del piccolo commercio locale e dell'acquisto al dettaglio, attirando clienti dai limitrofi rioni triestini e dalla vicina Slovenia.
Si insomma di idee ne abbiamo tante ma ora, come dicono gli allenatori, una partita alla volta: scongiuriamo il pericolo imminente che ipotecherebbe la nostra vita per gli anni a venire, e poi rimbocchiamoci le maniche mai nei fatti, che a parole son bravi tutti, specialmente questi politicanti.
Maurizio Fogar candidato Sindaco Lista civica Muggia.



A Trieste discutono, e decidono, di Muggia. Mentre la Ferriera torna a fare la Ferriera.

» Inviato da valmaura il 21 September, 2021 alle 1:56 pm

Solito convegno di Confindustria elettorale.
Sfilata dei “big” politici, oltre alle scontate banalità per vellicare la compiacenza di chi ha i soldi, sentite su Muggia e la nuova Acciaieria cosa dicono.
Francesco Russo, PD: “Sul laminatoio è interessante ma vediamo il progetto e riflettiamo sul tipo di sviluppo industriale”, dunque Bussani è “uomo avvertito e mezzo fregato”.
Richetti, 5Stelle: “sul laminatoio attende i progetti e chiede il coinvolgimento della cittadinanza”.
A babbo morto, si intende.
Dipiazza, centrodestra: “Sbagliato l'approccio, meglio presentarsi con un progetto”. Bussate e vi sarà aperto, ma con l'abito giusto, però.
Mentre a Muggia sono in confusione totale: da Polidori che sostiene che non c'è alcun progetto, si insomma hanno scherzato, a Bussani che oramai in preda al marasma più completo dichiara: “Ritengo di aver già spiegato come il nostro impegno sia stato, dall'inizio, quello di vedere coinvolto il Comune di Muggia a un tavolo da cui rischiava di essere assente.”
Ora colti da un senso di umana pietà rivolgiamo ai due candidati sindaci, alla terza è inutile che i camaleonti cambiano colore a loro convenienza, una domanda.
Cominciamo dal fedelissimo di Fedriga e Salvini: caro Polidori è normale che una intera Regione di fronte a quattro chiacchiere di industriali al bar ed in assenza di carte e progetti seri si riunisca in tutta fretta il 14 maggio e deliberi a scatola chiusa di sostenere entusiasticamente, al Poker si direbbe “al buio”, un progetto che non esiste? E per giunta stenda in fretta e furia un Protocollo d'Intesa per favorire l'inesistente?
Al confuso Bussani, a cui risparmiamo di ricordare gli entusiastici sostegni del PD regionale e nazionale, al pari del pentastellato eccellenza ministro Patuanelli, al sempre assente progetto, chiediamo quale bisogno ed urgenza ci fossero di coinvolgere il Comune di Muggia nel firmare il famigerato Protocollo quando l'amministrazione di Muggia possedeva, e possiede, l'Arma Letale?
Ovvero se il Comune non vota la variante del Piano regolatore dell'area Noghere, la nuova Acciaieria-Laminatoio resta un'idea sulla carta, sempre che, a sentir loro, l'abbiano scritta.
Dunque la vostra presenza conta assai assai meno della vostra assenza.
Ma questo passa il convento di questa marcia politica, da cui emerge però chiarissima la constatazione che i cittadini in queste terre non contano un beato nulla.
Ma consolatevi anche la stampa non scherza, sentite cosa combinano al piccolo giornale nell'inserto marchettone sull'industria del NordEst?
“Ferriera. C'è un investimento dedicato di 20 milioni, che si somma al raddoppio dell'area a freddo e alla riqualificazione della centrale elettrica dell'impianto”. Occhio che si parla di Arvedi, ed i venti milioni però sono nostri: è una tranche dei 75 che lo Stato (Patuanelli il Santo, e Giorgetti il Leghista) regala ad Arvedi, oltre ad una altra ventina di milioni scontati sull'affitto demaniale.
Ma il fine conoscitore del piccolo giornale scrive di “area a freddo”. Peccato che due righe più sotto prosegua con: “Arvedi potrebbe produrre idrogeno per alimentare i forni di riscaldo dei laminati. che sostituirà parzialmente la necessità di gas naturale”.
Dunque la stessa area non è più fredda ma calda, a meno che i “forni” non siano dei congelatori sotto mentite spoglie.
E sull'idrogeno green imparino che in realtà i “forni” lo utilizzeranno per un 10% assieme al restante 90% che carburerà a Gas Metano, dunque eruttando tonnellate di metri cubi di Co2, Anidride Carbonica, altro che “decarbonizzazione”.
Poi c'è l'infausta conferma che, sempre con gli aiuti statali, la Ferriera tornerà a fare la Ferriera con l'apertura delle “nuove linee di zincatura e verniciatura che Arvedi installerà a Trieste, servendosi di macchinari da poco ordinati alla Danieli di Udine”.
Contenti i Triestini?
Lista civica Muggia e Trieste Verde.



Muggia. Il bue che da del cornuto all'asino.

» Inviato da valmaura il 20 September, 2021 alle 1:01 pm

Siamo alle comiche finali, ma tristi e foriere di sventura per Muggia, e di conseguenza per Dolina e Trieste.
Oggi, dopo la Tarlao e Romano, che fino ai primi di giugno erano favorevoli e zitti sulla nuova Acciaieria, come perfino il piddino Bussani ha ricordato non smentito a Telequattro, mentre tutti continuano a tacere sull'altro incubo che incombe sulle nostre comunità: il rischio dragaggi, si assiste all'ennesima sceneggiata per recuperare qualche voto alla disperata.
E' la volta del centrosinistra che, dopo aver spalancato le porte, con la firma del Protocollo regionale, del Comune a Danieli-Metinvest, fortemente sostenuti dal centrodestra, dai 5Stelle ministeriali, e dal PD regionale e nazionale, dunque anche da Zeno D'Agostino, scopre a due settimane dal voto, la paura fa novanta, di essere vittima di un inganno, e che “Fedriga non li convoca”, tra gli sghignazzi dello scudiero Polidori.
Poi biascica il Bussani frasi scombiccherate sulla inutilità di votare “Liste civiche”, coniugandole al plurale che a Muggia ne esiste una sola, decisa e votata da centinaia di Muggesani in piazza: Lista civica Muggia, perchè “prive di contatti con il sistema dei partiti nazionali”. Bravo merlo, proprio il “sistema” che ci ha fatto questo bel regalo e che fortemente sostiene il progetto della nuova Acciaieria: “Un fiore all'occhiello di Trieste”.
Omettendo invece di ricordare che proprio la vittoria elettorale del candidato Sindaco Maurizio Fogar e della civica Muggia, metterebbe la parola fine a questo insano piano, disponendo nel nuovo Consiglio comunale di quei 12 consiglieri comunali indisponibili a votare la variante al Piano regolatore per l'area Noghere e quindi archiviando la pratica Acciaieria.
Punto, e sì che è abbastanza semplice da capire pure per Bussani, Tarlao e soci.
Ma il bello è che la Tarlo, che si è ben guardata dal partecipare all'audizione pubblica in Comune sul progetto Noghere-Aquilinia, unica assente tra le “opposizioni”, dove avrebbe ben potuto motivare la sua “contrarietà”, anche da remoto, oggi rinfaccia a Bussani il suo voltafaccia.
Insomma come nel titolo: il bue che da del cornuto all'asino.
Ci si vede oggi, lunedì 20, alle ore 17 al bar trattoria Antica Stazione in strada per Farnei 2.
Teodor.



Come affossare la Piscina Terapeutica.

» Inviato da valmaura il 19 September, 2021 alle 11:23 am

Una indecorosa passerella di sindaci mancati.
Non poteva che finire a tarallucci e vino la sparata elettoralistica sulla Piscina Terapeutica.
I candidati sindaci invitati a discrezione dalla leghista e candidata Federica Verin si sono prodotti nell'ennesima sceneggiata, ma stavolta le responsabilità portano due nomi: quella di chi si spaccia per giornalista e non ricorda la vicenda e le responsabilità dei protagonisti politici presenti alla farsa. E quella di chi ha organizzato la stessa e così male quanto impropriamente sta strumentalizzando le firme di chi ha sottoscritto la petizione per il recupero della piscina: la salviniana Verin.
Allora la storia la ricostruiamo noi, che per primi, non fa mai male ricordarlo, intervenimmo sulla questione a partire dal 29 luglio 2019, ovvero il giorno del crollo della sola copertura della vasca.
Partiamo dalla lettera che Maurizio Fogar l'11 agosto 2020 ha inviato proprio alla leghista promotrice la raccolta delle firme.
“Gentile Federica Verin, promotrice della raccolta sottoscrizioni per il recupero e salvataggio della Piscina, la informo che stamane ho provveduto a rimuovere la mia firma dalla petizione in questione.
Mi rendo conto che essa è poca cosa a fronte dell’autorevole sottoscrizione fatta da Roberto Dipiazza, ma per me quando è troppo è troppo, e la mia dignità, per quanto irrilevante possa apparire, mi impedisce di condividere il mio nome in calce ad una raccolta firme con quello del responsabile oggettivo, sarà eventualmente, se lo farà, la magistratura a determinare ed accertare le responsabilità penali, in quanto sindaco e committente della perizia, degli infausti accadimenti.
Come su queste pagine e come Circolo Miani non ci siamo mai stancati di sottolineare e denunciare fin da subito, ovvero dal 29 luglio dell’anno scorso: giorno del crollo del tetto, è stato, a nostro modesto avviso, il colpevole ritardo di oltre due anni sul termine temporale indicato nella perizia sulla staticità dello stesso commissionata, ironia della sorte, proprio dal Comune di Trieste, a creare le premesse di quanto accaduto.
E converrà che firmare con il Boia di Londra una campagna contro la pena di morte non sia il massimo della coerenza.
Maurizio Fogar
Poi pubblichiamo la cronistoria della intera vicenda per fare un utile servizio ai lettori-elettori.
Piscina Terapeutica Acquamarina, la storia in sintesi.
La Fondazione CRT, dopo che il Comune di Trieste ha ottenuto dall'Autorità Portuale una concessione demaniale trentennale, progetta (ing. Fausto Benussi), costruisce (direttore lavori ing. Fausto Benussi), e regala al Comune la nuova (inaugurata nel 2000) Piscina Terapeutica Acquamarina. Poi il Comune nel 2001 affida la gestione della stessa ad una società esterna.
Nel 2016 il Comune, a guida Cosolini per i primi cinque mesi e per i rimanenti sette Dipiazza, sente il bisogno di far svolgere una perizia sulla sicurezza statica del manufatto, e un po' insolitamente la affida sempre all'ing. Fausto Benussi.
In questa perizia si scrive che “C’era un grado di corrosione non trascurabile sui bulloni e su altre parti per cui avevo prescritto un intervento entro un anno”, come conferma l'estensore ing. Fausto Benussi. “Entro un anno”, ovvero entro il 2017.
Il crollo per collasso statico della struttura è avvenuto il 29 luglio 2019.
Ovvero tre anni dopo la perizia e due anni e mezzo dopo il limite del 2017 fissato dal perito per gli interventi manutentivi. Punto.
Da allora l'intero edificio, e non se ne coglie la ragione visto che l'area oggetto delle indagini è delimitata al perimetro della vasca per il crollo della copertura che fortunatamente non ha fatto vittime e non ha intaccato la rimanente struttura, è sotto sequestro giudiziario per un “incidente peritale probatorio” che oramai si trascina da due anni, avvicinando inesorabilmente i tempi di prescrizione per gli indagati per una ipotesi di reato antecedente all'entrata in vigore della benemerita legge Bonafede-Conte sul bloccaprescrizioni.
Nel frattempo il Comune nulla ha fatto per chiedere alla magistratura almeno il parziale dissequestro delle parti dell'immobile non interessate dalle indagini, provvedere alle ordinarie manutenzioni obbligatorie anche in caso di perfetto funzionamento della struttura (vedi misure anticorrosione tubature), ed avviare un progetto normale, senza fronzoli, pinnacoli e cupole, di copertura lineare della vasca una volta tolti i sigilli della Procura, onde riaprire al più presto la Piscina.
Il Comune si è invece lanciato, con la solita fortuna e diligenza che ha caratterizzato i suoi cantieri pubblici (dal Tram di Opicina, alla caserma di Roiano, per finire con i lavori in Canale Ponterosso e ci fermiamo qui perchè infierire non è nel nostro stile) nella nuova impresa di una Playa Beach in Porto Vecchio, che di “terapeutico” ha assai poco: impresa che si sta dimostrando una tela di Penelope ingigantita oppure come la casella del Gioco dell'Oca che inesorabilmente ti rispedisce indietro al punto di partenza.
Ci si è messo di mezzo pure il comitato di associazioni che ha promosso la raccolta di 8000 firme, una più una meno, non esitando temerariamente a chiedere e prontamente ottenere anche quella del massimo rappresentante del Comune, che come sopra descritto porta non poche responsabilità sull'intera vicenda, e sarà poi la magistratura a decidere se esistano e quali siano, per la riapertura immediata di una struttura così importante dal punto di vista sociosanitario per la nostra comunità.
Infatti il comitato invece di rivendicare e basta la riapertura al più presto della Piscina Terapeutica si è impelagato nell'indicare una diversa collocazione della stessa e ha malauguratamente scelto l'ultima su cui avrebbe dovuto puntare: ovvero quella oggi occupata dal Mercato Ortofrutticolo che, teoricamente da quasi venti anni, è al centro di promesse politiche di trasferimento come quello Ittico. Una storia da “Sior Intento” che durerà per anni ed annorum.
Un tanto per rinfrescare la memoria dei Triestini.”
Ma di tutto questo ieri nella sceneggiata elettorale non si è parlato e bene ha fatto Aurora Marconi a non presenziare, anche questo significa essere Distinti e Distanti da questa marcia politica.
Trieste Verde.




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