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Circolo Miani » News Correnti » Page 56 Trieste senza sindaco. » Inviato da valmaura il 21 March, 2020 alle 12:50 pm Una settimana fa titolammo “una città senza sindaco” confidando, poco per la verità, che contrariamente a quanto scritto da Alessandro Manzoni per Don Abbondio “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, prevalesse nel “primo cittadino” il senso della propria responsabilità, anche e soprattutto per il ruolo che la legge gli assegna di “Ufficiale Sanitario” del Comune. Ebbene ci siamo sbagliati appieno. Una settimana passata quasi tutta a rilasciare poche dichiarazioni via streaming, lasciando alla Regione di emettere il divieto di accesso a giardini e aree pubbliche per attività ginnica e sportiva all'aperto, nonostante gli inviti pubblici da questa inutilmente rivoltegli. Delegando ad un assessore, il bravo Lobianco, financo l'elogio ai dipendenti comunali sul lavoro. Per finire con l'incredibile autogol del messaggio social dal giardino della sua villa “io resto a casa”. No Dipiazza: tu resti in Municipio! Su quella che qualche amante della retorica definirebbe la “plancia di comando”, a svolgere i tuoi compiti a tutela della salute dei tuoi concittadini, con la stessa dedizione richiesta e dovuta dall'ultimo degli oltre duemila dipendenti del Comune. Oggi l'unico cenno di vita su tutta la prima pagina del piccolo giornale riguarda sempre e solo la questione dell'abbattimento, ri-negato una seconda volta dal Ministero, della sala Tripcovich. La rabbia del sindaco “Loro hanno vinto la prima battaglia, ora inizia la guerra”. In questi tempi da tregenda lui se ne esce soprattutto con la questione della Tripcovich. Assolutamente inadeguato a comprendere la realtà e le priorità ora per Trieste. Al pari di quel suo sodale e sponsor politico di ex senatore e pregiudicato che in ben NOVE minuti di intervista, si fa per dire, trasmessa a ciclo continuo, senza pudore e vergogna, sull'emittente televisiva di famiglia, farnetica, in un italiano incomprensibile, di una congiura cinese che ha determinato la nascita in laboratorio e diffusione planetaria del Covid 19 per “cinesizzare” il nostro Porto e Trieste ! L'intervistatore, il prono Stabile, che non indossava neppure il camice bianco d'ordinanza per accompagnarlo ai servizi sanitari del più vicino CIM, ha scelto proprio il momento peggiore per i vaneggiamenti tipo Spectre o FODRA per mandare in onda lo straziante polpettone. Il giorno dopo l'arrivo in Italia del volo cargo con medici cinesi e tonnellate di aiuti sanitari, inviati non da “Mister NO” ma dal Governo Cinese, e quello prima alla pubblicazione degli studi univoci di tutti gli scienziati del Pianeta che definivano l'attuale Coronavirus frutto di una modificazione genetica avvenuta nel mondo animale ed escludevano tassativamente una origine da laboratorio. Ma cosa non si fa nel “giornalismo” triestino ad onta e sprezzo del ridicolo. Senza ricorrere alle immagini degli amministratori pubblici, sindaci e presidenti di Regione di mezza Italia, oramai divenute consuetudinarie su TG e stampa ci limitiamo a pubblicare le foto del contiguo Comune di Monfalcone dove quel Sindaco, Anna Cisint, da cui ci separa ideologicamente quasi tutto, se ne sta doverosamente al lavoro in Municipio e non “a casa” in questi drammatici frangenti. Cari amici vi scrivo. » Inviato da valmaura il 19 March, 2020 alle 2:41 pm Chi mi conosce personalmente sa quanto ami la vita all’aria aperta, le passeggiate, le camminate nei boschi, e non c’è sacrificio e rimpianto che più pesino nel dovervi rinunciare, e non mi riferisco solo a questi tempi emergenziali. Ma non è tollerabile oltre, che nel luogo dove porto a passeggiare, per due sole volte e per non più di quindici minuti ad uscita, i miei due cani (irrazionalmente preoccupato nel mio subconscio più per loro che per me) vi incontri ora più di prima persone, e non solo giovani, che corrono, corricchiano, ansimando perché neppure allora rinunciano a parlare con quel cavolo di piastrella in mano che alcuni chiamano smart-iphone, che fanno ginnastica, si sfiorano, usano sudati panchine e sedie, e via scendendo nella scala dell’orrido. Non ci può essere scusante psicologica-antropologica che tenga per giustificare questa forma di egoismo edonistico che impedisce a questi “umani” di rinunciare per due-tre settimane a questa abitudine. Non farlo è un INSULTO a quelli che hanno scelto di accogliere inviti e decreti che impongono per il bene di tutti di starsene il più possibile a casa. Qui non stiamo giocando, né decidendo solo della propria sorte personale da scommettere in una insensata roulette russa. Se fosse così, ovvero se esponessero solo loro, risponderei alfine con un vibrante “echissenefrega”. Ma corrono il rischio di far pagare a terzi il loro irresponsabile comportamento. Ed allora ben vengano, subito e senza esitazioni o ripensamenti, i divieti draconiani alle uscite “sportive” o da tintarella, con bici o senza. Lo faccia il Governo, o la Regione, visto che il Sior Tentenna che abbiamo – ma esiste? - per sindaco e la pavidità di una politica locale in cerca di non scontentare e perdere voti non hanno il coraggio di assumersi alcuna responsabilità. E lo scriverlo mi costa fatica e dolore, per la mia indole anticonformista e libertaria. Primum vivere deinde philosophari dicevano i Romani che la sapevano lunga, molto più lunga di noi. E che i mone li gettavano giù dalla Rupe Tarpea. Maurizio Fogar. Coronavirus, lo studio: Smog e polveri sottili ne hanno accelerato la diffusione. » Inviato da valmaura il 18 March, 2020 alle 1:58 pm L¡¯effetto ¨¨ pi¨´ evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai", afferma Leonardo Setti dell¡¯Universit¨¤ di Bologna. Come conferma Gianluigi de Gennaro, dell¡¯Universit¨¤ di Bari: "Le polveri stanno veicolando il virus. Fanno da carrier. Pi¨´ ce ne sono, pi¨´ si creano autostrade per i contagi". Valmaura e Settima Circoscrizione: “qui si vive bene”. » Inviato da valmaura il 16 March, 2020 alle 1:18 pm Soprattutto il “Verde” e le “scuole”, unici nei la “mancanza di esercizi commerciali ad Altura” e le chiusure a Servola ma presto “aprirà un tabacchino”. Insomma dal fumo della Ferriera a quello delle sigarette. Per le foto Facebook Circolo Miani. Trieste. Una città senza Sindaco. » Inviato da valmaura il 15 March, 2020 alle 2:03 pm La domanda sorge spontanea e dirompente in particolare in questi giorni di piena emergenza. Ma Trieste ha un sindaco? Pare proprio di no, nonostante esso sia per leggi (del Regno e della Repubblica) l'Ufficiale Sanitario del Comune ai cui “ordini” devono operare tutte le strutture sanitarie, sociali e di controllo dell'ordine pubblico a tutela della salute dei cittadini. Di lui, ovvero di Dipiazza, si ha notizia solo per interviste streaming dal salotto di casa sua per chi guarda, sempre meno, TeleCamberquattro e probabilmente la Rai partitocratica regionale. A nostro sommesso avviso il sindaco dovrebbe invece starsene in questi giorni 20 ore su 24 sulla plancia di comando, ovvero nel suo ufficio in Municipio, come per altro fanno le migliaia di dipendenti comunali. Ed i sindaci di mezza Italia in queste ore. Affrontare le situazioni: clamorosa quella del focolaio del Virus nelle case di riposo comunali, con i dipendenti, esternalizzati, che lavorano in più realtà; incontrarsi con i responsabili della sanità regionale, dare indirizzi operativi alla polizia municipale, consultarsi con prefetto ed altri sindaci della provincia e così via. Chiedere a gran voce all'altro vertice della trimurti triestina, che siede da tempo immemorabile alla Camera di Commercio, di sospendere quella ciofeca itinerante del progettato Parco del Mare e di destinare subito gli oltre dieci milioni di euro accantonati ad interventi di sostegno concreti ed immediati nei confronti del piccolo commercio, di bar e ristoranti, che seppur chiusi vedono correre inalterate le spese per l'ordinaria (mancata) gestione dei loro locali, e così pregiudicare la loro esistenza futura. Intervenire quotidianamente sulla Regione per gestire le emergenze straordinarie di una struttura sanitaria (ospedaliera e territoriale) da anni in emergenza ordinaria per taglio di letti, personale e risorse finanziarie. Cose per altro che lo hanno visto semplice silente spettatore come i suoi predecessori in passato. Nulla di tutto questo è successo o sta avvenendo. Memorabili le sue parole alla stampa del 1 marzo scorso. Coronavirus a Trieste, Dipiazza: “Riapriamo le scuole e torniamo alla normalità”. “Non dobbiamo cadere nel trabocchetto della scorsa settimana. Stiamo attraversando un momento buio perchè diamo un'immagine sbagliata del Paese. Abbiamo uno dei migliori sistemi sanitari al mondo ed eventuali altri contagi saranno trattati adeguatamente”. Dall'altra si assiste ad un presidente della Regione che strepita contro la chiusura dei confini decisa da Austria e Slovenia, dopo che per mesi lui ha fatto di questo slogan le sue fortune elettorali, a partire dal “muro” di 242 chilometri. Ultima cosa già che ci siamo, se esiste un vertice della sanità triestina cosa aspetta a licenziare in tronco, e non ci sia sindacato che tenga o politico che strilli, quella fisioterapista in forza alla riabilitazione dell'ospedale Maggiore che l'altro giorno in palestra rivolta ai colleghi e di fronte ai pazienti in gran parte anziani ha dichiarato che "meno male che quelli che sono morti erano tutti vecchi, così L'INPS avrà meno pensioni da erogare...". |
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