» Inviato da valmaura il 20 April, 2020 alle 12:49 pm
Come risposta, generosamente ospitata dal piccolo giornale che oscura la notizia di partenza (ovvero il nostro articolo “io accuso”): ma si chiama “informazione”, oggi l'infausta assessora al verde pubblico si premura di dichiarare che ora ripartono le potature degli alberi e le “messe in sicurezza” (leggasi abbattimenti) su indicazione di un “esperto” esterno (che al Comune evidentemente in tutto il “Servizio” Verde Pubblico non ne hanno risparmiato uno). Scrive pure la signora che anche in questo periodo di divieto (un mese abbondante) il Comune ha comunque “autorizzato”, comunicandolo alla “prefettura” ma non al Vescovo, il prosieguo dei lavori più urgenti per la “pubblica incolumità” eseguito dalle ditte esterne. Ora facciamo noi, ed agratis, il mestiere di giornalisti visto che chi ospita tali dichiarazioni se lo è scordato da lungo tempo. Potare a partire da oggi, ma anche un mese fa era lo stesso, alberi in piena foliazione ed a gemmatura avvenuta, non è potare ma ferire e compromettere l'alberatura (vista anche l'entità degli interventi). Ma per sapere questo non occorre pagare un “esperto” esterno. Basta avere occhi aperti e neuroni, anche pochi, funzionanti. Decine di dichiarazioni e foto, personalmente siamo stati testimoni a due di questi casi in Viale Romolo Gessi e passeggio Sant'Andrea, eseguiti per giustificati, dalla Lodi, motivi “urgenti” in pieno divieto regionale sono stati semplici quanto radicali tagli di rami pieni di foglie nuove che hanno spesso trasformato i tronchi in moncherini. Morale della favola. Prima questi se ne vanno a casa, restandoci, e meglio sarà per tutti. E se sempre meno gente acquisterà questo simulacro di piccolo giornale, idem.
TriesteVirus. Pillole di ordinaria follia.
» Inviato da valmaura il 19 April, 2020 alle 2:14 pm
Il sindaco di Gorizia Ziberna rivendica “più poteri per i Sindaci” come dopo il terremoto del 1976. Il problema a Trieste non si pone, non riguarda i “giardinieri”. La Trimurti Fedriga-Riccardi-Roberti autoelogia la preveggenza della Regione. Peccato non abbiano previsto, pur avendone informazioni e tempo, i 270 contagiati con 90 decessi (media letalità del 33%) delle case di riposo pubbliche e private per anziani. Servizi sociali. Meglio cambiar nome in Ragioneria. Tempi insopportabilmente e burocraticamente lunghi per i “buoni spesa” eppoi la novità: le banche, Unicredit soprattutto, pur avendo in cassa i quattrini di Comune ed Inps rimandano di tre settimane, se va bene, il pagamento ai beneficiari (contributi antipovertà e pensioni di invalidità). Nel frattempo i soldi che si trovano in cassa li impiegano ovviamente nelle attività finanziarie bancarie, mentre gli utenti si sentono rispondere da Unicredit di “portare pazienza” e dalle assistenti sociali del Comune che lo sanno ma non possono fare nulla. Non è di loro competenza (!?!?). E visto che il Sindaco invece di tutelare i tanti triestini in difficoltà, taglia l'erba in villa … Vigili inurbani. In questo periodo di emergenza e stress alla millesima potenza non trovano di meglio da fare (consegnare le agognate mascherine, no?) che fare raid nei giardini deserti per multare il cagnetto senza guinzaglio. Si capisce perchè a Trieste hanno aperto la Risiera. Nelle foto. La TiVù degli agricoltori ed una storica prima pagina del settimanale di "resistenza umana" Cuore.
» Inviato da valmaura il 18 April, 2020 alle 1:22 pm
L’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione in uno dei punti recita che dal 14 aprile sono di nuovo permesse le manutenzioni del verde pubblico e privato, con le dovute prescrizioni protettive per il personale impiegato, si intende. Ergo ciò sta a significare che in quest’ultimo mese e passa questi “lavori” all’aperto erano vietati. Mi attendo di conoscere le contravvenzioni elevate dalla balda polizia municipale, e le segnalazioni alla magistratura, nei confronti delle ditte e del personale, interno od esterno al Comune di Trieste, per i numerosi lavori di “potatura” ed abbattimento di alberi effettuati in questo periodo “vietato”. Mi attendo inoltre di conoscere se l’assessora Lodi, disgraziatamente competente per il Verde triestino, ha provveduto a segnalare alla Procura della Repubblica i nominativi dei funzionari della sua Direzione che hanno omesso di vigilare e/o hanno autorizzato il prosieguo dei lavori suddetti in questo periodo di mora, e se ha avviato i procedimenti disciplinari interni. Altrimenti questo Comune non merita alcun rispetto e scredita l’esistenza stessa delle istituzioni e della legge. Buoni tuttalpiù a multare un cagnolino senza guinzaglio nel deserto. Come sempre deboli con i forti e forti con i deboli. Maurizio Fogar.
No, Fedriga così proprio non va.
» Inviato da valmaura il 17 April, 2020 alle 2:11 pm
Dipiazza meglio dei fratelli De Rege.
Sono passate più di cinque settimane dall'improvvida uscita della Regione, cioè il duo Fedriga-Riccardi, che “entro questa settimana” tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia (oltre 1 milione e duecentomila) riceveranno al proprio domicilio una confezione di 2 (due) mascherine protettive riutilizzabili. Poi, ma solo poi, i banditori si sono accorti che più di trentamila pezzi a settimana le ditte che avevano interpellato non riuscivano a consegnare. Allora hanno ridotto i beneficiati ai nuclei familiari (insomma se in famiglia sono in quattro si turnano le due protezioni ! ). Allo stato attuale, ovvero alla quinta/sesta settimana, meno di un quarto delle famiglie, qualunque sia il numero di componenti, riceverà le agognate mascherine, ma. Ma nel contempo, contro ogni logica e scienza medica, da oggi tutti i residenti del Friuli Venezia Giulia al loro affacciarsi all'uscio domestico devono indossare protezioni per naso e bocca, anche sciarpe aggiunge la Regione con un tocco di malsana comicità, quando la temperatura esterna ha superato in questi giorni i 20 e passa gradi all'ombra. Non importa che si cammini da soli lontani metri, ben più della distanza sociale di un metro indicata dall'OMS, tutti con la mascherina. Presidio medico che nella maggior parte dei tipi in giro è “monouso”, ovvero garantisce un minimo di protezione per poche ore e poi non serve a nulla se non a facilitare il veicolare di germi, batteri e virus. Infatti il nostro estroversamente domestico sindaco ha subito seguito il pessimo suggerimento e, per strafare come sua abitudine, si è fatto immortalare dalla televisione di casa Camber sul balcone del suo eremo con tanto di mascherina addosso, dove appunto non serve a nulla. Ma tentava di rimediare alla figuraccia istituzionale che il sito Web di famiglia gli aveva causato il giorno prima. Della serie “pezo el tacon chel buso”. Ma il Comune di Trieste, sotto la sua indefessa ed instancabile guida, altro che quel pirlone di Sindaco di Bari che pure nel giorno di Pasqua porta la spesa a domicilio ai suoi concittadini, è impegnato alla spasimo nella battaglia contro l'emergenza CoronaVirus, con tutta l'umanità ed il buon senso che la situazione richiede. Stamane blitz della polizia locale in borghese nel vuoto pneumatico di viale Romolo Gessi. Colpito e sanzionato un vecchio mite ed affettuoso segugio, una “adozione del cuore”, che malato in fase terminale era lasciato libero dal proprietario a pochi metri, nei deserti interni vialetti dell'area verde, il tempo necessario per espletare i propri bisogni fisiologici (e sì anche i cani hanno una loro pudica riservatezza, sicuramente di gran lunga superiore ai tanti umani che urinano e defecano abitualmente in zona) sempre ovviamente raccolti anche se “prodotti” nelle aree più incolte ed abbandonate. Fatto il verbale, se ne sono subito ritornati in ufficio, della serie “mordi e fuggi” e per giustificare quell'assurdo gesto reso tanto più astruso in questi frangenti e nelle sue modalità, hanno detto che si limitano solo ad eseguire gli ordini. Insomma più o meno come i gerarchi nazisti ai vari processi di Norimberga, con la sola differenza che allora questa scusa non ha evitato loro la forca. Nel frattempo mentre i nostri tutori della “sicurezza locale” compivano l'impresa a pochi metri di distanza tutti i veicoli sfrecciavano tra gli ottanta e cento chilometri all'ora, con il limite di 50 ovviamente. E Trieste da sola raggiungeva ieri il triste primato di 106 morti da Covid-19, più della metà dell'intera Regione che conta un milione in più di abitanti. E che la sanità regionale vuole arruolare Colf e Badanti per assistere i ricoverati negli “ospizi” falcidiati dall'epidemia. Non ci resta che ridere, che le lacrime le abbiamo finite.
» Inviato da valmaura il 16 April, 2020 alle 1:17 pm
Un sindaco totalmente inadeguato, e pure nocivo.
Non ci interessa che sia sostenuto dalla destra, piuttosto che da altri schieramenti, ma la triste conferma che Trieste è messa peggio dal non avere un sindaco, è arrivata come un pugno in faccia alle duecentomila persone che da quasi un mese e mezzo stanno facendo sacrifici ed esperienze a cui avrebbero volentierissimo rinunciato, dalla ennesima improvvida uscita di Dipiazza. Non ci interessa che sia stata una battuta ad effetto, anzi molto peggio per l’immagine che il “primo cittadino” nonché Ufficiale Sanitario del Comune DEVE dare SEMPRE e COMUNQUE. Se non riesce a capire le responsabilità che porta e se il suo carattere estroverso risulta incontrollabile allora si ritiri a vita privata, e con lui parecchi esponenti di una politica, maggioranza ed opposizioni, che in questi serissimi frangenti hanno dato plastica prova della loro inutilità, quando non peggio (tipo la difesa d’ufficio del consigliere Francesco Russo delle laute prebende dei suoi colleghi consiglieri regionali). Per rispetto agli oltre cento morti, di cui un terzo provenienti dalle case di riposo, anche e soprattutto da quelle di proprietà comunale, che Trieste finora conta, ai loro parenti ed amici, deve risparmiarsi rodomontate dal lussuoso domicilio coatto che stride con quello della maggioranza dei triestini costretti, e giustamente, alla “quarantena”. Il problema è che lui non se ne rende conto, così ora come ai tempi di “quel cancro lo chiudo domani” (Ferriera 2001). Ora similmente appaiono patetiche le giustificazioni di una Regione, a cui spetterebbe l’obbligo, ed il dovere, di controllare le residenze per anziani private e, tramite le Aziende Sanitarie (con Poggiana il simil Dipiazza al vertice) ed i Comuni, quelle pubbliche. Sembra di rivivere paro paro lo scandalo del fallimento delle COOP, solo che questa volta ai soldi si sono sostituiti i lutti. Dal clamoroso dato di tre residenze private (una a Trieste dove tutti gli ospiti, 36 anziani, sono risultati positivi, così come 8 dipendenti e l’amministratore delegato) e due in Friuli. Ai casi viepiù inaccettabili, proprio perché andavano prevenuti sfruttando le informazioni che non mancavano, anzi, di Itis, Casa Serena e Casa Bartoli. All’Itis dal 1 gennaio al 6 aprile sono stati registrati 69 decessi, 18 in più rispetto allo stesso periodo del 2019 quando erano stati 51, e 29 in più rispetto al 2018 quando dall’1 gennaio al 6 aprile erano stati 40. Statistiche drammaticamente più indicative se si focalizza l’attenzione sul periodo che va dal 5 marzo al 6 aprile e si calcola il rapporto tra numero di decessi e la media degli anziani residenti nel periodo. Il tasso di mortalità dal 5 marzo al 6 aprile, in percentuale, è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019: se lo scorso anno era del 4,13 % (a fronte di 387 ospiti), quest’anno è salito all’8,75 % (400 ospiti). Come è costretta a riportare la stampa locale. L’assessore regionale Riccardi, il “responsabile” della Sanità FVG ha diffuso numeri di cui forse non ha capito bene la gravità, proprio perché emergono da “strutture protette”, sulla carta! Dice che: “ In 24 di queste sono stati registrati 270 casi di positività. I decessi tra gli ospiti sono 90, di cui 54 in ospedale e nel 95 % dei casi si è trattato di persone con pluripatologie e una media di 83,9 anni”. E non lo sfiora il dubbio che proprio per questo DOVEVANO essere maggiormente protette e non vedere usate età e condizioni cliniche come scusante pseudogiustificativa. Prosegue: “Il numero di contagi tra il personale delle case di riposo è di 230. Di questi, 164 hanno dichiarato di AVER CONTRATTO L’INFEZIONE SUL LAVORO, 63 non lo sanno, 3 sono stati contagiati al di fuori del luogo di lavoro”. In un quadro dove “Trieste appare la vera emergenza regionale: da sola la città torna a segnare un numero positivi maggiore di quello della provincia di Udine (che ha il doppio degli abitanti) e vede la situazione dei decessi aggravarsi di giorno in giorno. Trieste registra 857 positivi (+37) e 95 (oggi 100) morti, con un aumento di altri sei in un giorno”. E piccolo particolare un terzo di questi viene proprio dalle strutture “protette” per gli anziani. La politica triestina tace tutta, dal sindaco all’ultimo dei consiglieri comunali, al contrario invece di quando si scannava per lottizzare i vertici dell’Itis. Si, restatevene a casa, possibilmente per sempre. I Triestini ve ne saranno grati, quelli vivi perlomeno.