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Circolo Miani » News Correnti » Page 415

Una città de mone (parte seconda).

» Inviato da valmaura il 1 March, 2009 alle 1:21 pm

Il vero è proprio fallimento della politica dei partiti è quello certificato senza ombra di dubbio dagli accadimenti di questi giorni a Trieste, e parallelamente, per quello che conta, l’inesistenza di un giornalismo degno di questo nome tra gli organi d’informazione locale, incapaci di ricordare, non dico rinfacciare, le disinvolte giravolte di pochi mesi fa dei politici nostrani.

Commentare le farneticanti quanto vuote dichiarazioni del segretario triestino del PD e del suo parlamentare sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Questi oramai hanno perso totalmente il senso della realtà e non hanno più alcun contatto con il territorio e la gente al di fuori dei sempre meno attivisti di partito. Merita solo annotare che chi per cinque anni ha presieduto il tavolo istituzionale della Regione, da assessore al lavoro (sempre minuscole le iniziali), sulla riconversione di Ferriere e Sertubi, fallendo completamente nei suoi compiti dovrebbe avere il buongusto di tacere, e la stampa il dovere di ricordarglielo invece di pubblicare sue intervistone corredate da due foto nella stessa pagina sul modello della stalinista Prava. E ci faccia un piacere il medico-consigliere Lupieri a non venire a raccontare le solite banalità ai cittadini a meno di prendere carta e penna e dimettersi da un partito che ha segretario e parlamentare che dettano una linea opposta.

In Regione poi dovrebbero meditare sui dieci mesi persi dall’insediamento della nuova amministrazione Tondo, che pur da noi sollecitata per tempo non ha fatto un beatissimo nulla per la crisi Caffaro, prendi i soldi, inquina e devasta l’ambiente fino alle lagune di Grado e Marano e poi scappa della proprietà bresciana, eppure Torviscosa è in provincia di Udine e non in Val D’Aosta.

Così come assolutamente nulla di concretamente vero è stato fatto sul fronte Ferriera, non per diffide che lasciano il tempo che trovano ma che torna sempre utile all’inaffidabile proprietà, ma per far partire il piano di riconversione dello stabilimento al di là delle fumisterie dei rigassificatori, delle centrali elettriche e baggianate consimili.

Quanto alla Confindustria inizia malissimo il nuovo presidente degli industriali regionali, di quello triestino è tempo perso parlarne, quando auspica una riduzione di orari e stipendi, notoriamente altissimi dei dipendenti, ma non dei profitti degli imprenditori, ed in sequenza il via ad una centrale nucleare in una regione assolutamente priva di rischi sismici e di almeno un rigassificatore a terra.

Dei sindacati è meglio non parlare, stendere un velo pietoso sulle pesanti responsabilità che si portano addosso in tutti questi anni. Le dichiarazioni di un Belci o di un Visentini si possono commentare solo a Zelig, e quelle dei sindacalisti della Ferriera che annunciano che d’ora in poi non faranno sconti a nessuno, domandina: vuol dire forse che in tutto questo tempo li avete fatti all’Azienda Lucchini? E che accusano i circoli di essere i responsabili della crisi economica mondiale, è roba che deve interessare solo Rotelli e Dell’Acqua nell’esercizio delle loro funzioni di psichiatri.

In quanto alla proprietà della Ferriera è chiaro che ha deciso di accelerare i tempi per la chiusura della parte calda, idem dicasi di una Sertubi che galleggia sulle cataste di tubi invenduti da anni quando di crisi manco si parlava, e verrebbe da chiedersi se faceva parte di quegli sconti sindacali il silenzio sui lavori non eseguiti in dodici mesi sugli impianti, vedi Altoforno n. 2, dalla Lucchini o sulle meccaniche dell’omicidio dell’operaio Dusan Poldini, con l’ingrassaggio manuale ad una decina di metri d’altezza della gru in movimento poiché la lubrificazione automatica era fuori servizio.

Interessante poi notare che crisi o non crisi alla camera di commercio triestina (più minuscolo di così non posso scriverlo) il presidente ha pensato di impiegare il denaro che ha in cassa e che proviene dalle tasche di tutti i cittadini, non solo per finanziare il parco del mare dalla sede itinerante ed anche qui una visita al CIM (centro di igiene mentale) sarebbe urgente, ma anche per aiutare le imprese a pagare le bonifiche del sito inquinato e per finanziare un comitato di saggi (mai di sani imbecilli) per consigliarle, chiamandone a farne parte quell’avvocato Borgna che guarda caso è il principale difensore legale della Lucchini-Severstal. Parlare di modesto ma concreto conflitto di interessi ovviamente non viene in testa a nessuno.




Trieste, l’Europa, il nostro futuro.

» Inviato da valmaura il 9 February, 2009 alle 3:02 pm

Sarà questo il tema di fondo che sarà discusso tra e con tutte le persone che hanno a cuore il futuro della nostra città, della nostra vita, nell’assemblea pubblica che si terrà sabato 14 febbraio, con inizio alle ore 17, nella sede del Circolo Miani, in via Valmaura 77 (nono piano, ascensore di destra nel portone) a Trieste.

A parlarne tra gli altri ci saranno lo scrittore Veit Heinichen, i deputati Roberto Antonione e Massimiliano Fedriga, il capogruppo in Consiglio Regionale Igor Canciani-Kocijancic e Maurizio Fogar.

Ma l’auspicio è quello di offrire alla parte migliore della nostra comunità l’occasione, lo spunto di una riflessione, per cercare di far uscire Trieste e la sua piccola provincia da un immobilismo che, come disse alcuni anni fa Giuseppe Turani, uno dei più apprezzati giornalisti economici ospite del Miani per presentare il suo libro “Razza Padrona”, condanna questa città ad un rapido ed inarrestabile declino. Un immobilismo fortemente cercato da una classe politica e dirigente, informazione inclusa, che da questo trae forti vantaggi nella conservazione di un tentacolare sistema di sottopotere.

Dalla non soluzione della vicenda Ferriera che ha messo impietosamente a nudo le incapacità di una classe dirigente, politica, confindustriale, sindacale e manageriale, ad assumersi le proprie responsabilità su una scelta che prima di tutto riguarda il futuro complessivo dello sviluppo della nostra città. A partire dal porto, la cui espansione è bloccata proprio dall’area per metà pubblica occupata dalla Ferriera, alla città della scienza, al commercio, al turismo, all’artigianato, ad una industria altamente tecnologica capace di dare risposte ai laureati e ricercatori del nostro Ateneo e di basso impatto ambientale in un territorio così fortemente caratterizzato.

Alle tante occasioni perse, all’incapacità di rapportarsi con una realtà europea che sta tranquillamente baipassando la nostra città, a progetti devastanti ed antieconomici come il progettando percorso carsico della TAV che buonsenso vorrebbe spostare di pochi chilometri nel Goriziano, ad un piano regolatore cittadino che con interi quartieri in abbandono, a cominciare dal Borgo Teresiano, e con oltre ottomila appartamenti sfitti privilegia la cementificazione del territorio al risanamento dello stesso.

Per parlare liberamente e finalmente di questo, alla luce del sole, ove ogni cittadino, ogni operatore di settore possa venire a dire la sua idea, senza logiche di schieramento, ma nel tentativo di dare il via ad un movimento d’opinione che possa finalmente coinvolgere tutta la parte sana della nostra comunità in un processo di rinnovamento e cambiamento che garantisca un futuro a questa città, a questa provincia, l’appuntamento di sabato 14 febbraio può essere il primo di tanti momenti utili.




Regione-Ferriera: Esposto parte seconda

» Inviato da valmaura il 3 February, 2009 alle 1:34 pm

In Regione sono stati zitti per oltre un mese e mezzo. Avevano in casa, sfornati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), tutti i dati del costante inquinamento prodotto dalla Ferriera ed i rapporti sui mancati lavori, mai eseguiti per tutto l’anno 2008, dell’Altoforno n. 2, che per farli bisognava innanzitutto fermare l’impianto che invece ha continuato per 365 giorni la sua produzione a ciclo continuo: dunque cosa largamente visibile anche ad occhio profano.

Nonostante l’audizione farsa di pochi mesi fa, che scelta saggia fu il non parteciparvi, nonostante l’improvviso rinvio sine die della convocazione della Conferenza dei Servizi per la revisione dell’illegittima AIA concessa, fuori tempo massimo tra Natale e Capodanno 2007, dalla Giunta Illy, - cari Barbarossa e Lupieri vi dice niente questo nome? -  richiesta a termini di legge e la cui fase istruttoria si era conclusa il 28 agosto scorso, per poi scomparire nel nulla, con buona pace delle agguerrite dichiarazioni dei vari Bucci, Camber, Alunni Barbarossa e Lupieri di turno, che però su questo muti son sempre stati.

Poi di colpo, dalla presentazione il mercoledì scorso, 28 gennaio, dell’esposto in Procura da parte del Portavoce di Servola Respira, Romano Pezzetta, in cinque giorni ecco il miracolo. Gli avvocati della Regione, chiamata dalla Procura a rispondere, di colpo suggeriscono agli amici degli amici Tondo e Lenna, che non si può più far finta di niente, non si può più tacere, che le visite in Vojvodina sono interessanti ma essere indagati è un po’ meno soddisfacente. E dopo otto e passa mesi di silenzi tondiani la Regione da un colpettino, corre ai ripari soprattutto per pararsi le terga (è un gentile eufemismo). E partorisce l’ennesima diffida tanto per far vedere che esiste. Tanto altri nove mesi buttati, gente ammalata, un morto tra i lavoratori.

Peccato che abbiano sbagliato diffida. Perché dovevano fare due sole cose a termini di legge ed a termini di quella stessa AIA fasulla concessa dal capo di Lupieri, Alunni Barbarossa e Cosolini: 1) ordinare l’immediato fermo dell’Altoforno n. 2 che continua, mentre in Regione cazzeggiano, ad inquinare ogni minuto del giorno; 2) fissare immediatamente la data di convocazione della Conferenza dei Servizi attesa da quasi un anno per revocare, punto e basta, l’AIA alla Ferriera, come da noi ufficialmente richiesto.

Ma visto che in Regione si è sensibili solo agli esposti-denuncia, e Dio solo sa quanto dovrebbe tacere chi porta per intero la responsabilità di aver fatto scientemente fallire l’azione dell’avvocato Giuliano Spazzali, amico gentiluomo che oggi sarebbe indispensabile, eccoli serviti. Di seguito la seconda parte, l’integrazione, dell’esposto del 28 gennaio, presentato oggi, sempre da Romano Pezzetta in Procura. E vediamo le reazioni a breve; perché è cosa certa noi non li molleremo un minuto. In questa battaglia di oltre dieci anni, con le facce di tante brave persone che lottavano con noi e che stanno lentamente scomparendo nel nostro ricordo perché morte di Ferriera, le chiacchiere, i salamelecchi, stanno a ZERO.

EccoVi in anteprima l’Esposto parte seconda.

                                                                                                                                       Trieste, 3 febbraio 2009

 

Alla Procura della Repubblica

presso il Tribunale di Trieste

 

 

Oggetto: Integrazione Esposto dd. 28.01.2009, protocollo n. 002650

 

 

 

Ad integrazione di quanto scritto nell’esposto presentato in data 28 gennaio 2008, a seguito di notizie apparse in data odierna sulla stampa, si precisa quanto segue.

La Regione Friuli Venezia Giulia, con una delibera considerata illegittima nella forma dalla Commissione Europea in quanto applicativa di una Direttiva UE che fissava improrogabilmente entro la data del 31 ottobre 2007 il termine ultimo per il rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali nei paesi aderenti all’Unione, rilasciava ai primi di gennaio 2008 l’AIA allo stabilimento del Gruppo Lucchini-Severstal, denominato Ferriera di Servola, in Trieste.

In tale delibera si fissava la data del 31 dicembre 2008 come termine ultimo per la conclusione dei lavori descritti nelle prescrizioni attuative, pena la non validità dell’AIA, che accompagnavano e vincolavano il rilascio di detta Autorizzazione da parte della Regione. Anzi si motivava pubblicamente che solo attraverso il rilascio dell’AIA si poteva imporre alla proprietà di attuare nei tempi ordinati quelle prescrizioni per i lavori necessari a verificare la compatibilità ambientale dello stabilimento entro e non oltre il 31 dicembre 2008.

Preso atto che la Regione, oltre che la Direzione Centrale del Ministero dell’Ambiente in diversi verbali delle Conferenze di Servizio decisorie, hanno constatato il ripetuto non rispetto degli impegni sottoscritti dalla proprietà della Ferriera, e che la Regione stessa ha dovuto inviare nel corso del 2008 ripetute diffide ufficiali alla Lucchini per il mancato rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori prescritti nell’AIA.

Preso atto che il 18 dicembre, a 13 giorni dalla scadenza dell’ultimo termine previsto per la conclusione dei lavori, in particolare sull’altoforno n. 2, lavori che per altro non potevano essere eseguiti senza la fermata dello stesso, la stessa proprietà dichiarava di non aver provveduto ad eseguire i lavori, senza per altro motivarne le ragioni, chiedendo di poterlo sostituire nel 2009 con l’altoforno n. 3, a sua volta bisognoso di ingenti lavori di ripristino, per altro tecnicamente ineseguibili senza la fermata dell’altoforno n. 2, e senza una nuova conseguente autorizzazione ambientale rilasciata dalla Conferenza dei Servizi.

Preso atto che la Regione era di fatto a conoscenza dell’inadempienza della Lucchini a pochi giorni dalla scadenza ultima per la realizzazione delle prescrizioni AIA rilasciate in delibera dalla stessa Regione e che dai controlli effettuati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) la stessa Regione veniva ufficialmente informata del persistere delle emissioni fortemente inquinanti prodotte dall’altoforno n. 2, ultima rilevazione trasmessa in data 8 gennaio 2009, dove per altro si evidenziava il mancato eseguimento dei lavori ordinati nelle prescrizioni sulla bocca dell’altoforno stesso, ben dunque otto giorni dopo il termine ultimativo del 31 dicembre 2008.

Si segnala dunque un tanto alla Procura della Repubblica perché qualunque diffida oggi rilasciata dalla stessa Regione non può andare in violazione di quanto fissato nella delibera di rilascio AIA della stessa, in particolare nel rispetto dei termini temporali ultimi (31 dicembre 2008). E dunque una diffida che riaprisse in qualunque misura i termini necessari per ultimare i lavori non realizzati dalla proprietà, altro non si configurerebbe che in una proroga in aperta violazione dei termini precedentemente fissati e priverebbe di valore la delibera autorizzativa stessa, nonché il preciso contenuto della Direttiva UE, recepita come legge dallo Stato italiano, in merito alle condizioni ed ai termini per l’eventuale concessione dell’AIA.

Di fatto una proroga dei termini temporali contenuta in una diffida non renderebbe certa più alcuna data per l’ultimazione dei lavori e prolungherebbe sine die una situazione di accertato inquinamento ben oltre i termini di legge, snaturando completamente le procedure di legge istitutive dell’AIA.

A questo fine si rimanda a quanto contenuto nel documento allegato all’esposto dd. 28.01.2009.

Resta ancora da evidenziare come la Regione avendo riaperto a termini di legge, su richiesta del Comune di Trieste, la procedura di revisione dell’AIA concessa alla Ferriera ed avendo concluso la procedura istruttoria il 28 agosto 2008 non abbia, come imposto dai termini di legge, ancora provveduto a convocare la Conferenza dei Servizi per il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in vigore dai primi di gennaio 2008.

 

 

Romano  Pezzetta

 




Ferriera/Regione: ecco il testo dell'esposto presentato da Servola Respira in Procura

» Inviato da valmaura il 31 January, 2009 alle 6:49 pm

 Alla conferenza stampa - assemblea di sabato pomeriggio hanno partecipato oltre cinquanta persone che hanno registrato e discusso l'esposto depositato in Procura il 28 gennaio scorso e protocollato al numero 002650.

Durante l'assemblea a cui ha preso parte ed è intervenuto l'on. Massimiliano Fedriga, della Lega Nord e secondo firmatario della risoluzione approvata dal Parlamento sulla dismissione della Ferriera, si è discusso anche delle prossime iniziative "eclatanti" come le ha definite il parlamentare triestino, da mettere in campo a partire da febbraio, a Trieste, in Regione come a Roma, per arrivare alla definitiva soluzione di un problema che ha oramai minato salute e fiducia dei triestini e muggesani.

Mettendo impietosamente a nudo le complicità, le incapacità, i silenzi ed i ritardi, le chiacchiere di cui in questi anni ha goduto nel centrosinistra come nel centrodestra, e tra gli enti preposti ai controlli ambientali e sanitari, il Gruppo Lucchini-Severstal.

 

 

                                                                                                                Mercoledì,  28 gennaio 2009.

 

 

 

 

Alla Procura della Repubblica

presso il Tribunale di Trieste

 

 

oggetto:  ESPOSTO

 

 

 

 

 

Lo scrivente Romano Pezzetta, nato a Coseano (UD) il 29.01.1940, residente in Trieste in via Pitacco 11/2, espone alla Procura della Repubblica quanto segue per verificare l’eventuale sussistenza di reati nelle cose descritte.

Nello stabilimento della Ferriera di Servola, di proprietà del Gruppo Lucchini-Severstal, e che ha come direttore l’ing. Francesco Rosato, ricoprente pure la carica di Amministratore Delegato, come evidenziato nella memoria allegata, che fu depositata in data 27 agosto 2008 presso la Direzione Regionale all’Ambiente in occasione delle osservazioni che si allegano al presente esposto e ne fanno parte integrante (la cui data di presentazione scadeva improrogabilmente il 28 agosto u.s.), che il bando di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale permetteva di depositare a tutti i soggetti portatori di interesse, in merito al procedimento di convocazione della Conferenza dei Servizi richiesta dal Comune di Trieste ed avviata dalla Regione Friuli Venezia Giulia a termini di legge. Conferenza dei Servizi che però a tutt’oggi inspiegabilmente non è stata ancora convocata dalla Regione. Nello stabilimento si segnalava l’esistenza di alcune situazioni di criticità che in particolare interessavano l’altoforno n.2, quello attualmente in funzione, la logistica, ovvero le operazioni di scarico del materiale conto terzi trasportato via mare e scaricato a deposito sulla banchina creata con un interramento abusivo, fatto con materiale di risulta, che ha unito il preesistente pontile alla linea di costa, e gli impianti della cokeria e di agglomerazione per le continue perdite ed emissioni inquinanti tuttora in essere.

In particolare per l’altoforno n.2 si riprende integralmente quanto scritto nelle osservazioni in questione:

Altiforni

 

1.     Sistema di aspirazione DANECO

2.     Perdita di tenuta alla bocca di carica dell’AFO2

3.     Ripristino sistema VAMPA

4.     Ripristino aspirazione impianto TORIT

5.     Analisi sullo scarico a mare dell’acqua servita alla granulazione della loppa

6.     Pulizie costanti alle linee nastri di caricamento, dotandole di impianti d’abbattimento e raschiatori.

7.     Controllo del sistema Venturi all’impianto ITG

 

1.  Si cercano di far passare per migliorie alcuni lavori eseguiti al sistema di aspirazione fumi sul campo di colata denominato DANECO. In realtà si è ben lontani dal  ripristino dell’impianto originale che per il campo colata aveva dato buoni risultati. Si collocavano cappe di aspirazione su tutti i canali di colata, pozzini sopra i carri siluro, e griglie di aspirazione lateralmente al foro di colata mantenute sempre efficienti. Tutto era automatizzato ed i ventilatori avevano tre step di marcia a seconda del numero delle utenze collegate all’impianto. Durante la produzione di ghise Ematiti, dove si ha una maggiore saturazione di grafite, sulle cappe di aspirazione erano previsti dei portelli, per permettere al colatore di regolare il colaggio al pozzino di colata senza esporsi alle polveri.

 

2.  I trafilamenti di gas  all’AFO2, ad ora quantizzabili in circa 3000 Nm cubi/h,

e le enormi quantità di polveri che fuoriescono avvengono per la mancata tenuta del sistema di caricamento. Tutto questo se ne va all’atmosfera e sta a significare che la bocca di carica è molto usurata e che richiederebbe manutenzione.

 

3.  Alla ricostruzione degli altiforni,  al piano della bocca di carica furono installati per ciascuno, un impianto denominato VAMPA che serviva a bruciare il gas  fuoriuscente da una caminella posta alla bocca di carica, ed un altro impianto denominato TORIT che doveva servire ad aspirare le polveri nella fase di preparazione della carica nella tramoggia rotante. Ambedue gli impianti con l’aumentare delle perdite alla bocca di carica (vedi punto 2) furono dimessi poiché non proporzionati al nuovo volume di perdite. Gas e polveri che attualmente si formano in continuazione alla bocca degli altiforni  scaricano all’atmosfera.

 

4. L’acqua di mare che viene usata per la granulazione della loppa viene direttamente scaricata a mare. Dato l’impiego è naturale che l’acqua in uscita sia più calda, ed è pure certo che in essa vi siano dei trascinamenti di materiale. Di importanza rilevante è che l’acqua entra in combinazione con la scoria incandescente (circa 1400°), carica di inquinanti quale Zolfo e Fosforo tra i principali, ed è logico chiedersi cosa si stia scaricando a mare per circa 12 colate giornaliere.  

 

5. Le pulizie delle linee nastri di caricamento degli altiforni sono sommarie ed in tempo di ventosità dalle gallerie nastri si alzano grosse nuvole di polveri che vanno a sparpagliarsi nell’atmosfera. Nel passato, furono sperimentati per lunghi periodi sistemi di abbattimento polveri alle bocche di estrazione silos, che abbinati alla raschiatura sul ritorno dei nastri davano se accompagnati da una seria manutenzione, dei buoni risultati.

 

6. All’impianto trattamento ghisa, la ghisa già colata nel carro siluro, viene corretta analiticamente fuori forno tramite insufflazione. I fumi e le polveri che si innalzano durante tale operazione di rimescolamento, vengono aspirate tramite una cappa e filtro denominato VENTURI. La manutenzione di tale filtro è indubbiamente carente, basti notare le colonne di fumo che esce dal suo camino.

Il tutto aggravato, dalla data della prima descrizione di cui sopra ad oggi, da un costante e progressivo aumento delle perdite ed emissioni di gas in atmosfera che rendono altresì vieppiù difficili e rischiose le condizioni di lavoro del personale impiegato sull’impianto.

Da sottolineare che durante il ciclo lavorativo dell’altoforno vengono insufflate migliaia di tonnellate di catrame semiliquido, a fini di smaltimento dello stesso prodotto dalla cokeria, che viene solo in minima parte combusto, per carenza di ossigeno, e che invece si trasforma in gas che passato per la centrale di cogenerazione finisce nell’aria a portata di respiro delle persone, con tutto il ben noto contenuto di policiclici aromatici altamente cancerogeni e dunque provatamente dannosi per la salute.

Le operazioni di controllo e parziale modifica di questa situazione erano rimandate dalla Regione nell’ambito delle prescrizioni attuative contenute nell’AIA da questa rilasciata alla proprietà della Ferriera nel gennaio 2008, da attuarsi improrogabilmente entro il 31 dicembre u.s.

Per legge alla stessa amministrazione regionale guidata dal presidente Renzo Tondo, spettava il controllo ed il rigoroso rispetto delle normative prescritte alla Lucchini spa..

A tutt’oggi, data di presentazione di questo esposto, scaduto il termine senza che la proprietà abbia ottemperato alla prescrizione inerente proprio l’altoforno n.2, anzi avendone richiesto a 13 giorni dalla scadenza del 31 dicembre pubblica proroga alla Regione, contestualmente ammettendo la propria inadempienza, non risulta che la medesima Regione abbia assunto provvedimento alcuno, a partire dalla mancata convocazione della Conferenza dei Servizi, per far rispettare a termini di legge quanto dalla stessa amministrazione era stato posto come vincolante per il mantenimento dell’AIA rilasciata in precedenza.

Il tutto nella perdurante situazione di inquinamento derivato dalle emissioni causate dal ciclo produttivo della stessa Ferriera, come confermato dai monitoraggi effettuati ed in essere.

Si espone quanto sopra a questa Procura, in collegamento sequenziale con gli esposti presentati a partire dall’anno 1999 chiedendo se nei comportamenti della proprietà dello stabilimento e della Regione, sopra descritti, si ravvisino delle ipotesi di reato perseguibili penalmente.

Si chiede a questa Procura di essere informati sull’esito di questo esposto anche in caso di una sua archiviazione.

                                                    Romano Pezzetta

                                            Portavoce di Servola Respira




Ferriera: sabato 31 gennaio alle 16, Assemblea-Conferenza Stampa al Circolo Miani

» Inviato da valmaura il 29 January, 2009 alle 3:54 pm

Sabato 31 gennaio alle ore 16, nella sede del Circolo Miani, in via Valmaura 77 a Trieste (nono piano, ascensore di destra nel portone), il Circolo Miani, Servola Respira, La Tua Muggia ed il Coordinamento dei Comitati di Quartiere promuovono una Conferenza Stampa, con contemporanea assemblea pubblica, nella quale, da parte di Maurizio Fogar e Romano Pezzetta, verranno illustrate e consegnate ai giornalisti ed ai cittadini copia dell’esposto denuncia presentato il 28 gennaio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste nei confronti dei vertici, aziendali e societari della Ferriera, Gruppo Lucchini-Severstal, e della Regione Friuli Venezia Giulia.

Contestualmente il parlamentare triestino Massimiliano Fedriga, Lega Nord, informerà gli astanti sugli ultimi sviluppi dell’iter governativo a seguito della risoluzione parlamentare votata il 23 settembre scorso che impegnava appunto Governo e Regione, ognuno per la sua parte, a predisporre il piano di riconversione e dismissione della Ferriera.

 





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