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Circolo Miani » News Correnti » Page 391

Niente di nuovo sotto il sole.

» Inviato da valmaura il 17 January, 2012 alle 2:10 pm

Purtroppo l’anno nuovo inizia peggio di come il 2011 ci abbia lasciato, il che dunque è tutto dire.

Le notizie che arrivano sono praticamente tutte sconfortanti, forse, anzi via quel forse, meno una: il piccolo giornale ha raggiunto il minimo delle copie vendute. Sul tamburino di oggi il dato di quelle diffuse, cioè stampate, supera di poco le 35.000 unità, comprese le edizioni di Trieste, di Gorizia e dell’Istria. Non era mai successo prima.

Ma torniamo alle brutte.

La sanità triestina, in specie quella ospedaliera, è oramai al più totale collasso.

E la politica si rimpalla delle responsabilità che sono invece chiarissime. Se oggi Cattinara ed il Burlo sono ridotti in condizioni preagoniche il demerito è tutto e solo ascrivibile a chi ha governato la Regione in questi ultimi trenta anni. Anzi una fetta importante di questa responsabilità la porta pure la nostra gente, che chiamarli cittadini mi sembra parola qui fuori posto, che ha accettato e continua a subire passivamente una situazione che mette in gioco il bene primario di ognuno di noi: la salute e la vita.

Rassegnazione, fatalismo, monaggine o quant’altro caratterizzano una volta di più i triestini che accettano in silenzio tutto questo, cosa che invece, come sempre più spesso ci capita di vedere per i TiGì, porta a delle vere e proprie rivolte di popolo in altre parti d’Italia.

Le notizie dei malati accatastati nei reparti e nel pronto soccorso, i tempi di cura, terapia ed intervento, per non parlare di quelli per visite specialistiche od esami: non fanno appunto più notizia perché sono la norma. E quando questa stampa locale ne parla si limita a fotografare l’esistente senza risalire alle cause, senza individuare i responsabili di questo sfascio inaccettabile.

La vicenda Ferriera-Sertubi è d’altra parte il simbolo del fallimento della società triestina: politica, industriale, sindacale. Hanno perso quattordici anni di tempo per scoprire, e coprire, quello che il Circolo Miani ed i Comitati di Quartiere dicevano già nel 1998.

Bravi. Ma ora la crisi è esplosa e a poco serve aver sistematicamente nascosto i dati, taroccato i numeri (come quelli del debito bancario della vecchia proprietà russa della Severstal, pubblicati per due anni di fila sempre fermi a quota 700 milioni quando in realtà avevano raggiunto la cifra di 1,17 miliardi di euro). E le conseguenze si vedono tutte. Ed ha ragione da vendere il nuovo amministratore delegato della Sertubi quando rinfaccia alla politica di aver taciuto e di non aver “commissariato” la proprietà della Ferriera anni fa, perché “tutti sapevano”.

In quanto al sindaco Roberto Cosolini, per il suo bene qualcuno dovrebbe ricordargli che non può dichiarare sulla stampa, come fatto oggi, che «Prendo in ogni caso il dato come uno stimolo a lavorare - non si scompone Cosolini - e ricordo che quel 57,5% di voti dello scorso maggio è un dato mai raggiunto da alcun candidato sindaco da quando vige il meccanismo dell’elezione diretta».

Si riferiva a quelle abituali classifiche farlocche che annualmente vengono pubblicate sul “gradimento” popolare di sindaci, presidenti di Regione e Provincia. Perché se è vero che è stato eletto con quella percentuale, va detto che i voti validi sono stati pari al 49% degli elettori, questo si “un dato mai raggiunto da alcun candidato sindaco da quando vige il meccanismo dell’elezione diretta” e che lui dunque è stato votato da appena il 28% dei triestini. Una cosa appunto mai vista prima e che dovrebbe portate tutta la politica ad una preoccupata riflessione.

In quanto allo sfortunato assessore all’Ambiente del Comune pare che non gliene vada bene una che è una. Sperperata in un lampo, che è anche un vero record personale, la credibilità agli occhi della gente sulla vicenda Ferriera, è totalmente naufragato, peggio della Costa Concordia, sulla seconda cosa alla quale ha messo mano: ovvero la raccolta differenziata dei rifiuti. La vicenda ha oramai assunto aspetti tragicomici e stupisce sentir parlare di un aumento delle tasse sulle “scovazze”, la invisa Tarsu comunale. Anzi dovrebbe essere esattamente il contrario, ad un aumento della raccolta differenziata dovrebbe infatti corrispondere una diminuzione dei costi di smaltimento ed un conseguente aumento dei ricavi (dal riciclo e vendita delle materie recuperate); ergo una conseguente diminuzione della tassazione ai cittadini.

Ma pare che solo a Trieste succeda il contrario. La classica eccezione alla regola. Ma sarà proprio sfiga o che altro, che proprio a Trieste deve toccare in malasorte tutto ciò?




Galliano Fogar. Martedì 10 gennaio, alle ore 15, le ceneri di Galliano Fogar verranno poste accanto a quelle di Etta, nella tomba di famiglia al Campo 29 del Cimitero di Trieste.

» Inviato da valmaura il 20 December, 2011 alle 7:04 pm

Io ho perso il padre ma Trieste e l’Italia hanno perduto un eccellente storico ed un galantuomo.

Una di quelle rare persone che hanno rappresentato la parte migliore del nostro Paese, con un rigore ed un rifiuto a scendere a compromessi sui principi che si richiamavano a quel movimento rappresentato durante la Resistenza da Giustizia e Libertà e poi dal Partito d’Azione, e che lo videro tra i protagonisti assieme ad Ercole Miani, a Leo Valiani, tra gli altri.

Non starò qui a ricordarne i tanti libri, ricerche, saggi ed articoli scritti in tutti questi anni che lo resero un indispensabile punto di riferimento per la storiografia italiana ed internazionale. Chi lo desidera può trovarli elencati su Wikipedia o su internet.

Grazie alla sua caparbia ricerca storiografica il giudice istruttore Sergio Serbo riuscì a celebrare il processo ai criminali nazisti che avevano operato nella Risiera di San Sabba.

Ha contribuito alla fondazione del nostro Circolo nel 1981 ed ha partecipato molte volte alle nostre iniziative. Quando l’attuale Presidente della Repubblica, l’8 settembre 1995 venne a Trieste per presentare un suo libro chiese proprio a Galliano Fogar di esserne relatore.

Dal 2007 ha dato un silenzioso ma determinante contributo economico per la sopravvivenza della nostra Associazione.

Se ne è andato dalla sua Etta alle 12 di lunedì 19 dicembre, aveva appena tagliato il traguardo dei novanta anni, compiuti il 14 dicembre purtroppo in ospedale.

Ringrazio il Presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic che oggi 20 dicembre ha voluto darne notizia con una sentita commemorazione in apertura del Consiglio che poi ha rispettato un minuto di silenzio per onorarne la memoria.

Nel suo testamento ha disposto che alcun necrologio a pagamento appaia sulla stampa locale ed ha invitato, chi lo volesse fare in sua memoria, a contribuire alla sopravvivenza di questo Circolo che porta il nome del suo fraterno amico Ercole Miani.

Egli vive sempre nel mio cuore e nella civile intelligenza delle persone perbene.




Palasport? Bastavano due tavolini al Bar Sport.

» Inviato da valmaura il 17 December, 2011 alle 2:44 pm

Una catastrofe ampiamente annunciata e cercata.

Potremmo dire semplicemente che siamo confortati dal totale insuccesso della cosiddetta “assemblea” pubblica promossa dalla Settima Circoscrizione ieri al palasport di Chiarbola. E poi spiegheremo il perché di questo totale insuccesso che porterebbe, in qualunque paese normale e civile, alle immediate dimissioni dei suoi protagonisti: l’assessore al decentramento Emiliano Edera, ed il presidente della Circoscrizione, Francesco Bettio, che invece l’assessore all’Ambiente Umberto Laureni ha ben più fondate e diffuse motivazioni per lasciare il suo incarico. Ma anche di questo parleremo in seguito.

Poiché una informazione degna di questo nome, dunque non del piccolo giornale e della stampa e tivù locali, impone di separare i fatti dalle opinioni di chi li scrive, partiamo appunto dai fatti e cominciamo dalla cronaca della manifestazione organizzata ieri al palasport di Chiarbola.

Persone presenti sulla gradinata (posti 900) poco più di trenta e per completezza li citiamo uno ad uno.

Cominciamo dai sedici consiglieri circoscrizionali, insomma gli organizzatori, proseguiamo poi con i tre assessori accorsi, Laureni, Edera, con la fugace apparizione della Famulari, i due consiglieri comunali di maggioranza presenti, De Carli e Mozzi, ed un gruppo di cinque parapartitici: Tam, Pacor, Gemiti, Cecco ed un candidato della Lista Cinque Stelle. A fianco a loro il rappresentante di una associazione di pompieri volontari, i tre di una onlus servolana e sette cittadini di cui cinque invitati ed informati della cosa dal Circolo Miani. Per un totale di 37 persone, di cui cittadini non politicizzati appunto 7.

Circa cinquanta persone hanno preferito non entrare e se ne sono andate, erano cittadini espressione del Circolo Miani e dei Comitati di Quartiere.

Tutto ciò nonostante una tambureggiante campagna di informazione promessa ed attuata dall’assessore al Decentramento, Edera, il buon cuore del piccolo giornale che alle sei righette esatte del Comunicato Stampa del Comune (chiunque può leggerselo sul sito Rete Civica) di cui una e mezzo occupata dalla dicitura della Circoscrizione, ha aggiunto altre dieci e passa righe di commento per un titolo a due colonne, i volantini della Circoscrizione diffusi nei quartieri con l’invito ad appiccicarli per ogni dove.

Gli intervenuti nel rapido dibattito che aveva impropriamente il titolo “La parola ai cittadini” e che si è concluso ben prima del previsto orario di chiusura (le 19.20!) hanno di fatto finalizzato il tutto alla emergenza Ferriera.

Alcuni dei presenti ci hanno riassunto l’intervento del semprepiùnervoso assessore Laureni di cui riportiamo una sintesi, e ci scuserà l’interessato della eventuale presenza di alcune inesattezze.

Ha definito un “disastro” (un gentile eufemismo) l’incontro pubblico tenutosi quasi un mese fa dalla Giunta itinerante con i cittadini della Settima Circoscrizione alla scuola Caprin. Ha detto che, con grande rispetto del galateo parlando di un assente ma ieri mancava l’esperto del bon ton, il suo collega Omero, con Maurizio Fogar non si può parlare “perché ripete sempre le stesse cose”.

Ha detto che se la proprietà della Ferriera non metterà in atto tutte quelle misure (che non ha appunto nemmeno lontanamente attuato in quindici e passa anni e certamente non pensa di farlo oggi, piena di debiti e sull’orlo della chiusura) idonee a ridurre le emissioni inquinanti,  a partire dal primo febbraio 2012 lui assieme al sindaco Cosolini studieranno che provvedimenti prendere nei confronti della russa Severstal, ed ha accennato ad una diffida.

Ha detto, ricitando un assente, che lui non è, come scrive Fogar, paragonabile al passato sindaco Dipiazza (veramente Fogar lo aveva equiparato per parità di ruoli al precedente assessore Bucci e il riferimento all’ex sindaco era con l’attuale, ovvero Cosolini), e non è vero che i suoi comunicati stampa sono uguali a quelli emessi in dieci anni dalla passata amministrazione (infatti la data è diversa). Ha di nuovo chiesto di dare tempo alla nuova amministrazione che si è appena insediata (sette mesi) per lavorare.

Ecco questa in sintesi la cronaca, e capiamo la difficoltà sovrumana incontrata dall’inviato del piccolo giornale a “pompare” un nulla di un flop epocale nel pezzo gridato di oggi sulla cronaca locale.

Questi i fatti. Ora le considerazioni. E partiamo dalla fine.

Se sette mesi di governo della città sono insufficienti ad elaborare una serie di interventi su di una vera e propria emergenza cittadina, che tiene banco da oltre tredici anni nel dibattito politico-sociale ed economico di Trieste, non vorremmo arrivare a sentirci ripetere le stesse cose nel 2016 quando si ritornerà a votare per il Comune, la Provincia finalmente non dovrebbe più esistere, e nessuno per altro se ne accorgerà ed è sperabile che l’attuale simulacro delle Circoscrizioni subisca analoga sorte.

L’assessore, semprepiùnervoso, all’ambiente trascina il calendario a suo piacere. Mesi fa aveva detto che il “piano” del gruppo di lavoro da lui ideato avrebbe dovuto concludersi e diventare operativo a partire dalla fine di ottobre (registrazione sedute della cosiddetta consulta sull’ambiente). Ora slittiamo a febbraio del prossimo anno per un atto che al massimo si configura in una diffida del sindaco. Non se ne abbia a male ma sui nostri tavoli ci sono le copie delle quattro diffide a firma Dipiazza emesse dal Comune nel decennio precedente. I cui esiti appunto sono sotto gli occhi, le orecchie, i polmoni e la pelle di tutti.

Ed ancora una domanda all’uomo (sempre il Laureni) che nel suo appellato “disastro” della precedente assemblea alla Caprin si era autodefinito “come la persona che qui dentro conosce la Ferriera meglio di tutti voi”, suscitando più che giustificati lazzi e sberleffi da parte di alcuni ex lavoratori e tecnici della fabbrica presenti in sala. Come mai, visto che conosceva di tutto e di più, in questi tanti anni non l’abbiamo mai sentito intervenire pubblicamente, non dico alle centinaia di assemblee e manifestazioni organizzate, che magari ad un esponente della sinistra radicale può dare un tanticchio di fastidio scendere in corteo con il “popolo”, ma magari sui giornali su, che ne sappiamo, l’interramento del Vallone di Muggia per un’area pari ad otto campi di calcio con una discarica abusiva di 370.000 tonnellate di rifiuti tossici, oppure sulle emissioni di diossine dall’impianto di agglomerazione, fino al più recente sequestro delle nuove discariche abusive nella acciaieria dismessa. Era distratto lui, eravamo distratti noi, che magari lo ha fatto riservatamente, con grazia e bon ton, e noi non ce ne siamo accorti, e nella qual cosa gli porgiamo anticipate scuse?

Comunque se si rivolge all’Ufficio Stampa del Comune, oggi arricchitosi della nuova portavoce del sindaco, potrà trovare decine di articoli del piccolo giornale, o del suo omologo in lingua slovena, degli anni scorsi che scrivono esattamente le cose riportate sul piccolo giornale di oggi, con gran risparmio di fatica e fantasia per l’inviato di ieri.

Se il “ripetere sempre le stesse cose”, peccato che queste “cose” il Laureni non le abbia ricordate ieri, è una colpa da parte di Maurizio Fogar, ebbene allora è una colpa pretendere il rispetto della legge, la tutela della salute, e di un lavoro dignitoso.

Perché la cosa originale è che si attacchi Maurizio Fogar nella sua persona (oggi gli epiteti che vanno per la maggiore sono “showman”, “demodè”, “capopopolo di un popolo di maleducati”, e così andando) ma non si abbia mai, in corso di decine di incontri, audizioni, dibattiti smentito nel merito una delle “cose” che Fogar diceva, e non erano poche né leggere, dei fatti e delle leggi che citava.

E ieri, come nella migliore tradizione stalinian-goebbelsiana, non si è fatta differenza.

Ma d’altronde l’organizzazione della manifestazione al Palasport ha seguito solo una logica, quella di emarginare il Circolo Miani, i Comitati di Quartiere ed ovviamente Maurizio Fogar.

E pensare che la proposta di promuovere questa assemblea che doveva essere un vero e proprio momento di partecipazione e discussione dove i cittadini che vivono nei quartieri che da Altura e Borgo San Sergio arrivano fino a Chiarbola, passando per San Sabba, Monte San Pantaleone, Valmaura e Servola, avrebbero indicato e scelto le soluzioni che la politica avrebbe dovuto ascoltare, apprezzare e realizzare per risolvere le tante, troppe emergenze che quotidianamente mettono a repentaglio la qualità della vita e la tutela della salute di un quinto della popolazione del Comune di Trieste, ma che inevitabilmente sconvolgono la vita di tutta la città e di Muggia, orbene l’idea e la proposta era stata avanzata dal Circolo Miani, dal Coordinamento dei Comitati di Quartiere, ed inserita nel programma di maggioranza, che aveva espresso la rappresentante dei Comitati, eletta con oltre 840 e passa voti, alla Circoscrizione nella Lista “La Tua Trieste”. Anzi questa iniziativa era uno dei tre punti vincolanti del programma concordato che aveva spinto la rappresentante de “La Tua Trieste-Comitati di Quartiere” a dare il suo voto, determinante, alla elezione dell’attuale Presidente della Circoscrizione. Ma quella Assemblea non era la farsa a cui tristemente abbiamo assistito ieri. E la cronaca di questo flop voluto e cercato dai partiti politici, senza distinzione alcuna, sta tutta nella Interrogazione fatta all’assessore Edera, ancora senza risposta e pubblicata nell’articolo “Una Provocazione” che trovate qui sotto nella rubrica Notizie sul sito.

Sta in un assessore, indicato dall’Italia dei Valori locale, una sbiadita ed irriconoscibile copia di quel partito che esprime Di Pietro e De Magistris, visto che qui nel Comune che concorrono a governare (?) chiedere il rispetto della legalità diventa un fastidioso optional, come nel caso della mancata adozione da parte del Comune di quel Piano d’Azione Comunale, con la “C” e non la R sul Decreto Legge, contro l’inquinamento industriale, pur reso obbligatorio da una legge dello Stato entro e non oltre il 2005!  Una delle cose che appunto “ripete” Maurizio Fogar.

Sta nella ridicola risposta data alla Circoscrizione che la premessa fondante per la partecipazione dei cittadini, la lettera da inviare a tutti i nuclei famigliari risiedenti nel territorio amministrato dalla Settima Circoscrizione, veniva respinta “perché costava troppo”, alcune migliaia di euro per l’affrancatura, e che poi “magari anche le altre Circoscrizioni a loro volta ce lo avrebbero chiesto e la spesa non era sostenibile”: Emiliano Edera (IDV).

Se un assessorato, con una delega così significativa per chi della partecipazione dei cittadini alle scelte della comunità ha fatto il proprio slogan elettorale, non ha qualche decina di migliaia di euro all’anno nel suo bilancio, orbene allora meglio abrogarlo e così risparmiare ancora più quattrini.

Sta nella risibile opposizione mossa, o per meglio dire lievemente accennata, da parte di una Circoscrizione che ha scelto di rifiutare quella opportunità di fondare un nuovo rapporto tra istituzioni e cittadini, rifondare una politica espressione del territorio, che Circolo Miani e Comitati di Quartiere attraverso la consigliera de La Tua Trieste le proponevano, per ridursi ad una brutta copia in sedicesimi di quel teatrino della politica che ha portato al maggioritario distacco della gente da questa casta partitica - a Trieste alle ultime amministrative non ha votato più del 50% degli elettori – e che ha prodotto quel disastro che è sotto gli occhi di tutti, meno ovviamente dei politici, di professione, od aspiranti tali.

Anzi di più, la Circoscrizione abdicando al suo ruolo politico prima che istituzionale, da alcune settimane a questa parte ha lavorato, dedicando ben due sedute all’argomento e sfornando un “regolamento per l’assemblea pubblica”, come neanche ai tempi del Miniculpop di Benito, per rompere l’accordo con chi aveva ideato la proposta, e per espropriare i cittadini dell’iniziativa, emarginando i promotori, accettando il veto assessorile sull’invito, e dando di fatto la gestione dell’iniziativa del Palasport ai partiti.

Come sia finita lo si è visto e fotografato. Potremmo qui dire che era scontato: oggi tutto quello che i partiti toccano non diventa oro ma come un Re Mida al contrario, si trasforma in materia organica nemmeno buona per il concime.

No non siamo felici per nulla di questa loro disfatta fallimentare. Sappiamo che i responsabili non la capiranno, né ne trarranno le ovvie conseguenze. Chi continuerà a parlare di tombini e marciapiedi, seguendo rigorosi ordini di scuderia su ogni cosa salga di una spanna dal parere consultivo sulla pitturazione di un passaggio pedonale. Chi gongolerà per aver fatto fallire una cosa che poteva essere pericolosa per il loro sistema di sottopotere locale. Chi continuerà a ripetere, lui sì fino all’oramai evidente paranoia politica e non, che con Maurizio Fogar  “non si può parlare perché ripete sempre le stesse cose”, ma soprattutto perché il PAC sull’inquinamento industriale è meglio non averlo perché qualcuno allora potrebbe chieder conto del perché il Sindaco non rispetti la legge come altri suoi colleghi ed avendo lo strumento per farlo, ad esempio, non ordini la sospensione temporanea della produzione in Ferriera (atto che badate non mette a rischio i posti di lavoro, messi invece a repentaglio dal quasi fallimento della proprietà), o all’Italcementi.

No, noi che come Circolo Miani in quel Palasport di Chiarbola avevamo promosso tre precedenti assemblee, l’ultima con quasi 900 partecipanti e alle altre c’erano state 500 e 400 persone, siamo tristi perché i partiti con i loro codazzi di sparuti fan locali, hanno impedito ai cittadini di parlare, non solo di Ferriera, ma dell’Italcementi, del vecchio e nuovo Inceneritore, delle vasche a cielo aperto del Depuratore fognario cittadino, dei 50.000 metri quadrati di Eternit che circondano i nostri quartieri, del traffico insopportabile di mezzi pesanti e non, di una scuola con 850 bambini inserita nel cuore di queste schifezze, di un ipermercato che ha massacrato la vita di Chiarbola, delle condizioni di vita disumane in cui sono state sbattute migliaia di persone in complessi da abbattere ieri quali i “Puffi” di via Grego, o il “serpentone” di Valmaura. Dell’isolamento e dell’abbandono in cui si trovano zone quali Altura, Monte San Pantaleone dopo oltre un ventennio di pessime amministrazioni comunali.

Ecco tutto questo è stato precluso da un colpo di mano, l’ennesimo, dei partiti tutti, nessuno escluso.

Ecco perché anche se i fatti ci hanno dato clamorosamente ragione siamo tristi per una occasione importante volutamente sprecata. Per la gente presa in giro ancora una volta, per il regalo fatto alla politica degli interessi inconfessabili, o peggio ancora alla monaggine di parte.

Andandosene le cinquanta persone che si sono rifiutate di partecipare a questa farsa in un Palasport desolantemente vuoto e grigio che ospitava “La parola ai (sette) cittadini” hanno srotolato uno striscione: “E’ dal 1998 che i cittadini parlano, ad una politica sorda, incapace o peggio…”.

 

 

 

 

 

 




Lunedì alle ore 18, al Circolo Miani, Assemblea. Ferriera e dintorni. Nulla di nuovo sotto il cielo sporco.

» Inviato da valmaura il 10 December, 2011 alle 1:02 pm

Siamo alle solite. Ieri per il Gazzettino Rai si è sentito il solito comunicato sfornato oramai in fotocopia da anni dal Comune di Trieste, sono cambiate solo le firme: prima Dipiazza e Bucci, ora Cosolini e Laureni, che il testo è uguale.

Se la Ferriera continuerà a sforare i limiti di legge, studieremo le misure da prendere”.

In verità almeno nei primi cinque anni del suo mandato di Sindaco (2001-2006), Roberto Dipiazza era stato più, diciamo, “istintivo” con uscite ripetute sul piccolo giornale et similia del tipo “se sfora ancora quel cancro lo chiudo domani”. Come sia andata lo hanno poi visto tutti negli anni.

Quel “cancro” come crudemente lo definiva Dipiazza ha continuato ha sfornare inquinanti cancerogeni ben al di sopra del limiti consentiti dalla legge a tutela della salute, e politici ed amministratori di ogni colore e grado si sono girati dall’altra parte continuando saltuariamente a recitare la parte in commedia di loro competenza.

Il Circolo Miani ed il Coordinamento dei Comitati di Quartiere (da San Sabba a San Vito-Campi Elisi, passando per Chiarbola, Servola Respira, Valmaura e Monte San Pantaleone) dal 1998, grazie pure alla collaborazione e partecipazione di tecnici del settore, magistrati e soprattutto medici, del Centro Tumori di Trieste e del Burlo, hanno raccolto i dati ufficiali e non dei livelli di inquinamento, delle patologie correlate, e hanno continuato a trasmetterli alle autorità competenti (ASS-ARPA-Regione-Provincia-Comune-Procura) con risultati pressoché vicini allo zero.

E d’altronde non poteva che essere così, gran parte di questi che avevano il compito di effettuare i controlli a tutela della salute e dell’ambiente in realtà sono stati in questi anni i migliori alleati di questa proprietà russo-bresciana.

Abbiamo perciò capito da tempo che perseguire questa strada non portava da nessuna parte, come i fatti hanno ampiamente dimostrato, ed allora abbiamo deciso che una premessa decisiva per la soluzione del problema stava nel prosciugare questa palude di omertà e complicità che garantiva gli interessi di pochi affaristi contro il bene della comunità.

Oggi questa scelta appare vieppiù l’unica strada percorribile se si vuole veramente cambiare questo inverecondo stato di cose, e ci dispiace rilevarlo non c’è stata, né c’è oggi alcuna differenza di comportamento tra i governi di centrodestra e centrosinistra a livello locale.

Il fallimento di questa politica è sotto gli occhi di tutte le persone libere ed oneste, e non serve del sottopotere o legate ad interessi ed amicizie personali utili solo ad offrire ulteriori alibi agli sciagurati protagonisti di questa politica degli affari o, nella migliore delle ipotesi, dell’incapacità più totale.

Un esempio per tutti sta nei 27 tavoli messi su da Regione-Provincia-Comune a partire dal 2001 che dovevano rispondere alla richiesta fatta dalla proprietà della Ferriera di una sua chiusura nell’anno 2009 e servivano dunque a trovare una soluzione sul che fare dell’area così dismessa e dove ricollocare i lavoratori. Orbene in dieci anni che sono dieci dai 27 tavoli non è stato partorito un progetto che sia uno!

Quando il Comune parla di “studiare” le misure da prendere e però si rifiuta oggi come ieri di adottare quello che la legge dal 2005 impone a tutti gli enti locali, cioè il Piano d’Azione Comunale contro l’inquinamento industriale, come invece ha fatto per quelli contro il traffico ed il riscaldamento, orbene in questo appare chiarissima la vacuità di quelle parole. Possono “studiare” quanto vogliono ma senza il PAC apposito non hanno, attenzione per loro precisa volontà, lo strumento legale per intervenire concretamente e non chiacchierare inutilmente.

Per cambiare lunedì 12 dicembre, alle ore 18, al Circolo Miani, in via Valmaura 77 a Trieste, assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini.

Che oggi le chiacchiere stanno a zero.




Rifiuti: Ferriera, depositati a loro insaputa.

» Inviato da valmaura il 8 December, 2011 alle 12:03 pm

Proseguendo nella migliore tradizione italiota, inaugurata da quel ministro, poi costretto alle dimissioni (Scaiola del PDL) che si era visto comperare i due terzi della prestigiosa abitazione con vista Colosseo “a sua insaputa” da un imprenditore. Così anche la recentissima scoperta del parco rifiuti - scommettiamo che risulteranno altamente tossici? – rinvenuto all’interno della Ferriera dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Udine, è figlia di NN, tradotto di nessuno.

Insomma la proprietà, sempre la stessa dal 1995 (il Gruppo Lucchini ora controllato formalmente dalla russa Severstal e sostanzialmente dalle banche creditrici) dichiara di ignorare la loro esistenza e tanto più la loro provenienza.

Silenzio assoluto anche da parte di chi lavora in quello stabilimento, e per primo risente del danno alla salute di questo e tantissimo altro. Dei sindacati, che come ricordava con un intervento di rara comicità, nell’ultima burrascosa riunione della Giunta itinerante tenutasi alla scuola Caprin di Valmaura, un rappresentante di UGL-Forza Nuova, dopo essersi esibito in sperticati complimenti all’attuale amministrazione comunale di sinistra-centro-sinistra, per altro ricambiati dagli interessati assessori presenti, “vigilavano costantemente nei vari reparti della fabbrica, girando continuamente a controllare”.

E come no! Infatti hanno interrato abusivamente il Vallone di Muggia estendendo il perimetro della fabbrica per un’area pari a otto campi di calcio, e questi non se ne sono accorti. Lo avrebbero fatto, secondo l’accusa che ha portato agli arresti ed in carcere, sempre su indagine dei NOE di Udine, i dirigenti della Ferriera, smaltendo-interrando una inezia pari a 370.000 (si avete letto bene: trecentosettantamila) tonnellate di rifiuti speciali e tossici, costruendo addirittura una collina artificiale, con un continuo viavai di camion e caterpillar ed ovviamente nessuno dei “vigilantes”, ufficiali e non, se ne era accorto. Infatti i rifiuti si autoscaricavano, come il mare si autorestringeva tale e quale il biblico Mar Rosso.

Pensate un po’ a loro insaputa qualcuno insomma nell’anno 2003-2004 è entrato nello stabilimento, sacchi in spalla, e magari con qualche vecchio elettrodomestico fuori uso tanto per approfittare dell’occasione, avrebbe scavato delle buche di colmata, dette casse, le avrebbe riempite di rifiuti a tonnellate, eppoi per sovrappiù trovando casualmente a disposizione del cemento e del bitume, avrebbe pure, e ci mancherebbe, coperto il tutto per puro hobby. Magari e perché no, siamo pur sempre asburgici, come recitava quella macchietta di ex ministro all’Ambiente, piantandoci sopra qualche aiuola, giusto per ingentilire il tutto. Ovviamente senza che nessuno, a partire da proprietà e sindacati ne fossero nemmeno lontanamente a conoscenza, o fossero sfiorati dal ben che minimo dubbio alla vista di queste colmate di cemento e asfaltature spontanee, autoriproducentisi per impollinazione da ammoniaca.

Ma nessun sospetto è venuto nemmeno ai nostri controllori locali, a partire dall’ASS e dall’ARPA, a quel Gubertini della Regione, o a quei tecnici magari oggi assessori che recentemente hanno affermato, sempre alla scuola Caprin, di “conoscere la Ferriera meglio di voi tutti”, suscitando lazzi e sberleffi tra i vecchi lavoratori presenti in sala, segni evidentemente assai premonitori visto l’ennesimo episodio di ieri.

E questa sarebbe la credibilità di una proprietà alla quale il Comune di Trieste, la Provincia e la Regione, con ASS e ARPA quali corifei, vorrebbero prolungare l’AIA fino al 2017 però con nuove e soprattutto “rigorose” prescrizioni.

E non ci ripetano di “portare pazienza” che “siamo appena arrivati in Comune” che non è vero. Intanto l’appena sta per sette mesi, poi questi stessi signori hanno (s)governato negli ultimi sedici anni Comune, Provincia e Regione. I nomi, come i partiti, sono sempre gli stessi (Illy-Tondo-Illy-Tondo-Cosolini-Poropat-Dipiazza-Cosolini).

In altri e più normali paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti, da tempo i protagonisti di tali nefandezze se non starebbero a guardare il cielo a scacchi, cosa che non ci piace augurare a nessuno, sarebbero per strada a mendicare con le pezze al culo. Il loro nome sarebbe reietto e maledetto dalla stampa e dalla pubblica opinione. Ma qui siamo a Trieste, ragazzi, e con gli organi d’informazione che ci ritroviamo questi possono continuare a dormire sonni tranquillissimi, magari con un vago odore di ammoniaca nelle narici.

PS: In questo clima di omertà nella mitteleuropea Trieste da fare invidia a Corleone e Partitico, o di sorpreso stupore natalizio, tutto questo stava già scritto e descritto, parliamo dell’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere con meticoloso elenco delle tossicità presenti, in almeno otto verbali delle Conferenze nazionali decisorie del Ministero dell’Ambiente a partire dall’anno 2002. Verbali inviati a tutti qui a Trieste ed in Regione, e come appare acclarato, da tutti non letti.





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