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'L'Eco della Serva'
Fatti e misfatti della settimana

Laminatoio a caldo e “giornalismo” a freddo.
Le sorprese della censura talvolta sono anche divertenti. ..
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Notizie Flash

Trieste Verde. A cosa diciamo no!
Dicemmo no alla progettata Centrale a Carbone nel Vallone di Muggia, battaglia vinta..
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*Circolo Miani
*Ferriera: le analisi della procura
*Questionario medico Ferriera

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Circolo Miani » News Correnti » Page 363

“Lo nero periglio che vien da lu mare”.

» Inviato da valmaura il 21 May, 2015 alle 1:41 pm

Brancaleone da Norcia, alias Vittorio Gassman nel film di Mario Monicelli.

Per la precisione si trattava del mare di Aurocastro.

Certo “gridare” in locandina “La Ferriera rinasce dal mare” come fa il maranza sul piccolo giornale di oggi, dando la notizia datata di alcuni giorni, dell’attracco alla banchina della nave arrivata da Boston con i pezzi del laminatoio, appare alquanto retorico ed inappropriato. Ma cosa non si fa per tanto autorevole amico. Certo magari riesumare la famosa Fenice che risorge dalle sue ceneri, ci starebbe meglio, ma chissà la parola “ceneri” potrebbe non essere gradita in quel di Cremona.

Da rilevare che il tapino è ritornato a parlare di investimento da “187 milioni” mentre pochi giorni fa aveva scritto 172 decurtando di 15 milioncini quanto da lui stesso descritto in gennaio.

Poche idee ma ben confuse soprattutto sui numeri e non solo. Capiamo che è mestiere improbo reclamizzare la ditta quando questa cambia pubblicità al prodotto ad ogni uscita pubblica.

Solo sulla chiusura della produzione a caldo: Rosato al Circolo della Stampa in ottobre 2014 ed Alessandra Barocci in consiglio comunale nel marzo scorso, da un lato e nientepopodimeno che Giovanni Arvedi, in gennaio con la Serracchiani in Regione e a marzo sul piccolo giornale, dall’altro (la cokeria è strategica e nevralgica).

Duro fare i megafoni di chi cambia versione ad ogni uscita ed infatti oggi scrivendo sui numeri dei dipendenti l’articolo del maranza è tutto un fiorire di se.

Interessante poi capire con quale acciaio si fornirà il costruendo laminatoio visto che lo stabilimento di Cremona ha comunicato formalmente ai comuni da cui dipende territorialmente la rinuncia al progetto di raddoppio della locale acciaieria che, sono parole dello striminzito piano industriale presentato da Siderurgica Triestina (capitale sociale di 50.000 euro!), avrebbe dovuto “saturare” la materia prima necessaria per Trieste.

Intanto invece di far slittare a miglior vita la data del famoso “open day” della Ferriera, risparmiando magari l’ennesima figuraccia alla sempre disponibile Debora Serracchiani, che già fatica a salvare la faccia sulla vicenda Alcatel, potrebbero lor signori comunicarci, come la legge italiana, non quella del ghibellino ed imperiale comune di Cremona, alleato fedele di Federico Barbarossa, impone, quanto hanno pagato allo Stato per l’acquisto dello stabilimento di Trieste dalle mani del commissario governativo.

E potrebbero spiegare ai comuni mortali come a quasi nove mesi dal loro ingresso in Ferriera gran parte dei famosi e fumosi lavori di riatto degli impianti sono ancora da fare, ma l’Altoforno, la macchina colare e l’impianto di agglomerazione li hanno comunque rimessi in funzione.

Forse dalle loro parti usano infilare prima le scarpe e dopo le calze? Ecco due misteri che il maranza potrebbe rivelare, se solo lo volesse e potesse.

Così come potrebbe informare i triestini, a partire dai nostri amministratori che alla riunione dei Capigruppo quando Fogar ha consegnato loro i bilanci, per altro pubblici, del Gruppo Arvedi, hanno fatto una faccia che era tutto un programma, quali siano le reali condizioni economiche dei cremonesi, come descritto per altro dai verbali della Commissione Industria del Senato (fortemente indebitati). Così giusto per gradire, in rispetto “di quella etica e professionalità del giornalismo” di cui tanto ci riempiono gli zebedei ad ogni loro venalissima questione contrattuale.




Perché la Regione tace?

» Inviato da valmaura il 19 May, 2015 alle 2:05 pm

E’ stata pubblicata la relazione istruttoria della BEI, Banca di Investimenti Europei sul finanziamento al Gruppo Arvedi.

Emerge che, sia per Servola che per Cremona, le somme saranno erogate solo dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni (VIA ed AIA). "Disbursement of the funds related to the pickling line in Trieste can only take place after having received a copy of the NTS of the application for the new AIA for the Trieste site." 

Ricordiamo che il Gruppo Arvedi, indebitato per una somma pari a 1 miliardo e 178 milioni (dati bilancio 2013), aveva presentato una richiesta di finanziamento per 180 milioni di euro alla Banca di Investimenti Europei, sulla base del progetto che porta il nome del Presidente della Commissione Europea, il lussemburghese Juncker, e che ha ottenuto la disponibilità di poco più di metà della cifra richiesta (100 milioni, erogabili da Mediocredito-Poste Italiane).

Qui di seguito potete leggere, in inglese nel testo, appunto l’istruttoria.

Emerge con chiarezza che senza il rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il costruendo laminatoio e soprattutto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la Ferriera  da parte della Regione Friuli Venezia Giulia (Conferenza dei Servizi composta da Regione, Provincia, Comune, Arpa e Azienda Sanitaria Triestina) non ci sarà alcuna erogazione del fido da parte della BEI, così come risulta che il rilascio di tali certificazioni venga dato per scontato dal richiedente (Arvedi).

Abbiamo inviato copia di tale istruttoria alla Procura di Trieste per le eventuali indagini di sua competenza e ci chiediamo come il richiedente il fido europeo sia così sicuro di ricevere le autorizzazioni certificative dalla Regione FVG visto che l’iter della Conferenza dei Servizi è appena iniziato. E iniziato male: come ha fatto notare un giornalista, con la secretazione dei lavori della Conferenza. Atto assolutamente inspiegabile ed in contrasto con il ruolo tutto pubblico dei suoi componenti e dei lavori della stessa. Inspiegabile a meno che …  andremo in parrocchia a fare una lunga confessione del nostro peccato …

P.S: E siamo ancora in attesa da parte della Direzione regionale all’Ambiente di una smentita pubblica alle dichiarazioni di Arvedi sulla “illegalità” della collocazione della stazione mobile di rilevamento in via San Lorenzo in Selva, apparse sulla stampa questa domenica, e soprattutto a difesa delle dichiarazioni rese in Consiglio comunale di Trieste dall’ing. Stelio Vatta, allora direttore Arpa di Trieste, oggi funzionario dell’Assessorato che, legge alla mano, confutava analoghe affermazioni errate da parte della Lucchini.

 

 Luxembourg, 21.04.2015

Environmental and Social Data Sheet

Overview

Project Name: Arvedi Modernisation Programme

Project Number: 2014 0677

Country: Italy

Project Description: The promoter’s modernisation programme with investments (a) addressing energy efficiency and emission improvement measures and (b) responding to market requirements with further downstream value adding processes. The project sites are located in Cremona and Trieste, both in Northern Italy.

EIA required: yes, for parts of the project

The EIA for the Cremona component of the project is currently under preparation as are the EIA for the pickling line and the AIA application for Trieste.

Project included in Carbon Footprint Exercise1: yes

1 Only projects that meet the scope of the Pilot Exercise, as defined in the EIB draft Carbon Footprint Methodologies, are included, provided estimated emissions exceed the methodology thresholds: above 100,000 tons CO2e/year absolute (gross) or 20,000 tons CO2e/year relative (net) – both increases and savings.

(details for projects included are provided in section: “EIB Carbon Footprint Exercise”)

Summary of Environmental and Social Assessment, including key issues and overall conclusion and recommendation

The promoter company Acciaieria Arvedi is well managed with regard to HSE issues. It has policies, procedures and plans in place ensuring continued improvements. Apart from the newly acquired plants in Trieste, all its metallurgical facilities are externally certified under ISO 9001, 14001 and OHSAS 18001. All technical components of this current modernisation programme are conforming to BAT standards.

Environmental procedures and permits:

a. Cremona: The plant site and current activities are covered by a valid environmental authorisation (AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale) based on IED Directive 2010/75/EU. The replacement of the EAF (electric arc furnace) falls under annex II of Directive 2011/92/EU. Before the Competent Authority opined upon the requirement of having a respective EIA established, the company decided to produce an EIA on a voluntary basis, together the required application for a new AIA. Once established and accepted, this would lead to a renewal of the AIA valid for 10 years.

 

The Cremona works do not fall under Directive 96/82/EC (Seveso). It is not yet known whether this will change under Italian law based on Directive 2012/18/EU (Seveso III), currently under preparation.

b. Trieste: The installation of a cold rolling mill does not fall under annex II of Directive 2011/92/EU, however the surface treatment installation for the subsequent pickling of the steel bands does. A respective EIA is currently under preparation and is expected to be presented to the competent authority in September 2015. The NTS however will be ready much earlier and constitutes part of the NTS of the AIA application.

 

The existing AIA (based on IED Directive 2010/75/EU) for the site and activities requires renewal and modification. In total, six action points have been proposed to improve the environmental situation of the site. These are the following:

1. Improvement of the dust capture from the raw material bins;

2. Improvement of the dust capture from the coking plant;

3. Sealing of general yards and raw materials storage areas;

Luxembourg, 21.04.2015

4. Collection of rain water from the yards with a separation of first-5-minutes storm water with respective treatment;

5. Separate storage area for scrap considered as waste according to EU rules;

6. Approval of the cold rolling mill including annealing furnace and pickling line. This point will be treated under the respective EIA mentioned above.

 

Installation of these measures would be a condition to granting a new AIA valid for 10 years.

The Trieste steelworks fall under Directive 96/82/EC (Seveso) due to the storage on site of inflammable carbon monoxide and hydrogen. They are compliant with this directive. However, verification is currently ongoing if and what changes need to be implemented in view of the forthcoming Italian law based on Directive 2012/18/EU (Seveso III) coming into force in June 2015.

With regard to the outstanding EIAs and AIA application, the following disbursement conditions will be integrated in the Finance Contract:

Disbursements of the funds related to the EAF in Cremona can only take place after having received a copy of the NTS of the EIA for this component.

Disbursement of the funds related to the pickling line in Trieste can only take place after having received a copy of the NTS of the application for the new AIA for the Trieste site.

 

In conclusion, the overall project will not result in significant additional negative environmental and social impacts compared to the current situation. The project is therefore considered acceptable for Bank financing.

Environmental and Social Assessment

Environmental Impacts

In detail, the environmental and social impacts and consequences of the project and its components are expected to be as follows:

New EAF for steel smelting at the Cremona site:

o Reduced specific electrical energy requirements due to pre-heating of furnace charge

o Reduced specific natural gas requirements due to changed tapping arrangements

o Reduced dust generation in the off gas system due to preheating charge acting as an additional filter

o Reduced CO2 footprint as a consequence of lower energy consumption

o Reduced VOC, dioxin and furan development due to post-combustion burning of off-gases with subsequent quenching

o Elimination of CO explosion risk due to post-combustion burning of off-gases

o Reduced noise due to complete encasing of the off-gas streams

o Reduced furnace movements due to new tilting technology resulting in less danger from tilting furnace

o Reduction of crane movements resulting in less danger from moving loads

o Longer term safeguarding of employment by the company due to its enhanced competitiveness

New cold rolling mill at Trieste:

o Increased direct and indirect employment

o Indirectly: production of higher steel qualities required for improved energy efficient equipment, machinery and automotive parts.

Rain water collection and treatment in Trieste:

o Retention of rain water from flushing industrial dust into the sea or in the underground

o Treatment of rainwater by settling and subsequent reuse on the premises in order to create a closed loop.

 

IB Carbon Footprint Exercise

The annual CO2 emissions of the project have been assessed separately for the EAF component in Cremona and the cold rolling mill component in Trieste.

Cremona: The CO2 emissions in a future standard year (2019) of operation are estimated at 177 kt CO2/a, which constitute the project’s absolute emissions. This figure assumes full production of the EAF and takes into account direct and indirect emissions resulting from the use of energy.

The baseline emissions are based on the current production and known consumption figures of the current EAF. In addition, the baseline figure comprises the energy currently required to produce steam used in the downstream pickling line and elsewhere, which in future will be co-produced by the EAF off-gas heat exchangers. This leads to a baseline emission figure of 235 kt CO2/a and relative emissions of minus 58 kt CO2/a, representing a net emission reduction of some 25 %.

Trieste: It is assumed that the energy use and hence absolute CO2 emissions for the cold rolling mill in Trieste are of a similar amount than those of an equivalent plant which would have to be built elsewhere in Europe (baseline) in order to serve the growing market of the products produced in this plant (predominantly ultrathin electric steel and high strength automotive steel). Relative emissions of this component would therefore be zero.

For the annual accounting purposes of the EIB Carbon Footprint, the project emissions will be prorated according to the EIB lending amount signed in that year, as a proportion of project cost.

Social Assessment, where applicable

Employment: Overall, the project is expected to contribute to ensure the sustainability of the company’s plants and installations and thus contributing to the preservation of the overall employment.

The replacement of the EAF in Cremona is not expected to lead to any change in employment. However, the implementation of the cold rolling mill in Trieste will lead to a net increase of employment to the order of 250 FTE.

Public Consultation and Stakeholder Engagement, where required

Public consultation on EIAs and AIAs is a well-developed and followed procedure in Italy and is systematically carried out for the approval by the respective competent authority where so required. Public consultations for the project have not been finalised yet.

Other Environmental and Social Aspects

The company is well managed with regard to environmental and social issues:

It currently complies with all environmental protection regulations and standards provided by national and EU law. Arvedi holds the required AIAs for all the industrial activities on site – which incorporates the requirements of the Seveso Directive 96/82/EC and the provisions introduced by the IED 2010/75/EU ensuring the application of BAT.

Forthcoming operational changes due to new investment both in Cremona and Trieste are duly addressed by respective EIAs and new AIA applications. Preparation to comply with Directive 2012/18/EC (Seveso III) is well under way.

It has an ISO 14001 certified Environmental Management System, ISO 9001 Quality Management System and OHSAS 18001 Occupational Safety Management System in place for its sites with the exception of the only recently acquired Trieste site, the certification of which is under preparation.

 

Luxembourg, 21.04.2015




ULTIMISSIME !!! L’Isis a Trieste. Diecimila firme lanciate contro un turista di Cremona, tale Arvedi.

» Inviato da valmaura il 16 May, 2015 alle 12:39 pm

Non è bello né signorile sparare sulla Crocerossa, ma ogni volta che Razeto parla, il primo impiegato della Wartsila perde sempre l’occasione per stare zitto.

Questa volta si esibisce nel suo solito repertorio di dichiarazioni, è un replicante incallito, al convegno del PD sull’economia. Strano che non abbia citato il suo cavallo di battaglia, o forse lo ha fatto e il Salvini del piccolo giornale per pura “pietas” non lo ha riportato, quel “fare sistema” che qui ha oramai da anni assunto il sapore di un invito a giocare un sistema appunto sulla schedina.

Il presidente di Confindustria (negli ultimi venti anni l’unico industriale che ha presieduto l’Associazione è stata Anna Illy, gli altri erano tutti o alti funzionari di aziende non di loro proprietà o cointeressenza come Azzarita, Antonini ed appunto l’attuale Razeto, o spedizionieri o titolari di imprese di pulizia: come ci ricordava sempre Carlo Levi Melzi, quello si Presidente degli industriali del Friuli Venezia Giulia) ha detto che gli imprenditori vanno aiutati.”

E si capisce visto che nell’ultima dichiarazione dei redditi le statistiche assegnano agli imprenditori-industriali un reddito medio annuo di 17.000 euro, dunque meno, e non di poco, dei loro dipendenti!

Che ricconi, e sfacciati, questi operai e questi pensionati. Tassiamoli subito e corriamo ad offrire l’aiuto tangibile di un caffè e cornetto al dì ad ogni industriale che così almeno rendiamo loro meno dura la vita sotto i ponti.

Che in Italia l’evasione fiscale al pari della corruzione sia a livelli da record mondiale la colpa non è mai, e ribadiamo mai, degli imprenditori, industriali, finanzieri e liberi professionisti. No la responsabilità è del bar latteria di Roiano che dimentica di battere qualche scontrino. O del pensionato da 600 euro al mese che cerca di sfangare i dieci euro del ticket sanitario. E che diamine!

E non pago prosegue il nostro Razeto: “Per esempio bisognerebbe smetterla con determinate esasperazioni critiche di natura ambientale nei confronti di Arvedi.”

Ci sovviene ora la più dura di queste esternazioni talebanambientaliste. Una pagina intera del piccolo giornale dedicata ad una intervistona, con fotona annessa, all’amministratore di una fabbrica di Domio, una volta si chiamava Grandi Motori. Egli definiva un rischio inaccettabile la sola idea di collocare UN (ricordatevi queste maiuscole) rigassificatore nel Golfo di Trieste e dichiarava, senza se e senza ma, incompatibile la presenza della Ferriera in città. Più chiaro di così l’allora giovin Razeto non poteva essere.

Stessa giornalista, stessa paginona e stessa fotona (per risparmiare al piccolo giornale hanno riciclato la precedente) per l’intervistona di rito al neoeletto presidente della Confindustria triestina.

Il suo proclama consisteva, oltre al solito “fare sistema”, nella necessità di collocare non uno ma ben DUE rigassificatori nel nostro Golfo, e nella “strategicità” per l’economia giuliana della produzione della Ferriera, che andava anzi implementata. E già allora criticava le “esasperazioni ambientalistiche” dei triestini che si ostinavano a non voler ammalarsi e crepare in silenzio, grati allora al russo Mordashov padrone della Lucchini, sempre con Rosato ai vertici, giusto per rimembrare.

Dunque plaudiamo alla ferrea coerenza di Razeto ed alla “professionalità” della stampa locale dalla memoria cortissima.

Dopo 10 anni di immobilismo – ha osservato il sindaco - abbiamo un grande imprenditore a Servola, che sta investendo notevoli risorse finanziarie, diamogli tempo”.

Ecco vorremmo tanto che chi amministra la nostra città fosse un tantino meno sbadato e si leggesse ad esempio l’ultimo bilancio consultabile a tutti dell’Arvedi Group, quello inerente all’anno 2013, e forse ci penserebbe un tanticchia di più ad usare aggettivi quali “grande” e dare per scontati i notevoli investimenti. Che ad oggi, e sono passati nove mesi nove, non si conosce ancora neppure il prezzo incassato dal Commissario governativo Nardi, si proprio quello condannato in questi mesi a otto anni e sei mesi di carcere, in primo grado, oltre ad un risarcimento da accapponare la pelle, dal Tribunale di Taranto per quando dirigeva l’Ilva, da Arvedi per l’acquisto della Ferriera di Trieste.

Come inizio e trasparenza sulle “notevoli risorse finanziarie investite” non c’è male …




Non ci resta che ridere …

» Inviato da valmaura il 9 May, 2015 alle 1:18 pm

Già i seguaci del barone dott. Masoch non conoscono proprio limiti.

Da giorni il piccolo giornale ha steso un impudico velo di silenzio, cosa per altro che a quelli di via Guido Reni riesce sempre benissimo, attorno alla questione Ferriera. “Bucando” pure la notizia della prima riunione, tenutasi mercoledì scorso in Regione, della Conferenza dei Servizi per decidere se dare o meno l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla proprietà dello stabilimento di Trieste.

Fedeli all’assioma molto “british” che le brutte notizie, per Arvedi, ed amici, si intende, è meglio non darle, da giorni neanche mezza righetta: non è che al maranza, così impersonatosi nel ruolo di cavalier servente, è venuto un coccolone? Ne saremmo sinceramente dispiaciuti, dove infatti se ne trova un altro come lui.

Ma bando alle ilarità (il piccolo giornale ne rientra a pieno titolo) e affrontiamo le cose serie.

Questo pomeriggio al Circolo Miani - si anche il sesto tentativo di esecuzione dello sfratto da parte dell’Ater, con gran scoramento di certi grandi e piccini, è stato vanificato, stavolta da una esemplare sentenza-ordinanza del Tribunale civile, ma dubitiamo fortemente che i tanti legali presenti all’Ater, a partire dal presidente di se stesso, Leo, un predestinato visto il nome, ne abbiano colto appieno il significato - si dicevamo alle 15 si terrà una conferenza stampa-incontro.

Incontro con i volontari che si meritano tutto il bene augurabile e che hanno con la loro tenacia reso possibile il magnifico risultato di raccogliere a tempo di record, difficile da battere anche in futuro, 10.245 sottoscrizioni di concittadini in calce alla petizione che chiede l’immediata chiusura della Cokeria, il fermo dell’Altoforno con annessi macchina colare e impianto di agglomerazione, il vincolo di destinazione dei contributi pubblici al mantenimento dei livelli occupazionali, da un lato, e l’appello di Claudio Magris, Gherardo Colombo, Adriano Sofri, a salvezza e sostegno del Circolo Miani, dall’altra.

Nella conferenza stampa tireremo anche il bilancio delle decine e decine di manifestazioni fatte in città, in centro, nei quartieri, fuori da scuole e supermercati, con le gigantografie (una ventina), distribuendo quasi quarantamila volantini e parlando con migliaia e migliaia di persone.

Ma tutto questo per la stampa locale, per la politica e per le amministrazioni non conta.

Il Circolo Miani per loro non esiste è basta. Non ne hanno mai parlato prima ed ora per favore tacciano e non provino a rivendicare il merito di nemmeno una di quelle 10.245 firme, eccetto la loro, se per sbaglio uno o due ha firmato. In quanto alla Regione, continui pure a finanziare gli amici degli amici, tra cui spiccano quelli dell’assessore competente e forse non.

Annunceremo anche l’incontro in forma ufficiale lunedì prossimo con il Presidente del Consiglio regionale Iacop, così forse per combinazione avremo, chissà, la possibilità di vedere la sempre impegnata assessora Santoro, e saranno fissate le date per l’illustrazione in Commissione prima ed in aula poi dei testi della petizione.

Questo per la Regione. In quanto al Comune veniamo informati, su nostra richiesta, che prima o poi il piddino Ravalico, che guida la sesta commissione, quella che porta in nome anche l’Ambiente, e devo dire che non ce ne eravamo mai accorti in oltre quattro anni, che esistesse ovvero una commissione consiliare dedicata “all’Ambiente” così come un referato assessorile, ci telefonerà … Aspettiamo con ansia e mi raccomando Ravalico se la prenda comodo, tanto la questione Ferriera sarà questa volta più che mai, il merito di questo capolavoro è tutto vostro, il leitmotiv su cui si decideranno le prossime elezioni comunali, a Trieste ma anche a Muggia.

Abbiamo saputo che la Boldrini nella sua visita a Cremona è andata a rendere omaggio ai due santuari locali: l’acciaieria Arvedi e il tempio della comunità Sikh. Sikh non dea Kalì, ho capito che Emilio Salgari è scolpito nelle nostre memorie, ma la dea dalle molte mani avrà casomai un tempietto alla Fondazione Arvedi e se c’è, siamo certi che la presidente della Camera l’ha adeguatamente omaggiato, state tranquilli.

Ma visto che siamo in tema pubblichiamo qui sotto uno scritto inviatoci dai nostri amici di Cremona, quelli che per la stampa locale non hanno mai messo piede a Trieste.

Prosit: viva Masoch e po’ bon!

Montagnola di scorie cammina con me.

A Cavatigozzi il placido fluire del canale navigabile ha trovato una compagna di viaggio. No, non è una podista, bensì la montagnola di scorie d’acciaieria, ormai cresciuta in via Riglio sino a raggiungere un’altezza di diversi metri all’interno del deposito di rifiuti della società Ecosteel. L’altra montagnola, quella di via Bastida sull’altro lato del deposito, non cresce più. 

Lungo il canale navigabile il panorama è molto cambiato, da quando le industrie espandendosi, in particolare l’acciaieria Arvedi, hanno preso il posto della campagna. Una delle novità è quella nuova montagnola che si è formata in via Riglio, sulla sponda del canale che guarda verso il tubificio. Le scorie d’acciaieria gestite dalla società Ecosteel sono state ammassate vicino alla riva, separate dal marciapiedi da una rete metallica. Accanto si vede quel che resta di un corso d’acqua e di una zona di bosco. Il grigio delle scorie, arrossato in alcuni punti da qualche rifiuto metallico, si trova a contatto con il verde dell’erba e degli alberi superstiti a pochi metri dal canale. Sull’altra sponda si sente il rumore del tubificio, mentre un grande paranco solleva i rotoli d’acciaio. I camion arrivano carichi dalla fabbrica di via Acquaviva, entrano dal retro di Ecosteel e viaggiano su un percorso fatto a sua volta da scorie.

È un grande deposito: i rifiuti siderurgici verranno poi portati nelle discariche, tutte in fase di ampliamento. La montagnola fino a un anno fa era più alta in via Bastida, dove da qualche mese si è insediata una nuova azienda agroalimentare. Ora l’ammasso di scorie appare raddoppiato, prima che sia arrivata una risposta al comitato di quartiere che da tempo ha chiesto dove saranno portati quei rifiuti. Molte le novità che l’acciaieria sta preparando, dopo aver annunciato l’aumento di produzione e la collocazione di un nuovo forno. L’abuso edilizio è stato sanato e l’ampliamento di un edificio continua. Domani alle 14 poi sarà il giorno della riunione in via Acquaviva per decidere il percorso del nuovo metanodotto Snam: una conduttura di tre chilometri da Sesto attraverso campi, cascine, imprese e case private fino all’acciaieria. Sono pervenute all’amministrazione provinciale, che valuta il progetto con i Comuni di Sesto e di Cremona, varie osservazioni e richieste di chiarimenti, da parte di privati e di enti. Proseguono anche i lavori del piano di risanamento acustico delle aree nord dell’industria siderurgica, che prevedono una riunione tecnica di verifica entro giugno e la conclusione entro l’anno. Resta ancora escluso dagli interventi, malgrado le lamentele di diversi residenti, il quartiere di Cavatigozzi vicino al tubificio.




Ferriera e politica.

» Inviato da valmaura il 1 May, 2015 alle 12:02 pm

La nota firmata dal Sindaco Cosolini, e scritta da Laureni; la mozione fantasma, presentata ed approvata pare all’unanimità dal Consiglio comunale nella sua ultima seduta, firmata dai consiglieri di Forza Italia, Pdl, eccetera; la dichiarazione apparsa, lunga quanto defilata nelle pagine di cronaca “nera” del piccolo giornale di giovedì, del prof. Boscolo, abituale perito della Procura sulla Ferriera. Insomma tutto in tre giorni scarsi, cosa sta a significare?

Cominciamo da Laureni-Cosolini. Sembra l’inizio di un cambiamento apparente di rotta dalla linea fin qui seguita e propagandata a pieni polmoni dalla stampa locale, impossibile che poi la Serracchiani ne sia all’oscuro. D’accordo il nome di Arvedi non viene mai scritto e pronunciato, e sarà così anche per le dichiarazioni del Boscolo, ma quando si afferma in sostanza che nulla è cambiato o peggio rispetto al funzionamento degli impianti ed all’inquinamento emesso dalla Ferriera, anche i ciechi ci leggono il nome del nuovo, oddio non tanto che sta qui già da otto mesi, proprietario di Cremona, e nel senso letterale del termine. Se non ci credete chiedetelo ai cremonesi.

In realtà siccome la campagna elettorale è già iniziata e si vota per il Comune tra meno di un anno, questa mossa assume più il sapore di un riposizionamento, il provare a mettere le vele al vento per cercare di intercettare gli umori sempre più diffusi nell’opinione pubblica, e dunque nel sempre più  scarso elettorato triestino, che le oltre diecimila firme raccolte in pochissimo tempo dal Circolo Miani testimoniano oltre ogni dire.

In questa luce si ascrive pure il voto “unanime” sulla mozione del centrodestra, che solo alcune settimane fa avrebbe trovato la fiera opposizione del Pd e cespugli.

Ultima cosa: nella nota laureniancosoliniana si pone anche l’accento sulla mala gestione degli impianti. Anni addietro quando la Procura dava ancora segni di vita sul tema, e il Sostituto Frezza scrisse cose analoghe, scoppiò un vero putiferio ad opera dei sindacati della Triplice contro i magistrati. Oggi invece silenzio di tomba, non vola una mosca nei dintorni del lord protettore.

E veniamo alla nota Boscolo. Una premessa ci vuole. Appare francamente non credibile che l’iniziativa della sua dichiarazione non sia stata concordata prima con i magistrati inquirenti. Insomma una scampanellata, un preavviso degli umori che si fanno, lentamente quanto assai faticosamente strada in Foro Ulpiano e che forse Borgna non sarà più bastevole a contenere.

Essa investe soprattutto l’operatività, per le competenze di merito, della Direzione all’Ambiente, dove per il direttore tira aria di pensione.

Ma tale uscita del Boscolo arriva come diretta risposta alla paginona del sabato scorso dedicata dal piccolo giornale, si il solito maranza privo anche del più elementare senso del ridicolo, ai grandi progetti di Arvedi, a tutto quanto avrebbe asseritamente già fatto e speso. Insomma il perito della Procura smantella in alcune decine di righe la “novità mondiale” del progetto, giudicandolo semplicemente non fattibile oltre che assai generico nelle enunciazioni. Anche qui nello scritto pubblicato non compare mai il nome del cavaliere cremonese. Ma fa lo stesso, troppo recente e troppo tambureggiante è stata la campagna di incensamenti continui della stampa locale perché anche il più distratto dei sempre meno lettori si faccia ingannare e non colleghi nome e cognome al vero destinatario.

In quanto alle centraline di rilevamento di Trieste, e facciamo fatica a parlarne senza ridere, a parte quella testata dal Ministero dell’Ambiente, di via San Lorenzo in Selva, che non a caso è oggetto di una costante campagna di delegittimazione da parte della vecchia proprietà (Rosato) e della nuova (Rosato sempre lui), le altre sono buone per giocarci i numeri al lotto. E per ricordarci solo che è dal 2010 (primo febbraio, mozione unanime del consiglio comunale a firma Racovelli) che il Comune prima e la Regione poi (Tondo e Serracchiani) avevano (sper)giurato che da subito ne avrebbero acquisito la proprietà ed il diretto controllo.

Quasi un anno fa, ad un convegno dell’Unione Europea in cui era relatore in Puglia (vedi voce Ilva Taranto), Maurizio Fogar aveva fatto inserire nelle raccomandazioni inviate alla Commissione UE, la proposta di sottrarre, è fin troppo facile capirne le ragioni, alle Regioni ed agli Stati nazionali il sistema di monitoraggio delle emissioni inquinanti e la gestione del personale incaricato di vigilare e controllare. Affidandone i compiti ad una agenzia europea alle dirette dipendenze della Commissione, relativamente meno sensibile alle pressioni politico-affaristiche.

Anche perché in Italia oramai si legge politica ma si pensa subito ai soldi. L’ideale è posizionato, per i maschietti si intende che per le donne la borsetta basta e avanza, sulla natica destra dove sta il portafoglio.





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