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Circolo Miani » News Correnti » Page 36 Riflessioni triestine. » Inviato da valmaura il 8 July, 2020 alle 2:53 pm Nuove ricorrenze e convivenza civile. A sentire i commenti di politici ed istituzioni, che di storia capiscono come noi l’Aramaico, saranno le nuove ricorrenze a sancire la svolta epocale della convivenza in queste terre. Trieste. Ma neanche nel Belucistan. » Inviato da valmaura il 7 July, 2020 alle 10:53 am Francamente ritenevamo che dopo il Dipiazza2 ed il Cosolini1 ed ultimo avessimo visto il peggio, in quanto a mera e semplice capacità amministrativa, anche nell'ordinaria amministrazione. Ci eravamo sbagliati e di molto: questa terza Giunta Dipiazza che volge per fortuna al termine del suo mandato ha espresso il peggio del peggio. E questo vale pure per i componenti, senza distinzione di parte, del Consiglio Comunale: forse cinque o sei su 51 (giunta e consiglio) raggiungono a malapena la sufficienza. La presenza femminile in Giunta poi è stata particolarmente disastrosa, a partire dalle assessore Lodi e Polli, di una terza subentrata in corso d'opera nessuno se ne è accorto, che dopo gli svarioni e le uscite mendaci in qualunque altra parte del Mondo le avrebbero rispedite seduta stante a casa. La prima (delega ai Lavori Pubblici e Verde) è crollata sul verde pubblico e sui lavori di normale manutenzione del territorio, ed invece di nascondersi, scusarsi e cercare di rimediare ha accusato a destra e manca di attaccarla con Fake news, usando come megafoni stampa e tivù che nascondono la realtà e danno voce solo a lei. Noi da tempo abbiamo rifiutato con la signora ogni incontro per non condividere con lei nemmeno lo spazio fisico di una sala riunioni, e poi con chi nega l'evidenza non c'è spazio per alcun confronto ma solo perdita di tempo. Nella prima foto riportiamo un caso da manuale del comportamento dell'assessora. Prima fa tappezzare di avvisi del Comune che annunciano “abbattimento alberi e potature” mezza città e poi se la prende con chi si mobilita per evitare la mattanza degli alberi accusandoli di “creare allarmismo e diffondere notizie false”. Come se gli avvisi, con tanto di delibera giuntale al retro, li avesse stampati ed affissi il Circolo Miani e non il Comune di Trieste. Cose da matti, appunto ma non a Trieste e per questa sottospecie di giornalismo che qui si pratica. La seconda assessora Polli non sa letteralmente nulla delle cose che dice pubblicamente. Prima va in Settima Circoscrizione a decantare trionfante la visita fatta nel nuovo Depuratore fognario cittadino e risponde ad una domanda di una consigliera, eletta con la Lista civica No Ferriera Si Trieste, che “no, le vasche di decantazione del guano di di 205.000 triestini non saranno coperte”, poi mesi dopo “scopre” esattamente il contrario. Fa una comparsata lunghissima a “Cloroformizza Trieste” dell'emittente di famiglia per smentire il suo podestà sulla pitturazione della cancellata di Viale Miramare, per cui la Regione stanzierebbe 150.000 euro dai fondi dedicati ai lavori socialmente utili, dichiarando papale papale che si era trattato di “una furbata di Dipiazza” perchè “sapeva benissimo che la cancellata che delimita l'intero Viale dal terrapieno di Barcola al Porto vecchio non è nostra (Comune) ma dell'Autorità Portuale” e che non ci possono essere contributi regionali perchè “i fondi erogabili ai comuni sono scaduti sei mesi prima”. Neppure il tempo di rincasare che arrivano le pronte smentite del Porto e della Regione che scrivono, trattenendo a fatica le risa, che il Porto Vecchio è stato interamente, cancellata compresa, consegnato al Comune sei mesi prima con fastosa cerimonia di passaggio proprietà tra D'Agostino e Dipiazza. E la Regione ci mette il carico da novanta, rimproverando all'assessora a Città, Territorio, Urbanistica ed Ambiente, di ignorare che il contributo regionale è scaduto sì, ma per i comuni sotto i trentamila abitanti, per quelli sopra (Trieste ne conta 204.000 di residenti) non c'è limite di termine alcuno e dunque sono erogabili. Se poi aggiungiamo che è di sua competenza la vendita incauta (prima andava fatta una apposita variante al Piano Regolatore del Comune) della Fiera, che ha regalato a Trieste l'ennesima figura di cacca agli occhi degli investitori austriaci oltre a ritardare di due anni l'avvio dei lavori a Montebello, abbiamo scritto tutto. E voi vi scandalizzate perchè il Comune di Trieste non sa di cosa sia proprietario sul territorio? Sarebbe da stupirsi casomai del contrario. Trieste Comune. Tutto da ridere, se non fosse da piangere. » Inviato da valmaura il 6 July, 2020 alle 1:56 pm Oggi in una paginona sul piccolo giornale l'assessore al patrimonio Lorenzo Giorgi confessa candidamente che ancora oggi il Comune di Trieste non ha una puntuale evidenza degli immobili in suo possesso. Insomma in parole normali l'Amministrazione comunale non ha un censimento aggiornato dei beni di sua proprietà (uffici, palazzi, stabili, terreni, appartamenti e via elencando). Ogni tanto scoppia un caso, dalla Villa Haggiconsta alla ex Sacra Osteria, che finisce sulla stampa, che però, come nell'intervista odierna, si limita a darne notizia in cronaca ben guardandosi di fare un'inchiesta giornalistica che metta a nudo, con nomi e cognomi, le responsabilità politiche, amministrative e financo personali di questo sfascio. Un disastro di incapacità amministrativa, fonte perenne pure di danno erariale sempre che a Trieste ci fosse una normale vigilanza della magistratura di controllo, che risale ai tempi biblici quando in Comune era Sindaco il pur bravo Marcello Spaccini. Dunque una continuità dello sfascio che attraversa cinquanta anni di amministrazioni comunali di tutti i colori politici. Ne avemmo testimonianza diretta come Circolo Miani quando in cerca di una nuova sede in centro città l'allora nostro Vicepresidente, notaio Arturo Gargano, un galantuomo, che era stato proprio assessore all'Economato (l'attuale Patrimonio) nella Giunta Spaccini ci accompagnò in Comune, allora guidato da Franco Richetti, nei suoi ex uffici e si sentì rispondere dalla direttrice del servizio con un triste sorriso “Assessore (lo chiamava sempre così anche dopo anni) la sa che non gavemo una lista dei nostri beni” e poi pescò fuori un dignitoso appartamento libero in Corso Saba che il Sindaco offrì al Circolo ad equo canone ma che allora rifiutammo perchè al terzo o quarto piano senza ascensore. Ecco da allora le cose sono rimaste pressochè invariate a sentire la confessione di Giorgi. Ma questa non era una “Giunta del fare”? Forse nel far deteriorare lasciando inutilizzati beni che potrebbero invece essere utilmente valorizzati per iniziative sociali o a vantaggio, anche abitativo, della nostra comunità. Dunque da questo “dolce far niente”, che vale anche per i predecessori e per gli inerti consiglieri comunali di maggioranza ed opposizioni, a Trieste ci troviamo nell'immobilismo e nello spreco. Ma di soldi nostri, si intende. Emergenza Pineta di Cattinara. » Inviato da valmaura il 5 July, 2020 alle 1:19 pm Report dell’incontro di ieri al Circolo Miani. La crisi della sanità triestina post Covid-19. » Inviato da valmaura il 4 July, 2020 alle 10:18 am Non sappiamo cosa serva per rimuovere un dirigente alla sanità regionale, ma se dopo tutto quello che è successo a Trieste, tra ospedali, RSA e case di riposo, oltre alla grottesca vicenda della nave fantasma, il Poggiana è ancora al suo posto viene da chiederselo con evidente preoccupazione. Ora c’è la conferma ulteriore nella disastrosa situazione operativa in cui versano i Distretti sanitari territoriali a Trieste. Fateci capire: la fase acuta dell’emergenza creata dalla pandemia è alle spalle, per il futuro non facciamo previsioni, ma i servizi ambulatoriali distrettuali che svolgono, o per meglio dire dovrebbero svolgere, un compito fondamentale nell’assistenza sanitaria sollevando così le strutture ospedaliere da una mole non indifferente di lavoro, e garantendo ai triestini la continuità terapeutica sono nel caos immobilizzante. Il rischio concreto di un protrarsi del “buco” nelle cure dei pazienti, ed a Trieste sono moltissimi, che soffrono di patologie croniche è di fatto realtà da mesi. E questo, temiamo, si riverbererà in un aumento di aggravamenti e decessi in un futuro non lontano. Tra i tanti esempi della disorganizzazione oggi esistente, di cui lo ribadiamo a farne le spese sono i cittadini che pagano questa sanità, quella della persistente chiusura degli ambulatori per i prelievi e le analisi sul territorio è la più eclatante. Ed è incomprensibile ed assolutamente ingiustificata, da eventuali ragioni di prevenzione, visto che da mesi lo stesso servizio prelievi è ripreso presso gli ospedali e soprattutto presso le cliniche private convenzionate alle quali vengono indirizzati gli utenti. La domanda è semplice: perché le analisi del sangue si possono fare alla Salus e non nell’ambulatorio distrettuale (Terzo) di via Puccini? Perché un paziente diabetico si sente rispondere, o meglio non si sente rispondere, che per ora non è possibile nemmeno programmare un appuntamento per il ciclico controllo oculistico dell’insorgere di una retinopatia, prescritto dal diabetologo dello stesso servizio pubblico? Due esempi che danno la misura dello sfascio organizzativo della sanità territoriale e fanno sorgere legittime domande sul doppio binario creato a favore della sanità privata. Una conclusiva quanto banale considerazione. Perchè diavolo gli amministratori ed i politici locali non intervengono subito a tutela della salute dei concittadini che (dis)amministrano? Ci sbagliamo? |
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