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Circolo Miani » News Correnti » Page 344

Trieste: città porto o città cancro?

» Inviato da valmaura il 2 May, 2016 alle 2:09 pm

Parole forti ma che rendono l’idea. Ora passa l’ultimo treno per questa città.

Domenica 5 giugno si sceglierà questo. Ovvero se Trieste vuole puntare sul Porto, inteso non come luogo di speculazioni immobiliari ma attività portuale, sulla “città della scienza” oggi negletta ed emarginata (d’altronde è difficile per il Sincrotrone fare sinergia con chi produce con procedimenti ottocenteschi ghisa e carbon Coke), sul turismo e sulla cultura, o rimanere strangolata, avvitata come lo è da venti anni sulla Ferriera.

E conservare il primato italiano per mortalità da tumore, specie le donne, (tutta la provincia non solo Servola) e quello europeo per le malattie respiratorie non tumorali.

Altro non c’è molto da dire né molto da individuare nel chi porta in questi due decenni la responsabilità di questo stato di cose, anche i 5 Stelle, a cui ci legano amicizia e stima, ma che non possiamo esimerci dal criticare per la loro insufficiente incisività e concretezza dopo cinque anni di opposizione in Comune.

Rimane inteso che per fare questo bisogna subito risolvere le cinque emergenze citate nel programma di

NO FERRIERA SI TRIESTE e che qui ricordiamo.

Fermiamo l'inquinamento industriale. Si al Porto.
Chiusura immediata di Cokeria e Altoforno e dell'Area a caldo della Ferriera.
Impiego degli ingenti finanziamenti pubblici ad esclusiva tutela dei posti di lavoro.
Si al Porto e alla costruzione della nuova Piattaforma Logistica portuale i cui lavori sono bloccati proprio dalla Ferriera,
Si a nuovi mille posti di lavoro nel Porto.
Emergenza Sanità. Tuteliamo la nostra salute.
Riportare la gestione della Sanità, pagata da noi cittadini, a Trieste dopo i fallimenti regionali.
Gli ospedali dal Burlo a Cattinara, il Pronto soccorso, le liste di attesa per esami e visite, la sanità territoriale non sono mai stati così degradati.
Emergenza Casa.
Oltre il 50% dell'edilizia popolare della Regione ha sede a Trieste, ma le Ater sono di nomina partitica regionale ed i risultati si vedono.
Fuori i partiti dalle Ater e riportare la gestione a Trieste.
Emergenza Quartieri.
Da oltre trenta anni i quartieri fuori dal centro del “salotto buono” sono abbandonati a se stessi.
Con servizi scadenti quando non assenti, un degrado urbano e sociale, e scelte calate dall'alto senza sentire le persone che vi abitano.
Abolire le inutili e costose circoscrizioni e lanciare il progetto del Rinascimento delle periferie deciso però da chi vi abita.
Emergenza Povertà.
Oltre 25.000 triestini vivono sotto la soglia di povertà. Inaccettabile.
Non un soldo, tolte le spese correnti, vada destinato ad altro che non sia aiutare questi nostri concittadini a riottenere una vita dignitosa e un lavoro sicuro.
Diventa protagonista delle scelte della comunità dove vivi.
Tutela la tua salute, bene primario, ed una qualità della vita civile.
Per un lavoro dignitoso e sicuro, per il futuro di Trieste.
Basta chiacchiere, basta con questi politici.
Finalmente un voto utile, che serve.
Maurizio Fogar




MA VERGOGNATEVI !!! almeno.

» Inviato da valmaura il 30 April, 2016 alle 1:28 pm

Stomachevole, francamente insopportabile ed irritante, leggere sulla stampa e vedere su Telequattro i responsabili di questo sfascio commentare come le vergini vestali (che notoriamente tutto erano meno che vergini) la vicenda di Piazzale Rosmini soprattutto, che la Pineta di Servola li frega assai meno.

Assistere a questa invereconda sceneggiata costruita nel tentativo di racimolare un pugno di voti da coloro che da venti anni perlomeno portano per intera la responsabilità dell’accaduto, è francamente indecente.

Dove erano questi signori dalla fine degli anni Ottanta ad oggi? Centrodestra, Lega compresa, compresissima, e Centrosinistra, Sel e Rifondazione compresi, stavano al governo di Regione e Comune a turni alterni.

Ed i Cinque Stelle sono in Comune da 5 anni ed in Regione e Parlamento da 3.

Ora alzano altissimi lai sulle ultime amministrazioni a cui è esploso il petardo in mano. Ma la verità, caro Roberto, Dipiazza, è che tu dicevi sempre che sulla Ferriera “aspettavi che a chiuderla fosse il Sostituto Procuratore Frezza” e lo stesso Frezza confidava che a farlo fosse il sindaco.

Come se la responsabilità che aspettava al sindaco in qualità di Ufficiale Sanitario del Comune non lo sfiorasse per dieci anni. Contrariamente a quanto fatto in quegli anni da altri sindaci, a partire da quello di Piombino che aveva “ordinato” la chiusura della Cokeria della Lucchini nella sua città, e per molto meno inquinamento da BenzoApirene di quanto rilevato a Trieste.

Non parliamo poi di Illy e Tondo in Regione fino alla Serracchiani.

Oggi tutti scoprono che l’inquinamento emesso dalla Ferriera arriva a San Vito ed oltre, e non si ferma a Servola come alcuni sprovveduti ambientalisti e soprattutto politica e stampa hanno finora, fino a ieri e passata la buriana riprenderanno a dirlo, sostenuto.

Quando il Circolo Miani e Servola Respira chiedevano i carotaggi sui terreni da Muggia a San Vito, i controlli su scuole, asili e ricreatori, a partire dall’anno 2000. Quando faceva gli incontri sul territorio in viale Romolo Gessi e proprio in Piazzale Rosmini, distribuendo materiale informativo, tanto per restare a San Vito-Campi Elisi, voi dove eravate?

Quando denunciavamo che Trieste, tutta la provincia, aveva il primato italiano di mortalità da tumore (libri “bianchi” del Ministero della Sanità) ed il primario pneumologo Zanconati denunciava “l’ecatombe” di morti annuali per malattie respiratorie “normali”, voi dove eravate?

Ed ora parlano tutti, su stampa e Tivù, quando hanno taciuto per anni.

E stampa e Telequattro ignorano proprio chi per anni ha denunciato questo scandalo. Complimenti.

Rileggetevi l’articolo da noi scritto nel 2005 e meditate se merita o no votare per il Comune e Circoscrizioni domenica 5 giugno NO FERRIERA SI TRIESTE!

I biliardini del Gentilli
Può un calciobalilla, insomma un biliardino, diventare simbolo di qualcosa? Ebbene domenica scorsa a Trieste, anzi a Servola, meglio sotto il porticato del Ricreatorio comunale “Gentilli” è successo. A prima vista sembrano i due soliti calciobalilla sistemati come sempre sotto un portico, dove immagini le mani di decine, anzi centinaia, 300 e passa per l’esattezza, bambini, che ne impugnano le manopole, buttano la pallina, fanno la ruota con le stecche, gridano, ridono: in una parola sola, giocano. Ma se li guardi meglio, come fanno alcune delle centocinquanta persone, 154 per l’esattezza, che in una domenica mattina dal clima agostano hanno scelto di partecipare all’assemblea contro l’inquinamento prodotto dalla Ferriera, capisci che quei biliardini raccontano molto altro. Sembrano vecchissimi, reduci da decine d’anni d’uso sfrenato, e invece sono seminuovi ma con la ruggine che ha ricoperto e corroso le stecche di metallo brillante, perfino le figurine di plastica bleu e rosse, i calciatori per finta, sono corrosi, macchiati di bruno, intarsiati di granuli neri. Provi a far scorrere la pallina sulla superficie vetrata, il campo a specchio dipinto di verde, e questa praticamente non si muove, fatti pochi centimetri resta incollata, frenata da un pulviscolo grasso. Metti un dito sui bordi laterali che dovrebbero essere bianchi, quelli per intenderci dove i più bravi usano “far sponda” e fregarti l’avversario con quei goal che sembrano un boato, lo fai scorrere e te lo rimiri totalmente nero, mentre una scia grigiastra si apre sul bordo appena toccato. Ti volti e senti il personale del ricreatorio spiegare a voce alta che li puliscono (i calciobalilla) due volte a settimana ma che questo è il risultato, e poi aggiungono che ogni volta che sentono “la Puzza”, praticamente ogni giorno, hanno disposizioni di rinchiudere i bambini al coperto, vietare il gioco all’aperto, chiudere porte e finestre!

Abbandonare i biliardini al loro destino: giocare con la morte.




Ferriera. Come volevasi dimostrare.

» Inviato da valmaura il 28 April, 2016 alle 3:23 pm

Quale tremenda responsabilità, lo scrivevamo stamane nel pezzo che trovate qui sotto, portano da quasi venti anni i vertici istituzionali, gli organi di controllo, da Arpa all’ASS e la Procura della Repubblica, e soprattutto la politica.

I dati e le ordinanze di oggi su Piazzale Rosmini e la Pineta di Servola, goffamente giustificate con la spiegazione, a cui non crede nessuno, che “QUASI sicuramente” non dipende dalla Ferriera (no dalla pipì dei bimbi e dei cani in una zona notoriamente da sempre pochissimo trafficata) sono gravissimi e soprattutto colpevolmente tardivi.

Il terreno intriso di idrocarburi, tra cui spicca il BenzoApirene uno dei componenti più cancerogeni che esista al mondo e prodotto tipico della combustione del carbone (le auto a carbone nonostante io sia cresciuto a partire dalla fine degli anni Cinquanta proprio in Piazzale Rosmini non le avevo per mia memoria mai viste).

Il fatto che si vieti ed inibisca il transito per i giardini e si lasci invece tranquillamente frequentare ai bambini l’area giochi come se gli scivoli, le giostre, le casette in legno e il pavimento poroso fossero immuni dall’assorbimento, è qualcosa di stupefacente.

Per dieci anni ho giocato, pattinato, corso per piazzale Rosmini, erano gli anni all’inizio del 1960, intere generazioni di bambini hanno fatto lo stesso prima e soprattutto dopo di allora.

Come Circolo Miani abbiamo più volte distribuito volantini e parlato ai genitori e nonni così pronti a firmare petizioni contro i cagnetti che all’alba e alla sera i pensionati portavano nell’area ma totalmente insensibili all’inquinamento proveniente dalla Ferriera che in certe giornate rendeva l’aria di San Vito e Campi Elisi, Piazzale Rosmini compreso, assolutamente irrespirabile per i gas di Altoforno e Cokeria.

Fin dal 1998 il Circolo Miani, grazie alle consulenze di medici del Burlo e del Centro Tumori, di tecnici qualificati in campo ambientale, ha sostenuto che l’inquinamento in uscita quotidiana dalla Ferriera, ma non solo, colpiva ed interessava tutta Trieste, Muggia ed arrivava come dimostrato dalle perizie promosse da quel Sindaco, fino a Capodistria.

Dai primi anni Novanta il Circolo Miani e Servola Respira avevano insistentemente chiesto all’Arpa, all’Azienda Sanitaria, alla Procura, al Comune ed alla Regione di fare dei carotaggi sui terreni attorno alla Ferriera e poi allargati a centri concentrici a Muggia, Valmaura,  Monte San Pantaleone e San Sabba dalle cui coltivazione proviene la gran parte della verdura e frutta venduta in città, a Chiarbola (e il Giardino di via Orlandini?) a Campi Elisi e San Vito (perché il frequentatissimo giardino di viale Romolo Gessi allora?).

Ci hanno sempre risposto di no! Tutti anche la Procura.

A Taranto lo avevano fatto e i risultati si sono purtroppo visti. Hanno chiuso su iniziativa della magistratura anche scuole ed asili.

E a Trieste cosa ipotizzare del complesso scolastico di via Svevo (850 bambini e ragazzi, molti col tempo pieno) a fianco della Ferriera, con la centralina che registra tra i dati peggiori della qualità dell’aria a Trieste messa accanto al scivolo ed alla giostra dell’asilo?

E le “coltivazioni biologiche” (quale tremenda ironia nel nome) di via Pitacco a due passi dalla Ferriera?

E il Laureni che si sveglia a fine mandato dopo cinque anni di gestione in Comune dell’assessorato all’Ambiente?

E i dieci anni di sindacatura di Dipiazza, e prima ancora quelli di Illy?

Ed in Regione i vari Tondo, Illy, Tondo ed ora Serracchiani?

E l’opposizione quinquennale in Comune e di tre anni in Regione e Parlamento dei Cinque Stelle?

Votare a giugno per NO FERRIERA SI TRIESTE è legittima difesa!

Chi non lo capisce se ne assume una pesante responsabilità.

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/443253/toffa-trieste-l%E2%80%99altra-ilva.html




La Regione in Ferriera. Una sceneggiata napoletana.

» Inviato da valmaura il 28 April, 2016 alle 10:37 am

Se a qualcuno restavano dei dubbi sulle ragioni per votare il 5 giugno NO FERRIERA SI TRIESTE, la seduta di ieri in Regione sulla Ferrriera dovrebbe averglieli spazzati via.

Se qualcuno continua a ritenere che “votare non serve a niente perché tanto i politici fanno quello che vogliono” ebbene ora ha una ragione inoppugnabile per dare un voto finalmente utile e concreto barrando sulla scheda NO FERRIERA SI TRIESTE.

Non vogliamo entrare nel merito di quanto accaduto ieri in Consiglio regionale, non ne abbiamo lo stomaco.

Rileviamo solo che il tutto appare, da tutte le parti se lo guardi, così come le dichiarazioni che il sindaco Cosolini farà sull’area a caldo ad una settimana dal voto, come un puerile e sfacciato tentativo di sfruttare elettoralmente la vicenda dopo anni ed anni (dai diciotto in giù) di inerzia o di opposizione inconcludente, che poi è la stessa cosa.

Due frasi ci hanno comunque colpito e meritano di essere commentate.

Si può uccidere anche per omissione” ha dichiarato un consigliere regionale.

Ha perfettamente ragione. Infatti le morti di tante persone, a cominciare dai lavoratori (83) come dimostrato incontestabilmente dalla perizia dell’ASS nel silenzio tombale dei sindacati di tutte le sigle, e le molte e molte di più dei triestini (non servolani) e muggesani vanno attribuite alla responsabilità di chi doveva intervenire per fare i controlli e per prendere le dovute misure, per di più pagato lautamente dai cittadini per tutelare la loro salute, e di una classe politica che ne aveva appunto la responsabilità istituzionale, e financo a chi doveva vigilare e sanzionare.

Insomma degli assassinii in guanti bianchi, o per meglio dire una strage lunga venti anni. Per non parlare della qualità della vita distrutta di decine di migliaia di persone e le tantissime malattie patite con i conseguenti ingentissimi costi della sanità pubblica.

La seconda frase è stata pronunciata da quell’assessore regionale all’ambiente (iniziali minuscole d’obbligo) Sara Vito che si è stracciata le vesti per la “decarbonizzazione” a Monfalcone (dove vive ed abita) della locale centrale elettrica, rimanendo indifferente invece sul “carbone” della Ferriera di Trieste. E che ha permesso il 9 giugno 2015 che alla sua presenza uno dei dirigenti del suo assessorato, alla vigilia dell’apertura della Conferenza dei Servizi regionale che doveva rilasciare l’AIA alla proprietà della Ferriera, dichiarasse: “abbiamo ricevuto dalla politica l’ordine di rilasciare l’AIA a prescindere da ogni valutazione tecnica”. E senza battere ciglio.

E proprio lei ha il coraggio di dire, nel silenzio delle impreparate ed improvvisate opposizioni che non hanno memoria né conoscenza dei fatti, che “Si chiede alla giunta di compiere un atto illegale”.

In quanto alla nota dell’Arpa sulle consecutive fuoriuscite dall’Altoforno per quasi una settimana, va rilevato che non menziona minimamente le perdite di letale gas dell’impianto, e che sostiene cose totalmente differenti sulle cause dell’accaduto da quanto ripetutamente scritto sulla stampa dalla proprietà.

Complimenti il Settimo cavalleggeri di “arrivano i nostri” non avrebbe saputo far di meglio.

In ultima offriamo un caffè consolatorio all’abbacchiato Umberto Laureni che dopo cinque anni di assessorato comunale all’ambiente (qui il minuscolo non si discute proprio) si dichiara “preoccupato” per il malfunzionamento della Ferriera.

Sapesse noi e da vent’anni.

https://www.youtube.com/watch?v=slHoS2QC654




FERRIERA. Memoria corta anzi cortissima.

» Inviato da valmaura il 19 April, 2016 alle 1:54 pm

Leggere sull’articolo del piccolo giornale, senza firma perché appunto copiato integralmente dalla nota diffusa dalla Regione alle 20.30, a dimostrazione dell’indipendenza e della professionalità del giornalismo nostrano, che la Serracchiani dichiari “che per la prima volta nella storia (addirittura!)” dimenticando il tavolo presieduto per cinque anni da Cosolini in persona.
Eppoi che “Quanto portato avanti negli ultimi due anni va a colmare un'assenza di interventi che durava da decenni e i risultati iniziano a essere tangibili”. Insomma la Presidente regionale fa il controcanto alla definizione di “rottame” affibbiata alla Ferriera dal cavalier Arvedi.
Peccato però, si un però c’è sempre, che alla riunione regionale di ieri aveva di fronte quel Francesco Rosato, stavolta in veste di rappresentante di Siderurgica Triestina in Arvedi, che per anni ha diretto il “rottame”, responsabile di “un’assenza di interventi che durava da decenni”.
Smentendo anche clamorosamente l’operato delle varie giunte di Centrosinistra, e del suo partito, che in questi decenni hanno governato, si fa per dire, la Regione, a partire dall’operato proprio dell’assessore regionale (2003/2008) Cosolini.
Ovviamente anche i “soddisfatti” sindacalisti di ieri erano sempre gli stessi, o quasi, di quelli che rappresentavano i lavoratori nei lunghi anni del “rottame”. Peccato che non abbiano mai palesato la loro insoddisfazione allora.
Questa articolessa di oggi fa coppia con la notizia dell’intercorsa assoluzione dei politici regionali per l’utilizzo dei fondi di rappresentanza dei loro gruppi politici in piazza Oberdan.
Abbiamo troppo rispetto del Giudice Niccoli, forse uno dei migliori, se non il migliore dopo il pensionamento di Raffaele Morway, magistrati del Tribunale di Trieste. E giuridicamente parlando la sua sentenza non fa una piega: di più, non poteva che essere questa vista la totale assenza di norme che regolassero l’impiego di quei cospicui soldi pubblici.
Una ennesima vergogna di questa classe politica.
Ma che questi si mettano a giubilare come vergini miracolate è francamente inaccettabile. Questi signori si pagavano di tutto e di più con i nostri quattrini. Il silenzio dunque è d’obbligo!
Sulla pagina FACEBOOK Circolo Miani una foto del "rottame" in formato Arvedi.
Vota NO FERRIERA SI TRIESTE, per una corretta rottamazione.





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