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Circolo Miani » News Correnti » Page 322 Ferriera. Pochi concetti ed ancor meno parole. » Inviato da valmaura il 2 October, 2016 alle 12:13 pm Se oggi, e per diciotto anni si è parlato di Ferriera, e non solo: Italcementi, Sertubi, i due Inceneritori, Depuratore fognario cittadino fuorilegge, l’amianto delle tettoie in eternit di tutta l’area portuale dal colle di Servola a San Vito, tra gli altri, e di conseguenza delle richieste di indagini epidemiologiche e di caratterizzazioni dei terreni (pubblici e privati) da Servola fino a Muggia da un lato e a San Vito dall’altro. Dalle opposizioni al rilascio della prima AIA (Giunta Illy-Cosolini) e dalla richiesta di revisione della stessa (rifiutata da Tondo-Dipiazza). Da tutte le manifestazioni, cortei, blocchi del traffico, assedi della Regione, ed assemblee fino alle ventidue denunce in Procura a partire dal 1998, lo si deve solo ed esclusivamente al Circolo Miani e Servola Respira. Detto questo non ci può essere errore più grande che fiancheggiare elettoralmente una parte politica, qualunque essa sia, perché tutte sono corresponsabili della odierna situazione, chi da sempre ed altri da tempi recenti. La strada imboccata dalla nuova amministrazione non ha portato nei famosi cento giorni ad impostare alcuna soluzione concreta, e non poteva farlo ed incauto chi ha consigliato male il Sindaco sui dieci punti. Così come la consulenza di Barbieri, sostanzialmente un chimico, che dovrà di necessità lavorare ed analizzare sui dati forniti dall’Arpa, non cambierà di una virgola la situazione, come di fatto ha evidenziato soddisfatta pure la Serracchiani. Gli atti ed i percorsi, a partire dalla richiesta di revisione dell’attuale Aia: inesatta nella forma e nella sostanza e pertanto respinta dalla Regione, fin qui compiuti dal Sindaco e dai suoi “fidati consiglieri” non servono assolutamente a nulla se l’obbiettivo è quello di una rapida chiusura della produzione siderurgica (ghisa e carbon coke) della Ferriera. Né in cento né in centomila giorni. D’altronde non poteva che essere così non avendo, tutti i soggetti coinvolti, Barbieri compreso, alcuna conoscenza né competenza sulle vere criticità dello stabilimento: gli impianti ed il ciclo produttivo. Pertanto nulla di nuovo sotto il sole, e distinti e distanti da tale inconcludente compagnia, attendiamo speranzosi che le voci sulla vendita del Piccolo diventino rapidamente realtà. Ferriera: la confessione, la signora Luciana e Cosolini. » Inviato da valmaura il 17 September, 2016 alle 1:42 pm Solitamente la storia, ed anche la cronaca, sono piene di storie di confessioni. Talvolta estorte con la tortura, con il carcere, con una gamma infinita di pressioni fisiche e psicologiche. Oppure, è spesso il metodo più frequente, pagando la persona perché confessi. Mai, e diciamo mai, si è assistito al caso di uno che confessa pagando lui del denaro. Ci volevano Trieste, o meglio la nuova proprietà della Triestina calcio, e la Siderurgica Triestina di Arvedi. Così gli spettatori allo stadio quando si troveranno i calzoni e la schiena neri e respireranno l’usuale aria al sapore di zolfo, carbone e idrocarburi, non dovranno fare la fatica di rivolgere la testa verso il cielo ma sarà loro sufficiente guardare verso il campo di gioco e leggere sulle maglie dei giocatori della Triestina la pubblicità dello sponsor: Siderurgica Triestina. Una confessione in tempo reale (90 minuti più il recupero). A proposito il cavalier Arvedi qui non si è sprecato troppo con i centomila euro di sponsorizzazione. A Cremona è molto più “splendido”. Proprietario e sponsor della Cremonese che gioca in serie C, proprietario della locale squadra ciclistica e della società di Atletica, supporta pure il basket. Mentre nell’informazione fino a poco tempo fa sedeva nel CdA del quotidiano locale, La Provincia, ed è proprietario del settimanale Mondo Padano e della Televisione Cremona Uno. Cose che qui sono del tutto inutili vista la totale disponibilità del Piccolo che anche oggi pubblicando la gigantografia della stretta di mano tra ST, nella persona di Rosato, e la Triestina, si dimentica di ricordare i “meriti” di Francesco Rosato: condannato ripetutamente ad una pena oblativa quando dirigeva la Ferriera ed attualmente sotto processo per smaltimento illecito di rifiuti “speciali” e falso, dopo un arresto di tre settimane. Così come non ha mai informato i suoi lettori che il nuovo AD di Siderurgica Triestina arriva da Taranto con tre procedimenti penali aperti sulla schiena. Arvedi è fortunato qui glielo danno agratis. La “signora Luciana” intervistata sul Piccolo qualche giorno fa mentre si gode sulla panchina del Giardino Pubblico l’aria inquinata del giardino inquinato e chiuso nelle sue aree verdi, esclama all’intervistatore che la vera emergenza non è il BenzoApirene presente a quintalate nelle aiuole ma sono le deiezioni canine. Si avete letto bene: a Trieste sempre e solo i cani sono responsabili di tutti i mali e si augurino, la “signora Luciana” e consimili di non aver mai bisogno in futuro di esser tirati fuori dalle macerie, vivi, grazie al fiuto ed all’abnegazione dei quattro zampe tanto vilipesi, che magari qualcuno di loro, mediamente più intelligente degli umani, ha letto le sue farneticanti dichiarazioni e può farsi venire un raffreddore di circostanza. Dunque perché stupirsi o peggio incazzarsi quando il neosindaco afferma al TG di Telequattro che era meglio oscurare e dimenticarsi dell’inquinamento dei giardini e delle aree verdi pubbliche e private, meglio anzi mai fare quelle analisi. Complimenti vivissimi! Lo avesse detto un sindaco statunitense non avrebbe avuto il tempo di arrivare a casa che gli agenti del FBI lo avrebbero prelevato con due gioielli ai polsi e portato ad Alcatraz, riaperto per l’occasione. In qualunque paese europeo lo avrebbero costretto alle dimissioni sui due piedi. Veda un po’ lui che ultimamente fa concorrenza ai grillini romani per errori e figuracce. Ed arriviamo a Cosolini. L’altro giorno in una lunga intervista sempre al Piccolo, artefice della sconfitta sua e del PD, ha affermato: “I primi cento giorni di governo Dipiazza trascorreranno senza un atto che porti a chiudere l’area a caldo per il semplice fatto che la politica non può determinarlo. (sbagliato, che la politica può e DEVE: nostra osservazione). Penso che in tutto questo perdano qualsiasi credibilità quelle parti dello schieramento anti Ferriera diventate un comitato elettorale (Fare Ambiente, No Smog e Comitato 5 dicembre) di Dipiazza: dovranno spiegare ai cittadini perché l’area a caldo non chiude.” Una volta tanto ha purtroppo ragione. Di male in peggio. » Inviato da valmaura il 26 August, 2016 alle 12:16 pm Ritenevamo che con il Laureni l’assessorato comunale all’Ambiente avesse raschiato il fondo del barile. Ebbene ci siamo sbagliati. La neoassessora Polli ci ha fatto ricredere, che al peggio non c’è mai limite. Dopo aver lasciato per due mesi i giardini inquinati nelle stesse condizioni in cui li aveva trovati, la nuova amministrazione se ne esce, a fronte del sollecito della Regione ad usare i fondi messi a disposizione del Comune di Trieste per la bisogna, con una disarmante (è un gentilissimo eufemismo) dichiarazione dell’assessora all’Ambiente, la leghista Polli. Dice che, riferendosi in particolare al giardino di Piazzale Rosmini a San Vito, bisogna rifare di nuovo i carotaggi del terreno perché magari le precedenti analisi erano state fatte dopo alcune giornate di pioggia (?). A parte il fatto che qualcuno dovrebbe illustrare alla signora che a Trieste capita che nel corso dell’anno cada della pioggia, ma non si capisce il senso motivato di questa sua uscita. A meno che la assessora non si fidi dell’Arpa della Regione a guida Serracchiani e dunque dei risultati delle analisi da questa fatte. Ma allora lo deve dichiarare apertis verbis che cioè l’Arpa ha tramato contro il sindaco Piddino Cosolini per farlo sconfiggere alle recenti elezioni, rendendo pubblici apposta dati catastrofici, per i giardini e per lui. Altrimenti perché sperperare ulteriore pubblico denaro, mica lo caccia di tasca sua per l’appunto, con inutili doppioni, se non nel disperato tentativo di guadagnare tempo senza fare nulla. Insomma l’andreottiano “tirare a campare per non tirare le cuoia”. Idem dicasi per la desolata piattaforma in cemento, detta della centralina incompiuta, che fa brutta mostra di se deturpando il lato sud del giardino di San Vito. Anche qui del tutto inascoltati sono stati i suggerimenti da noi avanzati per una sua più idonea, funzionale, per nulla impattante e soprattutto meno costosa collocazione. Dunque siamo nella norma: a Trieste nulla di nuovo. Post Scriptum delle 13.58. Se questa è Trieste! » Inviato da valmaura il 25 August, 2016 alle 1:02 pm Oggi il Piccolo ci informa nelle sue due pagine più importanti (le prime della cronaca locale) che al mare condividiamo i bagni con “ippopotami e armadilli”. Chi scrive avrebbe invece urgente bisogno di condividere la sua mente con uno psicanalista. Ovviamente tutta colpa dei nostri cani. Coop di tutto e di meno. » Inviato da valmaura il 22 August, 2016 alle 12:53 pm Per capire il comportamento dei triestini: civile, politico e perfino elettorale, basta seguire la vicenda dei “soci prestatori” gabbati. Il campione è sicuramente validissimo dal punto di vista numerico, sono 17.000 mila persone, e basti pensare che i sondaggi da queste parti ma non solo si fanno su trecento intervistati più o meno reali. Avevano grosso modo due anni per organizzarsi dalla batosta (sono spariti i 100 e passa milioni dei loro depositi) e non sono stati capaci di farlo. Si sono aggrappati a iniziative estemporanee: da raccolte di firme largamente minoritarie a suppliche pubbliche, indirizzate sotto elezioni, figurarsi chi non promette tanto non costa nulla, a quella stessa politica responsabile del disastro. Ovvero a quelli che nominavano i loro compagni di partito ai vertici di tutte le società Coop o che in anni ed anni hanno mancato di controllare i conti. Hanno rifiutato senza rispondere le offerte di spazi per darsi un minimo di organizzazione o di battersi in prima persona candidandosi alle ultime elezioni amministrative. Poi qualcuno di loro più distratto o in malafede ogni tanto scrive letterine post elettorali sulla stampa locale rinfacciando il disinteresse di “tutte le forze politiche”. Scrivendo dunque il falso, facendo un calderone indistinto e di tutta l’erba un fascio, e di conseguenza coglionandosi vieppiù. Ecco questo sfortunato, per gli interessati, esempio spiega molto più di fiumi di parole l’indole dei triestini. |
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