Una buona memoria: questo avevamo scritto il 24 settembre 2018.
» Inviato da valmaura il 27 September, 2022 alle 1:54 pm
Grazie.
L’articolo “Dalle leggi razziali alla delazione. Nel DNA di Trieste” ha raggiunto 13.000 (tredicimila) lettori. Ha avuto un altissimo numero di “Mi Piace” (tra diretti e indiretti quasi 500), e condivisioni (oltre 100), i “commentatori” sono stati più di 50. Questo a dimostrazione che quando si offrono, anche sui Social Forum, scritti ed articoli seri, ed informazioni che altri non danno, i lettori apprezzano.
Per come funziona Facebook ad esempio è il numero delle persone che hanno messo e mettono il loro “Mi Piace” alla Pagina e non solo al Post, e che magari cliccano pure sul tasto “Segui” che determina la diffusione dei contenuti di questa Pagina. Ovvero che aumenta la “tiratura”, come si dice per i giornali.
Da qui il nostro costante invito dunque a mettere il vostro “Mi Piace” alla Pagina ed a condividerlo con gli amici. Proprio perché il nostro sforzo è quello di fornire, come un giornale, quotidianamente informazioni e spunti di riflessione su quelli che riteniamo di volta in volta essere i problemi della nostra comunità.
E senza guardare in faccia a nessuno, senza alcun partito preso.
Detto questo alcuni commentando, pochi per la verità, ci hanno fatto rilevare che gli argomenti da noi trattati nell’articolo sono superati e dunque inutili e che dovremmo piuttosto occuparci delle “rogne” attuali.
A parte che molte delle “rogne” odierne che vive la nostra comunità triestina e regionale, derivano anche dal fatto che l’attuale classe dirigente, politica e non, è totalmente digiuna di conoscenza della storia recente delle nostre terre. La foto, che ripubblichiamo, dovrebbe far pensare e capire che parliamo proprio di noi, come quelle che l’accompagnano: la sfilata sulle Rive e gli impiccati nelle scale del Conservatorio Tartini. E di luoghi e posti che frequentiamo giornalmente ignorando quasi sempre cosa hanno “ospitato” e rappresentato.
Da qui un invito pubblico a riflettere.
“Quante volte siamo passati , magari velocemente, sotto i portici del palazzo nella foto in piazza Oberdan? Magari siamo entrati nel portone per salire negli uffici (Ras ed altri) o siamo andati nella banca che stava sotto i portici, oppure abbiamo preso un caffè nel bar che prima c’era sull'angolo. Anche solo abbiamo sostato in attesa dei Bus. Senza pensare che per quello stesso portone, in quelle stanze, in quegli "uffici" (il Comando triestino delle SS e della Gestapo) centinaia di persone sono entrate non di loro volontà per essere picchiate a sangue, torturate a morte per non uscirne più, e i più "fortunati" per essere caricati come bestie su di un camion e portati in Risiera oppure verso altri campi di sterminio.
Fateci caso la prossima volta che ci passate, magari con meno fretta e sforzandovi di pensare cosa provavano i nostri e vostri coetanei quando era spinti dentro calpestando lo stesso nostro e vostro marciapiede dagli sgherri nazifascisti magari per una "soffiata" del vicino di casa.”
E per finire qualcuno ci ha chiesto chi siamo e cosa è il Circolo Miani. Alla prima domanda rispondiamo ripubblicando quanto scritto una settimana orsono.
“Noi siamo diversi.
E lo siamo orgogliosamente quanto naturalmente.
Diversi perché facciamo, o meglio cerchiamo di fare, informazione, in un quadro di piattume e bugie.
Diversi perché prima di scrivere ci informiamo e ricerchiamo quelle cose che eventualmente conosciamo poco.
Diversi perché colti in una società di incolti (il titolo di studio c’entra poco).
Diversi perché preparati e competenti in una comunità dove comandano incompetenti ed arroganti.
Diversi perché distanti e distinti da una politica e da una classe dirigente più attenta agli affari di pochi che agli interessi di Trieste e del FVG.
Diversi perché non abbiamo altra parte politica che gli affanni ed il benessere nostro e della nostra comunità.
» Inviato da valmaura il 27 September, 2022 alle 1:52 pm
Agenda Dragula.
Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano
Se le elezioni fossero un carosello, lo slogan sarebbe quello di Raid l’insetticida: “Draghi li ammazza stecchiti!”. La lista delle vittime del Migliore è un corteo di carri funebri da far invidia a Buckingham Palace: Letta, Salvini, Calenda & Renzi, Bonino, Di Maio, i direttori e i commentatori dei giornaloni (una prece).
Nessuno poteva prescindere dal premier chiamato Agenda, chi aveva osato negargli la fiducia l’avrebbe pagata cara, gli elettori orfani e vedovi l’avrebbero reissato a Palazzo Chigi sulle proprie spalle, insomma sarebbe tornato domani a furor di popolo.
Invece era così popolare che vincono, nell’ordine: Meloni, sua unica oppositrice; Conte, additato da tutti come il suo killer; Fratoianni e Bonelli, che non gli avevano mai votato neppure mezza fiducia e sono i soli a salvarsi dall’apocalisse del centrosinistra.
Signorini grandi firme. È uno spasso vederli in tv, dotti e pensosi, mentre spiegano l’errore fatale di Letta, Calenda & C.: non allearsi con i 5Stelle, dare Conte per morto, percularlo come “avvocato del popolo di Volturara Appula” tutto “piazze piene e urne vuote”, ma anche pensare che agitare il nome di Draghi portasse voti, che l’allarme fascismo, l’allarme Putin, l’allarme Orbán terrorizzassero le masse inebriate dall’euroatlantismo, dal riarmo, dai moniti dei mercati, di Zelensky, della Casa Bianca, di Ursula, Scholz, Macron e le altre cancellerie Ue. In una parola, spiegano che chi segue i loro consigli è un coglione (invece chi li dà resta una volpe).
Lecta. Il principale artefice del trionfo della destra (dopo Facta, Lecta), della rimonta dei 5Stelle e del punto più basso mai toccato dal suo partito, s’è rivelato il peggior segretario del Pd alla pari di Renzi (e non era facile), s’è presentato ieri alla stampa per dare la colpa ai 5Stelle: mancava soltanto che, anziché le sue dimissioni, annunciasse quelle di Conte. Come se gliel’avesse ordinato Conte di sdraiarsi ai piedi di Draghi donandogli il sangue perinde ac cadaver e gonfiando Meloni come un’anguria, sposare il riarmo e il bellicismo atlantista senza mai parlare di pace, rinnegare l’unica alternativa vincente alle destre (l’alleanza M5S-Pd del Conte-2), puntare su Di Maio e tal Crippa, pomiciare con Calenda per poi farsi mollare all’altare, scommettere tutto sul “Pd primo partito” (ciao core) e sullo “Scegli” fra nero e rosso (stravince il nero di 18 punti), evitare accuratamente accordi coi 5Stelle sui collegi contendibili al Sud, dare per acquisiti quelli delle Regioni (ex) rosse, insomma giocare la partita con le regole del proporzionale mentre vige il Rosatellum che premia le coalizioni e i cartelli tecnici. Infatti in Puglia, dove Emiliano sposò fin da subito l’alleanza coi 5Stelle, il Pd cresce di 3 punti. Fa il record al Sud (16,8). E con 5S (28) e alleati minori, supera il 50, staccando di 10 punti le destre. Si potrebbe ripartire di lì, mettendo in salvo la povera Schlein dal bacio della morte dei cavalieri Gedi che la lanciano alla segreteria con gli amorevoli consigli che già tumularono Renzi, Pisapia, ora Letta. Il quale avrà molto tempo libero prima di tornare a Parigi a insegnare come perdere il governo con l’Agenda Monti e le elezioni con l’Agenda Draghi: forse ci spiegherà se l’ultima catastrofe è tutta farina del suo sacco o gli ha dato una mano qualche zio d’America.
Ernesto “Che” Conte. Trasformato da cecchini e avversari in un tupamaro descamisado solo perché parla di pace, reddito di cittadinanza, salario minimo, rincari e legalità, riporta i 5Stelle al 15,5% dall’8-9 in cui erano precipitati per l’effetto Draghi. Dimostra che il M5S è l’unica novità degli anni 2000 che non passa di moda come una meteora. E ci salva da una destra oltre i due terzi e padrona della Costituzione. Ma ora il governo avrà un capo, anzi una capa, molto riconoscibile. All’opposizione serve un volto credibile e, al momento, c’è solo quello di Conte, in attesa che il Pd esca dalla notte dei lunghi coltelli. La partita che lo attende va ben oltre i confini dei 5S: sta a lui scavalcarli, tornando a essere il “punto di riferimento dei progressisti” ritratto dal tanto vituperato Zingaretti (che alle Europee del 2019 portò il Pd al 22,7%, subito dopo la scissione di Iv). Partendo da comitati civici in tutta Italia per difendere le conquiste del Rdc, della Spazzacorrotti, della lotta al precariato e ai salari da fame, della pace, dell’ambiente dagli assalti delle destre alla diligenza.
Il Sesto Pelo. Il Terzo Polo di Calenda&Renzi, come volevasi dimostrare, è il sesto. Ollio&Ollio vaneggiavano di 15%, di “risultato a due cifre”, invece si fermano alla metà (7,8). Dovevano rubare messi di voti alla destra (“Calenda è un magnete”, Letta dixit), invece ne fregano pochissimi al centrosinistra. E, senza il 2,9% della Bonino, vanno poco sopra i voti del 25 luglio dopo la caduta di Draghi: allora Swg per La7 diede Azione e +Europa al 6% e Iv al 2,9. Ma è tutta colpa degli elettori, spiega lo Statista dei Parioli: l’avevano illuso con le standing ovation a Draghi (ma quando mai?), poi hanno “scelto il populismo di chi urla di più” (ma in quel caso lui sarebbe alla pari della Meloni). Però la mesta fine del Grande Centro, sorpassato in retromarcia persino dal feretro di B., e la débâcle della Bonino, altro bluff pompato dai giornaloni, ha almeno il pregio di svelare l’arcano di che diavolo fosse l’Agenda Draghi (ora Agenda Dragula): il libro delle firme ai funerali sul tavolino in fondo alla chiesa, con la copertina nera in velluto floccato e la penna legata alla cordicella.
ATER: per il presidente leghista la soluzione sono le telecamere.
» Inviato da valmaura il 26 September, 2022 alle 1:57 pm
Qualcuno dovrebbe spiegargli che la parola d'ordine della videosorveglianza sempre e comunque ha perso il suo appeal e parimenti non porta più voti come la Lega dovrebbe essersi accorta a sue spese domenica scorsa.
Ma pensare di risolvere un problema sociale con misure di ordine pubblico non è solo controproducente ma non risolve affatto i problemi.
L'aver mandato a vivere quasi 1500 persone in quel bunker di cemento ammalorato che è il “Serpentone” di Valmaura ed invece di cercare di affrontare i problemi che ne derivano pensando di colpirne gli effetti senza intervenire sulle cause, riducendosi a piazzare decine e decine di telecamere, che per chi conosce l'ambientino, verrebbero messe fuori uso e distrutte in un amen, significa non capire molto.
Ora che tra 1500 persone ci siano anche degli incivili è statisticamente pacifico, ma se forse, e ripetiamo forse, se si cominciasse a rendere l'ambiente un po' meno degradato ed umano, allora anche l'incivile potrebbe esserlo di meno, ed il disagio meno pesante.
Se i dirigenti Ater avessero dato mano alle proposte da noi avanzate al Circolo Miani mesi fa e da loro approvate e condivise, ma solo e null'altro che a parole, oggi, di nuovo forse, si sarebbe fatto qualche passo in avanti per tentare di rendere questo posto un pochino più dignitoso ed umano.
D'altronde Primo Levi scrisse che “l'abisso chiama l'abisso”, ed incapacità ed ottusità, aggiungiamo noi, chiamano ottusità ed incapacità.
» Inviato da valmaura il 24 September, 2022 alle 11:34 am
Viva la nuova-vecchia Barcolana o Muiesana, perchè no?
Sta avvenendo quello che scrivevamo da anni, ovvero questa Barcolana ufficiale non ha più nulla dello spirito iniziale per cui tanti anni or sono alcuni amatori ed appassionati la avevano pensata e realizzata: ovvero una festa popolare per gli amanti del mare, triestini e vicini di casa in primis.
Da tempo è oramai divenuta un puro business, dove gli affari, il professionismo agonistico contano, il resto serve solo da contorno, utile e sfruttato per l'immagine di “regata più partecipata al mondo”.
Già il termine regata è la negazione degli intenti di chi l'ha inventata e dei tantissimi partecipanti, i nove decimi degli iscritti, che continuano sempre meno convinti a farne da corollario, oggi sempre più consapevoli di essere uno “specchietto per le allodole”.
Bene, anzi male, e malissimo poi per gli sponsor ed i partner improponibili scelti dagli attuali vertici negli ultimi anni: dalla Ferriera nel Villaggio Barcolana, oramai più simile ad un Suk di Tangeri in versione lusso, all'ultimo: la Siot che tratta Trieste alla stregua di una colonia da quarto mondo. Ci ricava fior di utili ed in cambio al territorio lascia solo i miasmi che impestano l'aria di tutta la provincia, e le fumate inquinanti allo Zolfo delle petroliere.
Allora la soluzione è semplicissima, lasciare ai quattro fighetti gli affari di un agonismo professionale che ha snaturato da tempo l'iniziativa, e varare una Barcolana Bis, o Muiesana perchè no, che sia esclusivamente aperta alla partecipazione di coloro che vogliono tornare ad una festa popolare sul e col mare, Triestini e vicini di casa, non per specularci sopra ma per divertirsi e socializzare.
Questa Barcolana è morta, e da tempo, viva dunque alla nuova, genuina Barcolana/Muiesana.