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Circolo Miani » News Correnti » Page 28 Trieste come neanche Las Vegas. » Inviato da valmaura il 9 April, 2022 alle 1:12 pm Stamane passeggiando, si fa per dire, per il “ghetto” dietro piazza Unità ho notato la scomparsa di oltre i due terzi dei negozi di “robivecchi”, antiquariato e modernariato che occupavano buona parte dei fori commerciali. Sostituiti da una sfilza di locali ed esercizi della tipologia bar, pizzerie, paninoteche, pub et similia.
Alcuni dei commercianti superstiti mi hanno confermato che ogni mattina le stradine sono ridotte ad una discarica di lattine, bicchieri di carta, vetri rotti, avanzi e salviette, il tutto innaffiato da abbondanti orinate umane, che stavolta i poveri cani non ci azzeccano per nulla.
A questo aggiungiamo la paginona di cronaca di ieri l'altro sul Piccolo dove il vicesindaco Tonel entusiasticamente commentava l'ennesima apertura di diversi locali, ristoranti e pub in zona Viale bassa, a discapito ovviamente di attività commerciali.
Ora Trieste da anni ha il primato di pubblici esercizi (mangiaebevi) per numero di abitanti, statisticamente parlando ne ha più di Las Vegas in proporzione.
Hanno invaso ed occupato gran parte degli spazi e delle piazze comunali, per non parlare poi dell'infelice Galleria Tergesteo.
Le domande che ci dobbiamo porre sono diverse.
Partiamo da quella più ovvia: è questo il futuro che desideriamo per Trieste?
Una città dove per altro stanno spuntando come funghi anche albergoni riservati tutti a clientela facoltosa, che è dir poco. E da un lato ipermercati a gogò con la parallela scomparsa del piccolo commercio in centro e l'azzeramento di quello periferico, a fronte di una annuale riduzione del bacino di residenti.
Farne una Disneyland potrebbe anche essere una scelta, peccato che manchi una regia ed una programmazione complessiva (è di oggi la notizia che il cantiere in atto dal 2019 per manutenzione dello storico Aquario a lato della vecchia Pescheria subirà un ulteriore ritardo di mesi ed un 500.000 euro di aumenti per ultimare i lavori: tanto paghiamo noi).
Poi non passa inosservata la questione dei continui cambi di gestione sulle attività di ristorazione: chi ne apre una in media “resiste” per uno o due anni e poi spesso fallisce.
E l'ultima domanda che sorge spontanea è questa: tolti i turisti stagionali, croceristi compresi, “mordi e fuggi” dove i Triestini, in particolare i giovani, trovano i quattrini per pagarsi fino a notte fonda aperitivi, consumazioni e libagioni coi prezzi che girano?
Questa è la plastica applicazione del “viva là e po' bon” a cui segue sempre la “legge del Menga”.
Ci sbagliamo? Krsko e dintorni. Sciocchezze a ruota libera. » Inviato da valmaura il 9 April, 2022 alle 1:11 pm Dalla centrale nucleare di Krsko al, anzi ai due, Rigassificatore i politici non perdono l'occasione per apparire e dire sciocchezze.
Partiamo dall'assessore regionale per “la difesa dell'ambiente” Scoccimarro che oggi sulla stampa se ne esce “criticando «i continui veti di una precisa parte politica che ha portato alla situazione di crisi odierna in cui dobbiamo scegliere comunque uno Stato che ci dia gas, petrolio o energia» (il riferimento è ai 5 Stelle), Scoccimarro guarda anche al presente: «Nell’immediato bisogna investire in fotovoltaico e idrogeno e anche in rigassificatori offshore, ma compatibilmente alla tutela dell’ambiente e delle attività portuali».
Due strafalcioni in poche righe: i “continui veti” al Nucleare non li hanno messi i 5Stelle ma gli italiani che in ben due Referendum hanno votato a stragrande maggioranza contro (correvano gli anni Ottanta ed i Cinque stelle sarebbero nati circa 40 anni dopo), ed in quanto ai “rigassificatori offshore” solo a parlarne nel Golfo di Trieste, a parte l'incomprensibile vaghezza di quell'offshore che però fa tanto figo, stride totalmente con le sue parole finali “ ma compatibilmente alla tutela dell’ambiente e delle attività portuali”.
Poi tocca all'immancabile Dipiazza: “Così anche il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: «Il problema è che abbiamo sempre detto di “no” a tutto. Io, per esempio, sono pentito di averlo fatto sul rigassificatore. Quanto a Krško, ferme restando le esigenze di sicurezza, il tema è che prima o poi dovremo chiudere le aziende e manderemo la gente a casa”.
Ora pare che la sua memoria funzioni al massimo per 24ore e pertanto lo rassicuriamo: non ha motivo per pentirsi che lui è sempre stato dal bell'inizio alla triste fine l'indefesso paladino del Rigassificatore di Zaule. E sulla centrale nucleare forse chiudere le aziende è il male minore se confrontato a chiudere la vita, meglio a casa che in cimitero, posto che rimanga qualcuno in grado di seppellirti.
Ora non avendo nulla da rimproverarci, anzi, come Circolo Miani fummo tra i primi a segnalare, con una inchiesta giornalistica curata dall'amico geologo Calligaris nei primissimi anni Novanta, gli inaccettabili rischi per Trieste e la Regione che una Centrale Nucleare collocata a Krsko in Slovenia, non proprio di ultimissima generazione, a 130 chilometri dalla nostra città, creava.
E non per nulla l'Austria ne chiede da tempo la chiusura.
Criticammo duramente la Giunta regionale di centrodestra guidata da Tondo che addirittura ne auspicava il raddoppio e chiedeva l'inserimento, tramite le finanziarie regionali, nella società proprietaria del nuovo ampliamento anche della Regione FVG.
Quando superficialità e vuoti di memoria creano brutti scherzi, ma, va detto, con l'opinione pubblica che ci troviamo rischiano poco o nulla che i Triestini sono di bocca assai buona. 43 miliardi delle nostre Lire, ovvero 21 milioni di euro. » Inviato da valmaura il 7 April, 2022 alle 11:58 am Per cosa? Ma diamine è l'importo, di partenza si badi bene, che il Comune prevede di spendere per un “boschetto” urbano in Porto Vecchio, a partire dai 130mila euro all'architetto di turno per il progetto. Che seguono di pochi giorni quelli analoghi per la sontuosa progettualità dell'archistar Fuskas per le due stazioni della cabinovia, con le quali il nuovo “arredo” verde dovrà misurarsi, come recita il Comune: “Essendo il viale l’area in cui dovrebbe passare la cabinovia, nelle intenzioni del Comune il progetto di Femia dovrà dialogare con le stazioni e i piloni pensati da Fuksas.”
Chiamare un giardiniere non andava bene?
Forse costava troppo poco.
La Giunta del “disfare” e dell'abbattere. » Inviato da valmaura il 7 April, 2022 alle 11:57 am Non smette di stupire questa amministrazione, e non è che quelle precedenti ci abbiano fatto mancare nulla.
Si parte con due abbattimenti che, contrariamente a quanto uno è portato a pensare, costano e pure molto (a cui va aggiunto lo smaltimento dei ruderi e laterizi): la Sala Tripcovich e la Piscina Terapeutica. E di questa non riusciamo a comprenderne proprio le ragioni: se a crollare è stato solo il tetto della vasca ed il rimanente edificio sembra tuttora in più che buone condizioni.
Fare presto per riaprire alla città una struttura terapeuticamente importante consiglierebbe di concentrare i lavori sulle manutenzioni, da fare comunque, sul rifacimento, lineare ed economico, della vasca centrale e casomai poi, una volta riaperto il tutto ad allargare con nuove costruzioni idonee ad ospitare nuovi servizi.
Per la battaglia personale di Dipiazza contro la Tripcovich, sarebbe utilmente propedeutico spiegare ai Triestini cosa si intenda fare nella piazza d'armi di Largo Santos, a parte buttare dalla finestra oltre 500mila euro per spostare la Statua di Sissi, senza pace anche nella tomba, di un'ottantina di metri. E magari pensare qualcosa di concreto per recuperare il Teatro Auditorium in piazza della Borsa.
Quando poi questa amministrazione parla di rifare i giardini e le aree verdi, noi abbiamo negli occhi le centinaia di alberi che nei ultimi tre lustri il Comune ha inutilmente segato ogni anno, riducendo drasticamente il verde d'alto fusto dal Carso al mare, e ne siamo sinceramente preoccupati.
Ma pare che siamo i soli, che politici verdini ed ambientalisti di ogni colore se ne sono sempre fregati.
Poi arriva il colpo a sorpresa: rifare Piazza Unità, ammalorata dall'infelice scelta del fondo, operata dalla Giunta Illy, e poi massacrata dalle decine di cantieri annuali di tubi innocenti e ferraglia per palchi, dall'andirivieni di Tir, furgoni e muletti.
Una barcata di soldi, più utili ad esempio ai Servizi sociali, quando invece sarebbe più ragionevole un'adeguata manutenzione conservativa.
Rimane, e da venti anni, l'irrisolta trottola dei mercati Ortofrutticolo ed ittico, per non parlare dei cantieri perennemente aperti od interrotti: l'elenco lo conoscete tutti.
Ma con Dipiazza e questa sua, fortunata per lui, “opposizione”, inutile illudersi. A distanza di due anni i NO 5G o morte? Spariti tutti! » Inviato da valmaura il 3 April, 2022 alle 12:04 pm Questo scrivevamo due anni fa.
“Ultimissime. Coloncovez più Sessanta.
5G o non 5G.
Allora le ultime dai ripetitori in costruzione. Si sono mossi i cittadini che hanno parlato con i “costruttori” sul posto (per altro al lavoro senza alcuna protezione anti Covid-19: Prefetto che ci stai a fare?).
Dunque hanno detto che ne debbono installare una “sessantina”, così tanto per gradire.
Ma l’Arpa, immediatamente sentita, ha risposto che per quanto risulta loro si tratta solo “4 o 5 nuovi impianti”. Per quanto risulta a loro per l’appunto.
Subito informati ci siamo mossi anche noi, per quanto permettano le misure giustamente in vigore in questi giorni, e Maurizio Fogar ha prontamente firmato la procura al legale per chiedere l’immediato accesso agli atti in Comune (Coloncovez fà Trieste) e per le conseguenti iniziative da intraprendere.
Tra l’altro l’articolo dell’altro ieri è stato finora letto da 28.000 utenti diretti più tutti quelli, che non possiamo tecnicamente calcolare delle Condivisioni, che sono state 460 dirette più n.? indirette. Ha ottenuto finora 890 “mi piace” diretti e indiretti, e 360 commenti, idem.
Non si può proprio dire che la nostra comunità sia insensibile, lo sono invece, ma non è una novità, gli organi di “disinformazione” e, more solito, la politica tutta.
Una risposta ai pochi difensori a spada tratta e benda su occhi e cervello del 5G a prescindere.
Pericoloso assai affrontare un argomento che bene o male riguarderà tutti noi, direttamente o indirettamente, a colpi di sicumere. Per vedere se la fiamma della nostra cucina è accesa, non ci mettiamo la mano sopra.
E dunque chiedere, come la stessa Comunità Europea ha sancito, l’utilizzo del criterio della massima “precauzione” vista l’assenza di studi credibili e scientificamente imparziali sugli eventuali danni a salute ed ambiente di questa nuova tecnologia è puro buonsenso. Piangere poi, a babbo morto, serve picca e nulla.
E pertanto abbiamo avviato la procedura legale che chiede ad un Comune, silente come sempre, come assenti come sempre sono opposizioni e forze politiche, una ordinanza di moratoria all’installo delle nuove strumentazioni a Trieste, in attesa di risposte certe.
Non sembra chiedere la Luna ma un semplice richiamo alle responsabilità di tutela della salute. Il problema, e non da oggi, è che questa nostra classe dirigente e politica le responsabilità non vuole proprio assumersele”.
Ecco ci siamo sbagliati: la nostra comunità è sensibile solo al “pomo caschime in boca”, per non dire poi dell’altro motto: “armiamoci e partite”.
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