» Inviato da valmaura il 17 May, 2018 alle 12:38 pm
Da non credere. Allucinante !!! Ecco cosa scrive oggi il piccolissimo giornale “in un parcheggio di viale Campi Elisi, in un gruppo di case Ater all’altezza del civico 55. Una piccola fetta di periferia degradata, che poco o nulla ha a che vedere con il quartiere residenziale che si apre poco più avanti.” “POCO o NULLA ha a che vedere” con il resto di Trieste, quella “bene” per intendersi.
» Inviato da valmaura il 13 May, 2018 alle 11:45 am
Ma è mai possibile che la città deve ad anni alterni misurarsi con questo Parco del Mare itinerante, con tutti i protagonisti dello sfiancante dibattito che invece di mandare a farsi benedire il promotore, sempiterno aculturato presidente della Camera di Commercio, gli tengono bordone ad offesa dell’intelligenza dei triestini. L’idea infelice di piazzare un mega Parco a Trieste, non bastavano il simpatico Aquario e quello virtuale di recente costruzione alle Scuderie del Castello di Miramare, WWF docet, vaga da quasi due decenni per Trieste. Dalla primigenia idea del terrapieno di Barcola, passando per la ex Piscina con annesso rudere del magazzino Vini, per poi ancora nell’area del Mercato Ortofrutticolo, con una veloce capatina all’interno del Porto Vecchio, per poi approdare in Sacchetta nell’area della Lanterna, dopo “el Pedocin”. A poco serve ricordare che il grande Aquario di Genova, inaugurato in occasione delle Colombiadi e con quel popò di collocazione geografica, passa praticamente da un quasi fallimento all’altro. Ma non c’è peggior sordo di chi vuol fare gli affari soprattutto propri, con l’aggravante di farli sulle inutili sofferenze degli animali, in questo caso marini. L’area in questione invece dovrebbe basarsi, per la sua riqualificazione, su quattro punti fermi ed il loro contorno. La vecchia Lanterna, la piscina terapeutica marina, il bagno, oramai noto in tutto il mondo, del “Pedocin”, la vecchia asburgicamente bella stazione dei treni con il pregevolissimo Museo ferroviario e non solo, ora finalmente in fase di restauro. Sempre nell’area ci sono poi il Bagno Ausonia e, tuttora, il Mercato Ortofrutticolo, che frutta e verdura di stagione non stonano mai per simpatia e salubrità, ed infine, ma non ultimo, il Museo del Mare. A questo si aggiunge il naturale prolungamento della “Marina” triestina. Ecco rigenerare questa area a beneficio di triestini e turisti, senza stravolgerne la centenaria urbanizzazione, in orizzontale, partendo da un percorso già tracciato e naturalmente indicato dalle presenze sopracitate non dovrebbe essere così difficile. Basterebbe valorizzare ed ampliare l’esistente. Ma la semplicità, il buongusto ed il buonsenso non pare alberghino da queste parti. Un vero peccato che il neopresidente della Regione si sia lasciato trascinare a fare da “testimonial” di una iniziativa che più che alla conservazione della specie, marina, mira alla conservazione dell’intreccio tra affari e politica.
Al Circo Zavata di Trieste. Bullismo municipale.
» Inviato da valmaura il 10 May, 2018 alle 12:11 pm
“Ti aspetto in strada”, come le ganasse (bobe) de Galauca. E non sotto un tendone da circo ma a Palazzo Cheba, ovvero il Municipio, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale. Protagonista indiscusso il ringalluzzito sindaco Dipiazza, nell’inerzia (che ci sia o meno non se ne accorgono nemmeno i vigili urbani e le segretarie) di Gabrielli il presidente non presidente dell’assise comunale. L’altro protagonista, immaginiamo suo malgrado, il consigliere piddino, ala Russo, Marco Toncelli sopranomeato “el paiazo” dal padrone del Circo. Alla fine: abbracci, tarallucci e vino tra i due circensi. Ora dal Circo Zavata passiamo al Municipio, la casa di tutti i triestini. Era dai tempi delle intemperanze di Marchesich, Bandelli e dello stesso Dipiazza che con estremo buongusto accoppiò una mazza da baseball al fondoschiena dell’allora consigliere Omero, che non si assisteva ad episodi di tale rozzezza assolutamente incompatibili con l’istituzione municipale. In un’aula, quella del Consiglio comunale, che nella sua storia ha visto la presenza di personalità di elevato rilievo, di grande spessore culturale. Caratteristiche dei componenti che è vero negli ultimi trenta anni sono andate scemando fino quasi a scomparire tra la grande maggioranza degli eletti, ed i risultati si sono spietatamente visti in una Trieste in caduta libera. E forse la cosa più sgradevole, che ha trasmesso ai cittadini la netta sensazione e conferma che “can non magna can” e che la politica, questa politica, sia solo una finzione, una commedia, è stato il “volemose bene” finale con abbraccio e bevuta di circostanza tra i due protagonisti. Un farsesco ballo sulla cassa da morto della credibilità delle istituzioni, e poi si domandano perché Sei triestini su Dieci NON sono andati a votare per la Regione il 29 aprile!
Al Suk di Trieste.
» Inviato da valmaura il 9 May, 2018 alle 11:51 am
Piazza Unità, vista mare? No sulla tendopoli modello Suk di Tangeri! Ora che piazza Unità una delle principali attrazioni turistiche di Trieste - per essere una delle quattro piazze al mondo che si affaccia sul mare, per intendersi neanche piazza San Marco a Venezia ha questo privilegio - venga sempre più spesso devastata da strutture in tubi innocenti ed in tendopoli è già uno scempio architettonico. Ma che periodicamente perda anche la vista mare per giostre, a proposito complimenti vivissimi a chi ha esteso la deturpazione della Galleria Tergesteo alla contigua Piazza Verdi piazzandovi una giostra in plastica, e tendopoli varie, è semplicemente un’offesa non solo al buongusto ma anche alla città. Ma non si può pretendere altro da un Giorgi e un Dipiazza, come prima da Cosolini. Manca solo che Fedriga ora ci porti le corna celtiche per una Oktoberfest Padana con il masterchef Slokar.
» Inviato da valmaura il 8 May, 2018 alle 10:58 am
Secondo giorno senz’acqua e quinto mese senza soldi.
Non comincia per niente bene Fedriga.
Pur avvisato più volte dell’insopportabile situazione di oltre cento famiglie del complesso Ater di via Valmaura, condannate a tre giorni senza acqua, e pensate cosa significhi per oltre trecento persone, il neopresidente della Regione, Fedriga, non ha trovato il tempo per un cenno di riscontro.
Perché Ferdriga?
Perché le Ater sono regionali, i vertici li nomina la Giunta regionale ed il bilancio lo ripiana la Regione.
Ora che Fedriga, “uomo del popolo” come amano definirsi i leghisti, abbia preferito continuare le interminabili riunioni nel Palazzo del potere con i vertici burocratici e con quelli partitici per la spartizione degli assessorati, non depone certamente a favore della sua statura politica.
Per capirci, un politico di “razza” avrebbe interrotto la riunione e, caricati fotografo e addetto stampa sulla sua auto, sarebbe corso sul posto a solidarizzare con gli abitanti. Avrebbe immediatamente telefonato al direttore che l’Ater triestina ha la sventura di sopportare da quasi cinque anni, tutto “merito” della Giunta Serracchiani, ed avrebbe preteso che i lavori per il ripristino della fornitura dell’acqua fossero ultimati immediatamente.
Non lo ha fatto, commettendo un grave errore ed hai voglia a circondarsi di “teste d’uovo” della comunicazione, se i risultati sono questi.
Idem dicasi per quei politici che sfilano da tempo immemorabile a Cloroformizza Trieste e a quel ring per pugili suonati di TeleCamberquattro.
Parlano di “povertà”, come un puttaniere parla di castità, “deprecando” gli scandalosi ritardi, a breve saranno sei mesi, con cui verrà messo in pagamento il MIA, ovvero l’assegno regionale per il sostegno al reddito.
Tutti a dare la colpa alle lentezze burocratiche dell’INPS (è ufficiale: per i primi 1200 nuclei familiari triestini la Card inizierà ad essere spedita appena dopo il 22 maggio, e a distanza di due o tre settimane arriverà con altra lettera il Pin per attivarla), e nessuno a proporre soluzioni concrete, come ci si aspetterebbe da chi ha responsabilità pubbliche.
La soluzione ancora una volta la indichiamo noi e l’abbiamo trasmessa ai vertici del Comune.
La misura è regionale, anche se a pagarla è l’INPS. E’ di pochi giorni fa la notizia che la Regione ha chiuso i bilanci di cassa con un cospicuo avanzo di diversi milioni. Dunque il Comune di Trieste, tramite l’assessore competente, l’evanescente Grilli, a difesa delle migliaia di concittadini incapienti, avanzi pubblicamente la proposta, che sarebbe in un amen raccolta da tutti i sindaci del Friuli Venezia Giulia, che sia la Regione con procedura d’urgenza ad anticipare l’intera somma agli aventi diritto, facendosi poi rimborsare gli importi dall’INPS stesso, con tutta la lentezza burocratica abituale.
Comune e Regione non possono fare i Ponzio Pilato sulla pelle della povera gente!
E continuare ad incassare stipendi d’oro.
E si, siamo proprio dei “populisti demagoghi”.
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