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Circolo Miani » News Correnti » Page 261 Comincia male anzi malissimo. » Inviato da valmaura il 12 January, 2019 alle 10:36 am Il nuovo Commissario Straordinario della Azienda Sanitaria, il goriziano (nel senso che viene dalla direzione di quella ASS), Antonio Poggiana parte con il piede sbagliato, e se fossi nella Giunta Fedriga che lo ha appena nominato me ne preoccuperei. Il “Pronto Soccorso” di Cattinara per lui va bene così come sta, ovvero con medie di attesa superiori alle dieci ore, e “non occorrono nuovi medici”. Infatti gli ambulatori sono cinque ed il medico UNO! Da ricordarsi questa sua uscita nel caso ci scappi il morto o un accidente grave: la responsabilità legale è tutta sua. Poi la “riforma della riforma” della Sanità regionale per prima cosa taglia il personale infermieristico e non solo agli ospedali triestini. Perfetto, non bastava il blocco del cantiere a Cattinara ed il prevedibile allungamento sine die dei lavori di ristrutturazione e del “nuovo” Burlo, ci occorreva ancora questo. Manca solo l’invasione delle cavallette e poi siamo alle piaghe d’Egitto. Nelle foto: il parco ambulanze. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/pcb.2372541513016803/2372542406350047/?type=3&theater Trieste e Regione. Che fare? » Inviato da valmaura il 11 January, 2019 alle 12:02 pm Su queste pagine da oltre un decennio e sul territorio come Circolo Miani da quasi quaranta anni, abbiamo verificato l’incapacità, ma anche l’ignoranza, di una classe dirigente, a partire dalla politica tutta, di dare risposte rapide ai problemi di cui la nostra città, e Regione, soffrono. E questo al di là del colore politico di chi amministrava o stava all’opposizione. L’aspetto paralizzante è soprattutto l’ignoranza della realtà e della storia recente di queste terre. Vero è che l’assenza a Trieste ed in Regione di organi di informazione scritta e radiotelevisiva non ha certamente aiutato (che gli attuali altro non sono che i “velinari” ed i megafoni dei partiti e padroni di riferimento). Ma ora, preso atto di questa situazione, di fronte alle emergenze che affliggono la nostra città e rimbalzano in Regione, e che si aggravano irrisolte da troppo tempo, crediamo non basti più denunciarle pubblicamente, e fornire le soluzioni in assenza di interlocutori pronti a recepirle, ma anche solo ad ascoltare e confrontarsi. Bisogna intervenire in prima persona se si vuole cambiare in meglio e dare inizio alla soluzione concreta dei problemi che avvelenano la nostra vita. Facile fare un sommario elenco di queste emergenze, almeno per noi che le abbiamo scritte e vissute in tutti questi anni. Dalla sanità, ospedaliera e territoriale a pezzi, a partire dal disastro perenne del Pronto Soccorso e dei tempi biblici per visite ed analisi specialistiche, all’emergenza povertà che colpisce migliaia di famiglie di nostri concittadini in rapido aumento anche a livello regionale, al collasso dei servizi sociali comunali e pubblici e senza alcun serio coordinamento con i servizi sanitari territoriali. Dal degrado trentennale dei quartieri semi e periferici della nostra piccola provincia a cui oggi si aggiunge il depauperamento del centro storico di Trieste, all’emergenza casa di una Ater sostanzialmente incapace sia dell’ordinaria manutenzione dell’ingente patrimonio immobiliare da lei gestito, sia nel dare risposte alle migliaia di richieste di nuove abitazioni. Per non parlare poi del lavoro, quando il cattivo esempio dell’incentivo alla precarietà ed allo sfruttamento parte proprio dagli enti locali che da tempo usano esternalizzare, che brutto neologismo, molti dei servizi da loro tradizionalmente svolti ricorrendo a cooperative e ditte esterne, con tutte le note conseguenze del caso (retribuzioni ridotte all’osso e caduta della qualità dei servizi forniti). Scandalosa poi la tutela dell’ambiente e del verde pubblico che invece di essere incrementato anche per fare fronte al cambiamento climatico recepito in città, produce devastanti eradicazioni e tagli di alberi adulti, per non parlare delle “potature” e della cura delle aree verdi affidate anche qui a cooperative esterne al Comune, ed i risultati purtroppo si vedono. A questo si aggiunga una mancata visione d’insieme del futuro di Trieste e del suo territorio, anche a medio e breve termine, da cui poi escono cantieri e progetti del tutto inutili e costosi: anzi utili esclusivamente a fare girare soldi (pubblici) a favore dei soliti noti. Che fare dunque? Una domanda che ci siamo posti ripetutamente in questi anni, e che oggi, facendo tesoro delle esperienze passate, trova solo una risposta logicamente percorribile a tutela dei nostri interessi e del bene comune. Vista la sordità e l’incapacità degli strumenti politici oggi esistenti: dare vita ad una nuova forza politica, e se occorre chiamarlo partito chiamiamolo così, dove confluiscano le migliori intelligenze e volontà oggi presenti a Trieste tra quella gente assolutamente normale che da tempo ha rinunciato ad avvicinarsi a questa politica “ufficiale” perché detestata e ripudiata dalla maggioranza degli elettori in città ed in Regione. Sia chiaro non interessa qui costruire l’ennesimo partitino del tre per cento, noi vogliamo governare la nostra città e se possibile Regione per risolvere concretamente e nel tempo più rapido i nostri problemi, a partire dalle fasce più deboli della nostra comunità, per rilanciare il futuro di Trieste parallelamente a quanto sta avvenendo con la crescita del nostro Porto internazionale. Maurizio Fogar Il flebile ruggito del coniglio. Lettera a Roberto Dipiazza. » Inviato da valmaura il 6 January, 2019 alle 9:09 am Caro Roberto, questo tuo terzo mandato da Sindaco, giunto a metà strada, è inguardabile ed impresentabile. E sta arrecando grave nocumento all’immagine di Trieste. Mai avrei pensato che dopo i cinque anni di Cosolini che avevano superato per incapacità la tua seconda amministrazione, e non era affatto facile né scontato, la tua terza esperienza esprimesse un livello così basso riuscendo nell’opera improba di far rimpiangere perfino i predecessori. Mai ho visto, da quando ho la ragione, un gruppo di assessori così deboli, incapaci ed ignoranti anche nelle materie di loro ordinaria amministrazione, come quello che ti sei scelto per comporre la tua Giunta. Sai benissimo che non parlo per partito preso, ovvero per simpatia di parte. La mia unica “parte” è la nostra comunità. Ma l’ultimo atto, quello compiuto ieri l’altro dalla persona che ti sei scelto prima come assessore e poi come vicesindaco, è inaccettabile ed ingiustificabile. Spiace che il Presidente della Regione neghi una verità palese minando la sua residua credibilità personale, ma sono affari suoi, oltre che di coloro che lo hanno scelto e votato. Oggi devo assistere ad un penoso tentativo di giustificazione dell’autore di quel gesto inqualificabile: da quello spazzino aggiunto, pardon operatore ecologico, che senza alcun senso del ridicolo ripiega sulla versione di aver solo gettato dell’immondizia in un bottino come solerte boy scout o giovane marmotta. Peccato che nella confusa foga non ricordi nemmeno quanto da lui scritto poche ore prima, e già questo basterebbe per farlo allontanare dall’amministrazione di un bene pubblico, ovvero quel “Tolleranza zero”: alle scovazze secondo lui ora. Suggeriremo questo slogan ai produttori di saponette e detersivi ma credo che nessuno lo adotterà. Gravissima nell’implicito significato razzista è la dichiarazione di essersi poi subito lavato le mani, “soddisfazione” a parte. Dopo i disastri amministrativi di larga parte dei tuoi assessori (dalla Polli al “fallimento”, parola sua, di Grilli), per non parlare di Ferriera, ora dopo le sparate infantili quanto acrimoniose del suo predecessore ti ritrovi come tuo Vice un signore che si comporta in siffatto modo e che poi dimostra la sua assoluta mancanza di coraggio, coerenza e responsabilità, qualcuno potrebbe definirla e non a torto indegnità o viltà, nel goffo tentativo di negare l’evidenza in una penosa quanto parziale retromarcia. Che poi tu oggi non trovi di meglio che dichiarare: “Ognuno fa politica come pensa e crede” conferma la tua inadeguatezza a ricoprire il ruolo di Sindaco. Stai lasciando un pessimo ricordo, e umanamente me ne dolgo. Maurizio Fogar Nelle foto: gli “spazzini” dell’Illinois. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/pcb.2368466736757614/2368466470090974/?type=3&theater https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/pcb.2368466736757614/2368466550090966/?type=3&theater Trieste Città Porto. Trieste. Ennesima figura di m…. sulla stampa nazionale. » Inviato da valmaura il 5 January, 2019 alle 2:15 pm Avevamo preparato un pezzo sull’importanza fondamentale del Porto, del suo progetto di raddoppio, al quale è legato indissolubilmente il prossimo futuro di Trieste. Il lavoro e la ricchezza di migliaia di concittadini a partire dai nostri giovani. Volevamo incitare il Presidente dell’Autorità Portuale, che ha in mano tutte o quasi le carte necessarie, grazie anche al decreto del Ministro Del Rio che certificava l’esistenza del Porto Franco Internazionale (il famoso Allegato VIII del trattato di pace istitutivo del Territorio Libero di Trieste), a fare presto. A non perdere tempo nel chiudere gli accordi con gli investitori stranieri (siano essi Cinesi, Coreani del Sud, Iraniani, Russi, Tedeschi o Lapponi) per sventare le oscure manovre di chi si batte per conservare nell’immobilismo le sue egoistiche rendite di posizione parassitaria, a scapito di Trieste. Consapevoli anche che la realizzazione, mai così vicina come ora, di questo progetto porterà a soluzione, come da noi sollecitato fino dal 2005, la questione Ferriera tutelando e decuplicando i posti di lavoro. Ed invece no. Invece siamo costretti a parlare della notizia che compare nelle prime pagine di tutta la stampa nazionale. Dove Trieste sale, si fa per dire, agli onori, e che onori, della cronaca per un gesto di pura cattiveria che non sarebbe altro che da lettino di psicanalista se a compierlo ed a vantarsene non fosse uno che la bizzarria della politica ha portato allo scranno di vicesindaco. Complimenti vivissimi al danno d’immagine che costui ha provocato alla città, altro che Barcolana, ora più nota per un bottino dell’immondizia. Ma non potete, tra una seduta e l’altra dallo psicologo, dargli due scatole di soldatini Airfix vecchia maniera e farlo giocare in santa pace. Ne guadagnerebbero la sua serenità e la città. https://www.facebook.com/circolo.miani/photos/a.1497907753813521/2367932416811046/?type=3&theater Opicina. Un Tram chiamato desiderio. Un “Pronto Soccorso” chiuso per malattia. » Inviato da valmaura il 4 January, 2019 alle 4:01 pm Due fatti oggi danno la misura del fallimento di una classe dirigente, non solo politica anche se i politici ne portano la maggiore responsabilità. Ed il perché è presto detto: i vertici delle aziende controllate, da quella Sanitaria alla Trieste Trasporti, sono di squisita nomina politica, così come i vertici amministrativi degli enti pubblici (a partire da Comune e Regione) subiscono la sudditanza psicologica, che non esiste solo per gli arbitri di calcio, di chi governa. Il primo è oramai entrato nelle barzellette. Si tratta del fermo interminabile del Tram di Opicina per il quale per altro in questi ultimi anni (sindaci Cosolini e Dipiazza: sempre loro) si sono spesi fior di quattrini (una quindicina di milioni). Si direbbe “sfortunà” ma non per tutti che pochi ne hanno tratto fior di guadagni. Realisticamente, se va bene, ma molto bene, se ne riparla per l’estate del prossimo anno (2020). Il secondo è ulteriore conferma che lo spoils system, ovvero il piazzare propri uomini ad ogni cambio di maggioranza politica ai vertici delle aziende (pubbliche) controllate, ha prodotto quasi sempre disastri. Perché è dalla prima metà degli anni Ottanta che il criterio di scelta è passato dalla meritocrazia alla “fedeltà”. Insomma “anche mone, anzi meglio: così non danno ombra, ma miei”. Pertanto non deve stupire la notizia che il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, costosamente rifatto con i nostri quattrini, sia di fatto non operativo per “mancanza di UN medico”, che è uno: pare si sia ammalato pure lui tra Natale e Capodanno. E questo sfascio della Sanità triestina è una brutta storia che va avanti da almeno venti anni, dunque sotto tutte le bandiere. Questo episodio ripropone con forza la questione delle risorse umane, medici e paramedici, e la loro gestione a Trieste (negli ospedali ma anche nella Sanità territoriale). Quanto aveva ragione la Ministra Bindi quando cercò, abbastanza inutilmente, di mettere i dipendenti della Sanità di fronte alla scelta tra pubblico e privato. Oggi da tempo la divisione non è più netta e molti medici fanno attività intra moenia (visite a pagamento in ospedale) ed extra moenia (come professionisti privati), così come i classici “medici della mutua”. Tutto ciò francamente non è tollerabile oltre, sempre che si voglia garantire una funzionale assistenza sanitaria pubblica e non incentivare il ricorso ai privati, seppure “convenzionati”, aumentando così i biblici tempi di attesa per analisi e visite specialistiche nelle strutture pubbliche. Oppure mantenere il caos dei “lenti” soccorsi ospedalieri. Si due episodi che da soli bastano a lumeggiare lo stato comatoso di una intera classe dirigente, opposizioni (lo scriviamo soffocando il riso) comprese. |
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