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Circolo Miani » News Correnti » Page 237

Amianto allo Scalo Legnami. E l’Arpa?

» Inviato da valmaura il 23 August, 2019 alle 3:14 pm

Trieste con Monfalcone è tra le città d’Italia più colpite dal Mesotelioma pleurico, il terribile tumore causato dall’amianto.

Abbiamo già scritto più e più volte negli ultimi anni sulla presenza di amianto interrato allo Scalo Legnami.

Vuoi perché nel dopoguerra e fino agli anni Settanta lì venivano mandate a morire e smantellate vecchie navi, cariche di amianto a bordo, vuoi perché i tetti in Eternit delle tettoie dei capannoni quando venivano sostituiti erano semplicemente sepolti lì vicino.

Bene, anzi male, malissimo. Non molti anni fa l’intera area era stata sequestrata dalla magistratura perché trasformata in discarica di materiale edile, bitume ed amenità varie.

Risultato? I lavori per la costruzione della nuova e tanto decantata Piattaforma logistica portuale hanno subito un ritardo di un anno proprio per bonificare “l’amianto spuntato da sotto terra”. E non scherziamo.

La domanda dunque che sorge prepotentemente spontanea è: ma a cosa serve l’Arpa FVG e dov’era in tutti questi anni visto che in precedenza, e non vogliamo infierire, gli inquinamenti spaventosi dei terrapieni di Barcola, Porto San Rocco e Acquario (strada costiera Muggia), per non parlare delle grotte e cavità carsiche trasformate in discariche abusive, sono stati scoperti e denunciati da associazioni e privati cittadini, e mai dall’Arpa?  Che dipende dalla Regione FVG, assessorato all’ambiente.

Alla sanità regionale mancano soldi? Ecco, un’idea da dove recuperarli noi ce la avremmo.

Tutti a casa!





Arvedi e Trieste.

» Inviato da valmaura il 22 August, 2019 alle 1:16 pm

Rinfreschiamo la nostra memoria e soprattutto quella dei politici di ogni colore.
Per prendersi praticamente in omaggio la Ferriera il Cavalier Arvedi ha incassato, oltre che tutte le agevolazioni previste dall'inserimento dell'area Ferriera nel Decreto governativo (Renzi) Crisi Complesse, ed oltre all'apertura di un fido praticamente sulla parola di 100 milioni dalla BEI (Banca Europea Investimenti), più di una Cinquantina di milioni tra Regione e Stato. Un bel comperare, non c'è che dire.
Nei due accordi programmatici governativi (vi ricordate le foto con il cavaliere sorridente, e ne aveva ben donde, tra Renzi e Serracchiani, oltre a ministri e sottosegretari vari?) il primo senza il suo nome ma con un dito che lo indicava, il secondo ad personam, si imponeva una serie di obblighi per la nuova proprietà. Qui ci va di ricordare la spesa quantificata in dieci milioni di euro per la rimozione ed il conferimento in discarica per rifiuti “speciali”, alias tossici, delle centinaia di migliaia di tonnellate con le quali era stata interrata, abusivamente si intende, una parte del Vallone di Muggia in zona Scalo Legnami, formando quella che i lavoratori hanno battezzato “Punta Loppa” (scarto di lavorazione dell'Altoforno) e gli esterni “la collina della vergogna”, per un'area pari ad OTTO campi di calcio. Va precisato che il misfatto era avvenuto sotto le precedenti proprietà dello stabilimento e sotto gli occhi chiusi, che una talpa è un falco a confronto, di Capitaneria, Regione, Comune, Arpa e magistratura varia. Infatti l'azione legale ed il sequestro dell'area venne promossa dalle procure di Perugia e Grosseto che proprio non hanno la vista sul Golfo di Trieste, ed a eseguire il provvedimento, arresti compresi, furono i carabinieri del NOE di Udine.
Ma chi acquista, come chi eredita, si prende tutto: oneri ed onori.
Ora da tempo si parla di un interesse straniero (cinese?) ad acquistare anche la parte privata dell'area dove sorge la Ferriera, centenaria di nome e di fatto, visto che il 60% e passa è di proprietà demaniale (pubblica). Il vero mediatore in questa operazione che coinvolge il rilancio-raddoppio del Porto di Trieste è Zeno D'Agostino, il suo Presidente. Dunque i vari Fedriga-Scoccimarro e Dipiazza non c'entrano una mazza e non hanno merito o capacità alcuna nell'operazione.
Bene, se Arvedi intende vendere parte (Area a calco) o tutta (Laminatoio e Centrale) la Ferriera è affar suo.
AFFARE NOSTRO è invece che per il tempo (2-4 annetti) che ci vorrà prima che la eventuale compravendita vada in porto lo stabilimento smetta di inquinare, di danneggiare salute e qualità della vita di triestini e muggesani nel disinteresse di chi li governa, si fa per dire.
AFFARE NOSTRISSIMO è che i costi di bonifiche e smantellamenti della ferraglia NON siano a carico del denaro pubblico, sia esso dell'Autorità Portuale, dello Stato o di chi altro. Ma ad esclusivo onere del privato che compra e di quello che vende.
Se lo imprima bene nella testa il “mediatore” portuale.



FERRIERA. “E ho detto tutto!”

» Inviato da valmaura il 21 August, 2019 alle 2:33 pm

Peppino a Totò, i fratelli Capone.

Fermo restando che a breve pubblicheremo una scheda su quello che a nostro avviso non va nel ciclo produttivo e soprattutto sugli impianti dello stabilimento, fatto che da solo dovrebbe imporre un immediato intervento risolutore da parte di chi ha la responsabilità di controllo e rispetto delle norme a tutela della salute.
Oggi riprendiamo due frasi apparse sulla stampa e pronunciate dagli indefessi minatori, lavoratori “sottotraccia”, sempre sulla Ferriera. Rilette con attenzione lasciano a bocca aperta, non la loro che usano evidentemente per dare aria ai denti, ma la nostra per lo stupore infinito.
“Massimiliano Fedriga e l’assessore Fabio Scoccimarro neppure si spingono a tracciare il profilo di un percorso di riconversione su cui il responsabile dell’Ambiente chiarisce di non avere ancora certezze ma solo fondate speranze.”
E questi sarebbero il “Commissario straordinario per il sito inquinato della Ferriera” (Fedriga) e l’assessore regionale all’ambiente l’altro. Forse Toio Fior ha le idee più chiare.
Della serie “Chi vive sperando muore cagando”: Sergente Lorusso (Diego Abatantuomo), dal film “Mediterraneo”.
“Scoccimarro precisa che «se dovesse concretizzarsi la riconversione saranno necessari interventi di bonifica. Tali azioni dovranno essere eseguite dai privati oppure il sito dovrà essere acquisito da un ente pubblico, nello specifico l’Autorità (portuale), che potrebbe utilizzare fondi pubblici (cioè soldi dei cittadini, ovvero nostri) per la bonifica.
Ovviamente in questo caso la proprietà della Ferriera vorrà avere un riscontro economico dalla cessione. Chi fa impresa non fa beneficienza».”
Per altro beneficienza con i soldi nostri già copiosamente ricevuti.
No, la beneficienza la devono fare i triestini, mazziati e contenti. Incredibile!




Amministrare una città, una regione. O si è capaci o no!

» Inviato da valmaura il 20 August, 2019 alle 2:45 pm

L'amministrare Trieste o il Friuli Venezia Giulia non dovrebbe derivare da scelte politico-ideologiche ma da funzionalità, competenza e capacità.

Ci spieghiamo meglio: governare la comunità significa risolvere problemi e bisogni delle persone che ci vivono, garantire per quanto possibile un futuro sereno ed una qualità della vita accettabile. Conoscere storia, tradizioni e costumi della terra che si amministra e tutelarne il territorio da tramandare quanto più possibile intatto a chi verrà dopo di noi.

Far funzionare la sanità, l'istruzione, l'assistenza sociale, risanare i quartieri periferici, garantire un futuro di lavoro e prosperità, tutelare l'ambiente ed il verde pubblico, dare una casa e servizi dignitosi ai residenti non dovrebbero essere scelte di “parte” ma patrimonio comune di tutti coloro che si candidino ai vertici di Comune e Regione. Ed i cittadini elettori, dovrebbero essere chiamati quanto più frequentemente possibile a partecipare a queste scelte.

Il discrimine per chi guida il Comune o la Regione non dovrebbe mai, o quasi, essere il colore politico di appartenenza ma la competenza, la capacità ed il risultato conseguito.

Attaccare o difendere per partito preso significa non avere a cuore il nostro benessere.

Purtroppo capita spesso, ed a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia forse più frequentemente che in altri luoghi, che chi ha la responsabilità delle pubbliche amministrazioni, maggioranza e opposizione ma anche dirigenti e burocrati, non sia per niente all'altezza del compito.

Arroccarsi a difesa per simpatia o vicinanza politica di questo o quel colore di un governo di incapaci significa non avere una adeguata ed obbiettiva serenità di giudizio a discapito di tutti noi che in ogni campo ne sopportiamo le conseguenze.

Per questo il Circolo Miani incalza, critica e propone dal 31 agosto 1981 chi ha scelto di avere la responsabilità del governo a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia nel tentativo di dare voce e rappresentare i bisogni e le speranze di chi ci vive, senza mai guardare in faccia nessuno.

Giudicate voi se la nostra è una scelta irresponsabile o di “parte”.

Post Scriptum. E’ di stamane la “notizia” che da una “indagine” de Il Sole 24ore sulla Qualità del tempo libero, Trieste è quarta in Italia.

Roberto Dipiazza: “Checché se ne dica, a Trieste la qualità della vita è altissima.”

Il quarto di Triestini che sopravvive in povertà assoluta o relativa (dati ISTAT) “checché se ne dica” non se ne sono accorti, ma forse sono invisibili e testardamente ostinati a non godersi la vita.

Godiamoci una bella foto, per tutti.

https://www.facebook.com/circolomiani/photos/a.1497907753813521/2529151424022477/?type=3&theater




Al confronto Dipiazza è Dante Alighieri.

» Inviato da valmaura il 19 August, 2019 alle 11:58 am

Si parliamo proprio di Luisa Polli, leghista di intemerata fede con sprezzo del ridicolo, scomparsa dalle scene amministrative, è pur sempre assessore comunale all'ambiente, urbanistica e territorio, e scusate se è poco. A proposito come va con la rogna Giardini Inquinati? Oramai è passata la quarta estate e sono sempre inibiti, e per non parlare della Ferriera ed altre amenità.

Un tempo faceva coppia fissa con la collega di Giunta Elisa Lodi, lavori pubblici, nel senso che parlava sempre la Polli e la Lodi silente si limitava ad annuire con il capo.

Non proprio ferratissima nelle materie di sua competenza (dall'infortunio sulle vasche del nuovo Depuratore fognario, alla “ringhiera di viale Miramare” con “furbata” annessa, alla mancata variazione del piano regolatore a Fiera venduta, per non infierire poi su giardini e Ferriera) un tempo era molto presenzialista. Ora pare si accontenti dei social forum ma, come il lupo, perde il pelo e non il vizio.

Comunque l'ultimo clamoroso infortunio le ha ridato almeno un po' di visibilità sulla stampa, della serie “parlino bene, parlino male: l'importante è che ne parlino”.

Difficile che in altro paese (anche il civile Burkina Faso, per rimanere ad un tema a lei caro, fa testo) qualcuno potesse anche solo ipotizzare che una con queste caratteristiche finisse a ricoprire una carica di governo, seppur locale. Della serie “se ce l'ho fatta io, può farcela chiunque!”.

Oggi per tornare all'ossessione leghista dei “neger” pubblica un post su Facebook dove scambia la foto di un Festival di musica Rap a Londra per la tolda della Open Arms in rada a Lampedusa e piazza a commento, dove ortografia e sintassi sono un optional, frasi come “Fatte voi i commenti vi sembrano persone che fuggono dalla guerra oppure persone palestrati che fuggono dal proprio paese perché detenuti pericolosi che avevano grosse cifre a disposizione per essere portati dai trafficanti in Italia”. Testuale, tutto merito suo.

Le suggeriamo allora altre immagini di circostanza su “invasori neger” da utilizzare in futuro, alcuni sono palestrati altri no, ma di sicuro hanno conti in banca a 9 zeri. Va precisato però che non si occupano più della tratta delle bianche e così magari dovrà accontentarsi della ricostruzione storica, un po' romanzata va detto, del film “L'ultimo Mandingo”. Buona visione.

Per la galleria fotografica Facebook Circolo Miani.





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