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Circolo Miani » News Correnti » Page 229

Piccoli Salvini crescono.

» Inviato da valmaura il 29 October, 2019 alle 2:46 pm

Perchè gli italiani, come diceva Totò, “si buttano a destra” oppure gettano più semplicemente la scheda elettorale nella spazzatura.
Un piccolo episodio che ben rende l'idea.
Scena: ufficio postale di via Caio Giulio Cesare, insomma vecchia stazione dei treni.
Protagonisti: tre sportelliste delle Poste e, si presume, la responsabile dell'ufficio.
Pubblico: cinque persone più una, dunque per gli standard postali di Trieste poca gente.
Atto primo. Il protagonista entra e pigia il distributore unico di biglietti, ritira il numero 24 che in lavoro è il 20. Su cinque sportelli ne sono in funzione solo tre ma l'attesa si prolunga perchè i tre hanno clienti che non devono fare normali operazioni ma, appunto, aprire o chiudere conti.
Dunque non si capisce perchè le poste non smistino queste persone ad apposito ufficio, vedi quello della “consulenza” liberando in questo modo gli sportelli.
Dietro il nostro “mister X” entrano nel frattempo, sono passati già una ventina di minuti, altri due clienti: i numeri 25 e 26.
Atto secondo: dopo ulteriori cinque minuti fa il suo ingresso una impegnata intellettuale di sinistra, sempre presente alle riunioni del PD e della scomparsa “Altra città”. Lei non prende il biglietto come gli altri comuni mortali, no, estrae la sua carta bancoposta e la passa sul distributore prenota file. E si ritira il numero 02.
Dopo ulteriori cinque minuti finalmente il 23 ha finito ed il nostro possessore del seguente 24 si avvicina allo sportello libero, che invece chiama lo 02 appena arrivato.
Atto terzo: il nostro in attesa da quasi mezzora domanda perchè la signora, appena entrata deve passare davanti a tutti. Responsabile e sportellista si affrettano a spiegare che lei è una cliente bancoposta, ergo delle Poste, ergo lei non fa la fila come i comuni cittadini. Lo dice il regolamento Poste Italiane, ente pubblico pagato da tutti i cittadini appunto italiani.
I due, il numero 24 e lo 02 si guardano, ma la “democratica” tace forte del suo privilegio. Alla fine da un cenno di esistenza in vita ed apre generosamente bocca per dire con tono concessorio “se proprio ci tieni passa tu”.
Il nostro protagonista, per inciso cliente Bancoposta e dunque “privilegiato” potenziale, a quel punto straccia il numerino e se ne va. Ha sempre odiato, e combattuto, privilegi di sorta o di casta.
Ecco due considerazioni vanno fatte. Una riguarda queste Poste italiane, che aboliscono lo sportello postale vero e proprio nelle loro agenzie e condannano chiunque vada in posta per spedire o ritirare lettere, raccomandate, pacchi, insomma tutto quella che legittima storia ed esistenza di un ufficio postale e di un ente Poste, a perdersi mezza mattinata in una fila unica. In cambio però costringono i loro “datori di lavoro”, ovvero i cittadini a cedere il passo ad una classe privilegiata non crediamo prescritta nella Carta Costituzionale.
La seconda riguarda la protagonista politica, l'intellettuale di “Altra città”, PD, “psichiatria democratica”, della serie “bisogna ascoltare il territorio, favorire la partecipazione democratica, la cittadinanza attiva” ed altri slogan da avanspettacolo di periferia.
Se questi sono gli effetti pratici comportamentali dei “sinistri” dopo l'Umbria Salvini e Meloni hanno solo l'imbarazzo della scelta: “Vincere facile o vincere facile”.
Sono talmente ottusi che non riescono a capire come siano episodi apparentemente così piccoli ma di significativa arroganza a spingere appunto la gente normale a “buttarsi a destra” e mandarli, Grillo ce lo consentirà, affanculo.



BAAAASTA !!!

» Inviato da valmaura il 28 October, 2019 alle 2:25 pm

Non ne possiamo più delle Polli, delle Lodi and company.
Tre estati non sono loro bastate per disinquinare giardini ed aree verdi, piazzale Carlo Alberto fa schifo, si contano a decine e decine gli alberi tagliati ed abbattuti in tutta la città: da piazza Libertà alla ex caserma di Roiano che hanno trasformato in una landa desertificata.
Transenne per lavori non fatti da anni tappezzano strade e giardini, abbandonate a se stesse o distrutte dal maltempo.
La città è sporca, sempre più trascurata e con i bottini straripanti ma tutto quello che sanno fare è aumentare la tassa comunale sui rifiuti.
Questi devono andarsene a casa, loro ed i dirigenti dei loro assessorati, e non perché sono di centrodestra o altro, ma perché in un paese serio non troverebbero posto nemmeno in uno scassatissimo quanto inutile Consiglio circoscrizionale. Loro come i responsabili dei servizi sociali di Comune e Regione, a partire dai rispettivi assessori che hanno trasformato la povertà in umiliazione burocratica. E stanno smantellando la sanità pubblica.
Siamo arcistufi di strapagare gente che lavora ed opera contro la nostra comunità e se partiti e forze politiche, tutte, stanno zitti e non muovono muscolo è perché non contano nulla e sono degli incapaci o rappresentano gli affari di pochi contro gli interessi dei cittadini. Supportati da stampa e televisioni screditate come mai prima a Trieste.
Nelle foto sulla pagina Facebook Circolo Miani il nuovo "stemma" del Comune di Trieste, a scelta.



Allarme VERDE. Viale Romolo Gessi: ci risiamo.

» Inviato da valmaura il 27 October, 2019 alle 11:51 am

Ricomparsi i divieti di sosta volanti in viale Romolo Gessi nel tratto di fronte l’ingresso parcheggio Allianz.
Con un avviso recante in fotocopia sul retro, dunque illeggibile agli utenti, una ordinanza perenne della “Direzione Area Città, Territorio, Ambiente” che dovrebbe, il condizionale è quanto mai d’obbligo, dipendere dall’ineffabile assessora Polli.
Sul davanti l’avviso su carta intestata del Comune di Trieste reca una data di affissione illeggibile che interpretando i geroglifici scarabocchiati a pennarello, stavolta nero, se ne deduce “apposto alle ore 14.30 del 28/10/19” che sarebbe tra due giorni (!!!) per “lavori di potature ed abbattimenti dalle ore 8 alle 17 dal 28/10/19 al termine lavori”. In teoria dunque “avvisano” alle 14.30 dello stesso giorno in cui alle 8 iniziano i “lavori”.
Questi stanno proprio stancandoci. Non ne possiamo più di essere informati a babbo morto, ovviamente con in mezzo solo un sabato e domenica dunque ad uffici comunali chiusi. Ed oltretutto passi per le “potature” ma per gli “abbattimenti” di alberi ci vorrebbe una perizia motivata o no?
E magari passasse loro per la capa di sostituire gli alberi già abbattuti con nuove piante. Ma quando mai !
Questi vanno “potati” loro e mandati a casa di corsa, ne va della nostra qualità della vita e del nostro benessere. E l’incapacità non ha colore politico.
Altrimenti inutile e pleonastico fare i cortei alla “Greta” se non riusciamo a fermare almeno questo.



F E R R I E R A.

» Inviato da valmaura il 24 October, 2019 alle 1:05 pm

Nuovo incontro tra Circolo Miani, e Servola Respira, con i vertici dello stabilimento.

Ieri si è tenuto un nuovo confronto con la Direzione della Ferriera all’interno di quel percorso che da aprile dello scorso anno ha portato ad una costante verifica sulla situazione dell’impatto dell’attività produttiva dell’Area a caldo a Trieste e Muggia.
Tale iniziativa ha permesso da allora di ottenere alcuni significativi risultati: dalla sensibile riduzione dell’inquinamento acustico, riportando i dati sotto i limiti di legge, alla prevenzione degli episodi di “spolveramento”, al contenimento dei blocchi degli impianti causati dai blackout derivanti dai cali di tensione sulla linea elettrica gestita da Terna in occasione di forti perturbazioni, all’installo di un nuovo potente filtro, con nuovo camino per le emissioni, all’impianto di Agglomerazione.
Ciò ha portato ad una sensibile riduzione delle emissioni pur rimanendo aperte alcune criticità come quelle derivanti dal perdurare della fuoriuscita di polveri imbrattanti dalla fabbrica.
E proprio da un episodio da noi segnalato alla Direzione Ferriera, grazie alla pronta collaborazione di alcuni cittadini con il Circolo Miani, e verificatosi proprio ieri mattina alle 8.41 (vedi foto) in occasione del fermo manutentivo dell’Agglomerato, è partita la discussione con il Report dei responsabili impianti sulle verifiche fatte immediatamente.
Fa dunque sorridere la frase pubblicata dal compiacente piccolo giornale, che per altro ha sempre accuratamente evitato di dare notizia del confronto in atto da quasi diciotto mesi tra le principali realtà che da oltre venti anni si sono occupate del problema ed i vertici Ferriera, ove l’assessore all’ambiente della regione (di rigore le iniziali in minuscolo), dichiara che “premesso che quella ambientale e della salute pubblica sembrano ormai avviate verso la risoluzione”.
Forse, ma non certo per meriti suoi o dell’Arpa.




Meglio tardi, molto tardi, che mai. Pet a Cattinara

» Inviato da valmaura il 23 October, 2019 alle 2:22 pm

Nove anni ci hanno messo, e speriamo che la strumentazione non sia quella di nove anni orsono, dal momento il cui l'allora consigliere regionale Bruno Marini, onore al merito, ha posto il problema urgente di dotare, dopo gli ospedali di Udine e Aviano, anche quello di Trieste di questa “macchina” che permette una diagnosi precisa per i malati di tumore e di cuore (ci scuserete la sintesi grossolana).
Ieri finalmente tra tira
molla e rinvii è avvenuto il “battesimo” all'ospedale di Cattinara. E contrariamente a quanto capita, qui i “padri” sono stati molti: mancavano Trump, Putin e la Merkel che gli altri sovrabbondavano e la foto pubblicata non è riuscita a contenerli.
A partire dal neo Rettore che ha appunto ricordato i “nove anni” di incubazione e parto regionale (Tondo, Serracchiani, Fedriga), per seguire con l’attuale commissario AsuiTs Antonio Poggiana, il governatore Massimiliano Fedriga con il vice delegato alla Salute Riccardo Riccardi, la direttrice di Medicina nucleare Franca Dore e l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo Grilli. Dipiazza per scaramanzia ha saltato un giro.
E il Riccardi, senza sprezzo del ridicolo, l’ha definita “una storia d’esempio” e poi se ne è uscito con una supercazzola da far impallidire il Conte Mascetti: “La politica è assediata da una serie di suggerimenti che non sempre è in grado di valutare, è importante che la politica selezioni i suggeritori con lealtà e sulla base delle esigenze vere e non sulla base delle richieste del territorio che possono anche essere campanilistiche, sul tema sanitario bisogna evitare strumentalizzazioni”.
Insomma roba forte da Fortezza Bastiani nel Deserto dei Tartari.
Ovviamente l'unica parola appropriata che doveva dire a capo chino e arrossendo in volto per la vergogna non l'ha pronunciata: “Scusateci”.




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