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Circolo Miani » News Correnti » Page 222

Suggerimento ittico. Alle Sardine.

» Inviato da valmaura il 21 December, 2019 alle 3:51 pm

Ci consentiranno una proposta anzi un sommesso suggerimento da parte di chi oltre trenta anni orsono assieme a Nando Dalla Chiesa sollevava l'importanza della parola nel linguaggio politico e sociale della nostra Italia.
Argomento che affiora ora con particolare attenzione alla violenza del linguaggio in uso sui social e nella polemica, di assai basso profilo, politica attuale.
Il consiglio, o come diavolo volete epitetarlo è questo: vedendo
con estremo piacere il riappropriarsi delle piazze e dei luoghi pubblici da parte di un così vasto e spontaneo, in grandissima parte, movimento di cittadini autobattezzatosi Sardine, evitino con attenzione qualsiasi forma di strutturazione organizzativa salvo quella funzionale a coordinare operativamente la riuscita delle manifestazioni pubbliche. Stop. Altrimenti il rischio concreto, di cui si sono già viste le prime avvisaglie, è quello di ripercorrere strade ed esperienze non propriamente felici e di riviverne gli infelici finali.
Evitino anche come la peste partecipazioni a talk-show, trasmissioni televisive, interviste sulla stampa, con conseguenti personalizzazioni. Che a questo fine, cioè alla semplice informazione degli appuntamenti pubblici ed al loro resoconto, basta ed avanza la normale cronaca e la comunicazione dolce e gentile attraverso i social forum.
Altro non ci sentiamo per ora di suggerire.
Maurizio Fogar



Greta e le Sardine.

» Inviato da valmaura il 20 December, 2019 alle 12:48 pm

Tutto bello, umanamente emozionante e giusto. Ma …..
Non serve a nulla o quasi, se queste discese in piazza, destinate come sempre ad esaurirsi nei numeri col tempo, non si “radicano”, insomma non si calano sul territorio dove vivono, cercando nel loro piccolo di contribuire alla soluzione di quei problemi che li hanno spinti a riempire appunto le piazze.
Se si vuole far vincere Bonaccini in Emilia Romagna contro una impresentabile Bergonzoni, va bene. Aff
idare la vita di milioni di persone ad una che appena nominata Sottosegretario alla Cultura si vantò pubblicamente di “non aver letto un libro negli ultimi tre anni”, va più che bene: meglio il primo che passa per strada che lei.
Ma manifestare contro l'emergenza climatica, contro la “responsabilità dei grandi”, e non fare nulla nel proprio piccolo, contro i “piccoli” amministratori che abbattono alberi a gogò, che cementificano il territorio più cementificato d'Italia (Trieste), che lasciano il verde pubblico in costante abbandono, che se ne fregano nei fatti, che a dare aria ai denti sono buoni tutti: non costa nulla ed a Trieste sono notoriamente dei boccaloni, dell'inquinamento prodotto da industrie e navi. Ecco non conta nulla, salvo beccarsi pagina e foto su stampa e televisioni reggicoda dei “grandi”, e non aiuta nei fatti a nulla cambiare.
Idem dicasi per le nascenti Sardine, soprattutto quando leggiamo certi nomi tra i loro sponsor locali. Fin quando ci saranno certe persone noi staremmo ben lontani, come lontani sono stati in questi quasi quaranta anni loro dalle battaglie e dagli impegni promossi a Trieste ed in Regione dal Circolo Miani. Insomma l'ultimo che si sveglia scopre che esiste l'acqua calda.
Auguri e figli, maschi o femmine che siano, sempre che non si verifichi un aborto spontaneo



Soldi buttati. Peccato che siano nostri.

» Inviato da valmaura il 19 December, 2019 alle 12:49 pm

Dal “Ponte Curto”, oltre 800.000 euro, ai contenitori di immondizie “a scomparsa” in Piazza della Borsa, un milioncino di euro, al rifacimento di Piazza Libertà, oltre 5 milioni di euro, il nostro Comune non ha lesinato, e solo per citare i casi più noti e costosi. Ci sarebbe anche la disertata dal pubblico mostra su D'Annunzio con statua del vate al seguito, altre centinaia di migliaia di euro, per non parlare poi di Piscina terapeutica, ex Caserma Polstrada di Roiano e Galleria di Montebello, e dulcis in fundo i cantieri fermi di Cattinara e Burlo, formalmente della Regione ma sempre pagati coi nostri denari.
Ora l'attenzione del Comune si concentra sull'abbattimento costi quel che costi della Sala Tripcovich pur in assenza di un progetto esecutivo sul che fare di quella vasta area, a parte abbattere subito la decina di sanissimi alberi, giusto per portarsi avanti con il lavoro, come per l'area di Roiano.
Se i quattrini li tirassero fuori di tasca loro Podestà e assessori ne potremmo ancora discutere ma sono soldi nostri e non pochi in una realtà poi di vacche magre, scheletriche.
Francamente con tutte le emergenze reali che Trieste ha, e delle quali c'è assai poco da andare “orgogliosi”, chiunque avesse una minima capacità amministrativa, accoppiata ad un briciolo di umana sensibilità avrebbe scelto altre e più pressanti priorità per l'impiego di questi ingenti quattrini.
Ultima perla di “Trieste città turistica e mitteleuropea”: quasi sette mesi di attesa per una semplice visita oculistica all' AsuiTs. Ma ai manager sanitari hanno assegnato comunque il ricco premio per i meriti e gli obbiettivi conseguiti.
Forse prima bisognava attendere un anno.



Lo ripetiamo per i pigri e distratti.

» Inviato da valmaura il 17 December, 2019 alle 12:58 pm

Il Circolo Miani, con la costellazione dei Comitati di Quartiere, La Tua Trieste, No Ferriera, La Tua Muggia, non ha riferimenti partitici o movimentisti alcuni.
Non ha "pagatori" occulti ed ha rinunciato dal 2007 ad ogni finanziamento pubblico per non essere condizionato da questa politica che li elargisce sempre in cambio di qualcosa.
Vive sull'esclusivo autofinanziamento e sulle libere oblazioni o donazioni che dir si voglia (codice Iban bancario IT45W0103002205000061231568), oltre che sulla destinazione del 5 X 1000 scelta dai cittadini a favore della nostra Associazione all'unico costo della scrittura del nostro Codice Fiscale 90012740321 nella apposita casella delle associazioni di volontariato sulla dichiarazione dei redditi, qualunque essa sia.
Non ha editori di riferimento salvo gli interessi della nostra comunità, di cui ovviamente facciamo parte, e dunque anche dei nostri come cittadini di Trieste e della Regione FVG.
Nulla ci impedirà, finchè esistiamo, è finchè ci saranno persone disposte a collaborare volontariamente con il Circolo Miani (per contattarci scrivere a circolomiani@gmail.com oppure telefonare al 334 216 9438) di criticare, suggerire ed offrire soluzioni, forti della nostra esperienza sul territorio e che non ha pari a Trieste, alle troppe emergenze che affliggono, in gran parte per la ultradecennale incapacità di una classe dirigente locale e regionale di dare risposte rapide, efficaci, partecipate e concrete, ai problemi, la nostra terra.
E ci teniamo in particolare da sempre a dare voce alle persone più deboli, meno garantite dunque, agli “invisibili” di cui nessuno si occupa se non per fatti da cronaca nera. E che a Trieste sono molti ma molti di più di quanto uno possa pensare (all'incirca un abitante su quattro: dati Caritas ed Istat).
Ovviamente questo ci porta a privilegiare la critica a chi ha responsabilità di governo quando non fa, sempre più frequentemente, quello per cui è lautamente pagato e per cui ha chiesto il voto ai sempre meno cittadini (a Trieste oramai il 40%) che si recano ai seggi. Ma non risparmiamo lo stesso trattamento critico pure nei confronti delle “opposizioni”, perchè si governa anche stando in minoranza negli organi elettivi. Qualunque sia il loro colore di parte.
La nostra storia, di cui pubblichiamo qui sotto una sintesi, lo testimonia da quasi quaranta anni in cui siamo stati attaccati da tutti, nessuno escluso, e censurati da tutti questi simulacri di organi di informazione che abbiamo la malasorte di trovarci in città e Regione.
Per questo chiediamo quasi ossessivamente di mettere il vostro “mi piace” alle nostre Pagine, non solo ai Post, e di condividere gli articoli invitando i vostri amici e contatti sui Social a fare altrettanto. Vi ruba poco tempo e nessuna fatica ma ci permette di “aumentare la tiratura” ovvero la diffusione delle notizie che scriviamo e che nessun altro vi da a Trieste ed in Regione, con un “lavoro” non retribuito se non dalla nostra coscienza e dignità che ci assorbe quasi per l'intera giornata. E scusateci se vi sembra poco.
Un'ultima cosa: i dati ufficiali di Facebook, per quel che valgono, ci assegnano medie settimanali di persone raggiunte di circa quarantamila lettori, con una percentuale di quasi quindicimila ad articolo ed una interazione, la chiamano così, di circa un terzo.
Dal 1981 il Circolo Miani per Trieste
Solo per far capire compiutamente il significato di una scelta personale certamente non facile e quello che il Circolo centro Studi “Ercole Miani”, da me fondato nel 1981 assieme tra gli altri a Leo Valiani, Paolo Ungari, Aurelia Gruber Benco, Arturo Gargano e Raimondo di Torre e Tasso, ha significato per quasi quaranta anni per la nostra città e Regione.
Mi si conceda dunque di ricordare qui di seguito i nomi, ingenerosamente e sommariamente accorpati per tema, di alcuni, ho volutamente tralasciato per economia di spazio le centinaia di iniziative con i protagonisti della vita locale e regionale, tra i “testimoni” della nostra società invitati a Trieste dal Miani in quelle che, senza tema di smentita alcuna, sono state in assoluto le più partecipate conferenze-dibattito promosse in città, con decine di migliaia di presenze.
Tra parentesi il numero degli incontri a cui hanno partecipato
Giustizia: Nicolò Amato, Franco Castiglione, Giuliano Spazzali (3), Felice Casson, Gherardo Colombo (5), Gianfranco Caselli, Raffaele Tito, Antonio Di Pietro, Pierluigi Vigna, Giovanni Attinà (3), Vittorio Borraccetti, Enzo Tortora (2).
Informazione: Mauro Dutto, Maria De Lourdes Jesus, Oscar Mammì, Clemente Mastella, Gianluigi Melega, Gianni Rocca, Sergio Staino (2), Sergio Turone (4),Gigi Riva, Paolo Rumiz, Marco Ventura, Zlatko Dizdarevjc (2), Gianfranco Funari, Lilli Gruber, Piero Chiambretti, Michele Serra, Giuliano Ferrara (2), Enrico Deaglio (2), Antonio Lubrano, Antonio Carlucci, Paolo Rossi, Fabio Fazio, Giuseppe Turani, Enrico Mentana, Oliviero Beha, Corrado Stajano.
Antimafia: Nando Dalla Chiesa (6), Leoluca Orlando (3), Davide Grassi, Ennio Pintacuda, Etrio Fidora, Pino Arlacchi, Claudio Fava.
Società, cultura e storia: Falco Accame, Adelaide Aglietta, Arduino Agnelli, Gianni Baget Bozzo, Bogdan Ciwinski, Filippo Fiandrotti, Ferruccio Foelkel, Aurelia Gruber Benco, Luciano Lama, Andrea Jonasson Strehler, Susanna Marcomeni, Angelo Meriggi, Vincenzo Muccioli (2), Vittorio Olcese, Giorgio Polacco, Luciano Rapotez, Gianfranco Spadaccia, Gianni Tamino, Nicola Tranfaglia (2), Paolo Ungari (3), Dacia Valent, Leo Valiani, Claudio Magris, Adriano Sofri (5), Silvio Garattini, Tone Ferenc, Galliano Fogar, Franco Rotelli, Fausto Bertinotti, Veit Heinichen.
Solo per ricordare un episodio. Enzo Tortora fece la sua prima uscita pubblica dopo l’assoluzione decretata dalla Cassazione e le dimissioni da europarlamentare per tornare agli arresti domiciliari, proprio qui a Trieste, una domenica mattina ospite del Circolo Miani, grazie alla fattiva collaborazione dell’amico Gianluigi Melega, e tutte le televisioni italiane ed europee aprirono i loro TiGì con i servizi da Trieste, mentre l’allora direttore del quotidiano locale ritenne superfluo darne notizia all’opinione pubblica cittadina. E ci tornò nella sua purtroppo ultima uscita pubblica aderendo al nostro invito per una manifestazione di solidarietà con il triestino Luciano Rapotez.
“Il Circolo Miani non ha nessuno che lo appoggi qui in Regione, che garantisca per lui”. Queste frasi ed altre ancora dello stesso tenore furono espresse dal Presidente della Regione Renzo Tondo a due parlamentari triestini della sua maggioranza che erano intervenuti personalmente per sollecitare il rispetto di quanto disposto dalla legge regionale per il sostegno delle attività socioculturali sul territorio del Friuli Venezia Giulia. E questo mi pare dica tutto sulla concezione privatistica e di parte che la nostra classe dirigente ha del bene pubblico, finanziato col denaro dei cittadini. Di quel 59% che a Trieste non ha votato, e del rimanente 41% che ha deposto un voto valido nell’urna, dividendolo tra chi ha vinto e chi ha perso le ultime elezioni regionali.
Insomma la codificazione, per altro poi pubblicamente affermata con il voto sulla Finanziaria, e rivendicata pure sulle pagine del piccolo giornale, in occasione delle polemiche sulla ventina di associazioni “beneficiate” all’ultimo momento pur, come rilevato dagli uffici, non avendone titolo o requisito, della spartizione “amicale” dei contributi pubblici.
Che poi ci si fosse accaniti contro una realtà, il Circolo Miani, che da sola aveva svolto da sempre la più intensa attività con una partecipazione di gente mai riscontrata in Regione nel suo campo, bene dichiarò allora il consigliere Igor Kocijancic, altro non poteva definirsi che frutto di una pura discriminazione politica. Insomma il Circolo Miani non “aveva santi in Paradiso” e la legge che la stessa Regione si era data nel 1981, come dichiarato sulle colonne del suo giornale dal peggiore assessore regionale che la Cultura ricordi, mi consenta questa opinione, è un puro optional.
Ma questo accanimento, proseguito poi dall’assai discusso assessore Torrenti (PD), ha in realtà ben più profonde radici. Il Circolo Miani, con la credibilità conquistata tra la gente per il suo impegno, ultimo a partire dal 1998 e ventennale quello sul rinascimento del territorio e per la tutela della qualità della vita e della salute, vedi casi Ferriera, Italcementi, Sertubi, Inceneritori, Depuratore fognario, Torri d’Europa e Eternit, turbava interessi economici precisi in una società dove il confine tra il mondo degli affari e quello della politica è oramai indistinguibile. E dal 2001 condizionava ogni momento della vita pubblica costringendo i partiti a fare i conti con questi problemi che la nostra gente è condannata a vivere quotidianamente, anche e soprattutto nell’avvicinarsi di qualsiasi elezione. E non a caso tutti i risultati elettorali di ogni ordine e grado sono stati segnati nei risultati di voto dall’influenza esercitata in almeno un terzo del corpo elettorale, da San Vito-Campi Elisi via via fino a Muggia, da queste problematiche.
Il caso Ferriera, irrisolto da venti anni, è la cartina di tornasole del fallimento della politica, ma anche di un certo modo di non fare sindacato e impresa.
Fu strumentalizzato dai partiti, prima contrapponendo i lavoratori agli abitanti, poi mentendo spudoratamente ad ambedue. E’ dal 2001 che il Sindaco prometteva la chiusura “domani” della Ferriera, ma mai spiegando come e concretamente quando. Rifuggendo pure dalla responsabilità di Ufficiale Sanitario nell’emettere quell’ordinanza di sospensione produttiva che la legge del 2000 gli impone, come al contrario fatto dai sindaci di Piombino, Genova e Taranto.
E’ dal gennaio 2008 che il candidato Presidente della Regione Tondo, definiva una sua “priorità” chiudere l’impianto. Come è finita è sotto gli occhi di tutti: la proprietà della Ferriera a dettare l’agenda alla politica, con la Regione ad insabbiare dall’agosto 2008 l’iter della riconvocata Conferenza dei Servizi per la revisione dell’AIA rilasciata, a nostro parere per altro suffragato dalla direttiva UE e dalla legge italiana, in modo illegittimo e fuori tempo massimo.
Sono stati persi venti preziosissimi anni, i lavoratori non hanno alcun percorso certo per il loro futuro ora come allora, almeno di non voler contrabbandare le favole dell’ottantina di assunzioni per il Laminatoio. Sì è bloccato di fatto lo sviluppo del porto privandolo di aree logistiche fondamentali, oltre alle immobili discariche abusive sequestrate da anni allo Scalo Legnami.
Tempo che per moltissimi triestini e muggesani, anche tra i dipendenti della Ferriera, si è misurato in malattie, sofferenze e morti, oltre ad una qualità della vita assolutamente indegna.
Maurizio Fogar



L’orgoglio del podestà.

» Inviato da valmaura il 16 December, 2019 alle 3:19 pm

“È incredibile - ha proseguito Dipiazza -. La nostra città è tenuta in una maniera che, credo, è orgoglio di noi tutti.”
Ma dove vive quest’uomo?
E lasciamo perdere le sgangherate dichiarazioni su buche e cassonetti di Roma. Sul “male” che augura a terzi.

E sulla “lettera pesantissima di insulti verso l’amministrazione” che vaticina solo lui perché ancora mai spedita e letta.
Le “dimissioni” da italiano, ci possono anche stare ma prima si ricordi di firmare quelle da sindaco.
A vergognarci siamo noi di avere per podestà un simile personaggio che non conosce regole e leggi, che saranno anche farraginose ma il suo partito ha governato per 20 anni questo Paese senza cambiarle, e che dà l’ennesima pessima immagine della città.
Tutto questo per non poter abbattere la Sala Tripcovich e spostare la statua di Sissi di qualche decina di metri. Mentre su altre cose, forse leggermente più importanti per i triestini tipo ospedali e pronto soccorso non ha aperto bocca.
Sotto alcune delle tante recentissime immagini di cui dovremmo sentirci “orgogliosi”. (Visibili sulla Pagina Circolo Miani di Facebook)
PS: quelle del crollo della nuova Piscina ve le risparmiamo.




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