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Circolo Miani » News Correnti » Page 200 Giustizia a due velocità. » Inviato da valmaura il 6 November, 2015 alle 10:45 am Ma molto molto differenti. Qualche vicino esempio. Arvedi, ovvero Siderurgica Triestina tira su un capannone che più grande non si può, sotto gli occhi di tutti, senza aver ottenuto (lo ammette lui più volte: l’ultima l’altro giorno) la regolare autorizzazione edificatoria (da Regione, Comune?). Lo avesse fatto qualunque comune mortale, magari per un manufatto di due metri quadri, non sarebbero passate 24 ore senza sequestro, maximulta se non ordine di demolizione. La segnalazione-esposto presentata dal Circolo Miani al Sindaco di Trieste, alla Presidente della Regione Commissaria per la Ferriera, ed alla Procura ci risulta tuttora inevasa e comunque non ha portato ad alcun provvedimento noto. Ventidue mesi fa il Ministro alle Infrastrutture inserisce nell’Accordo di Programma per la riconversione della Ferriera un allegato dove esplicita l’obbligo di sgombero immediato della parte trasformata in discarica abusiva dalla Ferriera, interrando lo Scalo Legnami, ed il conferimento a discariche speciali delle centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti industriali. L’operazione viene quantificata dal Ministero in dieci milioni di euro a carico della nuova proprietà della Ferriera. Senza questo intervento i lavori della tanto decantata piattaforma logistico portuale sono bloccati e ti saluto rilancio del Porto e di Trieste. Sono passati appunto ventidue mesi e la situazione è come allora. Abbiamo depositato ieri l’esposto alla Corte dei Conti per verificare se il Commissario dell’Autorità portuale, il “protegè” di Cosolini, Zeno D’Agostino e Debora Serracchiani Commissaria per la Ferriera, ne portino responsabilità alcuna. Vedremo cosa accade ma nel contempo pensiamo alla salatissima multa che si becca il possessore di un cane che non ha raccolto la popò del suo animale da una aiuola. La Procura di Trieste è stata oggetto di deposito di diversi esposti-denuncia a firme Fogar/Miani e Romano Pezzetta, uno degli ultimi si titolava “83 morti senza giustizia” e riguardava la morte per cause di lavoro accertate dall’ASS per 83 lavoratori dello stabilimento di Servola. In tutta Italia, in tutto il Friuli Venezia Giulia le cronache riportano processi analoghi, meno che a Trieste: non possiamo che prenderne atto. L’Arpa di Cremona interviene puntualmente nei confronti delle manchevolezze dell’Acciaieria Arvedi rispetto alle prescrizioni dell’AIA lombarda e scrive, senza tanti infingimenti, della mancata collaborazione da parte dell’Azienda. A Trieste la Regione comunica che, nonostante le gravi quanto evidenti criticità degli impianti, l’Autorizzazione Integrata Ambientale a Siderurgica Triestina sarà rilasciata “a prescindere perché così vuole la politica sancita dagli accordi di programma”. La Procura e la politica regionale, nonostante siano informati dei fatti che snaturano completamente la legge europea ed italiana che disciplina il rilascio delle AIA, non danno cenni di vita. Chissà la reazione se a fare così fosse qualche altro funzionario pubblico nei confronti delle pratiche amministrative che deve esaminare. Ci pare che a Roma stia iniziando un processino che si chiama Mafia Capitale: chiediamo conferma che non vorremmo sbagliare. Dal maggio di quest’anno il Consiglio comunale si astiene dal portare in aula l’esame e la discussione sulla petizione sottoscritta da oltre diecimila concittadini sulla chiusura immediata dell’area a caldo della Ferriera e per salvare la sede del Circolo Miani, in conformità a quanto per altro votato all’unanimità, sindaco compreso, dallo stesso Consiglio nel giugno dello scorso anno e all’appello lanciato da Claudio Magris, Gherardo Colombo, Adriano Sofri, tra gli altri. Se invece devono discutere dei 39 posti macchina di Largo Granatieri, apriti cielo! Il Prefetto di Trieste dal 5 gennaio non risponde alla richiesta avanzata dal Circolo Miani di conoscere prezzo e modalità del pagamento di quanto pagato da Siderurgica Triestina/Arvedi al Commissario Governativo incaricato della vendita. La legge italiana prevede un tetto di sessanta giorni di tempo per rispondere ma la Prefettura evidentemente gode di extraterritorialità, forse si sentono già nel TLT. Figurarsi se un cittadino si comportasse così nella violazione dei tempi fissati per pagare una sanzione, finanche una banalissima multa. Tutta questa sommaria sintesi di fatti non smentibili, e ci fermiamo qui per carità patria, sta a dimostrare e giustificare mille volte il totale distacco e la più completa sfiducia che i cittadini hanno nei confronti di istituzioni e politica. Sembra quasi che ottenere qualche foto e due titoletti, su di una stampa ancora più screditata, siano per queste ultime appagante risultato. Quousque tandem abutere patientia nostra? Post Scriptum. Leggiamo dal piccolo giornale l’ennesima discussione (e da quando era sindaco Illy che il Comune discute) sulla questione Ferriera. Stavolta incentrata sullo slittamento senza preavviso dei termini da dicembre ad aprile 2016 (forse) per la verifica se i lavori sul contenimento delle emissioni (che tutti così, a partire dalla proprietà, ammettono esplicitamente che ci sono) inquinanti avranno funzionato. Insomma i cittadini, lavoratori compresi, come le caviette da sperimentazione. Il bello è che i nostri amministratori non hanno il minimo senso della dignità del ruolo che ricoprono e della comunità, e ciò è infinitamente più grave, che rappresentano. Ovvero mentre Arvedi in persona comunicava lo slittamento dei termini, loro, all’oscuro del contro ordine, continuavano a ripetere urbi et orbi che “a dicembre” ci sarebbe stata la resa dei conti (Cosolini e Serracchiani). Qualcuno più prosaicamente potrebbe dire che i nostri non li “caga” nessuno ma che questi continuino a far da spalle e controfigure a questo signore che si comporta in siffatto modo, forse abituato a rapportarsi così a Cremona con la politica locale, accettando simili umiliazioni, è semplicemente grottesco. Quasi quanto l’intervista dell’AD Landini alle Iene. Da riportare integralmente la geniale dichiarazione di quel signore che si professa assessore all’ambiente del Comune: “La proprietà ci ha informato (bontà sua) di aver portato a compimento gli interventi sull’altoforno – ha chiarito (?) da parte sua Umberto Laureni – se si rilevano ulteriori sforamenti non possiamo chiederli di farli nuovamente (lo vieta espressamente il manuale delle Giovani Marmotte). Bisognerà capire come sono stati fatti e perché ci sono state le emissioni”. Ecco noi vorremmo tanto capire come il dott. ing. Laureni ricopra da quasi cinque anni un incarico di assessore. E domenica 15 novembre alle ore 11 se vuoi cambiare veramente partecipa all’assemblea nella sede del Circolo Miani, a Trieste in via Valmaura 77. NO FERRIERA. PORTO e FERRIERA. » Inviato da valmaura il 4 November, 2015 alle 10:51 am Ovvero gli interessi di Trieste o quelli di Arvedi.
Esposto. Con la presente lo scrivente, Maurizio Fogar (nato a Trieste il 25/10/1953) del Circolo Miani, espone a questa Corte quanto segue. NO FERRIERA! » Inviato da valmaura il 2 November, 2015 alle 9:49 am NO FERRIERA! Tutti assieme domenica 15 novembre alle ore 11 in via Valmaura 77, Trieste, al Circolo Miani. Qui non esiste l’armiamoci e partite, ognuno faccia la sua parte con dignità. Domenica 15 novembre decidiamo assieme cosa fare nel maggio 2016 per le elezioni comunali di Trieste e Muggia. Partecipa e diffondi l’invito a partecipare. Dipende solo ed esclusivamente da noi. La Ferriera, che piaccia o no, è dal 2000 il nodo centrale della politica cittadina. Per informazioni o conferme: telefonare a 335.6140880 o scrivere a info@circolo-miani.it Porto, volemose bene, tanto. » Inviato da valmaura il 30 October, 2015 alle 11:26 am Il “convegno” su "Il futuro di Trieste passa per il Porto" è stato assolutamente inutile per quanto attiene il tema che ambiziosamente, forse troppo vista la caratura di certi interventi, si proponeva. Se l’intenzione, più che legittima e ci mancherebbe, era quella di certificare un riconoscimento reciproco e di buoni rapporti tra CLP-USB da un lato e Commissario del Porto e Sindaco dall’altro, allora sbagliati titoli e pubblicità promozionale, ma operazione riuscita. Imbarazzo mi ha creato l’uscita iniziale di Zeno D’Agostino, dopo una introduzione di Roberto Cosolini che era stata un’ode continua alla sua venuta che aveva liberato la città da un diavolo in gonnella che guidava il Porto prima di lui, fonte di tutti i mali e peccati della città. Dispiace che di nome non faceva Eva altrimenti il cerchio si chiudeva. Al tempo: chi scrive non ha alcuna simpatia politica per l’operato della Monassi, ma non si può dimenticare che prima di lei il partito di Cosolini aveva indicato almeno due Presidenti che per dieci anni hanno retto il Porto. Dunque “mal comune mezzo gaudio”. Ma torniamo alle prime parole dello Zeno che pressappoco suonavano così. Quando mi hanno nominato, Roma, il Ministro direttamente (e sarà un refrain che il D’Agostino userà spesso nell’ora seguente: mandato da Roma, per eseguire le leggi di Roma e le indicazioni del Ministro), da Verona sono partito per Trieste e non conoscevo nulla del Porto. Insomma ci è arrivato con il Tom Tom e ricevuta la nomina è corso subito in libreria ad acquistare una guida Touring della città. E si che di tempo per preparasi l’aveva visto che compariva già mesi prima nella terna di nomi indicati dalla Serracchiani al Ministero, come prevede l’iter per la nomina a Presidenti dell’Autorità portuale. Ma il “ragazzo” è sveglio, informale e alla mano, accattivante ed accondiscendente soprattutto verso il duo PD Serracchiani-Cosolini a cui non sa mai opporre un gentile rifiuto, non declina mai una sua presenza ad iniziativa o festa di partito. Pubblicamente ricambiato, non si sa quanto sinceramente visto le voci che girano nel “palazzo” della politica, dal sindaco Cosolini che ne auspica la nomina a Presidente terminato il suo mandato commissariale, insomma tra quattro mesi, più o meno al tempo del rinnovo elettorale del Comune. Fossi in lui farei comunque gli scongiuri. Insomma dopo la prima ora e passa di “amorosi sensi”, dove lo Zeno riusciva francamente simpatico tanto disarmante era il suo modo di raccontarsi, alla prima domanda un po’ più ostica, da me rivoltagli, anzi due domande per la precisione, il clima improvvisamente mutava. Gli chiedevo in sintesi se la proprietà della concessione demaniale da lui rilasciata a Siderurgica Triestina (logistica portuale della Ferriera) può a piacere transitarla a terzi fuori dalla compagine societaria del Gruppo Arvedi, visto che pur sempre di beni pubblici stiamo parlando. Domanda alla quale non ha risposto ma ha fatto semplicemente una smorfia di stupore. La seconda: visto che citando le sue parole lui era l’inviato da Roma tenuto ad osservare le leggi e le indicazioni del Ministro di Roma, perché non aveva fatto rispettare l’allegato Uno ed unico del primo Accordo di Programma sulla Ferriera firmato a Roma anche dal suo Ministro il 30 gennaio 2014? Allegato che stabiliva l’obbligo per la nuova proprietà a venire (insomma Arvedi) di asportare a proprie spese (quantificate in dieci milioni di euro) le centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti “speciali” (gli scarti di lavorazione di Altoforno, agglomerato e cokeria) e di conferirli alle discariche per rifiuti tossici. Insomma sgomberare la collina della Vergogna su Punta Loppa, una area altamente inquinante interrata abusivamente nello specchio marino antistante lo Scalo Legnami, per permettere finalmente la costruzione della fin troppo attesa Piattaforma logistica portuale che tanti posti di lavoro, tanta ricchezza dovrebbe portare al Porto e a Trieste. Così almeno ce la hanno presentata per anni e anni. La reazione è stata secca, quasi dura e prima ha cercato di giocare sui pochi mesi trascorsi dal gennaio 2015, poi quando gli è stato ricordato che di mesi ne erano passati 22 perché l’anno era il 2014, ha risposto come fosse Antani con una supercazzola del tipo “a me piace studiare in silenzio i problemi prima di fare annunci di prime pietre”. Perbacco uno studio a doppia velocità il suo, che poco prima aveva ammesso tra un sorriso e uno scambio di cortesie di avere imparato in fretta e bene negli otto mesi che era commissario praticamente su tutta la questione portuale, Allegato Ottavo compreso. Evidentemente l’Allegato primo ed unico sottoscritto dal suo Ministro di Roma gli era particolarmente ostico. Va detto che dopo questa rispostina senza capo né coda, nessuno dei presenti, tantomeno al tavolo dei relatori, ha pensato bene di ricordargli che non aveva risposto. Come nessuno dei relatori si è minimamente ricordato che il Porto di Trieste non finisce a Porto Vecchio. Ma questa è un’altra storia. PS.1. Uscendo per le scale del fu Jolly Hotel ho rischiato una rovinosa caduta per una pacca sulla spalla quando una coppia di signori mi ha salutato con un “complimenti, è l’unico che ha parlato da vero indipendentista”. Non credo di esserlo ma come gli applausi ricevuti prima confesso che mi ha fatto piacere, anche perché sono riuscito a restare in piedi. PS.2. E’ proprio vero il detto che a Trieste “se no i se mati no li volemo”. Dal sovrintendente Caburlotto sul degrado inesistente del parco di Miramare ai consiglieri Decarli e Karlsen sull’Arvedi pimpante in vena di assunzioni, ma l’elenco potrebbe essere lungo, lungo … Ferriera e Comune. La non risposta. » Inviato da valmaura il 24 October, 2015 alle 1:05 pm Ci scrive, ancora a fine agosto ma l’abbiamo letta solo ora, il dott. ing. Umberto Laureni su carta intestata del Comune di Trieste in “riferimento” alla nostra segnalazione del 13 agosto, quando l’Arpa venne al Circolo Miani mentre invece la Polizia municipale no (vedere sotto l’articolo “Una e-mail vi ucciderà”), “in merito alle emissioni anomale provenienti dallo stabilimento siderurgico di Servola”. Comincia malissimo già nell’oggetto. Noi segnalammo con precisione e cognizione di causa che le fuoriuscite di gas dall’Altoforno, non un generico “emissioni anomale dallo stabilimento”, erano quella mattina particolarmente cospicue. Si tratta di perdite di gas altamente pernicioso per la salute di lavoratori e cittadini che da mesi a centinaia di migliaia di metri cubi l’Altoforno perde in continuo ed in maniera progressiva. Continua il dott. ing. che “da informazioni fornite (a lui) da Siderurgica Triestina”. Ecco se la partenza era negativa quanto imprecisa, il seguito è pessimo. Lui ci ricorda che è dott. ma soprattutto ing. e, lo ricordiamo noi, che per anni, prima di andare in pensione, ha lavorato ai controlli proprio in quello “stabilimento siderurgico di Servola” meglio noto come Ferriera, per conto dell’ASS. Dunque si presume che il dottorato in ingegneria e la sua esperienza professionale a qualcosa dovrebbero servire. A riportare acriticamente le versioni altrui sono buoni tutti. Un copia ed incolla e non occorre laurea o dottorato alcuno per farlo. Il seguito non merita neppure il tempo delle nostre battute sulla tastiera. Non risponde minimamente a quanto da noi segnalato, e rilevato dai due tecnici dell’Arpa. Si limita a due righette di informazioni generiche sulla condotta tecnica dell’impianto. E come sei io chiedessi ad uno “scusi che ora è?” e lui mi rispondesse “no grazie non ho ancora preso il caffè”. Insomma una piece teatrale surreale alla Carmelo Bene, dove non capisci una mazza ma devi comunque applaudire perché così vuole la moda intellettuale. Ecco a cosa serve il dott. ing. Umberto Laureni che risponde su carta intestata del Comune di Trieste, a girare le “informazioni” di Siderurgica Triestina. Solo un dubbio ci rimane: lo stipendia la collettività o la Siderurgica Triestina-FinArvedi? Ah, nel contempo l’Altoforno continua sempre ad emettere nell’aria il gas in misura crescente e maggiore. |
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