» Inviato da valmaura il 2 April, 2020 alle 2:19 pm
Ex caserma della Polstrada: una Caporetto per il Comune.
Questa, assieme a tante altre per la verità (dal rifacimento della Galleria di Montebello ai trasferimenti dei Mercati ortofrutticolo ed ittico, per finire con il Tram di Opicina e la recente Piscina Terapeutica), è la Cartina di Tornasole per misurare l'efficienza e la capacità di una amministrazione pubblica. Venti anni di Dipiazza intervallati da Cosolini, il che è tutto dire. Il progetto è datato 2002 e nel giugno 2017 con festosa quanto ridicola cerimonia picconatoria mezza odierna Giunta comunale ha dato il via all'abbattimento del manufatto con tutti gli alberi ed il verde di contorno. Doveva concludersi in pochi mesi (120 giorni) ed a tre anni il quartiere convive con una arida e polverosa spianata di ruderi e laterizi. Lasciare alberi e verde magari? Ma quando mai! Ora ripropongono per l'ennesima volta il progetto con un lussuoso ed accattivante plastico in 3D e garantiscono che nel 2022 la tragicommedia sarà finita. Ai posteri l'ardua sentenza, ed alle prossime elezioni il verdetto. https://www.facebook.com/amministrazioneTS/videos/217006469350659/UzpfSTE0OTc5MDc2NjcxNDY4NjM6MjcwODIwNzY5Mjc4MzUxNQ/
Solo a Trieste può succedere!
» Inviato da valmaura il 1 April, 2020 alle 12:59 pm
Umana pietas per lui e vergogna per TeleCamberquattro.
Il servilismo e l’impudicizia trasformata in “informazione”, quella che Giovannino Guareschi liquidava ironicamente come Forze Oscure Della Reazione (in) Agguato e Jan Fleming romanzava in 007 come SPECTRE. Ora che a Trieste ci sia uno, e forse più di uno, che si creda la reincarnazione domacia di 007 è cosa che oramai riguarda i Centri di Salute Mentale, ed è pertanto doverosa l’umana e cristiana Pietas nei suoi confronti. Ma che ad oltre dieci giorni della gigantesca bufala trasmessa a ciclo continuo su questa emittente privata della destra locale, e se fosse sinistra o pentastellata il nostro giudizio non muterebbe di una virgola anzi si aggraverebbe, direttore, vicedirettore e l’autore della servile quanto sciagurata (per l’immagine del promotore e del megafono televisivo) “intervista” non si siano ancora dimessi e messi in fila all’ufficio del lavoro (servono pulitori e disinfestatori nelle case di riposo) è vergognosamente scandaloso. E solo a Trieste tale episodio può passare sotto il silenzio unanime di TUTTA una classe politica e, purtroppo anche di una cosiddetta società civile, preoccupate solo di apparire in comparsate su televisioni e giornali, sempre si fa per dire. Riproduciamo il pezzetto da noi pubblicato dieci giorni orsono e lo studio definitivo che sbugiarda la gigantesca FAKE NEWS. “Al pari di quel suo sodale e sponsor politico di ex senatore e pregiudicato che in ben NOVE minuti di intervista, si fa per dire, trasmessa a ciclo continuo, senza pudore e vergogna, sull'emittente televisiva di famiglia, farnetica, in un italiano incomprensibile, di una congiura cinese che ha determinato la nascita in laboratorio e diffusione planetaria del Covid 19 per “cinesizzare” il nostro Porto e Trieste ! L'intervistatore, il prono Stabile, che non indossava neppure il camice bianco d'ordinanza per accompagnarlo ai servizi sanitari del più vicino CIM, ha scelto proprio il momento peggiore per i vaneggiamenti tipo Spectre o FODRA per mandare in onda lo straziante polpettone. Il giorno dopo l'arrivo in Italia del volo cargo con medici cinesi e tonnellate di aiuti sanitari, inviati non da “Mister NO” ma dal Governo Cinese, e quello prima alla pubblicazione degli studi univoci di tutti gli scienziati del Pianeta che definivano l'attuale Coronavirus frutto di una modificazione genetica avvenuta nel mondo animale ed escludevano tassativamente una origine da laboratorio. Ma cosa non si fa nel “giornalismo” triestino ad onta e sprezzo del ridicolo.” E. "Coronavirus, non è stato creato in laboratorio. Ecco la prova. Uno studio rivela l'analisi del genoma del Covid 19, svelando l'origine naturale. IL NUOVO coronavirus (Sars-CoV-2) sarebbe il risultato dell'evoluzione naturale di altri virus della stessa 'famiglia' e non un prodotto di laboratorio o di ingegneria genetica (cioè non fatto dall'uomo manipolando geni virali in provetta), come insinuato più volte dall'inizio dell'epidemia. Lo suggerisce uno studio sui genomi del Sars-CoV-2 e virus affini pubblicato sulla rivista Nature Medicine. "Confrontando i dati genetici ad oggi disponibili per diversi tipi di coronavirus, possiamo risolutamente determinare che il Sars-CoV-2 si è originato attraverso processi naturali" - afferma Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute di La Jolla che ha condotto il lavoro. Gli esperti hanno in particolare confrontato il gene per una proteina chiave nel processo infettivo, una proteina dell'involucro esterno del virus (chiamata 'spike', da punta o spina) che gli serve per attaccarsi, entrare e infettare le cellule umane. Spike è dotata di un 'uncino molecolare' (chiamato porzione RBD) con cui il virus si lega alle cellule umane incastrandosi alla molecola 'Ace2', (recettore importante nella regolazione della pressione del sangue). Il legame tra Rbd e Ace2 è essenziale per iniziare l'infezione. Inoltre spike ha anche una 'forbice molecolare' che aiuta il virus a penetrare nella cellula umana. Il legame tra Rbd e Ace2 è talmente perfetto (Rbd si incastra a perfezione con Ace2 come una chiave con la sua serratura o due pezzi di un puzzle), spiegano, che non può essere altro che il risultato della selezione naturale e non il prodotto dell'ingegneria genetica. Questa e altre "caratteristiche del virus, la sequenza genetica di Rbd e la 'spina dorsale' del virus - conclude Andersen - ci portano a scartare l'ipotesi della manipolazione di laboratorio come possibile origine del Sars-CoV-2".
Coronavirus a Trieste e Friuli Venezia Giulia.
» Inviato da valmaura il 29 March, 2020 alle 3:02 pm
Trieste conferma di non avere un Sindaco.
L'esistenza in vita, politica si intende, di Roberto Dipiazza arriva da una sua intervista a tutta pagina sul piccolo giornale. Orbene in tre colonne di dichiarazioni infila altrettanti svarioni.
Partiamo dal primo, che oggi gli costa una penosa retromarcia sulla stampa, dove dichiara che Trieste Trasporti ha ancora “due mesi di autonomia per gli stipendi”. Giusto per aggiungere allarmismo ad una situazione non proprio tranquilla. Peccato appunto che oggi, dopo le vigorose smentite dell'Azienda Trasporti, sia costretto a rinculare.
Sempre sulle tracce della paura si preoccupa per i dipendenti delle imprese medio piccole che rimarrebbero senza stipendio, ed invoca un “piano Marshall”, posto che sappia cosa sia.
Ignora il “primo cittadino” che il Governo ha già provveduto da due settimane, ma evidentemente non legge giornali e non vede telegiornali nel suo “buen retiro”, estendendo la cassa integrazione e tutti gli ammortizzatori sociali anche alle ditte con un solo dipendente. Piano "Conte".
Per altro si preoccupa per lo “Tsunami” che si abbatterà, a sentir lui mentre noi ci tocchiamo dove non batte il sole, sul “piccolo commercio”, ed immaginiamo noi la ristorazione al dettaglio.
O per meglio dire quel che ne resta, almeno del piccolo commercio, dopo le devastanti scelte del duo Illy-Dipiazza con la zonta di “ciuffolo” Paoletti della CCIA, di piazzare in centro città, caso unico, degli ipermercati e spalancare le porte alla grande distribuzione, che già hanno desertificato quartieri e centro città. Tra l'altro sia “il Giulia” che le “Torri” se la passano da sempre maluccio assai, con decine di fori commerciali chiusi e sfitti.
Invece di fare il pianto greco visto che porta la responsabilità, si fa per dire, di essere per la terza volta sindaco di Trieste perchè non interviene sul suo sparring partner alla Camera di Commercio per far mettere da subito a disposizione la decina di milioni immobilizzata per quella ciofeca di Parco del Mare che mai si farà, per utilizzarla subito a favore non dei dipendenti ma dei proprietari di esercizi pubblici (commercio e ristorazione) per coprire le spese vive e correnti di (mancata) gestione?
Lo abbiamo scritto da un mese, nel silenzio unanime della politica, ed oggi sul piccolo giornale veniamo usati come un Tampax, usa e getta, da parte di altri che ben si guardano dal citare la fonte, ovvero noi.
Ecco forse è meglio che il sindaco che “non dorme la notte” si prenda mezzo flacone di Valeriana e ci risparmi i piagnistei un tanto al chilo. A lui, se ancora dopo venti anni non lo ha compreso, competono guida e proposte per Trieste. E magari una dovuta riflessione sulla responsabilità del Comune per i focolai più virulenti e letali scoppiati proprio nelle case di riposo comunali ed esportati dal personale esternalizzato, e parenti in visita, in assenza di una adeguata informazione e soprattutto prevenzione.
Quanto ora scritto sul mancato sindaco vale pure per i suoi competitor passati, presenti e futuri, di ogni colore, mai silenzio ed inazione furono più assordanti.
Alla Regione fedrighian-riccardiana sulla gestione dell'emergenza CoronaVirus non va molto meglio.
Al ritardo nel pianificare ed attuare il potenziamento dei presidi ospedalieri e territoriali, alla figuraccia sulle “mascherine”, inviamo ora un pressante invito: togliere subito la chiusura domenicale imposta alla distribuzione alimentare. Ha prodotto solo file epocali ed inutili quanto temibili assembramenti negli altri giorni.
Cioè l'esatto contrario di quanto spensieratamente si proponeva.
Nel filmato un suggerimento concreto di come fare il mestiere di Sindaco, non chiuso in casa ma in giro sul territorio che gli è affidato e magari sui luoghi dove si combatte la malattia.
“Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco”: Trapattoni.
» Inviato da valmaura il 27 March, 2020 alle 1:12 pm
Robe da CoronaVirus.
Regione FVG. “Entro questa settimana distribuiremo casa per casa due mascherine per ogni abitante”. Infatti, a settimana finita ora balbettano che forse tra “una decina di giorni”, ma devono capire ancora come e dove inizierà la “distribuzione”, le prime famiglie riceveranno si due mascherine ma non a persona ma per nucleo. E poi bisognerà attendere la loro disponibilità, delle mascherine. Addio Core! ASUITS giuliana. Si spera che nella prima settimana di aprile siano pronti i primi, sottolineato primi, posti letto per la terapia intensiva e sub-intesiva, nel dodicesimo piano della Torre di Cattinara, smantellato con altri quattro più di un anno fa per i lavori del mai cominciato Cantiere di rifacimento dell'ospedale. Fateci capire più di venti giorni, a leggere gli annunci sulla stampa, per ripristinare dei locali già esistenti. Si fa sommessamente notare che in Cina ma anche in altre città e paesi ci hanno messo un terzo di tempo abbondante in meno per costruire da zero interi ospedali. Rapidi e invisibili ... Comune di Trieste. Importante contributo alla battaglia contro l'epidemia. Da oggi la Giunta comunale ha dato un segno di esistenza in vita: ha invitato i gestori degli stalli blu a liberalizzarne l'utilizzo senza chiedere il pagamento della gabella. Azzo! Sempre Comune più Agegas. Da due giorni, con Bora a 120, in viale Romolo Gessi, ma immaginiamo non solo, i mezzi della ditta a cui è affidata la pulizia stradale, da polveri e foglie, continuano imperterriti a fare su e giù, però a spazzoloni rotanti sollevati perchè ovviamente non c'è traccia di foglie o polveri. CervelloVirus. Chi l'ha vista? La politica si intende.
» Inviato da valmaura il 26 March, 2020 alle 1:35 pm
Si è forse accorto che buona parte dei cosiddetti “Servizi essenziali” in realtà a Trieste sono chiusi? Oggi ad esempio non c'è ufficio postale aperto da San Dorligo a via Bramante, e domani inizia il pagamento pensioni. In via Bramante l'unico aperto nella zona ad est di piazza Verdi fino ad Aquilinia, stamane con il clima “mite” e temperato c'era una fila che arrivava quasi all'altezza di via San Michele. Della serie: se non ci pensa il Covid-19 basta l'ordinaria Broncopolmonite. Idem dicasi per le filiali ed agenzie bancarie a partire da Unicredit, con lo scandalo che parecchi Bancomat erano fuori servizio per “motivi tecnici”. E poi dicono che le persone non devono muoversi in città. E capiamo che al piccolo giornale non si guarda in bocca a “caval donato”, ovvero all'inserzionista pubblicitario specie se ricco, ma passare la fiaba che Trieste sia una delle prime venti città italiane per consumo pro capite di acqua potabile bè è un tantino grossa. Bisognerebbe leggersi gli eleganti bilanci annuali della ex municipalizzata per scoprire che le tubature non proprio nuove del servizio idrico hanno da anni una dispersione per strada di oltre il 40% del portato. Ma non c'è fretta di intervenire tanto non un decilitro va sprecato, che i triestini se lo vedono comunque addebitare in bolletta sotto la voce “dispersione di rete” nel dispacciamento. Ed ora continui pure il suo tranquillo giardinaggio.