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Circolo Miani » News Correnti » Page 162 Una seconda Ferriera? NO, grazie! » Inviato da valmaura il 7 December, 2020 alle 12:11 pm E proprio NO!
Stanno procedendo alacremente da parte della proprietà uscente Acciaierie Arvedi i lavori di demolizione ed abbattimento, tra polveroni e rumori costanti, degli impianti dell'Area a Caldo, e che, a detta dell'attuale direttore, dovrebbero essere ultimati entro la fine di dicembre, lasciando in eredità alla subentrante proprietà gli scheletri degli impianti e gli edifici in muratura.
Mentre chi dovrebbe controllare e “vigilare”, Arpa ed assessorato regionale “per la difesa dell'Ambiente”, non riusciamo a soffocare le risa nello scriverlo, sta partecipando alla trasmissione Rai di Federica Sciarelli “Chi l'ha visto?”, noi siamo sempre più preoccupati.
Mettere mano ad impianti stratificati e pregni di ogni possibile inquinante, sollevare polveri su di un terreno dove non c'è centimetro quadro che non sia zeppo di diossine, idrocarburi, e metalli “pesanti” tutte robe che fanno rima con il termine cancro ad inalarle, infatti non può che essere fonte, e che fonte, di preoccupazione nostra e delle decine di migliaia di residenti.
E la preoccupazione ha ragioni da vendere nell'aumentare man mano che si avvicinano i lavori programmati, a terra ed in mare dalla proprietà subentrante, quella della Piattaforma Logistica per ora ferma al palo dello Scalo Legnami: Parisi, il Gruppo Petrucco ed il nuovo socio di maggioranza tedesco, e la statale Invitalia.
Siccome la cosa siamo stufi di segnalarla ad interlocutori che fanno orecchie da mercante (Zeno D'Agostino per il Porto, e il Gruppo Petrucco, forse distolto e distratto dalla sua nuova impresa: la ventilata costruzione del Parco del Mar Morto) abbiamo deciso di promuovere a breve, quando la situazione pandemica si stabilizzerà un tanticchia, un'assemblea pubblica tra i triestini, e muggesani, ed il Presidente dell'Autorità Portuale da un lato e la proprietà tedesca-italiana dell'area Ferriera.
Se poi, come promette il loro costante silenzio, riterranno di disertare l'incontro rendendo manifesto il loro disprezzo nei confronti delle sacrosante preoccupazioni della nostra comunità, vorrà dire che passeremo al livello successivo: ovvero una bella manifestazione in via Von Bruck davanti alla Torre del Lloyd, sede della Presidenza del Porto.
Facciano loro che noi sappiamo fin troppo bene, per una passata esperienza pluriventennale, cosa sia giusto e doveroso fare per tutelare “prima” la nostra salute e qualità della vita, e non dover contare “poi” i nostri malati e deceduti.
Circolo Miani, Servola Respira, Trieste Verde. Abolire le Regioni, e la gestione sanitaria in capo ai Comuni. » Inviato da valmaura il 5 December, 2020 alle 1:55 pm Lo abbiamo scritto e riscritto e ben prima che questa ultima emergenza Covid lo confermasse: la gestione regionale del sistema sanitario non funzionava da tempo. Come da tempo sollecitavamo i sindaci, al plurale, ad alzare la voce, a riprendersi nella sostanza, sfruttando due fattori determinanti: l’essere per legge gli Ufficiali Sanitari del Comune, ed il fatto che fossero le tasse dei triestini, intesi come provincia, a pagare il servizio sanitario, voce in capitolo ed indirizzo della tutela della salute della nostra comunità.
Ben prima di questa pandemia avevamo sottolineato le criticità degli ospedali, per non parlare del Pronto Lento Soccorso, la mancanza di posti letto anche in Medicina d’urgenza ed Osservazione temporanea, la carenza di personale e di attrezzature tecniche, il declino dei Distretti Sanitari e la desertificazione della medicina sul territorio (ed i risultati sono emersi in tutta la loro drammatica evidenza ora), i tempi d’attesa biblici per esami, visite e prestazioni specialistiche anche di routine (oculista, ecografie, ecc), a tutta incentivazione e vantaggio della sanità privata. Ed ultimo, ma non certo per importanza, il declino dell’ospedale pediatrico Burlo, il cui illogico trasferimento a Cattinara ne è la conferma.
Ora che l’opinione pubblica nazionale sta prendendo atto del sostanziale fallimento dell’ ente Regione, fonte di inutili doppioni centralistici e di evitabili sprechi, oltre che di crescenti scandali e corrutele, va iniziato da subito il trasferimento di una delle più corpose e costose competenze che l’attuale legge riserva in toto alle Regioni, la gestione della sanità pubblica, al rapporto diretto Stato (Ministero della Sanità)-Comuni. Lasciando invariato ed anzi incentivando il Centro unico per acquisti e forniture in modo da contenere i costi ed evitare spreco o spesso peggio di pubblico denaro, in capo allo Stato.
Tutto il resto sono pannicelli caldi, pillole indigeste anzi suppostone sgradevoli, che questa politica con una stampa servile, interessata e codina, dove parecchi “editori” fanno cospicui affari nella sanità privata, cercano di far passare sulla pelle, letteralmente, dei cittadini.
Certo con i sindaci che Trieste si è scelta negli ultimi decenni non si va molto lontano ed è per questo ed anche su questo che Trieste Verde potrà risultare decisiva nel prossimo Consiglio Comunale, sempre che i cittadini la sostengano e gli elettori la votino.
Teodor. Riccardi, stia zitto almeno! » Inviato da valmaura il 3 December, 2020 alle 12:14 pm Il bilancio attuale della Regione FVG nell’emergenza sanitaria Covid-19 è semplicemente disastroso.
Siamo la terra dove, in controtendenza con l’andamento nazionale, il contagio è fuori controllo, i numeri sono impietosi, deceduti compresi.
Ma cosa più grave da tempo è saltato il sistema di tracciamento, la stampa ha riportato numerose testimonianze di persone positive in isolamento domestico rimaste senza risposta da Asugi, ed ora l’assessore regionale alla sanità si giustifica per il costante aumento del numero dei positivi adducendo la scusante che essi comprendono anche quelli, e finalmente, rilevati nelle strutture private, come se il test fatto privatamente non incidesse sui totali. Roba da matti!
Poi il disastro inaccettabile del contagio galoppante nelle RSA e nelle residenze per anziani, pubbliche e private, dove è altissima non solo la percentuale di positivi tra gli ospiti ed il personale ma soprattutto quella dei deceduti. Come nemmeno durante la prima ondata primaverile.
Errare è umano ma perseverare è diabolico: se lo fai sulla pellaccia tua è un conto ma quando gli “errori” li pagano le fasce più fragili della nostra comunità ciò appare intollerabile.
Segua il nostro consiglio, oltre a tenere su la mascherina tenga la bocca ben chiusa, serve a proteggere la Regione da sproloqui che alla fine risultano pure un’offesa alla realtà. Perchè Trieste Verde? » Inviato da valmaura il 2 December, 2020 alle 2:17 pm Ce lo siamo chiesti in tanti e per quasi un anno, e lo spiegheremo il 20 dicembre, ovviamente solo ai lettori delle nostre pagine che stampa e televisioni ben si guarderanno dal parlarne, anche se annunciano un giorno si e l'altro pure che financo Sissi e Biribissi presenteranno il partito TiraMolla alle prossime elezioni comunali. E provate solo a domandarvene le ragioni e troverete conferma di quanto questo “sistema” ci teme, e dunque ci censura come nessun altro.
Ma a noi va bene così, e per due ottime ragioni. Chi vuole veramente cambiare deve essere e non solo apparire diverso e distante da questa politicaccia dove le differenze alla fine si riducono al nome, e le polemiche salottiere finiscono a tarallucci e vino.
La seconda è elementare: non si può essere distinti e rivendicare una reale diversità accettando di partecipare allo scassato teatrino della peggiore politica che questi spacciatori di notizie fasulle forniscono quotidianamente nel tentativo costante di ingannare l'opinione pubblica. Dove la “politica” è ridotta al TotòSindaci, alle alleanze, occulte o non, tra partiti-tini o a dibattiti tra i soliti quattro pensatori un tanto al chilo. Se noi accettassimo di prendervi parte, partecipando a trasmissioni televisive, inondando di comunicati stampa, sotto il duce le hanno battezzato “veline”, per farci della becera propaganda e piantare la bandierina della propria esistenza in vita, virtuale, giustamente i cittadini non capirebbero e ci accomunerebbero nel pessimo giudizio che oggi tutti i partiti e movimenti vantano. E che spiega il semplicissimo motivo del perchè almeno a Trieste la maggioranza degli elettori non va a votare.
Quando e se sarà il momento utilizzeremo le scarse, per non dire nulle nostre possibilità economiche, frutto di esclusivo autofinanziamento, per stampare e diffondere un numero unico di un giornale cercando di informare su carta quello che i lettori delle nostre pagine conoscono via internet. Se avremo i quattrini ed i volontari sufficienti cercheremo di farlo arrivare a tutti i nuclei familiari di Trieste e Muggia.
Niente manifesti, niente pieghevoli o volgarmente detti santini, niente pubblicità a pagamento su stampa e televisioni, che poi sarebbe come pagare il boia, niente gigantografie mobili o murali.
E non solo per mancanza di denaro, che se anche fossimo ricchissimi troveremmo immorale, con la povertà e la crisi che c'è in giro, sperperare anche solo un euro in propaganda elettorale. Per cui avviso ai naviganti: quando riceverete il nostro giornale tenetevelo stretto quale promemoria fino al momento di entrare in cabina elettorale, sempre, ovvio, che lo vogliate.
Quale sia la nostra volontà, il nostro programma, le nostre soluzioni, non abbiamo bisogno di ripeterle: chi ci legge, e siete in tantissimi, oltre quarantamila, oramai le conosce a memoria.
Si tratta magari di darci un aiuto, farle girare, allargare la loro diffusione, anche con il semplice passaparola ed il copia-incolla, e con la fantasia che ognuno di noi possiede. Oltre naturalmente ad aumentare il numero complessivo dei “Mi Piace” alla nostra Pagina su Facebook, non solo ai singoli articoli di cui va incrementata la “condivisione”, che per le astruse regole del Social, che ultimamente sta incidentalmente restringendo la nostra diffusione, ma noi ai “complotti” non vogliamo credere, permette di aumentare il numero delle “persone raggiunte” dalle nostre informazioni.
Buon “lavoro” a voi, che di buone intenzioni è lastricato l'Inferno, così almeno dicono.
Teodor.
Da Centro Congressi a Centro Vaccini a Terminal Crociere. » Inviato da valmaura il 2 December, 2020 alle 2:13 pm Porto Vecchio, piano piano stanno trovando conferme i dubbi da noi avanzati sulla sfida, o se volete azzardo visto che l’esperienza emergenziale sanitaria muterà anche in futuro usi e costumi sociali, della scelta di costruire un nuovo Centro Congressi.
Ora, di fronte all’incompiutezza del manufatto, che noi simpaticamente appelliamo “scatolone”, e della carenza di fondi per ultimarlo (mancano all’appello circa tre ulteriori milioni di euro), e soprattutto del contributo finanziario del Comune di Trieste all’impresa, pari al 42% dei costi (finora circa 13 milioni), e stiamo parlando di soldi nostri, dei triestini, senza contare i futuri tre milioni. Ora dicevamo si dovrebbe fare l’indispensabile chiarezza non solo sul futuro dello “scatolone”, ma sui ritorni che la comunità Triestina ricava da questo cospicuo investimento, oltre alla temporanea breve vetrina di Esof.
Ora il podestà propone una cosa giusta, quanto ovvia, usarlo per la campagna vaccinale futura, ed in effetti la posizione centrale si presta molto anche per i parcheggi disponibili. Ma dopo?
Dopo, quali vantaggi e ristori arrivano ai Triestini per aver investito tutti quei soldi che, a ragionarci poi, avrebbero fatto un gran comodo oggi a poterli avere disponibili per destinarli al sostegno della nostra comunità, concretamente e non con proclami da Masaniello in piazza Unità?
Ovvero il Comune si è garantito contro un’eventuale fallimento dell’operazione?
Ancora: il Comune ha pattuito che per un congruo numero di giornate all’anno la struttura sia messa GRATUITAMENTE a disposizione di associazioni, comitati, cittadini per iniziative da loro promosse senza fini di lucro alcuno, ovviamente? A parziale e proporzionale ristoro del capitale pubblico investito, ed in una città notoriamente priva di luoghi di aggregazione ed incontro gratuiti.
Ed ancora: l’uso temporaneo della struttura per un centro vaccinale dovrebbe avvenire a costo zero, e cioè rientrando in quel ristoro per l’investimento pubblico, tolti i costi per l’adattamento, ASUGI e Regione-Comune non devono sborsare un euro per il suo utilizzo.
Terzo ed ultimo suggerimento, se, come è nell’ordine delle cose e delle possibilità, l’operazione congressuale non dovesse decollare, e sapendo che c’è una delle più importanti compagnie armatoriali disponibile eventualmente a rilevarlo-acquistarlo così com’è per trasformarlo nel Terminal Crociere di Trieste, male non sarebbe valutare attentamente questa opzione.
Solo i paracarri non cambiano idea, e sono fatti in pietra non con il nostro denaro, e comunque un Terminal garantirebbe un indotto ed una ricaduta economica per il territorio molto superiore, e certa, di quella congressuale, penalizzata fortemente per altro dai pochi collegamenti aerei e ferroviari della Regione.
Ma guarda un po’ cosa ti va a pensare quest’incolta Trieste Verde!
Teodor. |
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