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Circolo Miani » News Correnti » Page 16 Tiro al piccione! Ovvero salario minimo e Reddito di cittadinanza. » Inviato da valmaura il 9 June, 2022 alle 1:17 pm Lo sport preferito dai satrapi della politica. Non passa giorno che la caccia ai poveri, agli inabili, ai precari e sfruttati non si arricchisca di nuove esternazioni.
Stavolta è il signor Paoletti, che da 25 anni consecutivi ricopre la strapagata carica di Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed affini.
Probabilmente se mai tra qualche secolo qualcuno si domanderà come un tale personaggio abbia potuto ricoprire una simile posizione, questo resterà un mistero difficilmente dimostrabile, pari forse solo alla sua fissazione per quella ciofeca del Parco del Mare, per fortuna persosi nelle nebbie.
Oggi il “ciuffolo” (è soprannominato così) camerale non riesce a trattenere la lingua e se ne esce con l'ennesima perfettamente inutile dichiarazione sulla stampa: “No al modello reddito di cittadinanza. Se si pensa di concretizzare il salario minimo come si è fatto per il reddito di cittadinanza, non ci siamo proprio, perché di certo così non si favorisce il lavoro e i lavoratori - commenta Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio Trieste e della Camera di commercio della Venezia Giulia -. Gli stipendi in Italia sono bassi, è vero: sono i più bassi d'Europa, spesso insufficienti per vivere dignitosamente con il costo della vita odierno. Una persona, tra casa, famiglie e spese, o ha una paga che si avvicina almeno ai duemila euro al mese o non vive affatto bene. Ma la risposta vera dovrebbe essere il taglio del cuneo fiscale: le tasse sul lavoro sono troppo alte ed è lì che il Governo dovrebbe intervenire. Quando a Palazzo Chigi c'era Matteo Renzi - continua Paoletti - gli avevo inviato una mia concreta proposta per tagliare il cuneo fiscale, perché quella è la direzione da seguire”.
Renzi avrà indubbiamente molte colpe ma non avergli risposto non è tra queste.
Questi “prenditori seriali” di denaro pubblico vogliono semplicemente incamerare altri soldi, dopo le vagonate di miliardi di euro che si sono ciucciati dallo Stato, pur di continuare a macinare profitti scandalosi.
Un'idea: cominci lui a dare l'esempio: rinunci alla sua cospicua indennità e provi, una tantum, a lavorare agratis. Anzi no, chieda il reddito di cittadinanza e provi a vivere, ma “dignitosamente” con 500 euro al mese. Oppure si dimetta, che nessuno ne sentirà la mancanza.
Cosa si aspetta ad intervenire? » Inviato da valmaura il 7 June, 2022 alle 12:21 pm “Cattivi odori da Barcola a San Vito
Cattivi odori riconducibili a miasmi da idrocarburi sono stati segnalati ieri da Barcola e Roiano alle Rive e a San Vito.” Dalla stampa di oggi. Già, cosa aspettano i Consigli comunali di San Dorligo-Dolina e Trieste a fare propria, associandosi, la Risoluzione approvata all'unanimità su iniziativa del Consigliere Maurizio Fogar, della Lista civica Muggia, dal Comune di Muggia ed a loro inviata per sottoscrizione, per mettere fine ai decennali miasmi in uscita dalla Siot?
Lo abbiamo scritto e riscritto: non si tratta solo di “cattivi odori” ma di danno alla nostra salute.
E la stampa perchè non incalza le due Amministrazioni, di San Dorligo-Dolina e Trieste, e chiede loro di votare la Risoluzione e non invece di regalare altro tempo alla Siot, ed altri danni alla qualità della vita ed alla salute dei Triestini, intesi come provincia?
Semplice rispondere, non vi pare?
Porto: da Muggia a Trieste. » Inviato da valmaura il 7 June, 2022 alle 12:17 pm Mercoledì 15 giugno in Consiglio comunale a Muggia (ora e link per seguire in diretta o differita ancora da comunicare da parte del Sindaco, e sarà nostra cura aggiornarvi tempestivamente), oltre agli argomenti all'ordine del giorno, tra cui tre interrogazioni ed una interpellanza di Maurizio Fogar nel “question time”, avrà luogo la pubblica audizione del Presidente Autorità Portuale e Coselag, Zeno D'Agostino, audizione richiesta da una mozione del consigliere Fogar.
A seguire i cinque quesiti che la Lista civica Muggia rivolge a Zeno D'Agostino. 1) Come mai a partire dal 2016 il rappresentante del Comune di Muggia non è stato mai invitato, con espressione di parere, alle riunioni del Comitato di Gestione dell'Autorità Portuale ogni volta che si affrontavano questioni, e si assumevano decisioni, riguardanti il Territorio di Muggia, e se mi passate il termine, le sue “acque territoriali”? Eppure esiste precisa norma in merito che lo fissa.
2) Questione Dragaggi. Come indicato nel SIN (sito inquinato di interesse nazionale) 1200 ettari dei fondali, situati tutti nel Vallone di Muggia, sono catalogati dal Ministero dell'Ambiente come altamente inquinati, ed il fondale stesso è composto per metri di stratificazione da fanghi tossici in gran parte attribuibili al dissennato scarico a mare, abusivo ma mai controllato addirittura con una evidente mutazione della linea di costa pari ad otto campi di calcio (indagini Procure di Grosseto e Perugia), dalle industrie che si affacciavano sul Vallone. Come intende dunque realizzare, e con quali misure di attenta precauzione onde evitare la diffusione degli inquinanti cancerogeni presenti con conseguenti irreparabili danni per la balneazione, il turismo e le attività di pesca e mitilicoltura, i dragaggi e la messa in sicurezza della linea di costa nelle tre vaste aree del Vallone di Muggia (dallo Scalo Legnami-Ferriera, al Canale navigabile o industriale, per finire alla ex Raffinera Aquila fino al Rio Ospo)?
3) AdriaPort (ex Raffineria Aquila). Quale è il piano della logistica ferroviaria e della viabilità stradale per l'ingresso e l'uscita dalla nuova Piattaforma logistica ungherese, posta a latere del popoloso quartiere di Aquilinia e quali accorgimenti, o misure preventive, sono previste per ampiamente limitare nei limiti di legge il rumore, ovvero l'inquinamento acustico, derivante dalla sua piena operatività?
4) Bonifica Noghere e nuovi insediamenti industriali. L'area delle Noghere è stata per decenni in ampia parte devastata dallo scarico selvaggio di inquinanti altamente cancerogeni, anche qui in pacifica assenza di controlli, ed ora essa risulta ricoperta da intensa vegetazione tra cui anche zone di alberi d'alto fusto che forse meriterebbero di non essere rasi al suolo. Come intende il Coselag procedere con dette azioni di bonifica (anche i tempi non sono irrilevanti: entro il 2026) nell'area di sua competenza e quali progetti esistono per un successivo insediamento in zona di industrie, o imprese artigianali nel rispetto dell'attuale Piano Regolatore del Comune di Muggia e della presenza limitrofa del Parco naturalistico dei Laghetti delle Noghere e di importanti nuclei residenziali (da Noghere-Aquilinia a Santa Barbara). Anche tenendo conto dell'incentivazione presente su di un'area attualmente di 200mila metri quadri delle agevolazioni del Porto Franco. E quale risulta ad ora il piano di logistica ferroviaria e stradale interessante in futuro la Valle delle Noghere?
5) Informazione e coinvolgimento dei cittadini, in particolare quelli residenti nell'area. Come è ben chiaro la mancanza di informazione e trasparenza sulla questione del defunto Laminatoio a Caldo ha creato una vera e propria protesta corale dei cittadini contro una scelta totalmente calata dall'alto. Non ritiene opportuno che Autorità Portuale e Coselag, magari, si auspica, con la collaborazione del Comune di Muggia, avviino una costante informazione e creino momenti di incontro partecipativo con i cittadini di Muggia, visti anche i termini temporali imposti per l'utilizzo dei fondi statali ed europei (2026)?
Questi i quesiti posti per conto ed a nome della Lista civica Muggia.
Per la Lista civica Muggia, il Capogruppo Maurizio Fogar.
A Trieste ci si balocca con le statistiche! » Inviato da valmaura il 7 June, 2022 alle 12:14 pm Non passa mese che non ne esca una: ma sono la realtà?
Ennesima doppia pagina sull'ennesima statistica, anche stavolta del Sole24ore, che assegna a Trieste lusinghiere, sulla carta, posizioni.
Dagli anziani ai neonati, poi partono i commenti locali e questi francamente ci paiono ancora più fuori dalla realtà che le statistiche.
I primi, sugli anziani, sono monocolori: “a Trieste si vive bene”.
Ma chi, tra gli anziani, ci vive bene? Qui ad esempio sarebbe utile conoscere i numeri: ovvero quanti sono i percettori di pensioni minime (attorno ai 500 euro) e sociali (467 euro) o di reversibilità. Ed allora crediamo che i numeri veri ci direbbero altro.
Sul tasso di natalità, anzi di denatalità, un leitmotiv della politica, i commenti sono ancora più “marziani”. Eccone un esempio: “Per il pediatra Tamburlini l'area triestina non è accogliente nei confronti dell'infanzia. La vera sfida è attrarre famiglie che facciano figli”.
No, la vera sfida è smetterla con lo sfruttamento di giovani e donne in lavori precari, con gli enti pubblici che “esternalizzano” tutto il lavoro una volta svolto dai propri dipendenti ad una giungla di ditte e cooperative, spesso in stretti rapporti con la politica, e senza controllare le retribuzioni da “fame” della manodopera. E poi c'è qualche giuggiolone, anzi più d'uno, che si lamenta perchè i Triestini non “fanno figli”.
La Germania ha alzato il salario minimo a 12 euro l'ora, una cifra di tre volte superiore a quanto pagato a centinaia e centinaia di dipendenti di ditte e cooperative che lavorano, quando lavorano, per il Comune ed altri enti, Ma in Italia invece da quest'orecchia non ci sentono ed il presidente di Confindustria ha la faccia di confessare che “il Reddito di Cittadinanza, 500 euro di media, fa concorrenza alle aziende che non trovano dipendenti”, ma forse si tratta di un refuso: intendeva schiavi.
Mentre la grande stampa, di proprietà confindustriale continua la sua mattanza contro Giuseppe Conte, questa la Repubblica (Fiat-FCA) di stamane.
Se io fossi in consiglio comunale a Trieste. » Inviato da valmaura il 4 June, 2022 alle 10:48 am Interrogherei il Sindaco per conoscere il quadro esatto delle società, ditte e cooperative che ricevono appalti e lavori dal Comune, a partire dalla conoscenza delle proprietà o cariche sociali.
Poi chiederei se l'amministrazione comunale, al di là del formale rispetto delle aggiudicazioni, ritiene moralmente compatibile che aziende o cooperative che siano di proprietà di politici ed amministratori pubblici, o di parenti stretti degli stessi, possano concorrere ed aggiudicarsi gare e lavori dal Comune.
Interrogherei inoltre il Sindaco per conoscere il netto, ovvero quanto ricevano realmente come paga i lavoratori, o soci, di queste imprese che lavorano per il Comune e quali siano gli istituti di controllo che il Comune ha istituito nei loro confronti.
Posto che è cosa arcinota che parte di questi “prestatori d'opera” per conto del Comune di Trieste ricevono grossomodo una retribuzione oraria di 4 euro netti all'ora, ma attenzione solo per le ore in cui lavorano, e per molti si arriva ad una media mensile di 600 euro netti, chiederei all'Amministrazione comunale due cose.
Come ritiene che questi lavoratori possano sopravvivere con tale introito.
E se non ritiene di tapparsi la bocca quando gli esponenti, di tutti i colori, della politica e dell'istituzione locale hanno la spudoratezza di lamentarsi sull'aggravarsi della “denatalità” a Trieste.
In chiusa rivolgerei una domanda personale a tutti i politici amministratori: sarebbero in grado loro con questi “redditi” di andare a vivere da soli, aprire un mutuo, per altro negato dalle banche a chi non ha un “posto fisso”, per acquistarsi un tetto, mettere su famiglia e per di più mettere al mondo dei figli?
Questi in realtà sono peggio dei sepolcri imbiancati, e peggio di loro sono quelli che hanno permesso con il voto o non voto il perpetuarsi di questa situazione.
Maurizio Fogar
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