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Circolo Miani » News Correnti » Page 156 Il titolo? Mettetelo voi. » Inviato da valmaura il 14 January, 2021 alle 12:43 pm La cronaca minuto per minuto di come funzionano le Poste a Trieste, o per meglio dire l’ufficio postale di via Combi: ovvero cosa combinano per non farti pagare il bollo, pardon la tassa, auto.
Stamane mi ha preso il ghiribizzo, ero di buon umore, di recarmi in posta ad eseguire l’annuale rito di pagare il vecchio bollo auto, oggi tassa di proprietà, del veicolo immatricolato autocarro, come quasi la metà dei Suv o fuoristrada circolanti. Da pagare per la durata di dodici mesi entro il mese di gennaio (scade a fine dicembre e non si capisce per quale oscura ragione non si può pagare in anticipo).
L’umore era buono, pessima l’idea di ricorrere all’ufficio postale di via Combi, “Trappola per topi” come amabilmente lo chiamano i residenti di San Vito.
Facendomi largo tra la solita fila di persone sul marciapiede, pare che a Trieste detenga il record dei tempi d’attesa, e spiegando gentilmente che dovevo solo prendermi sul bancone due bollettini di conto corrente postale, e con la diffidente comprensione dei penitenti, entro e ricerco sul tavolo espositore i bollettini in questione. Trovo di tutto ma questi no, allora approfittando di una momentanea pausa li chiedo alla “perfettina”, a San Vito la chiamano così, una veneranda sportellista prossima alla pensione.
Prontamente mi tiene lezione che da quest’anno non si paga più così, ovvero con i tradizionali bollettini, ma si viene direttamente allo sportello con libretto di circolazione, Codice Fiscale, eccetera eccetera, e che fanno tutto al computer.
Dunque occhio e sangue freddo per tutti coloro, e sono tanti, che in questo mese pagano, ma sì chiamiamolo ancora familiarmente così, il bollo auto.
Dopo tre ore, alle tredici, ripasso per via Combi e non vedendo le consuete folle in attesa all’esterno, mi armo di libretto e tutto il resto ed entro. Mal me ne incolse. Pubblico: solo due persone, me compreso.
La “perfettina” mi passa al volo ad una sua giovane collega e qui comincia la trafila di rito. Enuncio dietro ordine il proprietario, Circolo Miani, il numero di targa, che sì è un autoveicolo e non un motociclo, ma che non ha rimorchio, ed anticipo anche l’importo da pagare, cifra ridotta perché appunto immatricolato come autocarro. Non l’avessi mai detto: l’impiegata sgrana gli occhi, rimane impietrita davanti allo schermo del computer, riapre il programma e ritenta e poi sconsolata mi dice che non è prevista la voce “autocarro”. Anche se le faccio notare che pocanzi mi aveva chiesto se il mezzo era dotato di rimorchio. Alla fine mi dice che non riesce a farmi pagare la tassa via computer.
Mi permetto di suggerirle di ricorrere al vecchio, tradizionale ma sempre valido bollettino dedicato, la guido nella ricerca del modello idoneo, e lei mi dice di aspettare perché vuole compulsare l’autorità, ovvero il direttore dell’ufficio. Passano i minuti, in tutto una quindicina, d’attesa tra una cosa e l’altra anche perché il “sommo” è al telefono. Arriva e conferma che no, per gli autocarri pare proprio non si possa, autoveicoli o motocicli, con o senza rimorchio, tipico optional per una normale auto o per una moto. Mi concede il pagamento cartaceo, ma non avendo con me gli occhiali da lettura ma solo quelli da vista, una differenza di due diottrie e mezzo e con istruzioni e sigle stampate sul bollettino più in piccolo che sulla guida telefonica, chiedo la cortesia di una compilazione assistita.
In fin dei conti nell’ufficio, sono le 13 e 30, siamo rimasti soli (tre sportelliste, il sommo, ed io) e sono quattro cifre e due parole da scrivere. Cascasse il mondo, come avessi bestemmiato in chiesa: neanche a parlarne, il sommo e l’impiegata in coro mi sbattono in faccia il regolamento che vieta loro questa cortesia. Che cerchi fuori in via Combi, un buon Samaritano.
Ricordo loro, contando fino a dieci, che è stata la “perfettina” a negarmi oramai quattro ore prima il consueto bollettino che avrei con calma ed occhiali compilato in studio. Non l’avessi detto, la pensionanda sbotta dicendo che non avevo precisato si trattasse di un autocarro e solo il vetro divisorio trattiene la sua furia, lei si occupa di autoveicoli e basta.
Lei infatti sa sempre tutto e lo insegna altezzosamente a tutti, i tutti che nel quartiere brinderanno in massa, sfidando le reprimende Covid, quando a fine mese ci solleverà della sua pensionata presenza.
Per il sommo invece vale riportare quanto un passato direttore provinciale delle Poste raccontava a mezza Trieste: “a Sesana non potevo mandarlo e dunque lo ho parcheggiato a San Vito. Uno che vive col regolamento anche quando dorme la notte (è un eufemismo che non usò proprio queste parole)”.
Finale? Dopo una buona mezz’ora persa ho compilato il bollettino con una gigantesca scrittura da asilo, ho pagato i ben 22 euri di tassa, più quasi altri due, il balzello delle Poste, con la zonta di una raccomandata semplice al modico aumento di 5,90 contro i 4,50 dello scorso anno più aggio delle Poste.
L’ufficio postale di via Combi? Vale l’azzeccato slogan della campagna contro l’Aids: “Se lo conosci lo eviti”!
Post Scriptum: qualcuno inviti i “supremi” postali ad istruire il sommo periferico ed i suoi inferiori che un autocarro (con rimorchio o senza) fa appunto parte della categoria AUTOVEICOLI. Infatti sul tradizionale bollettino non c’è differenza alcuna con la schermata digitale. E’ il progresso bellezza e la satira è satira. Allora Fedriga cosa aspetti? » Inviato da valmaura il 13 January, 2021 alle 1:23 pm Una vera e propria spada di Damocle su Trieste e la Regione FVG questa è la Centrale Nucleare slovena di Krsko.
Un’altra forte scossa di terremoto (5.3 magnitudo Richter), chiaramente sentita anche a Trieste, Gorizia e Grado, ha colpito ieri sera la zona di Zagabria.
Il Governo austriaco ha già ripetutamente chiesto alla Slovenia di fermare e chiudere la Centrale posta a soli 130 chilometri da Trieste in una zona storicamente ad alta sismicità.
Perché Fedriga tace?
Forse perché fu Renzo Tondo alla guida della Regione per la destra ad insistere per un suo raddoppio?
O perché il traballante Premier sloveno Jansa fa parte della schiera degli amici sovranisti di Salvini e Meloni assieme ad Orban ed allo scellerato patto di Visegrad? Quelli che ricattano l’Europa e violano sistematicamente lo stato di Diritto e la libertà di stampa.
Resta il fatto che i Triestini sono costretti a vivere sotto l’incubo costante di un rischio nucleare, altro che il “drago cinese” del pregiudicato Giulio.
Perché nessuna forza politica di opposizione, si fa per dire, in Regione non solleva ufficialmente il problema e presenta una mozione che impegni l’amministrazione regionale ad un intervento formale sulla Repubblica Slovena per sollecitare la chiusura di Krsko?
Dal nostro Podestà non ci aspettiamo nulla, che per lui la vicenda della Ferriera basta e avanza.
Ci parlino di questo invece di fare propaganda elettorale!
Trieste Verde.
Miracolo a Trieste! » Inviato da valmaura il 13 January, 2021 alle 1:21 pm Quasi un rifacimento di “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica.
Per quasi CINQUE anni questa amministrazione comunale, e non è che le precedenti abbiano brillato, lascia giardini pubblici ed aree verdi nel più completo abbandono e degrado ed interviene solo per abbattere alberi a iosa, ora a pochi mesi dal rinnovo del Comune nuova puntata dei “cantieri elettorali”.
Stavolta la precedenza viene riservata a Piazzale Rosmini, dove spuntano dal cilindro i quattrini per “pulire” fontana e panchine imbrattate dai soliti pigmei microcefali, quasi tutti, che li conosciamo di vista, beneducati rampolli della borghesia di San Vito che da sempre è anche il nostro quartiere.
Interessante notare le tre righe con cui il piccolissimo giornale chiude la notizia: “Tra le aree gioco interessate c'è anche quella di piazzale Rosmini (giardino "Luchetta, Ota, D'Angelo e Hrovatin") che condivide, con il giardino pubblico "Muzio de Tommasini" di via Giulia, lo status di area verde inquinata. E quindi sono attualmente "interdette" all'accesso del pubblico”.
Peccato ometta che sono oramai cinque anni, dal marzo 2016, che questi due giardini, assieme ad una decina di altri, sono vietati alla pubblica frequentazione perchè le analisi effettuate su richiesta della precedente amministrazione comunale (Cosolini) hanno evidenziato una presenza di inquinanti cancerogeni nei terreni da fare invidia all’area a caldo della Ferriera.
E peccato che non ricordi ai lettori che sempre da cinque anni il Comune abbia ricevuto, a tempo di record va detto, dalla Regione (Serracchiani) oltre 360.000 euro per bonificarli, e appunto sono ancora lì inquinati ed inibiti. Rubando ai bambini cinque anni di giochi e socialità ed ai cittadini il piacere di frequentarli.
Ma la regola che impera nel “giornalismo” nostrano è sempre quella: non disturbare il manovratore.
Teodor per Trieste Verde. Elogio della lentezza. » Inviato da valmaura il 12 January, 2021 alle 2:23 pm Non c'è spot pubblicitario che oggi non esalti la velocità, nella telefonia mobile poi è il leitmotiv, sui social trionfa la bulimia, la voracità della quantità dozzinale, nella vita normale il presto e subito.
Si vive sempre e tutto di corsa e chi non tiene il ritmo è tagliato fuori.
Si cammina per strada, si passeggia sempre con la “piastrella” in mano, non importa quello che sta attorno: persone, paesaggi, animali. Conta solo chattare, parlare da soli gesticolando come ebeti, indifferenti a quello che scorre accanto.
Quando debbo subire qualche obbligo burocratico e dichiaro, fiero del mio ventennale telefonino che fa ancora perfettamente il suo dovere di telefono, di essere immune alle “app” e di non avere un computer tascabile se non mi offendono manca poco, ma i loro sguardi parlano da soli trasudando disprezzo o pietà.
Quando vedo i “successi” del digitale burocratico, che però alla fine ricorre sempre alla stampata cartacea da firmare, vedi banche o poste, dove per acquistare un francobollo da lettera si sta dieci volte il tempo del vecchio manuale, idem per ritirare una raccomandata, penso che siamo in un mondo di matti.
Forse fermarci un attimo non sarebbe male. Forse rallentare i nostri ritmi ci renderebbe più liberi ed umani, e pensare più responsabili.
Si, un bel elogio alla riscoperta della nostra vita, quella vera non virtuale.
In fin dei conti, oggi poi in particolare, sarebbe la più bella vittoria, nostra e non di chi tira sempre a fregarci.
Maurizio Fogar Due articoli importanti! » Inviato da valmaura il 12 January, 2021 alle 2:21 pm Da leggere con attenzione, se si vuole conoscere la partita che si sta “giocando” sul nostro futuro.
Non è per piaggeria, ma Maurizio Fogar ha scritto due articoli (“Porto: 388 milioni e parole a ruota libera.” E “2021. Basta balle sulla Ferriera!”) che tutti dovrebbero leggere con molta attenzione se vogliono capire cosa sta succedendo a Trieste.
Una informazione chiara che solo su queste pagine trovate gratuitamente e che fareste bene a consigliare a chi vi è caro.
Originale poi che il piccolo giornale il giorno dopo la nostra pubblicazione è con affanno corso dietro alla nostra notizia, a conferma di quale sia la non informazione spacciata in città.
Ma c’è un aspetto che mi permetto di approfondire, rendendo il doveroso omaggio alla genialità, e detto senza ironia, dell’ottuagenario Cavalier Arvedi da Cremona nel tutelare i suoi affari ed interessi.
Aspetto che per altro pone un interrogativo interessante sull’operato dell’Autorità Portuale.
Ricapitolo in breve: cinque anni orsono l’Autorità Portuale che ha in carico l’amministrazione del Demanio marittimo, stipula un contratto di concessione trentennale con Siderurgica Triestina, la società guidata dallo scomparso Francesco Rosato e creata dal Gruppo Arvedi per amministrare la Ferriera e richiedere, e pagare, la concessione demaniale. Due anni orsono Siderurgica Triestina viene assorbita integralmente in Acciaierie Arvedi con tutto il personale lavorante nello stabilimento di Servola, e già questo doveva offrire uno spunto di riflessione serio e foriero delle scelte poi assunte dal Gruppo di Cremona sul futuro dell’Area a caldo, salvo una cinquantina di dipendenti che si occupano proprio della logistica portuale. E perché? Semplice, se Siderurgica Triestina fosse “sparita” completamente, essendo essa la contraente formale con l’Autorità Portuale della concessione demaniale, anche questa ultima veniva a decadere non essendo per legge trasferibile a terzi. Può sembrare questione di lana caprina ma non lo è, anzi è centrale, direi l’architrave, su cui si regge il geniale piano di Arvedi.
Decisa da lui la chiusura Ferriera per semplici ragioni di convenienza, come spiegato nell’articolo “2021. Basta balle sulla Ferriera!”, ecco rientrare in gioco appunto Siderurgica Triestina come strumento fondamentale per permettere il trasferimento del titolo di proprietà dei terreni nell’area Ferriera tra Porto e Gruppo Arvedi, zona Laminatoio, Centrale elettrica e banchina, al posto dell’area a caldo, e un minuto dopo, quando non c’è più l’esigenza di mantenere in vita Siderurgica Triestina la sua trasformazione in altra società, Logistica Triestina, et voilà la cessione di questa ultima con i 32 dipendenti rimasti, al Gruppo Petrucco, gestore della proprietà della nuova Piattaforma Logistica Scalo Legnami, alla modica cifra di Venti milioni di euro, che si vanno aggiungere alle altre decine incassate da Arvedi in tutta l’operazione (vedi sempre articolo di cui sopra).
Ora nel rendere omaggio alla genialità del Cavalier Arvedi, nel prendere atto che tutta l’operazione si è svolta formalmente nel pieno rispetto della legge, e sul filo dei minuti, ma il vertice dell’Autorità Portuale, di cui il Gruppo Petrucco è partner di fiducia, non poteva ignorare i dettagli di questa legale quanto simpatica per Arvedi si intende operazione.
E qui si apre un non piccolo né banale interrogativo. Sempre che a Trieste si possa parlare “male” di Garibaldi.
Teodor.
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