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Circolo Miani » News Correnti » Page 153

Degrado dei rioni? Altura? E chi se ne impippa!

» Inviato da valmaura il 27 January, 2021 alle 12:30 pm

Dal 1981 il Circolo Miani ha posto al centro della sua attività, oltre ai più importanti e partecipati incontri con i principali “testimoni” della nostra società, l’impegno per il “Rinascimento” delle periferie, insomma di gran parte del territorio dove vive la stragrande maggioranza dei triestini.
Proprio all’interno di questo percorso, nelle centinaia di assemblee e riunioni fatte con i residenti, da Roiano a San Giovanni, da San Sabba a Muggia e così via, è emerso il dramma dell’inquinamento che rovinava vita e salute in uscita allora da Ferriera, Italcementi, vecchio e poi nuovo Inceneritore, dal Depuratore fognario cittadino, vecchio e nuovo, dalla Sertubi, dall’Eternit (amianto) presente in quantità industriale nell’area tra il colle di Servola e la Torre del Lloyd, all’insopportabile traffico pesante di alcune strade a partire da via Svevo e Baiamonti: vedetevi i video girati nel 2005 sul sito www.circolomiani.it.
A questo andava aggiunta la condizione di abbandono e degrado in cui da anni versavano le periferie, trascurate da ogni amministrazione pubblica negli ultimi trenta anni. Un degrado non solo edilizio che si rifletteva sulle condizioni abitative delle persone, ma anche urbanistico ed umano: senza luoghi di incontro, socializzazione, aiuto, e con una carenza assoluta di servizi pubblici.
Le istituzioni si limitavano a rispondere con le Circoscrizioni, avulse da ogni tradizione rionale, private di ogni reale potere di intervento, anche minimo. Dei simulacri in sedicesimo della politica tradizionale, assolutamente inutili e, nonostante la buona volontà di alcuni consiglieri, disertate dai cittadini che ne avevano compreso l’inanità.
In questa città, priva di luoghi di incontro e riunione dove i cittadini possano riunirsi gratuitamente per discutere ed affrontare i problemi che rovinano la loro qualità della vita, pur in presenza di decine e decine di edifici e spazi pubblici inutilizzati e lasciati marcire chiusi in completo abbandono, lo stesso Comune non ha un censimento esatto delle sue tante proprietà.
Il Circolo Miani ha cercato in questi due ultimi decenni, offrendo sedi , strutture e mezzi di favorire e promuovere la nascita e l’attività di tanti Comitati di Quartiere. Ha promosso la formazione di liste civiche alle elezioni amministrative per costringere la politica a farsi carico dei bisogni reali della gente: l’ultimo caso nel 2016 è stata NO FERRIERA Si Trieste.
Liste che hanno raccolto in media tra il 2 ed il 3% dei consensi con alcuni eletti in Circoscrizione, spendendo praticamente nulla e pur essendo cancellate, e spesso denigrate, da stampa e TiVù regionali.
Oggi Altura, ieri Rozzol Melara, sempre Valmaura, i “Puffi” e così via, con tutti i partiti, vecchi e nuovi che si affannano in campagna elettorale a recitare come un mantra che “bisogna partire dai rioni”, “ascoltare il territorio” e belinate consimili, per poi scomparire dalla scena per i cinque anni seguenti.
Molta colpa, oltre agli organi di disinformazione che abbiamo la disgrazia di trovarci a Trieste, ricade anche e soprattutto sui cittadini che continuano a votare, quando lo fanno, questa politica.
“Voi se bravi, gavè ragion e conosè i problemi. Ma mi preferiso morir nel mar grande” è la frase che ci fu detta una volta.
Inquadra perfettamente le ragioni perché Trieste pare condannata.
Ma noi siamo testardi quanto caparbi e pertanto insistiamo con Trieste Verde, che raccoglie l’eredità, l’esperienza, la capacità e la conoscenza maturate sul campo e non sui “forum”.
Un consiglio: diffidate dalle imitazioni e dalle improvvisazioni.



Allertata l'Arpa? Buona questa.

» Inviato da valmaura il 27 January, 2021 alle 12:29 pm

Stamane alle 11.50 la gente è sobbalzata: un forte boato è uscito dalla Ferriera seguito da un polverone gigantesco che si estendeva dalla superstrada, dove le automobili procedevano a passo d'uomo per la scarsissima visibilità, passando per Valmaura, Monte San Pantaleone fino a San Dorligo. Le volate di polvere, a base di carbon Coke, si sono diradate quasi un'ora dopo.
La causa? Hanno tagliato e fatto precipitare da un'altezza di circa trenta metri il nastro di caricamento del carbone Coke tra i due Altoforni (lo vedete nella foto “prima”).
Sono passati tre giorni giusti giusti dall'incendio sulla bocca dell'Altoforno Tre a base di materiale plastico e gomma con nuvolone nero sanissimo, e due dalle ridicole rassicurazioni a “babbo morto” del patriota assessore regionale all'ambiente e dalla subitanea “attivazione dell'Arpa”, ma sempre dopo i fattacci.
Se Fedriga fosse meno impegnato a far la guerra a Conte forse dovrebbe intervenire, perchè farlo a cittadini morti è inutile e non molto consolante.
Alla prossima?
Teodor per Trieste Verde.



Incendio Ferriera. Plastica vigilanza.

» Inviato da valmaura il 25 January, 2021 alle 12:26 pm

In quattro surreali righette il “patriota vigilante” assessore per la difesa dell’ambiente regionale, il sottotraccia Scoccimarro, comunica che la fumata nera in uscita ieri dall’impianto dell’Altoforno in Ferriera è dovuta alla presenza di: “FERRIERA: attivata subito ARPA FVG. Dalla società fanno sapere che oggi poco prima delle 14:00, nel corso dei lavori di smaltimento della LINEA A CALDO, c'è stato un problema con del materiale plastico. Seguirà comunicazione ufficiale sull'accaduto entro 48 ore.”
Che Scoccimarro all’Ambiente ci stia come un pesce fuor d’acqua è cosa arcinota, e d’altronde lui stesso non ha mai nascosto la sua predilezione per l’assessorato allo Sport, ma messa così la vicenda è incredibile quanto surreale.
La “vigilanza” che lui aveva più e più volte promesso sui lavori di smantellamento degli impianti dell’Area a caldo dismessa, ha un senso se serve a prevenire incidenti ed accadimenti come quello di ieri ed i precedenti che si sono verificati in Ferriera. Farla a “babbo morto” è perfettamente inutile.
E rimettersi, come in questo caso, ad una spiegazione “ufficiale” da parte dell’azienda due giorni dopo, è alzare bandiera bianca o se preferite “chiedere all’oste se il suo vino è buono”.
Ma questo è lo “stile” che da anni ha contraddistinto l’atteggiamento imbelle delle istituzioni (Comune, Provincia fin che esisteva, Regione/Arpa ed ASS) nei confronti dei vertici Ferriera e da ben prima che Arvedi ci mettesse piede. Ed i risultati sono noti e sono stati pagati a carissimo prezzo dalla salute e dalla qualità della vita dei cittadini.
Allora mettiamola così: se un cittadino qualsiasi, invece di differenziare i suoi rifiuti, decidesse di fare un bel falò all’aperto con qualche centinaio di chili di “materiale plastico”, ed inserire nel panorama cittadino per oltre mezzorata una bella altissima colonna di fumo nero, che a respirarlo fa solo che bene, quale pensate sarebbe stato l’atteggiamento dei Vigili urbani e le conseguenze per lui?
Avrebbero atteso la comunicazione-spiegazione-giustificazione dell’incendiario per “48 ore”?
Ma non scherziamo per favore.
Allora non scherzi questo simulacro di istituzioni, da noi lautamente pagate, facendoci pure passare per degli imbecilli. Insomma non ci misurino con il loro metro.
Trieste Verde.



Circoscrizioni: o nuove o chiuse!

» Inviato da valmaura il 25 January, 2021 alle 12:21 pm

Nell’anno di grazia 2000, cioè venti e passa anni orsono, tenemmo nella sede del Circolo Miani una Tavola Rotonda-dibattito, che durò tutta una giornata, ed a cui parteciparono anche diversi presidenti di Circoscrizione ed eletti, sulla improcrastinabile necessità di riformare completamente il sistema dei “Municipi” sul territorio.
Una sintesi di questo lavoro entrò a far parte del programma elettorale della Lista civica “La Tua Trieste Comitati di Quartiere” nella parte inerente la Riforma dello Statuto comunale.
La riproponiamo poiché molti da allora ci hanno copiato, anzi per meglio dire scopiazzato senza ovviamente fare nulla e né avere le nostre conoscenze e le esperienze dirette dei nostri consiglieri eletti.
Vi diamo un modesto consiglio: alle sbiadite fotocopie odierne scegliete sempre l’originale: Trieste Verde.
I consigli circoscrizionali
Il secondo punto consiste nell'abrogazione della parte statutaria inerente l'attuale funzionamento delle Circoscrizioni, e passa attraverso l'abolizione delle stesse attuali sette divisioni circoscrizionali che amministrano, si fa per dire, dai 34.000 ai 54.000 residenti l’una, e pensate che Monfalcone ha 29.000 e Gorizia 40.000 abitanti, ridotte a puri e costosi enti inutili, e ad una loro radicale rideterminazione, sia dal punto di vista territoriale, ovvero facendo in modo che tornino ad essere corrispondenti ad una parte omogenea dell'abitato cittadino (recuperando l’identità dei rioni), sia dal punto di vista delle competenze, sia da quello del ruolo che queste dovranno assumere in un futuro vero decentramento comunale.
All’aumento dunque del loro numero, almeno per quel che riguarda le attuali cinque Circoscrizioni cittadine, dovrà corrispondere una riduzione della metà degli attuali venti componenti.
Questi enti inutili e costosi (oggi pesano sulle tasche di noi tutti per più di un milione di euro l'anno), dovranno in futuro essere il vero cuore pulsante delle decisioni che l'amministrazione pubblica prenderà in ambito comunale.
Esse pertanto dovranno essere ridisegnate in modo da riflettere fedelmente i problemi del territorio in cui operano, premessa necessaria per avere la capacità d'ascolto, conoscenza e risoluzione dei problemi della gente.
Altro aspetto fondamentale di questa riforma sarà la delega diretta di buona parte dei poteri che oggi spettano agli assessori ed al Consiglio comunale, in materie quali i lavori pubblici, la manutenzione del territorio, il verde pubblico, l'assistenza socio - sanitaria, le iniziative culturali e ricreative, il controllo e la sicurezza del territorio, la gestione dell'istruzione (asili nido, scuole materne, pianificazione scolastica e ricreatori comunali), le politiche per i giovani, per gli anziani e soprattutto per le fasce più deboli e svantaggiate economicamente.
Per fare ciò primo atto della nuova amministrazione sarà ripartire sotto questa nuova logica il potere comunale, abolendo alcuni assessorati e trasferendo ai nuovi Consigli circoscrizionali, oltre al potere deliberante su queste materie, i finanziamenti ed il personale necessari. Una riforma a costo zero!
Il terzo aspetto riguarda il ruolo e l'ubicazione delle Circoscrizioni. Non dovranno più essere il piccolo ufficio dove noi ci rechiamo per rinnovare un documento o ritirare un certificato, ma andranno immediatamente individuate in ogni quartiere delle vaste zone idonee dove, accanto agli uffici della Circoscrizione, andranno collocati i nuovi servizi pubblici sul territorio. Vale a dire l'apertura di centri di socializzazione dove gli abitanti del quartiere possano ritrovarsi, aree verdi attrezzate, centri di servizio e d'assistenza per le categorie disagiate, facendo così diventare il Consiglio circoscrizionale il cuore pulsante della vita del rione.
Sarà altresì istituito lo strumento del referendum circoscrizionale, attraverso il quale lo stesso ente, così come avverrà per il Comune (e Provincia), sia vincolato dalle scelte dei residenti per iniziative che riguardino tutto il quartiere.



L' OVOmaltina degli incapaci. Tram di Opicina e Porto Vecchio.

» Inviato da valmaura il 23 January, 2021 alle 2:24 pm

Ci avete rotto le uova con questa barzelletta dell'Ovovia.
Lo scrivemmo per primi, motivandolo, come da mesi, una decina, scrivevamo che va dato un taglio a questo Porto Vecchio ridotto a Luna Park dalle proposte più strampalate ed eccentriche.
Abbiamo spiegato fino alla noia che:
Il cosiddetto nuovo Centro Congressi costosissimo e non finito, quello che familiarmente chiamiamo lo Scatolone, è un'idea superata e dalle difficilissime aspettative future. Oltre al fatto che un Centro Congressi esteticamente molto più bello già esiste ed è la vecchia Stazione Marittima, ed uno nuovo è programmato nel progetto infinito di recupero del Silos, a poche centinaia di metri, di fianco alla Stazione ferroviaria.
Che la provvidenziale proposta fatta dall'amministratore delegato di Costa Crociere, cioè di trasformarlo in stazione marittima e centro servizi del Terminal Crociere da collocare appunto in Porto Vecchio era, questo sì, l'Uovo di Colombo che metteva un punto fermo alla sarabanda di sciocchezze a ruota libera sui destini di quell'area, mantenendo anche fede alla prima parte del suo nome: “Porto” per l'appunto.
Che poi il Presidente dell'Autorità Portuale, che a sua evidente insaputa aveva “tagliato il nastro” all'inaugurazione dello Scatolone, si dichiarasse totalmente d'accordo con la proposta del Terminal così come avanzata da Costa, e che addirittura ci aggiungesse l'interessante suggerimento operativo di istituire un servizio giornaliero di navetta con Venezia, un collegamento via mare turisticamente suggestivo per compensare l'abbandono del terminal veneziano da parte delle Navi Bianche, ci sembrava finalmente un buon segno anche nel senso di creare nuovi servizi e posti di lavoro.
Ma siamo andati oltre: abbiamo scritto che la presenza del Terminal crocieristico in Porto Vecchio sarebbe stato il principale volano per quella ridda di musei che si è deciso frettolosamente quanto costosamente di trasferire lì.
Abbiamo sommessamente suggerito che il disgraziatissimo Tram di Opicina doveva finire la sua corsa cittadina in Porto Vecchio, con il prolungamento di meno di mille metri del suo avulso capolinea di piazza Oberdan, un'occasione pure di rilancio turistico dello storico collegamento.
Abbiamo pure pensato che il “trenino” interno al Porto andava rimesso in funzione come trasporto non inquinante in direzione Barcola e magari, riflettendoci su, invece della grottesca Copacabana barcolana, studiare un suo prolungamento fino al Parco di Miramare.
Tutto ciò abbiamo pensato, “volando basso” sui costi, sui tempi di realizzazione e sulle ricadute lavorative.
Ma noi siamo gli incolti di Trieste Verde.
PS. aspettatevi di vedere queste nostre idee scopiazzate dai "colti" sui programmi elettorali, prendendosi meriti che non hanno, nel gergo si dice “farsi belli con il c... altrui”, e naturalmente trovando ampio spazio sul giornalismo cialtrone.
PS del PS: il primo "copiatore" si è già materializzato al tempo record di due minuti esatti dalla pubblicazione.




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