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Circolo Miani » News Correnti » Page 149

Le piazze di Trieste.

» Inviato da valmaura il 12 February, 2021 alle 1:35 pm

Ci sono rioni che non ne hanno una che sia una, ad esempio Valmaura, Monte San Pantaleone e San Sabba, costruiti come quartieri dormitorio ma non sono i soli, ed altri che ne tengono ma che francamente fanno disgusto.
Tre esempi: piazza Vittorio Veneto, piazza Goldoni e piazza Sant'Antonio.
I “rifacimenti” delle prime due gridano vendetta al cielo, mentre l'ultima versa in un degrado inconcepibile, e da anni.
Ovviamente mettere mano a queste realtà significa tenere conto di alcuni fattori imprescindibili.
Il primo è la cronica mancanza di verde nei quartieri circostanti, e dunque andrebbe curata attentamente una progettazione che incentri negli alberi e nelle zone verdi l'arredo urbano.
Il secondo fattore è storico quanto umano: le piazze sono l'Agorà del quartiere, ovvero il luogo di incontro ed aggregazione all'aperto degli abitanti, non necessariamente costringibili a pagare una consumazione per sedersi e parlare.
Far rinascere i quartieri significa pure questo: stimolare la partecipazione, la conoscenza e l'aggregazione di chi ci vive, un imprescindibile percorso per prevenire emarginazione ed isolamento.
Nelle stesse piazze andrebbero poi organizzati momenti di socialità, non imposti da “intellettuali” o politici, ma indicati e scelti da chi ci vive e nel rispetto della quiete pubblica.
Inoltre queste piazze andrebbero messe in rete con luoghi di aggregazione sociale e culturale al “chiuso”, da individuare nei tanti immobili, anche di pregio, di proprietà degli enti pubblici, Comune in primis, e lasciati deperire in completo abbandono da anni. E con le istituzioni culturali presenti nell'area a partire dai musei, gallerie d'arte, teatri, biblioteche-emeroteche di cui molti residenti ne ignorano perfino l'esistenza oppure in tantissimi non vi hanno mai messo piede. Un modo per “aprire” le stesse e ridar loro nuova vita non solo in occasione di sporadici eventi turistici ma per renderle partecipi del benessere della nostra comunità.
Non è poi cosa difficile né costosa da realizzare, ma questa politica non l'ha mai neppure lontanamente pensata e la comica conferma si ha in questa campagna elettorale con le “passeggiate”, le scoperte e riscoperte dei quartieri e delle periferie.
Una ragione in più per scegliere Trieste Verde, collaborare e partecipare in prima persona alla sua realizzazione, anche un domani con il voto sulla scheda elettorale.



Villa Stavropulos e le altre (Haggiconsta, Cosulich, Engelmann...).

» Inviato da valmaura il 11 February, 2021 alle 1:43 pm

Siamo felici che il nostro battere e ribattere su queste pagine, e da anni, sullo scandalo dei “beni abbandonati” al degrado ed all'incuria dal Comune di Trieste abbia prodotto alcuni risultati.
Non dal Comune ovviamente, a cui questi benefattori, che come si evince dai loro cognomi hanno fatto la fortuna ottocentesca della città, ci scuseranno gli italianisti, hanno lasciato in eredità, spesso accompagnando la donazione con un indirizzo d'uso (a favore del mondo dell'arte, della cultura o delle persone più deboli e svantaggiate) le loro sontuose dimore, i parchi annessi ed anche altri beni terreni atti a sostenere il Comune nella loro gestione.
E' notizia di oggi che si è costituito un comitato di cittadini per la salvaguardia di Villa e parco Stavropulos a Grignano nel rispetto delle volontà testamentarie del benefattore. Per Villa Haggiconsta qualcosa si era mosso circa un annetto fa, ma non basta.
Ancora una volta emergono due cose: che la grave responsabilità di questo stato di cose è di una intera classe politica, nessuna esclusa, che da almeno trenta anni si è seduta sui banchi del Consiglio comunale. E che se i cittadini, a livello individuale o raggruppati in comitati spontanei vogliono veder risolto questo scandalo devono, scusate l'imperativo ma preferiamo essere realisti, unire le loro forze all'impegno fin qui profuso dal Circolo Miani ed ora da Trieste Verde.
E che questo sarà uno dei nodi che dopo le elezioni il Comune dovrà sciogliere, a meno che non ci si voglia fidare di chi, il colore non conta, è stato artefice di questo sfascio.
E farsi prendere per i fondelli ancora, ci pare francamente troppo.



Per opera dello Spirito Santo?

» Inviato da valmaura il 10 February, 2021 alle 1:14 pm

No! E’ grazie all’impegno, all’intelligenza e conoscenza, al duro lavoro di un gruppo di cittadini, persone normali, se riusciremo a risolvere alcuni dei gravi problemi, delle emergenze che investono la nostra comunità triestina.
O qualche anima candida pensa che basti mettere un Mi Piace agli articoli, un commento puntuto per cambiare le cose? O si appaga di leggere qualche velina politica dei protegè di questa disinformazione e di questa politica?
Se mai si riuscirà a portare a casa qualche risultato concreto questo dipenderà solo dal fatto che porteremo anche sulla scheda elettorale il simbolo di Trieste Verde: per farlo servono 40 candidati per Il Comune ed almeno il doppio per le Circoscrizioni. Poi certamente serviranno i voti che non arrivano per “grazia ricevuta” ma per la fatica ed il lavoro di tante persone che informano l’opinione pubblica che esiste Trieste Verde e cosa soprattutto ha fatto finora. Non cosa promette, che le chiacchiere qui stanno a zero.
Forse anche i più distratti avranno notato che stampa e televisioni qui a Trieste annunciano che anche le pulci si candidano, ed infatti sono dei parassiti per natura, mentre su Trieste Verde ora ed il Circolo Miani prima solo silenzio. Perché? Chiedetevelo e capirete quanto questo sistema affaristico-politico tema la nostra diversità. E questa censura proseguirà fino alla domenica elettorale, nel silenzio complice dei “democratici” bari della politica e della libertà dei cittadini.
Poi fate voi, ma solo abbiate la cortesia di farcelo sapere, che non ce lo impone il medico di sacrificare parte importante della nostra esistenza per il bene dei cittadini, quando gli stessi non sanno che farsene.
Grazie
Teodor.



Il progresso o è benessere o non è. Il caso 5G.

» Inviato da valmaura il 10 February, 2021 alle 1:11 pm

Non ci interessa entrare nel merito delle contrastanti valutazioni tecnico-scientifiche sul 5G, ognuno ne può trovare a vagonate a partite da Internet, prò e contro. Ma il solo fatto che esista una profonda frattura tra gli esperti e gli studiosi del settore dovrebbe far pensare.
Tanto è che molte istituzioni pubbliche, a partire dalla Comunità Europea fino ai Comuni, hanno invitato ad esercitare il principio della massima precauzione, e solo in Italia ci sono oltre 600 enti locali che lo hanno adottato emettendo ordinanze o delibere sulla moratoria all’installo di impianti 5G nei loro territori.
Noi lo abbiamo chiesto inutilmente con una documentata richiesta al sindaco di Trieste, avanzata da uno studio legale due volte. E siamo stati i soli, giusto per far capire da che parte stiano “ambientalisti, verdi e verdini” locali.
Il progresso tecnologico dovrebbe significare semplificazione, portare benessere, e soprattutto dare certezze non solo operative: ovvero dovrebbe garantire la completa sicurezza e la garanzia che le nuove tecnologie, fossero anche lavatrici o frullatori domestici, non arrechino alcun danno presente e futuro alla salute delle persone ed all’ambiente dove queste vivono.
Pare un ragionamento di banale buonsenso che tutti, purchè dotati anche di pochi neuroni cerebrali e di un minimo di umanità, dovrebbero condividere e fare loro.
Invece pare che sulla questione 5G questo non avvenga, ed in parte lo possiamo capire per gli ingenti interessi finanziari che stanno dietro al mercato della telefonia mobile ed alle multinazionali del settore.
Interessi legittimi sia chiaro, finchè non si cerchi di orientare, pagando a peso d’oro, le valutazioni scientifiche, gli enti di controllo e le istituzioni pubbliche.
Pertanto lo ribadiamo per l’ennesima volta, noi, intesi come Circolo Miani e Trieste Verde, saremo ben felici di usare nuovi strumenti tecnologici, ed in ogni campo sia chiaro, quando ci verrà garantita al di fuori di ogni ragionevole dubbio la loro totale innocuità per noi, persone utenti, e per l’ambiente che ci circonda. Innocuità non solo per il presente ma anche per gli anni a venire perché non di rado gli eventuali effetti negativi si registrano a distanza di anni.
Non ambiamo a fare da cavie frettolose solo perché fa figo e tendenza, ed abbiamo un pensiero banale ma fermo: meglio attendere prima, che dover piangere poi.
E proprio perché ci rendiamo conto che anche senza il 5G stia aumentando in via esponenziale il numero di persone colpite da elettrosensibilità, che non è una “moda” ma una grave, invasiva patologia che oltretutto distrugge la qualità della vita, abbiamo inserito tra i primi impegni degli eletti di Trieste Verde in Comune il varo di un Piano Regolatore cittadino per antenne e ripetitori di telefonia, un po’ come avvenuto, con grandissimo ritardo, per i ripetitori delle frequenze di televisioni e radio.
Ovvero, coinvolgendo gli operatori del settore per garantire la copertura del segnale, antenne e ripetitori andranno ricollocati in aree e zone distanti da ogni struttura pubblica (sanitaria, assistenziale, scolastica, ricreativa) e densamente abitate, 5G o non 5G. Ed ai richiedenti le concessioni edilizie andrà fatta sottoscrivere una dichiarazione liberatoria sulla innocuità delle strumentazioni ed una assunzione di responsabilità diretta, ovvero in solido: penale e civile, per gli eventuali danni futuri, dimostrati, arrecati a persone o cose. Insomma una garanzia come per chi vende autovetture, od opera in qualunque campo dell’impresa e del commercio.
Non ci sembra di chiedere la Luna, soprattutto quando è in ballo la salute della nostra comunità.
Trieste Verde.



Noi non perdoniamo!

» Inviato da valmaura il 9 February, 2021 alle 1:14 pm

Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo perdonare chi ha massacrato per due decenni buoni la salute e la qualità della vita dei triestini (intesi come provincia) ed ha messo a repentaglio, oltre che la salute, il posto di lavoro di tante persone.
Il prezzo che per l'ignavia, quando non la complicità, l'ignoranza e l'incapacità di una intera classe politica, dirigenziale, industriale e sindacale hanno pagato tantissimi triestini, dentro e fuori la fabbrica è stato altissimo in termini di malattie, sofferenze, lutti ed incertezze sul futuro.
Scandalo nello scandalo, ad estremo insulto della comunità che li paga e che si affida loro, è stato il comportamento degli organi di controllo, tutti nessuno escluso, e di una classe medica che, citando le parole dell'ultimo intervento di quel luminare della cura dei tumori che fu il compianto Lorenzo Tomatis, dovrebbe vergognarsi e scusarsi.
Altra grande fonte di inquinamento è stato un giornalismo che in questi ultimi venti anni ha retto servile la coda, ha tenuto sostanzialmente bordone agli interessi economici dei padroni delle ferriere e non, e di questa sgangherata e male in arnese politica, contribuendo forse di più, per gli effetti devastanti sulla mancata informazione e consapevolezza dell'opinione pubblica, ad assumersi una responsabilità tremenda.
Ora la storia si ripete sotto nuovi nomi ed interessi, ma la sostanza rimane sempre la stessa ed a pagare saranno come sempre i cittadini ed i lavoratori come testimonia il silenzio inquietante che avvolge i futuri quanto cospicui investimenti finanziari e la scarsissima trasparenza delle operazioni.
Nel frattempo questa politica, dove oramai si fatica a distinguere la differenza con il mondo degli affari, prosegue nella devastazione di un territorio, già da tempo abbandonato nei quartieri e nei giardini a se stesso, deforestandolo a livello industriale e cementificandolo con nuove inutili costruzioni a fronte di quasi ventimila, tra pubblico e privato, case, appartamenti e palazzi sfitti.
La battaglia per il rinnovo del Comune di Trieste, oltre che per la sanità e l'emergenza povertà e la fine degli appalti facili e del lavoro precario, si giocherà su questo, non sulla falsa alternativa di candidati vecchi e nuovi che sono espressione organica di questo sistema.
E sarà importantissima per la nostra vita ed il nostro futuro.
Sta ai triestini capirlo ed impegnarsi, a scegliere tra essere sudditi boccaloni o cittadini con un briciolo di dignità. E su questo che si voterà, non per un simboletto di partito vecchio o nuovo.
Noi ci siamo, e non da oggi, con Trieste Verde.




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