'L'Eco della Serva'Fatti e misfatti della settimana
Ferriera. Quando si dice "vigilare". Nel pieno rispetto delle norme di Scoccimarro e della vigilanza ARPA, fragori e soprattutto polveroni si abbattono sui quartieri.. (Leggi tutta la notizia)
Notizie Flash
Opportuno saperlo.
Beppe Grillo: "Una rete pubblica con un Wi-Fi gratuito negli spazi aperti, le maggiori città coperte dal 5G entro.. (Leggi tutta la news)
» Inviato da valmaura il 3 May, 2018 alle 11:57 am
Oggi si celebra la giornata mondiale per la libertà di stampa.
A Trieste si replica il funerale dell’informazione.
Pubblichiamo un pezzo scritto nel 2006 ma che conserva intatta tutta la sua attualità.
La clava
Quando in una situazione di monopolio, ovvero di assenza di concorrenza, chi controlla gli organi d'informazione, scritta e radiotelevisiva, li gestisce come uno strumento di lotta politica, di conquista e detenzione del potere, escludendo parti significative di quella che "lor signori" amano definire società civile dalla possibilità di esprimere pubblicamente le opinioni e di farle conoscere alla comunità, ebbene si trasforma l'informazione in una clava che colpisce con effetti devastanti e danni imperituri l'opinione pubblica. Si cessa di fare informazione e gli stessi giornalisti si trasformano in meri esecutori, in inglese "killer", di una guerra per bande, alla faccia dell'etica e della deontologia professionale. Questo è quello, nè più nè meno, che accade a Trieste e non da oggi. Chiedere a questi "professionisti" di conoscere Voltaire è pretendere in effetti un pò troppo, qualche speranza in più ci viene dalla possibilità che, con oltre 12 milioni di televisori sintonizzati giovedi scorso sulla serata di Adriano Celentano, tra i tanti italiani e triestini abbiano assistito al meraviglioso duetto con Roberto Benigni. E forse c'è la remota speranza che abbiano visto il monologo finale di Roberto, che citando una frase stranota del grande illuminista francese ed europeo: "Non condivido le tue opinioni ma sono pronto a dare la vita perchè tu le possa esprimere" ha salutato gli spettatori. Ecco in che condizioni è l'informazione in questa città, siamo ancora al buio assolutistico, in attesa dei monarchi illuminati, con la speranza di un futuro arrivo della Rivoluzione francese e di Napoleone. Questi "giornalisti" portano la grande responsabilità, e non da oggi lo ripetiamo, del ritardo di Trieste nell'orologio della storia e le precludono un futuro di crescita e sviluppo.
Posto che qualunque scelta noi, semplici cittadini, compiamo ogni giorno è una scelta politica (prendere l’autobus invece che la macchina, ecc.) nel senso vero della parola “Polis”, ovvero che riguarda la nostra comunità.
Diverso ed oramai abissalmente distante dalla realtà è il comportamento, ma anche solo il linguaggio, della politica ufficiale oggi: quella praticata da partiti e movimenti.
Ignoranza ed impreparazione di questi politici, fatte salve le rarissime eccezioni, sono le caratteristiche prevalenti, assieme alla solidarietà e all’arroganza di casta.
Fenomeno questo predominante anche nel mondo dell’attuale giornalismo che non a caso porta agli stessi comportamenti.
Insomma “anche se mona pur che sia mio”. La fedeltà al posto del merito e della capacità come metodo di scelta di una classe “dirigente”.
Due libri bellissimi ed efficaci a descrivere questo sono “Lettera ad una professoressa”, anche se sarebbe più giusto scrivere “maestra”, di don Lorenzo Milani, ed “I Trasformisti” di Nando Dalla Chiesa. La cui lettura consigliamo vivamente a tutti.
Nel primo si afferma che quando una maestra in prima elementare boccia un terzo dei suoi alunni (ovviamente quelli normalmente provenienti dalle famiglie povere) non è che un terzo dei ragazzi è deficiente, ma semplicemente che è la maestra ad essere inadeguata.
Nel secondo il sociologo milanese descrive il trasformismo non dei politici, fatto abituale il “cambio di casacca” nella storia d’Italia, ma quello dei normali cittadini che abdicano ad esercitare coerenza e soprattutto memoria.
Insomma quando a votare, sulle cose reali che decidono la nostra vita quotidiana, vanno solo Quattro elettori su Dieci, la “politica” istituzionale e non dovrebbe porsi un gigantesco “Perché”, e riflettere sul proprio fallimento.
“La libertà è partecipazione” cantava Giorgio Gaber.
Perché la “colpa” non è dei cittadini ma di chi, vecchi e nuovi, ha ridotto la politica ufficiale in questo stato comatoso e disprezzato.
Il funerale di questa politica.
» Inviato da valmaura il 1 May, 2018 alle 12:48 pm
Se la campagna elettorale durava ancora una settimana a Trieste, in Regione non ci azzardiamo a fare ipotesi, avrebbe votato il 30% e sarebbe stato tanto. “Merito” anche dell’informazione politica spacciata fino all’ultimo dal piccolo giornale e TeleCamberquattro. Meno della metà degli elettori ha votato in Regione con il record negativo di Trieste dove sei cittadini su dieci NON hanno votato. I veri sconfitti di queste elezioni, per quel che serve scriverlo, a parte il Centrosinistra dove il PD rispetto al trend disastroso degli ultimi due anni ha tenuto le posizioni, sono stati i 5Stelle, che sono calati al 7% in Regione e scendendo a Trieste al 9.5%. Un clamoroso arretramento le cui cause vanno ricercate nell’impreparazione e nell’incapacità del movimento regionale e soprattutto triestino ad affrontare seriamente i problemi della nostra comunità (la loro gestione della vicenda Ferriera è emblematica) e la loro incapacità a rapportarsi con il territorio. Piuttosto che nei contraccolpi delle vicende nazionali. Come loro Forza, iissa, sburta Italia, che ha tamponato il tracollo con i portatori di preferenze personali ma comunque ha conseguito un terzo dei voti della Lega (cinque consiglieri contro diciotto) e con un eletto a Trieste che se condannato nel processo per le “spese pazze” tra due settimane dovrà abbandonare il seggio in Regione: Camber il “minore”. Letteralmente umiliata la lista Tondiana di AR, dalla Carnia a Trieste. Mentre il “Patto per l’Autonomia” di Ceccotti ha ottenuto una prima significativa affermazione e spiace che il suo leader, per una astrusa legge elettorale, non possa sedere in Consiglio arricchendolo della sua esperienza e preparazione. Comunque la palla passa ora ad un Presidente eletto con un quarto dei voti dei cittadini della Regione e la vera sfida per Fedriga sarà non farsi ingabbiare da quel che resta dei portatori di interessi forzaitalioti, a partire dal non candidato Riccardi in Savino in Camber, il “maggiore” detto il pregiudicato. E soprattutto trovare amministratori capaci anche fuori dai soliti schemi su materie quali la Cultura-Volontariato e l’Ambiente, da rifondare da capo a piedi, come l’ARPA ed il Corecom. Un’ ultima considerazione. Il consiglio comunale di Trieste e l’amministrazione Dipiazza eletti neppure due anni orsono sono oramai delegittimati sia dall’esito del voto odierno che alla luce dei risultati delle politiche del 4 marzo scorso. E probabilmente se Francesco Russo fosse stato candidato a Sindaco allora, al posto del bollito e politicamente nefasto Cosolini, oggi Dipiazza, si quello del “chiudo in 100 giorni” forse la finestra non certamente la Ferriera, potrebbe dedicarsi in santa pace e letizia ai suoi privati passatempi.
Una politica che non piace per nulla!
» Inviato da valmaura il 30 April, 2018 alle 2:15 pm
43,9% a Trieste i votanti per la Regione. 49,5% la media dei votanti in Regione. Se poi togliamo a questa percentuale quelle che saranno le schede nulle e bianche, a Trieste avrà a malapena votato un 40% degli elettori. Ovvero 6 triestini su 10 non hanno votato. Un bel successo per questa politica, non c’è che dire. Prepariamoci a sentire e leggere su televisioni e giornali le solite geremiadi di tutte le forze politiche sull’astensionismo e sulla politica incapace di interpretare la società. Una bella faccia di cu.., pardon bronzo. Ma non preoccupatevi durerà l’espace d’un matin e dopodomani se ne scorderanno, come fanno dal 2001 ad ogni vistosissimo calo di partecipazione, specialmente a Trieste.
La “carega” e la “merda”? Votiamo per il “comodone”.
» Inviato da valmaura il 28 April, 2018 alle 12:14 pm
Ieri il Circolo Miani con una trentina di cittadini ha parlato per un’ora in strada, davanti all’ingresso del vecchio depuratore tra le vie Baiamonti e Svevo, respirando gli effluvi che ammorbavano l’aria di Chiarbola, Servola, Valmaura e Monte San Pantaleone, e poi a seconda dei venti Muggia ed il centro città. La “misteriosa puzza” come stampa e TiVù la chiamano per non scomodare nomi e responsabili del potere locale che li foraggia con la pubblicità. Ovviamente stampa e televisioni hanno totalmente ignorato, si chiama “censura”, questa iniziativa preferendo dare spazio e pagine alla “politica”, insomma ai loro padroni. Per loro la vergogna rappresentata dalle condizioni in cui decine di migliaia di triestini sono costretti a vivere da quando funziona il “nuovo” depuratore fognario cittadino, costato agli stessi cittadini oltre 53 milioni di euro, e costruito in pieno centro città a qualche centinaio di metri da case, asili e scuole, non interessa, va semplicemente cancellata. Per politici e giornalisti la realtà non esiste. A loro preme conservare i loro privilegi, i loro “comodoni”. L’Acegas, la Regione ed il Comune, con particolare demerito dell’impresentabile assessora Polli, che sono i responsabili di questa situazione, non vanno menzionati. Anzi bisogna insistere con la “misteriosa puzza”. Pensiamo di interpretare il pensiero di tanti triestini, e muggesani, mandandoli sonoramente a “c…..e”. Tanto merda più, merda meno .....