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Circolo Miani » News Correnti » Page 136 Perchθ a Trieste non si piantano nuovi alberi? » Inviato da valmaura il 21 January, 2021 alle 1:42 pm Presto detto, nonostante ben due leggi dello Stato impongano ai Comuni sopra ai quindicimila residenti di interrare per ogni nato registrato annualmente all'anagrafe una nuova alberatura entro sei mesi dall'avvenuta comunicazione, l'amministrazione comunale attuale, ma anche le precedenti, ha votato una delibera nell'aprile 2020 in cui si comunicava che per mancanza di spazio invece di piantare i 1200 alberi dovuti per legge, pari ai neonati registrati a Trieste nel 2019, ne avrebbe interrati solo due, uno per genere, da chiarire se in toto o per ogni Circoscrizione (in totale eventuale dunque 14).
Tutto ciς, con evidente risalto dei mass media locali, deve essere perς sfuggito al Commissario del Governo per la Regione Friuli Venezia Giulia, il Prefetto di Trieste, che tra i pochi compiti rimastigli in una Regione a Statuto Speciale, ha proprio quello di verificare rispetto ed applicazioni delle leggi dello Stato da parte degli Enti locali.
Ci abbiamo pensato noi allora a presentare una circostanziata e documentata denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste e di cui siamo in attesa degli esiti.
Poi c'θ la balla ripetuta come un mantra, in particolare dall'assessora al Verde pubblico, la stessa Lodi che a sprezzo del ridicolo e della veritΰ accusa noi di essere dei propagatori di notizie false, ma sulla stampa locale puς farlo ben sapendo di non avere contraddittorio alcuno, che ad ogni pianta tagliata il Comune provvede subito ad interrarne una nuova.
Niente di piω inesatto come i nostri servizi, anche fotografici hanno dimostrato in piω occasioni.
Poi c'θ il problemino che all'incirca un terzo delle nuove ridotte piantumazioni deperiscono, rinsecchiscono e muoiono nell'arco di una stagione per la mancata cura e manutenzione. Anche qui non si contano le fotografie da noi pubblicate.
E questo apre il problema della sostanziale inesistenza di un servizio comunale del Verde pubblico, ridotto ad un pugno di funzionari e ad una dozzina di operatori esterni rispetto agli oltre cento che vi lavoravano prima che l'allora sindaco Illy partisse con la sciagurata campagna di esternalizzazioni dei servizi fino ad allora svolti dai dipendenti comunali. Linea seguita poi ed anzi incrementata da tutti i sindaci succeduti, che poi si riducono a due nomi: Dipiazza per tre mandati e Cosolini per uno.
Una carenza di personale che rende dunque il pur valido Regolamento del Verde, che una decina di anni orsono il Comune si θ dato, praticamente lettera morta. E ciς θ tanto piω grave nella parte che inerisce il controllo e la salvaguardia di alberature e aree verdi di proprietΰ di privati che di fatto hanno mano pressochθ libera di fare e disfare.
In ultimo arriva il piatto ricco (mi ci ficco) delle gare e degli appalti dati a iosa a ditte e cooperative esterne, a cui θ affidato anche il compito di eseguire le perizie sulle piante da abbattere.
Quale sia il risultato qualitativo (vedi potature) e quantitativo di questo piano θ sotto gli occhi di tutti, meno di quelli a cui compete la responsabilitΰ di controllo e politica (vedi pure giardini abbandonati e degradati da anni, oltre che inquinati).
Ecco, rovesciate al contrario tutto questo e vi trovate subito le proposte concrete di intervento ed azione degli eletti di Trieste Verde al prossimo Consiglio comunale, che mai come in questo caso i forum ed i colti dibattiti stanno a zero! Ai Triestini e Muggesani. » Inviato da valmaura il 18 January, 2021 alle 2:37 pm Noi siamo fortemente preoccupati per come Autoritΰ Portuale, che per altro mena vanto ogni giorno del progetto, finanziato da Stato ed Europa, di elettrificazione delle banchine onde scongiurare il pesante inquinamento aereo ed acustico provocato dai motori sempre accesi anche all'ormeggio per garantire i servizi di bordo alle navi attraccate, ma non riesce da mesi ad avviare un provvedimento tampone per le quattro o cinque navi da crociera parcheggiate tra Arsenale e Molo Settimo con i fumaioli fumanti, e la nuova proprietΰ della Piattaforma Logistica Scalo legnami ed ora Ferriera affrontano la riconversione dell'ex Area a caldo e gli interventi nel Vallone di Muggia.
Da mesi, dopo primi assai deludenti confronti con i vertici delle due realtΰ, abbiamo sollecitato un intervento da parte di Zeno D'Agostino finora rimasto senza risposta alcuna.
Mettere mano alle strutture metalliche ed edilizie della Ferriera e soprattutto avviare lavori sulla superficie di un'area imbevuta in ogni centimetro quadrato degli inquinanti piω cancerogeni che esistano, inquinamento che si estende in profonditΰ nei terreni ed investe tutte le falde acquifere presenti, come certificato dalle meticolose caratterizzazioni effettuate dai tecnici del Ministero dell'Ambiente, ed ancora effettuare dragaggi nel mare prospiciente su fondali dove si sono stratificati metri di fanghi tossici, od anche solo avviare lavori per la messa in sicurezza della linea di costa, come stabilito negli accordi di programma del 2014 tra il Governo ed il Gruppo Arvedi, espongono le acque del Golfo di Trieste a rischi gravissimi con tutte le conseguenze del caso per la flora e soprattutto fauna marina e per la conseguente catena alimentare.
Abbiamo ben presente che il business dell'intera operazione θ multimilionario ma il silenzio che fin qui la accompagna θ sconcertante quanto inquietante.
L'assenza di chiarezza e certezze anche nei confronti dei lavoratori della Ferriera ora in cassa integrazione, assieme ad un silenzio corale della politica, θ questa non θ una novitΰ, e delle Istituzioni a cominciare dal Ministro competente fino al Comune non lasciano presagire nulla di buono.
Qui si sta appalesando un rischio per la salute e la qualitΰ della vita dei triestini e muggesani molto piω grave di quello determinato per oltre due decenni dalla Ferriera e dalla incredibilmente irrisolta vicenda della Siot. Copyright? No, il problema θ la credibilitΰ! » Inviato da valmaura il 16 January, 2021 alle 1:28 pm Se il Circolo Miani dovesse farsi pagare il copyright per ogni articolo, notizia, inchiesta, servizio e soluzione pubblicati sulle tante piccole e grandi emergenze triestine, e spudoratamente riprese, scopiazzate senza ovviamente citare la fonte, che la correttezza non θ di questo mondo, da altri, vecchi e novelli aspiranti politici, saremmo piω ricchi di Soros e Bill Gates messi assieme.
Lo stesso vale per quella farsa di giornalismo ufficiale spesso costretto a rincorrere le nostre notizie.
No, il problema qui non θ di primogenitura, anche se essa sottolinea attenzione e preparazione.
Il problema invece sta tutto nella credibilitΰ agli occhi dellopinione pubblica.
I cittadini devono giudicare semplicemente se θ piω credibile chi in quaranta anni esatti di impegno per la nostra comunitΰ θ stato al loro fianco sul territorio, nei quartieri, in cittΰ, promuovendo centinaia di assemblee e manifestazioni, con partecipazione di persone raramente vista a Trieste, o chi si fa vivo allultimo momento, e ciς vale per tutte, nessuna esclusa, delle forze politiche vecchie e nuovissime che grazie alle sponsorizzazioni di stampa e televisioni qui da almeno venti anni buoni al servizio del partito Affari&Politica, e approfittando sciacallescamente della censura e della diffamazione sistematica di cui siamo vittime costanti, e non per nulla, si muovono alla disperata per raccattare qualche voto.
Il problema sta tutto qui: se θ piω affidabile lesperienza, la conoscenza, la preparazione di quanto fatto, oppure le promesse dellultimo minuto.
Finora Trieste paga proprio questultimo andazzo: fiumi di belle parole ma soluzioni concrete nisba.
Ma poi come sempre sta solo ai cittadini giudicare, e noi, come sempre, continueremo a fornire loro le necessarie informazioni perchι possano decidere saggiamente per il nostro bene comune.
Assieme ovviamente alle migliori soluzioni per risolvere concretamente i problemi.
Per questo abbiamo dato vita a Trieste Verde, tenetelo a mente quando dovrete dare un giudizio magari anche solo sulla scheda elettorale.
Maurizio Fogar.
Tram di Opicina. Un capolavoro i lavori! » Inviato da valmaura il 15 January, 2021 alle 2:47 pm Ora da novembre sono fermi i lavori della posa di nuovi binari, lavori che avrebbero dovuto concludersi, da contratto, entro il 12 gennaio di questanno.
Pare che nei prossimi giorni gli stessi lavori dovrebbero finalmente ripartire, ovvero ben dopo la data fissata per la loro conclusione.
Il problema θ nato perchι la ditta vincitrice dellappalto comunale, non avendo i macchinari ad hoc ha dovuto individuare un subappaltatore che inizialmente avrebbe dovuto essere la Erpa Fer della provincia di Benevento, ma che poi ha rinunciato.
Il problema qui non sono le ditte, ma i funzionari comunali che gestiscono gare ed appalti.
Ovvero: qualcuno scrive i bandi di gara come vanno scritti a tutela del denaro pubblico?
Ed ancora: qualcuno controlla, non solo sulla carta, soliditΰ ed adeguatezza delle ditte a cui assegnano i lavori?
La risposta in questo caso ad ambedue le domande appare essere un grande NO!
Di conseguenza quali provvedimenti il podestΰ e questa amministrazione intendono prendere nei confronti dei responsabili di questo sfascio? Gli stessi, immaginiamo, che hanno determinato un precedente ritardo di un anno non avendo verificato casellario giudiziario e carichi pendenti del precedente "vincitore" poi escluso a termini di legge.
Temiamo che anche qui la risposta sia scontata: un silenzioso Nulla. Cittΰ Vecchia: fuori i residenti dentro i danee. » Inviato da valmaura il 15 January, 2021 alle 2:46 pm Inizia con gli anni Ottanta lo svuotamento di Cittΰ Vecchia, a partire dalla zona dellex Ghetto passando per Cavana. Tutti i progetti finanziati anche da fondi europei, a partire da quello nominato Urban, hanno un comune denominatore: svuotare le case, o gli appartamenti ancora abitati dalle famiglie indigene per spostare e disperdere i residenti in periferia.
Dare poi vita a ristrutturazioni curate atte a richiamare un pubblico benestante.
Poi la stessa operazione viene avviata per i fori commerciali ed in questi giorni essa arriva a conclusione espellendo le ultime attivitΰ economiche presenti in zona Cavana, con il meccanismo della quadruplicazione degli affitti.
Il senso θ quello di trasformare tutta larea aprendo nuovi alberghi, ristoranti, bar e pubblici esercizi, e fori commerciali della distribuzione di fascia medio-alta in una cittΰ che giΰ ne θ satura.
Quello che una volta era luogo di passaggio ed aggregazione anche per gli studenti universitari che facevano perno al polo umanistico dellUniversitΰ Vecchia oggi θ oramai scomparso, cosμ come le scarse botteghe artigianali che prima vi esistevano.
Una sola considerazione: noi abbiamo unidea completamente diversa di cittΰ.
Trieste Verde. Nella foto: Piazzetta Trauner, oggi residence ed appartamenti vacanze.
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