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Circolo Miani » News Correnti » Page 135 L' OVOmaltina degli incapaci. Tram di Opicina e Porto Vecchio. » Inviato da valmaura il 23 January, 2021 alle 2:24 pm Ci avete rotto le uova con questa barzelletta dell'Ovovia.
Lo scrivemmo per primi, motivandolo, come da mesi, una decina, scrivevamo che va dato un taglio a questo Porto Vecchio ridotto a Luna Park dalle proposte più strampalate ed eccentriche.
Abbiamo spiegato fino alla noia che:
Il cosiddetto nuovo Centro Congressi costosissimo e non finito, quello che familiarmente chiamiamo lo Scatolone, è un'idea superata e dalle difficilissime aspettative future. Oltre al fatto che un Centro Congressi esteticamente molto più bello già esiste ed è la vecchia Stazione Marittima, ed uno nuovo è programmato nel progetto infinito di recupero del Silos, a poche centinaia di metri, di fianco alla Stazione ferroviaria.
Che la provvidenziale proposta fatta dall'amministratore delegato di Costa Crociere, cioè di trasformarlo in stazione marittima e centro servizi del Terminal Crociere da collocare appunto in Porto Vecchio era, questo sì, l'Uovo di Colombo che metteva un punto fermo alla sarabanda di sciocchezze a ruota libera sui destini di quell'area, mantenendo anche fede alla prima parte del suo nome: “Porto” per l'appunto.
Che poi il Presidente dell'Autorità Portuale, che a sua evidente insaputa aveva “tagliato il nastro” all'inaugurazione dello Scatolone, si dichiarasse totalmente d'accordo con la proposta del Terminal così come avanzata da Costa, e che addirittura ci aggiungesse l'interessante suggerimento operativo di istituire un servizio giornaliero di navetta con Venezia, un collegamento via mare turisticamente suggestivo per compensare l'abbandono del terminal veneziano da parte delle Navi Bianche, ci sembrava finalmente un buon segno anche nel senso di creare nuovi servizi e posti di lavoro.
Ma siamo andati oltre: abbiamo scritto che la presenza del Terminal crocieristico in Porto Vecchio sarebbe stato il principale volano per quella ridda di musei che si è deciso frettolosamente quanto costosamente di trasferire lì.
Abbiamo sommessamente suggerito che il disgraziatissimo Tram di Opicina doveva finire la sua corsa cittadina in Porto Vecchio, con il prolungamento di meno di mille metri del suo avulso capolinea di piazza Oberdan, un'occasione pure di rilancio turistico dello storico collegamento.
Abbiamo pure pensato che il “trenino” interno al Porto andava rimesso in funzione come trasporto non inquinante in direzione Barcola e magari, riflettendoci su, invece della grottesca Copacabana barcolana, studiare un suo prolungamento fino al Parco di Miramare.
Tutto ciò abbiamo pensato, “volando basso” sui costi, sui tempi di realizzazione e sulle ricadute lavorative.
Ma noi siamo gli incolti di Trieste Verde.
PS. aspettatevi di vedere queste nostre idee scopiazzate dai "colti" sui programmi elettorali, prendendosi meriti che non hanno, nel gergo si dice “farsi belli con il c... altrui”, e naturalmente trovando ampio spazio sul giornalismo cialtrone.
PS del PS: il primo "copiatore" si è già materializzato al tempo record di due minuti esatti dalla pubblicazione. Le prossime elezioni comunali? Uno stantio dejavù. » Inviato da valmaura il 23 January, 2021 alle 2:23 pm O se preferite un circo Zavatta, che comunque almeno aveva il pregio di far ridere.
Ogni giorno su stampa e televisioni impera il gossip della politica politicante, che d’altronde è l’unica che conoscono e capiscono questi premi Pulitzer del giornalismo nostrano.
Oggi si va dal programma futurista dello «Sbalordire per attirare» alla scissione dell’Atomo di due liste localistiche.
Ma tutte le mosse dei partiti vecchi, nuovi e nuovi di zecca, sono improntate a metodiche e slogan che i Triestini hanno sentito e conoscono da decenni: “la città della Scienza, il territorio, l’ascolto, le periferie, ecc”.
Ci sono candidati che si lamentano che cantieri e gru sono fermi al pari dell’edilizia, e, fatte le debite eccezioni per i lavori pubblici iniziati e mai terminati, per fortuna diciamo noi. Che cementificare un territorio piccolo e così morfologicamente strutturato come quello triestino con ulteriori nuove edificazioni è una cosa assolutamente da evitare, viste poi le migliaia di immobili vuoti e degradati che attendono di essere ristrutturati.
Qui a “sbalordire” sono i sempre stessi candidati buoni per tutte le stagioni, sempre supportati da una stampa prona e servile, che i direttori cambiano ma la sostanza no.
Ieri abbiamo scritto sulle “gite” rionali, oggi notiamo che nella pagina di auto elogio che il neodirettore si pubblica sul piccolo giornale si riprende uno slogan elettorale molto in voga a Trieste fin dai primi anni Ottanta, quello della “Città della Scienza” incompresa, sedotta ed abbandonata.
Francamente di questi che girano a vuoto e volano “alto” abbiamo pieni i “cabasisi”, ci scuseranno Camilleri e Montalbano. Che i problemi che vivono sulla loro pelle i nostri concittadini sono molto più concreti, reali e drammatici, e costoro che ne sono i responsabili primi non aprono mai bocca e tantomeno offrono soluzioni praticabili.
Viva Sbirulino. Quattro passi per Valmaura. » Inviato da valmaura il 22 January, 2021 alle 3:27 pm Sul loro megafono preferito, il piccolo giornale, viene data notizia di una passeggiata per Valmaura, promossa da una serie di sigle più o meno “ambientaliste” che hanno intenzione di presentarsi alle prossime elezioni comunali.
Se questo è il metodo scelto per conoscere ed approcciarsi ai gravissimi problemi che investono da decenni una delle zone più degradate di Trieste, non c'è alcuna differenza con i camper ed i tavoli da mezza giornata che i partiti tradizionali, di cui per anni alcune di queste sigle sono state fiancheggiatrici, riservano ad ogni campagna elettorale sotto gli abusati slogan: per “ascoltare il territorio” e “partire dalle periferie”.
I risultati prodotti sono pari all'acqua che scorre sul vetro: finite le campagne elettorali, ingolfate le cassette dei residenti con i santini elettorali distribuiti a pagamento e gratuitamente cestinati, fatte le elezioni non cambia nulla e “ascolto, territorio e periferie” ritornano nel dimenticatoio, buoni tra cinque anni per le successive elezioni.
Sono cose che gli abitanti di tutte le periferie, cioè l'ampia maggioranza dei triestini, conoscono a memoria ed è la ragione prima del perchè circa il 60% di loro nemmeno si avvicina ai seggi elettorali.
Ma non si preoccupino lo spazio sulla stampa lo strapperanno comunque, che alla fine è questo che a loro importa.
Circolo Miani, dal 1990 con sede a Valmaura. Sciocchezzaio triestino. Le chiacchiere dei politici. » Inviato da valmaura il 22 January, 2021 alle 3:26 pm Ora che un politico dica le cose più campate in aria è la norma, non è invece normale che chi lo intervista riporti acriticamente queste dichiarazioni senza ricordare i fatti che le smentiscono.
Il giornalismo, quello vero non quello caricaturale che si spaccia da queste parti, ha l’obbligo di offrire ai propri lettori, paganti, la verità. Più per rispetto nei loro confronti che per l’etica e la deontologia professionale di una categoria che oramai ha raggiunto e superato i politici per discredito e disistima nell’opinione pubblica.
Stamane sulla semi-crisi di Governo ve ne offriamo alcune perle locali.
La parte del leone la fa Massimiliano Fedriga il quale in sequenza spara: «Chiunque veda il paese capisce che serve una maggioranza forte. Bisogna votare subito».
Bravo merlo, così per sei mesi si ferma tutto tra campagna elettorale e trattative per formare un nuovo governo. Ovviamente lui lo afferma spinto dalla convinzione che vista la crisi bisogna intervenire subito: intanto ci prendiamo sei mesi di intervallo, vero?
Poi insiste: “Il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga vede nelle urne immediate, in sintonia con le posizioni del Carroccio, la soluzione alla crisi del governo: «Abbiamo bisogno di un esecutivo vero e non di ulteriori equilibrismi, alle Regioni serve un interlocutore affidabile».
“Affidabile” come le Regioni in questo ultimo anno di tragenda, e lui che ogni settimana cambiava opinione (chiudere tutto, aprire subito), nevvero?
E persevera con la parola “affidabilità” che in Regione Friuli Venezia Giulia è come parlare di corda in casa dell’impiccato: “Serve un governo che sia tale, non un equilibrismo costante per tenere insieme una maggioranza improvvisata. Per noi sarebbe un interlocutore poco affidabile». Quanto alle possibili ripercussioni sulla gestione della pandemia, «la campagna vaccinale è garantita dalla gestione commissariale, ma serve chi possa interloquire in Europa e fare scelte sui Dpcm in accordo con le Regioni”.
Ovviamente nessuno ricorda al Massimiliano che proprio il suo partito e quello della Meloni da sempre hanno chiesto la cacciata della “gestione commissariale”, screditandola ogni giorno che Dio manda in Terra.
Poi entra in scena il maitre a penser Agrusti, oramai di casa al piccolo giornale, che per “Confindustria Alto Adriatico auspica una rapida soluzione della crisi e un nuovo governo, «migliore del precedente, non in un simile pantano, dove si va a caccia di deputati che in caso di voto rischiano di tornare a fare i bibitari”.
Fame di miliardi per un appetito senza fine dei “prenditori” italici, che questo Governo, di gran lunga migliore dei precedenti, ha saputo mettere a dieta.
Non male come esordio a Trieste del nuovo direttore del foglio locale, oramai divenuto una scuola da ballo dove si alternano i direttori a ritmo di valzer nel vano tentativo di contenere l’emorragia costante di copie invendute.
Teodor. Cosa ci azzecchiamo noi con la politica? » Inviato da valmaura il 21 January, 2021 alle 1:45 pm Ce lo rimprovera simpaticamente un nostro lettore in un commento al pezzo da noi dedicato alla irresponsabilità di aprire un semi-crisi di Governo in questo momento.
La risposta è presto detta.
L'Italia ha ottenuto dall'Europa l'aiuto più consistente nel riparto del Recovery Fund: 220 miliardi di cui quasi 85 come sussidio a fondo perduto (da non restituire) grazie, piaccia o non piaccia, alla credibilità e capacita del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ed anche al non trascurabile voto degli europarlamentari dei 5Stelle che furono determinanti numericamente per eleggere l'attuale Presidente della Commissione Europea, una gentile quanto determinata signora tedesca che finora ha fatto per l'Italia più di quanto un italiano avrebbe potuto fare.
Con quali quattrini pensate che il Governo sia potuto intervenire così largamente per sorreggere l'economia italiana colpita in modo devastante dalla crisi pandemica, bloccare i licenziamenti, distribuire così ampiamente i sussidi della Cassa Integrazione, anche con ritardi burocratici, stanziare il reddito d'Emergenza, finanziare, nonostante i ritardi talora gravi delle Regioni nell'impiegarli, come mai nell'ultimo ventennio la Sanità del nostro Paese, avviare i Ristori, essere i migliori in Europa e tra i primi al Mondo nella campagna di vaccinazione, e ci fermiamo qui per brevità.
Da quali fondi spuntano le centinaia di milioni per il rilancio del Porto di Trieste e per Porto vecchio?
Ora se i lettori pensano che il ruolo dei cittadini sia solo quello di votare, quando lo fanno, una sola volta ogni cinque anni allora si spiega ad esempio il disastro che Trieste vive nelle sue amministrazioni, vedi Comune, indipendentemente dal colore politico.
Dunque per onestà intellettuale va qui ribadito che molta responsabilità sulle emergenze triestine e regionali che instancabilmente denunciamo su queste nostre pagine va ascritta proprio a questo atteggiamento di delega in bianco che i nostri concittadini assegnano ad una pessima politica limitandosi al solo voto quinquennale, salvo poi brontolare per i rimanenti quattro anni e mezzo tra amici al bar.
Per questo sulle nostre pagine esortiamo costantemente i nostri lettori, che come noi sono persone normali, ad un impegno diretto per ottenere risposte e soluzioni ai tanti problemi che angustiano la nostra comunità.
Ed è per questo che riteniamo pure che non possiamo limitarci ad un ruolo passivo, da spettatori disinteressati e svagati, verso quanto succede nella vita politica anche ai massimi livelli.
Da quelle scelte, buone o cattive quando non pessime, dipende gran parte della nostra vita anche nella lontana Trieste.
Maurizio Fogar |
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