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Circolo Miani » News Correnti » Page 12

Movida, il futuro di Trieste?

» Inviato da valmaura il 1 September, 2022 alle 3:02 pm

Noi non lo crediamo, e quando leggiamo le dichiarazioni dei vertici FIPE, ovvero di Bruno Vesnaver amico di tutti i politici, ne troviamo ulteriore conferma: “ Io credo che l'obiettivo di tutti debba essere quello di rendere la cittΰ sempre piω bella, giovane e in voga.”
Che scemi che siamo, noi che ritenevamo che le prioritΰ per la cittΰ fossero quelle di sconfiggere la povertΰ di un quarto delle famiglie triestine, di riqualificare case e quartieri in degrado da decenni, di potenziare i servizi sanitari, soprattutto territoriali, e sociali, di incrementare il verde pubblico, di tirare fuori i giovani, e non solo, da una giungla di lavori precari e con paghe da fame.
Ci sbagliavamo, a sentire la FIPE che al suo interno ospita baristi e ristoratori che in qualunque altra realtΰ sarebbero stati espulsi su due piedi per i loro comportamenti scorretti, bisogna invece rilanciare la Movida, il pascolo ebbro di giovani in cerca di una ben triste socialitΰ annebbiata dai fumi dell'alcol. Bisogna rendere Trieste “giovane e in voga” e cosμ “piω bella” che pria.
Ma va a dar via il c...



Siot. Perchθ San Dorligo e Trieste la difendono?

» Inviato da valmaura il 31 August, 2022 alle 12:02 pm

I fatti parlano da soli. Dal 13 giugno i Sindaci ed i consigli comunali di Dolina-San Dorligo e Trieste tengono ferma nei cassetti la Risoluzione contro i miasmi Siot, proposta dal consigliere Maurizio Fogar e votata all'unanimitΰ dal Consiglio comunale di Muggia, indirizzata al Ministero per la Transizione Ecologica, chiamarlo “Ambiente” non faceva fino, e non alla Regione che non ci azzecca per nulla non avendo alcuna competenza in materia (spiegazione per Klun che dopo dieci anni non lo sa ancora) ed inviata alle due amministrazioni con l'invito a condividerla per dare maggior forza alla richiesta. Anche perchθ i miasmi da decenni impestano l'aria di Dolina, Muggia e Trieste.
Nessuno dei consiglieri comunali a Trieste nι a Dolina-San Dorligo l'ha ripresa, a conferma che gli “ambientalisti ed i verdi-verdini” esistono solo in campagna elettorale ed θ per questo che realizzano consensi pari al prefisso telefonico.
Ora ci giunge notizia che il Comune di San Dorligo intende organizzare una seconda riunione pubblica sullo strampalato progetto Siot di installare quattro Centrali a gas metano in Regione di cui una proprio a Dolina, giusto per aiutare la “decarbonizzazione” emettendo tonnellate di metri cubi di Anidride Carbonica (Co2).
La prima infatti, quella di luglio, si era svolta sotto la regia della proprietΰ Siot ed una figura umiliante per il Comune, rara a vedersi nelle sue proporzioni.
Ovviamente come allora l'emergenza miasmi non figura all'ordine del giorno, ma in cambio i verdi-verdini ne approfittano per farsi un santino elettorale.
Credo non abbiano la minima idea di quanto la pazienza dei residenti abbia superato il punto di non ritorno ed abbiamo piω di qualche motivo per credere che se ne accorgeranno alle prossime elezioni amministrative.
Ma potranno sempre riciclarsi alla Siot visto che il suo AD Lilli ha dichiarato, senza arrossire, che vanta 1000 dipendenti, dunque qualche decina in piω non faranno la differenza.



Democrazia a rischio. Tra astensione e partitocrazia.

» Inviato da valmaura il 31 August, 2022 alle 12:00 pm

“Θ stato detto che la democrazia θ la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora.”— Winston Churchill (conservatore liberale), discorso alla Camera dei Comuni del novembre 1947.
Ci sono due principali forme di democrazia: quella rappresentativa e quella diretta, oggi si direbbe partecipata.
I nostri Padri Costituenti hanno scelto quella rappresentativa anche per la ragione che allora, e fino ai primissimi anni Ottanta, la partecipazione era garantita dai partiti e dalla loro capillare presenza sul territorio, da un lato, e da un sistema elettorale proporzionale puro con le preferenze.
Ma che qualcosa fosse cambiato in peggio ce lo ricordava Enrico Berlinguer, allora Segretario del PCI, nella storica intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari il 28 luglio 1981, sentendo il bisogno di affermare con forza la centralitΰ della questione morale e della diversitΰ.
Oggi la democrazia θ infatti assai poco rappresentativa, visto che abitualmente la metΰ ad essere ottimisti degli elettori sceglie di astenersi dal votare, e che i partiti hanno cessato di esistere, come il voto di preferenza. Da tempo infatti le scelte politiche non vengono discusse nelle vecchie sezioni che non esistono di fatto piω, ma annunciate nei talk show televisivi dai leader, o capi, di partito, in un sistema politico che scopiazzando male la prassi in vigore negli Stati Uniti ha da tempo imboccato la via della personalizzazione nei singoli e pochi capi.
Le ultime leggi elettorali, dall'Italicum, sconfessato dalla Corte Costituzionale, al Rosatellum, come nel tentato stravolgimento renziano della Costituzione, fortunatamente bocciato dagli Italiani con il referendum, hanno chiuso il cerchio. Ovvero hanno inserito un fittizio maggioritario, che presuppone un bipolarismo estraneo alla tradizione democratica italiana, consegnando ai pochi capibastone dei partiti la nomina dei parlamentari. Oggi infatti non esistendo il voto disgiunto e soprattutto quello di preferenza, la scelta θ stata totalmente sottratta ai cittadini-elettori. Ed anche le cosiddette “primarie all'italiana” sono fallite miseramente.
In questo quadro pertanto la crescente disaffezione per scelta dei cittadini dal voto si palesa sempre piω come un grave rischio per la sopravvivenza della democrazia in Italia.
Qualcuno potrebbe obiettare che da almeno due secoli abbondanti nelle tradizionali democrazie occidentali al voto si reca abitualmente il 40% degli aventi diritto senza per questo mettere in discussione la natura profondamente democratica di quei paesi, sciagura Trumpiana a parte. Vero, ma con una sostanziale differenza che proprio in quei paesi esistono, codificati, degli importanti contrappesi istituzionali e la partecipazione della societΰ civile si esprime attraverso la fortissima presenza di movimenti d'opinione capaci di influenzare e determinare le scelte dei politici.
L'anomalia dunque θ tutta italiana, e di conseguenza la nostra ben piω giovane democrazia, anche grazie all'assenza sostanziale di un “quarto potere”, ovvero di stampa e televisioni indipendenti, tende piω facilmente ad affidarsi all'Uomo della provvidenza di volta in volta individuato.
Altro segnale inquietante θ che l'astensionismo θ ancora maggiore, e crescente, nelle elezioni amministrative e locali: cioθ proprio in quegli enti, Comuni, che dovrebbero essere i piω vicini ai cittadini e da questi utilmente sentiti come tali.
Ma come denunciava Enrico Berlinguer in quella intervista, il cittadino ha oramai ben chiaro nella sua mente di come il sistema partitico italiano abbia da tempo infeudato le istituzioni del Paese a tutti i livelli, inserendo una forma di raccomandato clientelismo: dal portantino nell'azienda sanitaria, all'usciere in Regione via via salendo fino ai massimi livelli dirigenziali. Tutto viene spartito, spesso con la complicitΰ dei sindacati, con una manuale Cencelli della raccomandazione e del sottopotere.
Pertanto l'anomalia tutta e solo italiana θ che la sfiducia nella politica dei partiti coinvolge appieno le istituzioni pubbliche di ogni ordine e grado, proprio perchθ i cittadini hanno da tempo compreso che il sistema partitico ha infeudato tutto, financo la massima carica della Repubblica.
La stessa magistratura, civile, amministrativa e penale, che costituzionalmente θ potere indipendente, viene sempre piω vista come un giocatore in campo e non come arbitro autonomo. Giocatore a favore dei poteri forti e del sottopotere locale, si intende. Insomma indossa i guanti bianchi quando decide appunto sui “colletti bianchi” e su chi conta economicamente: questo pensiero θ infatti oramai assai diffuso nell'opinione pubblica.
Ecco perchθ appare indispensabile quanto improcrastinabile invertire questa diffusa tendenza, che poi appunto si esprime anche nell'astensionismo; come farlo e quali strade battere cercherς di tratteggiarlo nella seconda puntata di questo mio intervento.
Maurizio Fogar



Tutte le responsabilitΰ.

» Inviato da valmaura il 31 August, 2022 alle 11:59 am

Scritto da Maurizio Fogar l'11 settembre 2019.
 
Facile oggi dire Ferriera, un po' meno facile averla vissuta per oltre venti anni, ovvero da quando se la prese Lucchini.
Ricordiamo alcuni nomi che ne portano la responsabilitΰ.
Cominciamo dai Sindaci: Riccardo Illy, Roberto Dipiazza (tre volte, quattro se mettiamo Muggia), Roberto Cosolini.
Presidenti di Provincia: Renzo Codarin, Bassa Poropat, Fabio Scoccimarro.
Presidenti di Regione: Renzo Tondo (due volte), Riccardo Illy, Debora Serracchiani, Massimiliano Fedriga.
Tavoli per la dismissione e riconversione Ferriera (totale 28, messi su da Comune e Regione).
Proprietΰ Ferriera: Lucchini Italia, Severstal-Lucchini (ambedue fallite), Acciaierie Arvedi.
Enti pubblici di controllo: ASS (Dipartimento Igiene, sicurezza e prevenzione, compresa la Medicina del Lavoro), Arpa FVG (dal 2001), Procura della Repubblica.
Ritenete che tutti (proprietΰ a parte) abbiano fatto il loro dovere?



La nostra crisi. Trieste: solito sciocchezzaio politico.

» Inviato da valmaura il 30 August, 2022 alle 2:30 pm

Leggere oggi i commenti della politica, due per tutti: l'incompatibile assessore regionale Bini ed il sempiterno camerale Paoletti “l'attuale crisi θ peggiore del Covid”, vi fa capire in che mani stiamo.
Ora il paragonare una stretta economica all'ecatombe causata dal Covid, paragonare i soldi alla vita, dΰ pienamente la fotografia delle sensibilitΰ di questi personaggi.
Ma il loro corale starnazzare sulla crisi energetica e l'invocare, per industrie ed imprese ben s'intende, aiuti governativi emergenziali, quando per otto mesi sono stati silenti ed hanno deriso l'unico statista che aveva proposto allora un piano preventivo per fronteggiare la prevedibile crisi, dei prezzi e dell'inflazione: il suo nome θ quello del Presidente Giuseppe Conte, sa tanto di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
Per mesi hanno invocato la fine del Reddito di Cittadinanza, si sono opposti al Salario Minimo, hanno “rivalutato” le pensioni del 2% quando l'inflazione giΰ superava il 10%, hanno lesinato pochi spiccioli alle famiglie messe in ginocchio dall'aumento dei prezzi, dal carovita, e dall'esplodere delle tariffe energetiche. Non hanno voluto imporre una seria tassazione, come fatto in Spagna: bastava copiare, sugli extraprofitti degli speculatori, Draghi ha respinto con scherno i nove punti dell'agenda sociale inviatagli dal suo predecessore Conte.
Ed ora speculano per raccattare voti alla disperata contando sul fatto che la gente non ha memoria, anche perchθ spalleggiati nelle loro balle da “giornaloni” e televisioni.
Il Comune di Trieste non fa nulla per spostare i “tesoretti” vari che scopre in bilancio per potenziare il Servizio sociale, incapace a fare fronte alla esponenziale richiesta di aiuto da parte dei Triestini.
Nθ riesce a metter in piedi un osservatorio dei prezzi per calmierare il mercato, ma un vero osservatorio con tanto di nomi e cognomi delle aziende soprattutto della grande distribuzione che sfruttando il clima hanno aumentato anche di un terzo i prezzi dei beni di prima necessitΰ.
Tutti impegnati nella propaganda elettorale fino almeno al 25 settembre se non oltre, indifferenti ai drammi ed ai problemi della comunitΰ reale, che ha un solo torto: non organizzarsi per tornare ai seggi a far pesare i propri sacrosanti interessi.
Teodor.
Nella foto: triestini in fila in via Mazzini




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