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Circolo Miani » News Correnti » Page 112

Oggi Parliamo di DRAGAGGI.

» Inviato da valmaura il 23 June, 2021 alle 3:30 pm

Mentre la campagna elettorale prosegue sul nulla, solo le chiacchiere non mancano, noi continuiamo nell'esame dei problemi che interessano tutta la nostra comunità.
Parliamo dei dragaggi, prossimi, annunciati e futuri che interessano direttamente tutti i residenti della nostra provincia, e pure chi vive nell'area di Capodistria.
Tre sono quelli annunciati, tutti nell'area del Vallone di Muggia, ma come forse non tutti sanno gli effetti dei lavori su di un fondale marino composto per lo più di fanghi tossici, stratificati per metri, se questi non verranno svolti a regola d'arte ed adottando tutte le più avanzate, e molto costose, tecniche che ne impediscano la dispersione, per l'effetto delle correnti marine che con il loro flusso partono da Capodistria, costeggiano tutto il Golfo di Trieste in direzione Sistiana, Monfalcone e Grado, produrranno un grave rischio di inquinamento delle acque marine, della fauna e della flora.
Per decenni infatti le industrie hanno “scaricato a mare”, a partire dalla principale: la Ferriera, che ha interrato abusivamente un'area pari ad otto campi di calcio, senza che alcun organo di controllo a terra ed in mare facesse finta di accorgersene, modificando vistosamente pure la linea di costa, utilizzando gli scarti altamente tossici della sua produzione. Poi seconda per gravità d'importanza arriva l'ex raffineria Aquila, non ci vuole molto a capire che se il terreno su cui era collocata era pregno di idrocarburi, il mare di fronte non ne è certo immune.
E queste sono le due principali zone, per vastità, dove sono annunciati i dragaggi, che sostanzialmente, metro più metro meno, investiranno da un lato l'area marina che va dallo Scalo Legnami ai pontili Siot, e dall'altro quella che dal Canale Industriale o Navigabile arriva fino alla foce del Rio Ospo.
Ora in quest'ultima c'è la terza variante del disegnato nuovo grande molo indicato nel progetto “fantasma” della nuova Acciaieria alle Noghere, che dovrebbe sorgere alla fine della collina di Aquilinia, con la sola differenza che invece della ventina di passere e barchette oggi ormeggiate liberamente alle boe, ci dovrebbero attraccare, seguendo il fantasmagorico progetto, due navi di medio tonnellaggio.
Quali potrebbero essere le nefaste conseguenze se si verificasse una dispersione marina degli inquinanti, altamente cancerogeni, contenuti in questi fanghi è fin troppo tristemente facile immaginare, e non solo per la balneazione ma per il fondato rischio che questi entrino nella catena alimentare attraverso il pescato e le colture ed allevamenti di mitili e frutti di mare presenti nel Golfo di Trieste.
In tutta questa vicenda c'è poi un aspetto che potrebbe sembrare comico se non fosse altamente inquietante: a pagare gran parte se non tutti i costi di queste operazioni sarà lo Stato, ovvero noi cittadini, per la Ferriera con i 42 milioni fissati ancora negli Accordi governativi di Programma con Arvedi del 2014/15 (Invitalia per la messa in sicurezza della linea di costa) ed oltre, ed un'altra quarantina da staccare dai 400 milioni previsti dal Governo per il potenziamento del Porto di Trieste, da destinare ai dragaggi nell'area ex Aquila come “contributo” alla proprietà statale ungherese che così cordialmente ha tentato, con i governi polacco e sloveno, di mettere il veto agli aiuti europei all'Italia. Sono rientrati a cuccia dopo che la Merkel ha alzato il dito, bastevole qui il mignolo.
Ecco queste sono ricadute dirette che interessano, eccome se coinvolgono, tutti noi che viviamo a Trieste, intesa come provincia, e magari chi abita nel Capodistriano e nel basso Isontino, e non si tratta solo di tutela di salute e qualità della vita, ma anche di lavoro per tutti quelli che traggono, anche duramente, di che vivere dalla miticoltura e dalla pesca, più l'indotto.
Ma di questo i partiti vecchi e nuovi se ne sbattono, troppo impegnati nelle geometrie politiche autoreferenziali, per cercare di conquistare qualche cadrega alle prossime elezioni.
Trieste Verde.
PS: ci si vede domenica 27 giugno alle ore 11, ai Giardini Europa, a Muggia in via Roma, i cittadini non i politici!



“Più cesso di così”.

» Inviato da valmaura il 22 June, 2021 alle 11:37 am

Titolavamo il nostro servizio il 7 giugno e poi di rincalzo pubblicavamo un video.
Oggi il Piccolo riprende la notizia e sentite i commenti dei politici amministratori dopo la sintetica descrizione dell'articolista: “non sia proprio il biglietto da visita più consono per una città turistica. Oltre a un forte odore di urina, il bagno risulta essere scoperto in una parte del tetto mentre la parte dedicata al cestino è anch'essa sostenuta da pezzi di nastro adesivo. Impossibile chiudersi all'interno poiché, appunto, la porta di accesso non è agibile.”
I politici amministratori: “La situazione è nota al Comune, tanto che gli uffici del Verde pubblico prenderanno in mano il caso pensando a un intervento nel breve termine. Spiega l'assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi: «Il suo ripristino rientrerà sicuramente in un nuovo lotto, diverso da quello che è ora in corso”, dunque campa cavallo se ne riparla tra qualche mese invernale.
Ma quale logica e quale buon senso ispirano questi cervelli puntuti: normale sarebbe che appresa la notizia da altri, e già questo indigna che il Comune non sappia costantemente lo stato in cui versano i suoi beni e servizi, soprattutto se nel pieno della stagione estiva collocati sulla riviera barcolana, il giorno dopo partissero i lavori urgenti di ripristino e magari si pensasse ad uno straccio di vigilanza e manutenzione quotidiana.
Ma siamo a Trieste gente, e questi discettano su tavoli e banchetti di Referendum, di ammucchiate di sigle partitiche, e di equilibrismi politici: la realtà? Tutta altra cosa per gente abituata a vivere nel girone di una politica autoreferenziale fine a se stessa.
Trieste Verde.



Acciaieria Noghere. I “Pompieri di Viggiù”.

» Inviato da valmaura il 22 June, 2021 alle 11:34 am

Francamente demoralizzante il livello di responsabilità e capacità amministrativa della classe politica locale.
Inizia il PD muggesano che emette un articolato documento in nove punti, come quelli del Protocollo d'Intesa firmato dal Comune che guidano, sulle “criticità”, o “presunte tali” emerse dal Protocollo che però la “presunta” amministrazione comunale ha firmato.
Ilari poi le giustificazioni addotte per la sottoscrizione ma interessante la esternazione del segretario del partito muggesano: “che ad oggi non esiste alcun progetto.” Ecco lo spieghi al Vice sindaco di casa e non a noi che lo abbiamo sempre detto e scritto, ma come ci definivano: “propagandisti elettorali”?
Forse farebbe meglio a mettere le proprie idee in “Circolo” con le affermazioni del suo vicesindaco e candidato futuro in pectore, che ci “informa” che la “trasparenza” è salva, via streaming si intende, dall'audizione di due ore in Comune del Presidente dell'Autorità Portuale che “ha illustrato il progetto”, fatti salvi alcuni dettagli.
E qui si apre un interessante caso: a che titolo Zeno D'Agostino viene chiamato, ed accetta, di illustrare un “progetto” (oggi dichiarato inesistente) presentato da terzi privati? A meno che non sia stato assunto come PR dal gruppo Danieli-Metinvest, il che risulterebbe leggermente incompatibile con il suo incarico al Porto ed al Consorzio ex Ezit. Decenza vorrebbe, anche per rispetto all'istituzione Comune di Muggia, che fossero i promotori Danieli-Metinvest a presentare le carte.
Ma qui appunto è tutto una questione di carte che non tornano, soprattutto al PD e soprattutto dopo che il segretario provinciale CGIL ha definito il “progetto” a Telequattro: “quattro slide su cartoncini Bristol”, e forse per questo che il “Circolo” PD si condanna ad un umoristico salto mortale carpiato all'indietro con doppio avvitamento a destra.
Poi arrivano i Pompieri di Viggiù, nella persona di un redivivo dirigente provinciale di Rifondazione (Comunista?) che afferma, rimanendo serio, che: “ad oggi i soggetti migliori con cui rapportarsi sono i sindacati che sono capaci di distinguere tra posti di lavoro e produzioni sane e il loro contrario”. Proprio come nei ventidue anni della vicenda Ferriera, come ben tratteggiava un loro ex segretario provinciale quando era segretario della Fiom, che alla notizia dell'avvenuta elezione di due suoi rappresentanti CGIL nelle RSU dello stabilimento, così si esprimeva “avrei preferito che non ne fosse stato eletto alcuno”.
E comunque grazie al Rifondatore che appare chiaro come i cittadini per il suo partito non contino, come diceva il Marchese del Grillo, “Perchè io so io e voi non siete un c...o!”
In che mani siamo se questi dilettanti allo sbaraglio, purtroppo nostro, non ricordano che invece di sofisticare sulle ragioni del “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” hanno nelle mani l'arma totale: ovvero se il Consiglio Comunale non approva due varianti al Piano Regolatore per l'area Noghere, il “Progetto Fantasma” finisce qui.
Semplice no?
Ci si vede, noi non i politici, ai Giardini Europa in via Roma a Muggia, domenica 27 giugno alle ore 11 per la terza Assemblea informativa.
Trieste Verde.



Trieste e Muggia, con san Dorligo, tra affari e politica.

» Inviato da valmaura il 21 June, 2021 alle 2:15 pm

C'è una coltre di silenzio, mal nascosta da fumi di chiacchiere a vuoto di politici ed amministratori, su alcune operazioni che oltre ad essere le più importanti ed ingenti per i soldi smossi, una parte non irrilevante disinvoltamente usata è di provenienza pubblica, cioè nostra, caratterizzeranno il nostro territorio per gli anni a venire.
Due sono in corso ora, la prima abbozzata e la seconda ben più avanti con la scaletta: geograficamente parlando sono quasi opposte sui due lati del Vallone di Muggia, ed una ha contiguità con l'area dell'ex raffineria Aquila comperata dagli imprenditori di Orban l'ungherese.
Ai quali lo Stato pagherà i dragaggi per la creazione di un terminal rinfuse portuale. Quale sia lo stato del fondale fangoso antistante l'ex Aquila non ci vuole molto ad immaginarlo: basta fare un paragone con lo stato dei terreni irrorati di idrocarburi su cui operava la Raffineria, la cui tentata bonifica è in corso (?) da almeno due decenni.
Partiamo da quella in stadio più avanzato, ovvero la trasformazione dell'area a caldo della Ferriera in una piattaforma ferroviaria con la costruzione di una nuova rampa d'accesso a quella che alcuni inguaribili ottimisti chiamano “Superstrada”, in continuità con la nuova Piattaforma logistica portuale dello Scalo Legnami, e come base di partenza del progettato gigantesco Molo Ottavo.
Gli attori in commedia, ovvero la società ora a maggioranza tedesca che ha acquisito l'area e l'Autorità Portuale fanno occhi e orecchie da mercanti rispetto alle condizioni dei terreni, dove come ha scritto in decine di pagine il Ministero dell'Ambiente che ha fatto caratterizzazioni ed analisi in superficie e profondità, che sono impregnati per 2-3000 volte sopra i limiti di legge degli inquinanti più cancerogeni che esistano. Idem dicasi per i fondali, dallo Scalo Legnami ai pontili Siot, composti da metri di fanghi tossici stratificati negli anni con gli sversamenti degli scarti di lavorazione della Ferriera.
Dunque mettere mano a quest'area a terra ed in mare ha procedimenti e costi di lavorazione elevatissimi, e idem dicasi per gli smaltimenti. Dunque tutte cose che i nostri (im)prenditori cercano di evitare.
Ma su questo la società Amburghese-Friulana, cosi come i vertici Portuali, stanno zitti, non rispondono né aprono bocca. Ed anche qui è lo Stato con Invitalia a pagare i lavori di messa in sicurezza della linea di costa (42 milioni di euro nostri).
Ora il rischio salute a cui espongono tutti i triestini, intesi come provincia, per la dispersione nell'aria di queste polveri inquinanti e nel mare del nostro Golfo di questi fanghi tossici è altissimo e dagli esiti potenzialmente catastrofici. Ma tutto tace ed anche stranamente i politici, solitamente sempre molto loquaci.
Attraversiamo il canale Industriale. Nell'area delle Noghere che in parte rientra nel Sito inquinato di Interesse nazionale (SIN) dopo almeno quattro decenni di inerzia, dove i politici che tanto menano vanto di Trieste Città della Scienza e della Ricerca, e lamentano però la mancata collaborazione, la chiamano “sinergia”, con il territorio, come se spettasse a Siora Maria e Toio Fior occuparsene e non a chi ci (s)governa, non hanno mosso dito, ora escono dal letargo e di colpo come un Mastro Lindo qualsiasi si sdraiano su un progetto “immaginato” di metter le mani sugli interi 480 ettari di quell'area da parte di un Gruppo Ucraino spalleggiato dalla friulana Danieli.
Un progetto che come in una felice battuta del segretario CGIL su Telequattro si riduce a “quattro slide su cartoncini Bristol” e dove mancano tutte le informazioni.
Ma non l'acclamazione e la firma ad occhi chiusi dei nostri politici ed amministratori, che tutti dalla destra alla sinistra passando per i 5Stelle, hanno plaudito alla (sconosciuta) immaginata iniziativa, ed hanno subito firmato e sottoscritto carte ed un Protocollo d'Intesa, il più balzano ed anomalo che memoria ricordi, sdraiandosi agli ordini che prima o poi verranno da parte dei promotori privati, che intanto così metteranno le mani sulla più vasta area di Porto Franco, dopo i trasferimenti fatti da Zeno D'Agostino nel 2017, esistente a Trieste, con tutti gli enormi vantaggi fiscali conseguenti.
Nulla si sa dell'impatto ambientale (inquinamento acustico, copiose emissioni di Co2-Anidride Carbonica ed aumento esponenziale di traffico pesante, oltre ad eventuali scarichi a mare) se non quei fugaci, ma già assai preoccupanti accenni, scritti in dieci paginette più due di copertina, fatte girare dalle due società private semiclandestinamente, e che tratteggiano a “grandi linee” l'intrapresa. “Immaginata” come si fa scappare sul Piccolo una settimana fa il Presidente e Ceo del Gruppo Danieli ma che se la Metinvest approverà finalmente un progetto, grazie alla “carta bianca” ottenuta a tempo di record dalla politica e dalle istituzioni, si sono portati avanti con il lavoro senza neppure conoscerlo, “tra sei-sette mesi potremmo dare il primo colpo di piccone”. STUPEFACENTE!
Nulla si scrive sul terzo dei dragaggi previsti nel Vallone: per il nuovo molo che nel “pupolo” distribuito compare in bianco con attraccate due navi, non le passere che oggi stazionano alle boe nello spicchio di mare alla fine della collina della ex Raffineria.
E questa politica ha poi la faccia come le natiche di accusare i cittadini di opporsi ai posti di lavoro annunciati, di dire sempre no, e bisogna capirli che loro alla voce dei padroni dicono sempre si a prescindere ed umettano la lingua, e di vaneggiare di “oscure trame”, oltre a rivendicare, eccome no, della loro assoluta trasparenza: si vede che si sono lavati con il Vetril.
A Muggia, a Muggia ai Giardini Europa, domenica 27 giugno alle ore 11 per la terza Assemblea informativa, ci si vede in tanti, che più siamo meglio stiamo, ovviamente senza i politici.



Cantieri: Galleria di Montebello, la maledizione continua.

» Inviato da valmaura il 21 June, 2021 alle 2:12 pm

Alè, non ci resta che piangere ed esortare che qualcuno si dia da fare a palazzo Cheba per scoprire il Grande Iettatore. Ma la frequenza dei misfatti sui cantieri comunali non crediamo possa addebitarsi esclusivamente alla sfiga.
Vinta la gara d'appalto, assegnati i lavori nell'ottobre 2020, bollettini pubblici della Vittoria di Lodi e Dipiazza, e da allora non è stato nemmeno piantata una tabella sghimbescia in cartone che annunci sconsolata l'apertura di cantiere e lavori.
Ma in che modo gestiscono i progetti, impostano le gare, controllano le ditte concorrenti, prima che dopo serve solo a trovarsi in Tribunale ed accumulare ritardi stratosferici (Canale Ponterosso, Tram di Opicina, caserma di Roiano, ecc), gli uffici tecnici del Comune e gli assessori che ne portano la responsabilità?
Vi offriamo noi la risposta riportando una frase del paròn Nereo Rocco detta al portierone del suo Milan, Cudicini, nei corridoi degli spogliatoi del vecchio Grezar nell'intervallo tra primo e secondo tempo di una partita amichevole con una squadretta locale. Cudicini che non ne sbagliava mai una di parate aveva incassato un “gollonzo” con una palla che gli era trotterellata tra le sua alte gambe.
Rientrando negli spogliatoi vide Nero Rocco che lo aspettava, borsalino sformato in testa, bretellone a sorreggere i jeans, e impermeabile alla Colombo, a gambe larghe e mani in tasca nel corridoio. Il “ragno nero” a testa bassa, ed arrossendo iniziò a bofonchiare una scusa ed il Paròn lo interruppe subito con un mezzo sorriso: “Ara Fabio stà zito che sé meio, che la monada che te gà combinà non gà spiegazion”.
Capito? Perchè sostenere Trieste Verde.




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