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Il Senato in Ferriera. Inutile se non dannoso.
Scritto da: Teodor

Assolutamente inutile la visita triestina dei senatori della Commissione Ambiente, con i due parlamentari triestini ex Cinque Stelle a fare da mosche cocchiere.

E ieri sera (dalle 17.40 la mia “audizione” è slittata di due ore, bene impiegate però nel parlare con i cittadini presenti in piazza Unità) ho avuto la tentazione di rialzarmi immediatamente dal tavolo e di andarmene su due piedi dopo le prime assai sfortunate parole rivoltemi dal presidente della delegazione.

Comunque in cinque minuti ho spiegato loro le ragioni dell’assoluta inutilità di una visita perché i dati veri, quelli che avrebbero dovuto interessare una commissione parlamentare stavano a Roma e non a Trieste.

Sgradevolissima è stata la sensazione, confermata poi dai resoconti della stampa locale oggi, che questi conoscevano quasi nulla della vicenda e soprattutto ignoravano i numeri veri, ovvero i bilanci ufficiali, al 31 dicembre 2014, delle società di Arvedi e casomai piuttosto che venire in Prefettura a Trieste avrebbero dovuto recarsi qualche porta più in là, a Palazzo Madama (sede del Senato) per chiedere ai colleghi della Commissione Industria il report sulla situazione finanziaria della FinArvedi, e la relazione negativa del Presidente di quella Commissione, il senatore Mucchetti.

Ho semplicemente ipotizzato tutte le mancanze di rispetto delle norme, dei regolamenti e delle leggi messe in atto dai vari “auditi” in precedenza: dal Prefetto Garufi che a tuttoggi non ha ancora comunicato l’importo ufficiale della vendita della Ferriera da parte di un Commissario governativo, alla Siderurgica Triestina, richiesta formalmente in data 5 gennaio 2015. All’assessore regionale all’Ambiente che ha annunciato il giorno prima che si aprisse la Conferenza dei Servizi regionale che l’Aia verrà concessa “a prescindere” alla proprietà della Ferriera. Ad una direzione regionale dell’Arpa che ha pubblicamente sostenuto nell’aula del Consiglio regionale che la causa principale delle emissioni di BenzoApirene in FVG sono “le foreste di conifere dell’Alta Carnia”, e così a finire fino al’inerzia di una Procura della Repubblica che non riesce nemmeno a sanzionare i responsabili delle 83 morti di lavoratori chiaramente ascrivibili allo stabilimento, come ha ampiamente dimostrato l’indagine dell’ASS.

Tutto il resto, le centraline, le polveri sono, su questo dobbiamo malvolentieri dar ragione al piccolo giornale, lamenti da piccola fiammiferaia che non spostano di una virgola i termini della vicenda e quindi favoriscono lorsignori.

Dunque ieri una bella gita fuori porta in Ferriera, che pare oggi essere per politici e giornalisti la metà più gettonata delle scelte “last minute”, soprattutto a spese dei contribuenti. Ed una ennesima opportunità per far dire ad Arvedi e soci che “tra tre mesi, vedrete…”.

In quanto al resoconto del piccolo giornale: nulla di nuovo sotto il solleone. Come una eclissi si oscura la parte di piazza Unità dove stavano i cittadini e parlava chi scrive.

E se questo, le ragioni di una censura che dura oramai da oltre dieci anni, non è penetrato nella cervice di taluni, allora è meglio che si dedichino all’ippica, o che si accontentino degli spazietti generosamente elargiti come segno di esistenza in vita, e visto da che parte sta il piccolo giornale, chiaro da anni anche ai ciechi, sordi e muti, se qualcuno non si è ancora chiesto le motivazioni di tale comportamento allora è assai grave. Non è solo monaggine.

In quanto ai soliti soloni del giorno dopo due noterelle.

Le persone intervenute in Piazza erano 55, e le ringrazio di cuore, perchè abbiamo avuto tutto il tempo per contarle visto il ritardo. Quella di ieri, come ampiamente scritto e riscritto negli articoli non era una manifestazione promossa dal Circolo Miani ma casomai un invito personale di chi scrive ad accompagnarmi in Prefettura. Che volete, evidentemente devo accontentarmi di 55 amici, me ne farò una ragione. Tanto è vero che non è stata fatta alcuna iniziativa, come sempre è avvenuto in questi diciassette anni in cui abbiamo sempre mobilitato centinaia e centinaia di persone, grazie a Dio non solo “servolane”, fino a toccare le migliaia nei cortei e nelle manifestazioni. Non abbiamo per intendersi messo una locandina che è una per contrastare gli scontati silenzi della stampa, contro i quali nessun “democratico” ha mai protestato.

A dimostrazione di quanto poco crediamo nei “parteciperò” dei social forum non abbiamo creato un evento, che tanto non serve all’atto pratico una mazza come dimostra la storia dei flop clamorosi di chi solo su questo si è sempre e solo basato.

In compenso la pagina di Facebook del Circolo Miani ha avuto solo nell’ultima settimana 11.510 visite e 845 iterazioni (condivisioni e “mi piace”). Poche, tante?  Non lo sappiamo, lasciamo ai soliti benpensanti ma impotenti un giudizio, che sugli altri sono sempre prontissimi a darlo.

Certo se dipendeva da me invece che la data del 20 luglio e la location del primo pomeriggio in piazza Unità, avrei scelto il lago d’Anterselva, all’ombra degli abeti e con un servizio di catering come si deve, ma purtroppo questi cattivoni dei senatori si sono ostinati a venire ieri nel deserto del Gobi.

Vi prometto che semmai li risentirò girerò le vostre osservazioni, di gente, per fortuna assai poca, che da anni preferisce combattere il Circolo anzichè la Ferriera. Ci vorrebbe uno psichiatra ed io non lo sono.

E in quanto alla “mancanza di informazioni, se no giuro anche nudo mi sarei fiondato”… ohè ragazzi ma lo sapete che da anni vi state baloccando con un … “motore di ricerca”.

E vi dice nulla la seconda parolina: quella “ricerca” che fate solitamente quanto comodamente seduti davanti ad una tastiera e non spaccando pietre sotto il sole. E questi sarebbero i “martiri di Belfiore” … o “i mille di Garibaldi”. A posto stiamo e ancora di più lo è questa politica con i suoi manutengoli.

Ah, le 10.280 firme. Come le barzellette dei Carabinieri di un tempo, lo rispieghiamo per la terza volta.

Poiché non erano destinate ad alcun uso legale ma solo ad una espressione della volontà dei triestini, era ovvio, anche ai ritardati, privilegiare l’indirizzo di residenza onde evidenziare che il problema è sentito, e sofferto, da tutto il nostro territorio e non solo da una piccola circoscritta parte come sostenuto da sempre dai fans politico-istituzionali, con galoppini al seguito, della Ferriera, che gli estremi di un documento. Gong! Richiamate lo psichiatra per favore.



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