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Avvertenza: Non per tutti (parte seconda). Scritto da: Maurizio Fogar Trieste: quanti “segreti”, troppi per una democrazia. Riprendiamo a parlarci. Dunque ultimamente abbiamo assistito ad un rispuntare di incontri, riunioni, notizie secretati, ovvero coperti da “segreto”. La legge italiana parla abbastanza chiaramente. L’unico motivo per cui un ente pubblico può secretare una riunione è quando si affronta un argomento, solitamente penalmente rilevante, che riguardi un componente dell’ente stesso. In nessun altro caso la legge consente di violare il sacrosanto diritto alla trasparenza degli atti, o alla pubblicità delle riunioni, pena l’infrangere delle leggi dello Stato ed essere dunque penalmente perseguibili. Esaminiamo i tre ultimi casi di secretazione. Primo segreto. Nel settembre 2014 un privato, formalmente la Siderurgica Triestina, dal cospicuo, si fa per dire, capitale sociale di 50.000 euro, acquista dal Commissario del Governo Nardi la Ferriera di Trieste. Tralasciamo qui di filosofeggiare su come un rappresentante governativo fresco di condanna ad otto anni e sei mesi, seppure in primo grado, ed a un pesante risarcimento economico, dal Tribunale di Taranto, possa tranquillamente restare al suo posto e rappresentare la Repubblica Italiana, complimenti vivissimi a Renzi e Serracchiani ed ai loro “daspo”. Bene, no male, nonostante il Circolo Miani e Servola Respira, soggetti portatori di interessi diretti nella vicenda, come confermano le 10.280 firme di triestini, chiedano pubblicamente al Circolo della Stampa in ottobre scorso, presente il sindaco Cosolini, e poi con lettera formale, poi divenute tre (due solleciti) il 5 gennaio di quest’anno al Prefetto di Trieste, Commissario del Governo per la Regione Friuli Venezia Giulia, di rendere di pubblico dominio, come la legge non Fra Galdino impone, il prezzo pagato e le modalità eventuali da ST allo STATO, lo scriviamo tutto maiuscolo perché il venditore è un Commissario statale nominato con decreto del Ministro Passera, Governo Monti, a quel posto. Ad oggi nonostante che altre leggi di cui vi risparmio la citazione imporrebbero una risposta entro 30-60 giorni al massimo, pena il compimento di un reato da parte della pubblica amministrazione, nessuno conosce modalità ed entità del prezzo di compravendita. A parte il capitale sociale di Siderurgica Triestina che oggi non sarebbe bastevole nemmeno per comperare il tabacchino di viale Campi Elisi. Secondo segreto. Si riunisce ai primi di maggio presso gli uffici regionali la Conferenza dei Servizi decisoria (deve cioè decidere se concedere o meno l’Autorizzazione Integrata Ambientale, familiarmente AIA, alla nuova proprietà, sempre quella che assieme al Governo tiene segreto il prezzo, per la produzione industriale della Ferriera). Va chiarito che la vecchia AIA è scaduta in febbraio 2014 e ciò nonostante la Ferriera continua ad inquinare producendo avanti. Per chi non lo sapesse la legge, direttiva europea, che di solito l’Italia ha la vocazione di non rispettare costringendo i cittadini a sborsare fior di tasse per pagare le multe europee a vantaggio di realtà private, come l’Ilva di Taranto, tanto per restare in tema, stabilisce che senza l’AIA la fabbrica si ferma ed amen. Non per niente l’Europa ha fissato una durata quinquennale dell’Autorizzazione ed una ulteriore proroga massima di dodici mesi per il rinnovo dell’iter (i sei anni, 5 + 1, sono scaduti il 4 febbraio 2014). I componenti della Conferenza presenti alla riunione sono: Regione FVG, Arpa, Ass, Provincia e Comune di Trieste. Tutti enti pubblici, elettivi o di nomina. L’oggetto, lo sappiamo, della decisione da assumere ha valenza di atto pubblico e di pubblica utilità. E allora perché i lavori vengono secretati estromettendo stampa e TiVù dalla sala riunioni? E ad oggi non è stato reso noto un verbale dei lavori? La legge è stata infranta? La Procura magari si degna di dircelo, così ci possiamo regolare e considerare le leggi dello stato buone per fare coriandoli a carnevale. Terzo segreto. Apprendiamo dall’eco del piccolo potere che il sindaco Cosolini ha accompagnato in una visita segreta al Porto Vecchio uno dei boiardi della finanza parapubblica italiana. Oggetto: interventi finanziari sull’area privatizzata dello scalo ed affidata al Comune di Trieste. L’idea di una pubblica asta, di concorso pubblico, per la gestione di un’area pubblica così nevralgica pare non sia passata per la testa a nessuno dei “turisti”. O forse si, visto che il nostro Paese è pieno di gare fatte su misura di chi le deve vincere. Poi la settimana dopo per controbilanciare, Cosolini si prende sottobraccio i sindaci di Muggia e Gorizia, capirai, e rifà lo stesso percorso deambulante, a scacciare i cattivi pensieri e sotto l’occhio di stampa e televisioni. Ridono tutti e tanto. Noi ridiamo molto meno. Perché questi tre casi dimostrano come le istituzioni abbiano in sommo disprezzo le regole che tutti i cittadini della Repubblica sono chiamati a rispettare. Ergo creano dei precedenti gravissimi che legittimano gli stessi cittadini a violare le leggi della comunità, e trasmettono l’immagine di istituzioni pubbliche al servizio dei partiti e degli interessi finanziari di pochi privati. Fine della seconda puntata |
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