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Giustizia e politica.
Scritto da: Teodor

Hanno un bel dire i politici di ogni ordine, grado e colore che accusano la magistratura di ingerenza nelle scelte della politica.

Anche a Trieste sulla vicenda dello sfratto dalla sede del Circolo Miani ad opera dell’Ater targata PD, tuttosommato una modesta vicenda se paragonata ai casi nazionali, la supplenza della magistratura civile all’inerzia, all’ipocrisia ed anche ad altro, temiamo, è sintomatica.

L’altra settimana con una ordinanza il giudice civile, accogliendo una richiesta di sospensiva dell’esecuzione dello sfratto (la sesta in dodici mesi) avanzata dall’avvocato Gianfranco Carbone che rappresenta il Circolo, e rinviandola sine die (ha fissato per il 9 dicembre l’udienza sul merito del procedimento, e ne pende anche un altro aperto sempre presso il Tribunale di Trieste) ha scritto alcune cose di preclaro quanto ovvio buonsenso.

A partire dalla considerazione che fare i processi a “babbo morto”, cioè a sfratto eseguito, non avrebbe proprio senso: come giudicare innocente un condannato a morte dopo aver eseguito la pena capitale, l’ordinanza del giudice civile riconoscendo l’importante ruolo, e la rilevante partecipazione di cittadini alle iniziative del Circolo Miani, si richiama sostanzialmente alle leggi regionali, da cui le Ater dipendono, per rilevare l’incongruenza dell’azione di sfratto nei confronti di una associazione che rientra appieno nei parametri dell’ospitalità gratuita negli immobili Ater garantita proprio dalla legislazione regionale.

Tutto qua, sembra tanto ovvio da apparire persino banale. Ma non per la politica e per gli amministratori comunali e regionali, così come per i vertici dell’Ater da loro emanati e nominati (i due, il presidente-commissario ed il direttore sono di stretta osservanza piddina, anzi sono dirigenti provinciali e regionali di quel partito “democratico”).

Ripercorriamo in sintesi i fatti. Dal luglio 2013 il vicesindaco Fabiana Martini, presente incidentalmente l’allora dirigente del PD Gianfranco Carbone, offre di sua iniziativa sede e magazzino di proprietà comunale (sono centinaia i locali sfitti da anni che il Comune “amministra”) al Presidente del Miani Maurizio Fogar. Salvo poi accorgersi, ad un anno e passa di distanza, come risposto in aula ad una interpellanza del Capogruppo Bertoli, che il Comune non avrebbe locali disponibili. Delle due l’una: o il vicesindaco non sa di cosa parla, oppure ignora completamente quali siano le disponibilità immobiliari di un Comune di cui lei è il numero due tra gli amministratori. Scegliete voi, che a pensare il peggio si fa forse peccato ma sicuramente non si sbaglia.

Il 30 giugno dello scorso anno, dopo una iniziale contrarietà del gruppo Pd e del Sindaco che però a parole ha sempre rivendicato il suo impegno a favore del Circolo (non si può parlar male di Garibaldi e magari è anche periglioso se qualche elettore se ne ricorda), tutti a votare a favore (i numeri erano sfavorevoli ai no), all’unanimità dei 36 presenti, Cosolini compreso, la mozione firmata da Bertoli, Menis, Lobianco ed altri che impegnava il Comune ad intervenire sull’Ater (i cui vertici sono stati indicati dal Sindaco e nominati dalla Serracchiani) per fermare lo sfratto o in subordine ospitare il Circolo nei tanti immobili liberi che il Comune ha.

Nel frattempo la Regione ha approvato nel novembre 2013 e nel luglio 2014 norme e leggi che stabiliscono come le realtà quali il Circolo abbiano diritto all’ospitalità gratuita, a “canone zero” negli immobili dell’Ater. Il Prefetto e Commissario del Governo ha convocato apposita riunione in Prefettura, presenti Comune, Provincia, Ater e Circolo Miani, ed ha scritto più volte ai vertici Ater ed al Sindaco (senza risposta alcuna, e donna Letizia ne avrebbe da ridire sul suo storico galateo).

Oltre a ripetute riunioni della Commissione Capigruppo del Comune in una delle quali i due dell’Ater, ma si chiamiamoli familiarmente così, nello spergiurare l’assenza di qualsivoglia animosità, e figurarsi, nei confronti del Circolo hanno poi ammesso che ignoravano l’esistenza di disposizioni di legge quale il “canone ricognitorio” che dalla finanziaria del 1996 riduce del novanta per cento i canoni di locazione per le associazioni senza fini di lucro, oppure l’iniziativa delle altre quattro Ater del Friuli Venezia Giulia di far pagare, dai primi del 2000 canoni di locazione, sempre per le realtà quali il Circolo, di 12 euro all’anno. Si avete letto bene: oltre Isonzo si pagava un affitto di ben un euro al mese.

Certo che oltre diecimila cittadini abbiano sottoscritto la petizione con l’appello di Claudio Magris, Gherardo Colombo, Adriano Sofri, tra gli altri, a salvare il Circolo Miani dallo sfratto, sembra non sia stato pienamente valutato da un assessore regionale e dai consiglieri di Trieste per il significato importante che esso assume, anche per gli sviluppi futuri. Così come spiace dover notare l’inerzia della Regione nel far rispettare le proprie stesse leggi dagli enti che “dovrebbe” controllare. In questo caso l’Ater ma anche con le Coop non scherzano. Non parliamo poi dell’anatra zoppa che gestisce i cospicui fondi per la cultura ed il volontariato sul territorio, uscito da una sgradevole vicenda giudiziaria, ma la responsabilità morale ed etica resta tutta, per mancanza di dolo sotto l’elemento psicologico. Insomma il reato c’era ma chi lo ha commesso pensava, nel farlo, di non far del male. Dunque nella migliore delle ipotesi si tratta di uno sprovveduto a cui giustamente affidiamo la gestione del denaro pubblico.

E dunque perché stupirsi quando il capo della segreteria dell’Assessore regionale con delega alle Ater, nel tentare di giustificarsi per la mancata vigilanza sulla legge regionale votata nel luglio scorso, si rifiuti prima di chiedere un parere legale all’avvocatura regionale o alla segreteria generale, e poi se ne esca sostenendo che si insomma si trattava di un emendamento! Di poche righe per di più. Insomma il BUR, la gazzetta ufficiale della Regione è per lui un giornale satirico dove il contenuto, approvato dal Consiglio regionale, è tuttalpiù un simpatico optional.

Ed è per questo che nonostante la sua promessa di chiamare il 5/6 aprile per fissare l’incontro tra il Circolo ed il suo assessore, Santoro, se ne è felicemente scordato. Tanto le promesse dei politici, e dei loro addetti, peraltro da noi pagati, sono tutte una burla.



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