Si il 47% è la percentuale degli aventi diritto che hanno votato a Trieste per le elezioni europee.

Tra non pervenuti alla cabina elettorale (50,2%) e le schede nulle e bianche (2,54%) ha votato meno della metà degli elettori.

Dunque un trend che conferma appieno la scarsa affluenza dei triestini, una volta tra i massimi in Italia frequentatori delle cabine elettorali, e che negli ultimi anni è andato vieppiù accentuandosi.

Bastino due dati a caso: meno della metà ha partecipato all’elezione di Sindaco e consiglio comunale (2011), e addirittura solo il 41% ha votato nel 2013 per il rinnovo della Regione.

Una protesta clamorosa di cui, come abbiamo più volte scritto sul nostro sito giornale, i politici si sono ricordati solo nello spazietto delle dichiarazioni a commento del post voto. Alti peana sulla necessità di rifondare la politica e ricreare il rapporto fiduciario tra questa ed i cittadini e poi ovviamente il nulla, avanti come e peggio di prima.

Colpisce che tale forma di protesta sia proseguita, e si sia accentuata, anche in presenza sulla scheda elettorale del simbolo del Movimento 5 Stelle, fondato da Beppe Grillo, che proprio della raccolta del voto di protesta antipartiti aveva fatto la sua bandiera.

E pertanto non stupisce più che tanto, chi vuol capire si intende, che i 5 Stelle abbiano perso tra le elezioni politiche di un anno fa e quelle odierne oltre la metà dei propri voti a Trieste (da oltre 33.000 a poco più di 16.000).

Va anche osservato che in Regione il PD triestino è il fanalino di coda, non riuscendo a toccare nemmeno la soglia del 39% a Trieste pur in assenza di alleati concorrenti (Cittadini, Liste civiche et similia).

Tutto il resto sono chiacchiere, o per meglio dire numeri, a vanvera.