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Beppe Grillo: una proposta
Scritto da: Maurizio Fogar

Ieri ho firmato anch’io. La proposta di legge popolare lanciata da Beppe Grillo ed appoggiata da Antonio Di Pietro per inibire alle persone con sentenze in giudicato, o comunque già condannate dalla magistratura, l’accesso al Parlamento.

Ho firmato anche se avrei alcune cose da aggiungere e spiegare, ed ora ve le dico.

Innanzitutto il successo dell’iniziativa è sotto gli occhi di tutti. Non solo per il risultato finale, sei volte di più le firme raccolte rispetto al necessario, ma per la partecipazione spontanea della gente.

A Trieste ad esempio era impietosamente devastante il confronto tra le centinaia di persone in fila per firmare davanti al baracchino del gruppo locale di Grillo, sabato in piazza della Borsa, ed il vuoto pneumatico dinanzi ai tavoli dei DS e della Margherita che a nemmeno venti passi di distanza tentavano di raccogliere le firme per le primarie del nascente Partito Democratico, nonostante la presenza di quasi tutto il vertice regionale e provinciale dei partiti fondanti.

A conferma, se ce ne fosse bisogno, di un progetto nato male e costruito peggio, con la rigida lottizzazione delle cariche tra DS e DL, con una “società civile” rappresentata dai soliti noti, e con una capacità di coinvolgere emotivamente ed idealmente la gente pari a zero. Esemplarmente illustrata, senza un briciolo di pudore, dalla intervista di uno, il più papabile, dei candidati segretari regionali “Ed ora pensiamo ai programmi”. Come dire che insomma le cose da fare, che dovrebbero venire prima delle scelte degli uomini più idonei a realizzarle, sono un optional, un fastidioso orpello, due cartelline da riempire con le solite frasi in politichese.

Per altro non è che il centrodestra stia meglio: dalla infinita telenovela, per altro una scadente replica di quanto già visto quattro anni fa, della individuazione del candidato presidente alle oramai prossime elezioni regionali. Con punte di demenziale comicità ed autolesionismo. Dal comitato dei saggi, sempre i soliti noti, che dovrebbe individuare le priorità programmatiche del territorio regionale, dunque ignote ad una classe di politici che governa questa terra da decenni, che notizia incoraggiante!

Ma torniamo alla iniziativa di Beppe Grillo. Essa è illuminante anche a conferma di un dato non nuovo: ovvero il bisogno autoassolutorio dei cittadini che ritengono la politica ed i partiti il male del nostro Paese. Accade un po’ come per l’evasione fiscale: siamo la nazione con la più alta percentuale di cittadini che cerca di fregare lo Stato non pagando le tasse e siamo i primi, soprattutto tra quelli che non le pagano, a chiederne una giusta riduzione.

Anche qui i cittadini firmano copiosamente spinti da una istintiva ripulsa da questa pessima politica ma dimenticano facilmente di aver massicciamente, e liberamente, votato per questi pessimi politici fino ad un’ora fa.

Consiglio: leggere un libro impedibile, “I Trasformisti”, scritto da Nando Dalla Chiesa ed edito da Baldini e Castoldi.

Seconda osservazione: una iniziativa consimile andrebbe allargata a tutte le amministrazioni elettive e non limitata al solo Parlamento: ad esempio sarebbe utile conoscere ed informare la collettività sugli eventuali infortuni giudiziari di chi governa Regione, Provincia e Comuni ed Enti di nomina pubblica.

Terza osservazione: andrebbe fatto comunque un distinguo tra i reati di tipo ideologico e d’opinione, che considero personalmente non infamanti ed inibenti una corretta amministrazione, e quelli invece di tipo penale ed amministrativo, assolutamente incompatibili con il ruolo di chi deve gestire la cosa pubblica.

Per ultimo merita solo rammentare che tra il 1986 ed il 2002, il Circolo Miani ha ospitato a Trieste in decine di affollati incontri pubblici i protagonisti ed i testimoni di un impegno per una nuova politica, i magistrati ed i giornalisti autori di quella iniziativa passata alla storia, la realtà oggi è forse peggio, con il nome di “Mani Pulite”.

C’è qualcuno che se lo ricorda?



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