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Ferriera. Basta si, ma con gli inesperti.
Scritto da: Teodor

Sono giorni che il Comune e gli ambientalisti del suo seguito vantano come una vittoria che la Conferenza dei Servizi regionale abbia condiviso la loro richiesta di contestare a Siderurgica Triestina in Arvedi la mancata copertura dei “parchi minerari”.

Fatte le debite proporzioni è come se il medico che abbia in cura un paziente con un tumore in fase terminale si occupi di curargli un raffreddore.

Pensare di inchiodare Arvedi sui parchi dei minerali è una bazzecola, così come il pensare in questo modo di riuscire a spingere Arvedi ad andarsene da Trieste. Lo ribadiamo se mai ciò dovesse accadere sarà per esclusiva scelta di convenienza ed interesse dello stesso Arvedi, a cui certo, farà molto comodo poter scaricare la responsabilità su qualcuno.

Ed allora non si può fare niente?

Si può ed invece si deve chiudere l’area a caldo, e bastano molto meno dei famosi e fumosi cento giorni del decalogo comunale, scritto da chi non capisce nulla delle criticità dello stabilimento.

Ma liquidiamo subito la questione dei “parchi minerari” come scrive la dichiarazione del Sindaco.

Di questi parchi l’unico inquinante, e dunque dannoso potenzialmente per la nostra salute, è quello del carbon coke.

Degli altri (materiali ferrosi e carbon fossile) l’unico danno, e comunque resta sempre un danno, è la diffusione, sotto effetto del vento, di pulviscolo imbrattante. Ma per questi ultimi basterebbe una soluzione facile, poco costosa ed immediata da realizzare. Un muro di contenimento e un canale di scolo per impedire la dispersione a mare quando piove, ed il fissante sui cumuli. Stop.

Anche Siderurgica Triestina per bocca del suo vertice Rosato in quanto a competenza non scherza, quasi come l’Arpa, quando propone invece “una tettoia”.

“Pezo el tacòn chel buso” perché oltre a non servire a nulla, impedirebbe ai cumuli di ricevere il “fissante” naturale della pioggia.

Resta dunque il dovere di imporre la copertura, si chiama “Silos” del cumulo del coke.

Ecco perché questa “grande vittoria” facciamo fatica a vederla.

Sorprende invece che il Comune con la dichiarazione del Sindaco (“Il Comune sta facendo quello che deve fare per … accertare che l’azienda stia ottemperando alle prescrizioni imposte dall’accordo di programma e dall’AIA”) e l’opposizione dei 5Stelle in Regione (una revisione dell’AIA) sostanzialmente riconoscano validità a questa AIA.

Intanto cos’è una Autorizzazione Integrata Ambientale?

Il Governo, o la Regione, a seconda delle competenze scrive la legge, attraverso le Conferenze dei Servizi decisorie (per le regionali sono chiamati a partecipare: la Regione, il Comune, la Provincia finchè esisteva, l’Arpa, sempre Regione, l’Azienda Sanitaria e, come impone la legge 241/90 negli articoli 9-10 a cui si aggiunge il Dispositivo dell'art. 252 bis Codice dell'Ambiente che stabilisce e conferma nell’Articolo 5 ultimo comma: “Alle conferenze dei servizi sono ammessi gli enti, le associazioni (portatori di interesse) e le organizzazioni sindacali interessati alla realizzazione del programma.”) rilasciano le AIA alle industrie che ne necessitano.

Per farla breve, Siderurgica Triestina ora e la Lucchini prima, senza l’AIA non potrebbero produrre nulla di siderurgico (qui Ghisa e Carbon Coke).

Questa AIA è stata rilasciata da una Conferenza dei Servizi regionale, che ha deciso all’unanimità degli enti partecipanti (vedi sopra) viziata da una grave irregolarità che ne rende tutte le decisioni prese illegittime. Ovvero ha rifiutato di far assistere ai lavori della Conferenza, con diritto di poter presentare osservazioni scritte con obbligo di risposta, il Circolo Miani e Servola Respira che ne avevano fatto regolare e formale richiesta ai sensi della legge, come da esposto-denuncia presentato in Procura.

Dunque la strada da percorrere non è quella di “chiedere il rispetto delle prescrizioni AIA” come sostengono il Comune e i suoi ambientalisti o una revisione della stessa come sollecita Ussai per i 5Stelle, ma una cassazione della stessa ed un rifacimento corretto e rispettoso della legge della medesima Conferenza per ripartire da zero. Ma certo questo cozza con “l’ordine ricevuto dalla politica di rilasciare l’AIA alla Ferriera a prescindere da qualunque considerazione tecnica” come pubblicamente dettoci (a Fogar e Pezzetta) dall’ing. Agapito, responsabile del Servizio regionale, il 9 giugno 2015 nell’ufficio dell’Assessore Regionale Sara Vito.

E riportato, senza mai smentita, dallo stesso Maurizio Fogar in decine di articoli e nell’intervista, tra le tante, anche alle Iene di Mediaset.

Senza che nessuno la riprendesse o chiedesse lumi, e questo è il vero scandalo.

Anzi fiorì l'ennesima campagna di calunnie contro il Circolo da parte dei soliti "utili idioti" che a Trieste non mancano mai.



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