Si voti ogni sei mesi in città! Visto che questo pare essere l’unico modo per spingere l’amministrazione comunale a ricordarsi di amministrare.
Non passa giorno infatti che dal Comune non esca annuncio di nuovi lavori di manutenzione sul territorio, beninteso piccole cose: una manutenzione ordinaria ma che è semplicemente mancata in tutti questi anni.
La città cade a pezzi tra strade malandate, giardini ed aree verdi abbandonati, scalinate impraticabili se non a proprio rischio e pericolo, tubature e condotte ridotte a colabrodo, muri pericolanti e pulizia assai carente. Oltre al degrado perenne dei quartieri e dei servizi territoriali.
E questi si svegliano di colpo sotto elezioni, cosa non si fa per raccattare qualche voto, piazzano perfino gli addobbi natalizi con due mesi di anticipo: e sia festa tutto l’anno.
D’altronde non è cosa nuova che l’avevano scoperta gli imperatori romani duemila annetti orsono. Con una sola differenza che qui manca il “pane”. Manca ai poveri in aumento esponenziale, e non è una novità, ma comincia a mancare anche agli operatori, e dipendenti, del terziario (commercio, turismo, ecc.).
Ma in una città senza politica e soprattutto senza dignità civica (Nereo Rocco disse un giorno a mio padre nel salotto di casa nostra: “Galliano, mai visti tanti mone concentrai in così poco spazio come a Trieste”), possono anche sfangarla, visto che finora ci sono riusciti.
Per questo confido che il progetto di Trieste Verde riesca a cambiare le cose, ma poi alla fine dipende sempre e solo dai triestini
Maurizio Fogar